Valeria Parrella e Massimo Osanna “Classici sovversivi. Mito e tragedia per la vita quotidiana”, presentazione

[…]Per permettere all’antico di parlare con il nostro quotidiano, Massimo Osanna, direttore generale dei Musei italiani, per ognuno dei soggetti trattati illustra la storia e la fortuna (o sfortuna) iconografica, inquadra le fonti storiche, i ritrovamenti archeologici, tra ceramiche decorate e bassorilievi, statue e pitture, ricostruzioni topografiche e riferimenti all’arte classica. In queste pagine troverete Antigone, Eros, Narciso, Euridice e Orfeo, Tiresia, Apollo e Re Mida, le Troiane: Valeria Parrella ricostruisce così i nostri rapporti con l’amore e con la morte, con il femminile e con la guerra, con il lutto e la violenza. Miti classici per eccellenza, resi sovversivi da una rilettura brillante e avvincente, a cura di una voce tra le più amate della nostra narrativa, capace di far interagire queste figure con autori di oggi, con canzoni, con tutto ciò che arricchisce e abita le nostre vite.(da Rizzoli Libri)

Dall’Introduzione

Scrive Valeria Parrella:

[…] la loro sovversione è essere ancora così presenti e ci costringono a una chiamata che è fisica, reale, attiva. I classici, se sono tali, non tramontano mai. Semplicemente, stanno da qualche parte, e noi dobbiamo cercarli.
Questo libro è un libro che li cerca e, a volte, li trova. Offre un metodo per stanarli, e per affidarsi. È un esercizio molto fruttuoso, vitale: cosa significa rileggere qualcosa scritto duemila anni fa? Credo che abbia un senso profondo e cioè : non sentirsi poerduti di fronte alla vita”

Scrive Massimo Osanna:

“I classici, più di ogni altra cosa, richiamano in noi la possibilità di tendere un filo di arianna attraverso il labirinto del tempo. Continuiamo a leggerli e a occuparci del passato che non è passato”

Un’interessante carrellata tra scritti e iconografia, miti classici per eccellenza che diventano “sovversivi” interagendo con il mondo attuale, con le nostre attualità.

Gli autori

Valeria Parrella vive a Napoli. È laureata in Lettere Classiche. Ha scritto per l’editore minimum fax Mosca più balena (2003) e Per grazia ricevuta (2005); per Einaudi Lo spazio bianco (2008), Lettera di dimissioni (2011) e Tempo di imparare. Almarina è stato finalista al Premio Strega del 2019. Scrive su Il manifesto

Massimo Osanna è professore ordinario di Archeologia classica all’Università di Napoli Federico II. Ha insegnato nell’Università della Basilicata, a Matera, dove ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici; è stato visiting professor in prestigiosi atenei europei e ha promosso scavi e ricerche in Italia meridionale, Grecia, Francia. Dal 2014 al 2015 ha diretto la Soprintendenza Speciale di Pompei; dal 2016 è direttore generale del Parco Archeologico, riconfermato per un altro mandato nel 2019.

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“Quel tipo di donna”

Almarina

Giacomo Pisano “Il farmacista risponde”, presentazione

[…] In questo libro il dottor Giacomo Pisano – farmacista seguitissimo sul web per la sua capacità di divulgare con semplicità e fornire consigli pratici sulla salute in modo utile e chiaro – ripercorre le domande che quotidianamente gli vengono poste dai clienti, e offre risposta ai dubbi più diffusi, analizzando i principi attivi dei vari farmaci e spiegando anche quali stili di vita adottare per prevenire e stare meglio giorno dopo giorno. Una guida alla salute quotidiana perfetta da tenere in casa o da portare in viaggio, uno strumento prezioso per il benessere di tutti.(da Rizzoli Libri)

Da “Mi presento” (capitolo di apertura del manuale):
“Questo libro è dedicato alle persone che desiderano avere maggiore chiarezza sulle patologie più diffuse e sui trattamenti corretti da intraprendere, ma si ripromette anche di aiutare i farmacisti ad abbandonare il modus operandi da semplici commessi e ad abbracciare un nuovo tipo di comunicazione con il paziente. È allo stesso tempo un manuale di salute e una sorta di manuale di divulgazione, che poi è l’essenza del nostro lavoro: una profesione che deve trovare un equilibrio tra l’etico e il commerciale, dalla prescrizione alla vendita.
Buona lettura!”

Si apre con un capitolo dedicato all’acido ialuronico e, per un assaggio, riassumiamo e riportiamo (in parte).

Alla domanda cosa è l’acido ialuronico risponde

“L’acido ialuronico è uno zucchero prodotto in modo naturale dal nostro organismo”

continua quindi aggiungendo:

“[…]Proprio per via della sua presenza capillare in prodotti farmaceutici anche molto diversi tra loro, pare aver assunto quasi delle proprietà curative mistiche, avvolte nel mistero. In questo volume, però, al mistero preferiamo la chiarezza!”

Ed ecco la chiarezza:

“Ma questa sostanza ha un limite. […] L’acido ialuronico, infatti, non penetra la pelle! È un mito che dobbiamo sfatare: la sua molecola è enorme e non riesce a oltrepassare lo stato corneo, ma agisce solo all’esterno. Per riuscire ad appartare grandi quantità di acido ialuronico e di conseguenza una consistente idratazione […] l’unico modo è ricorrere alle “punturine”: iniezioni chirurgiche negli strati inferiori epidermici”

Giacomo Pisano, farmacista e consulente per la comunicazione farmaceutica, svolge un’intensa attività di divulgazione sui social network, in tv e dal vivo. Creatore della pagina Instagram @il_socialmente_farmacista con oltre 160.000 follower attivi, si occupa quotidianamente di fare chiarezza sui dubbi dei pazienti su quali e quante medicine prendere. Nel 2023 è stato nominato “top creator” per il mondo delle farmacie nell’ambito di Cosmofarma, la più importante manifestazione del settore. (Da Rizzoli libri)

Patrizia Rinaldi “Mare di pietra”, presentazione

[…]che fine ha fatto la spietata maîtresse Gada di Spagna: si sa che è stata uccisa. Ma da chi? Perché? E dov’è finito il cadavere? Così, Andrea e la Signora, fingendosi l’una aspirante soubrette pronta a tutto e l’altra manager-protettrice, si trovano al centro di un intrigo torbido e pericolosissimo.(da Rizzoli Libri)

La Signora e Andrea, già protagoniste di Guaio di notte, ritornano in questo nuovo romanzo di Patrizia Rinaldi, autrice nota al grande pubblico per la serie Blanca. Il trio, con Donna Achille, sono personaggi particolari a partire dai nomi propri: l’una è Signora con la S maiuscola, l’altra è Andrea come a sottolineare la bellezza androgina che la caratterizza, senza sorvolare su Donna Achille, esemplare sui generis di “animale”.

Sono al largo della penisola salentina in un’isola tutta rocce e pietre, da cui il titolo del romanzo, per indagare su un omicidio camuffate sotto mentite spoglie. La location è Villa Genziana che sotto l’aspetto di resort di lusso nasconde traffici illeciti e accoglie avventori eccentrici. Un nuovo caso dove un ruolo importante gioca anche l’umorismo partenopeo e la verve linguistica che l’accompagna

Patrizia Rinaldi vive a Napoli. Tra le migliori penne della narrativa crime, per edizioni e/o ha pubblicato i romanzi di Blanca, da cui è stata tratta la serie tv andata in onda su Rai 1 e disponibile su Netflix. Ha inoltre vinto il Premio Andersen, il maggior riconoscimento italiano di letteratura per ragazzi(da Rizzoli Autori)

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Guaio di notte

Giuseppina Torregrossa “Stivali di velluto”, presentazione

Palermo vibra tra le pagine di questa storia, e da scenario si fa protagonista, svelandosi come una città languida e irresistibile, con lo sguardo rivolto al futuro ma le radici ben piantate nel terreno di antiche tradizioni. Un luogo dove solo l’amore può guarire tutte le ferite e dirci chi siamo davvero.(da Rizzoli Libri)

Giulia Vella è una profiler, specializzata quindi nella ricerca di serial killer, e da poco tempo presta servizio come ispettrice alla Squadra mobile di Palermo, nella Sezione delitti irrisolti, una sede che lei stessa aveva scelto, lei milanese, perché possibile trampolino di lancio per la sua carriera, lei sempre brava e a scuola e negli studi, voleva emergere. Purtroppo aveva dovuto constatare che di fatto, contro tutte le aspettative, era lì ad archiviare documenti.

È lei la protagonista del nuovo romanzo della Torregrossa: “Bella e intelligente, covava dentro di sé una profonda sofferenza, che nascondeva abilmente dietro un atteggiamento ruvido e scostante” tanto che i rapporti con i colleghi, per la maggior parte uomini, non erano dei migliori: era infatti chiamata non per nome ma “la milanesa” oppure “la raccomandata” proprio perché aveva chiesto l’intervento, pur di ottenere quel posto, del padre questore.

E poi un giorno la possibilità del riscatto, un vecchio caso irrisolto: “L’omicidio era avvenuto il 17 maggio 1977. La vittima, il direttore di un ufficio postale periferico, era stata trovata riversa in una pozza di sangue da un’impiegata appena tornata dalla pausa pranzo.

Saranno così proprio le indagini a far sì che Giulia impari a confrontarsi con la parte più oscura e rifiutata di sé, in quel contatto solidale con la nuova e diversa realtà umana che la circonda.

Giuseppina Torregrossa vive tra Roma e Palermo, ha tre figli e un cane. Il suo primo romanzo è L’assaggiatrice (2007), cui sono seguiti Il conto delle minne (2009), Manna e miele, ferro e fuoco (2011), Panza e prisenza (2013) e La miscela segreta di casa Olivares (2014). Per Rizzoli ha pubblicato Il figlio maschio (2015), disponibile in BUR.

Gabriella Genisi “Pizzica amara”, recensione di Salvina Pizzuoli

Genisi, in un giallo sconvolgente e quanto mai attuale, ci racconta il Salento oscuro delle superstizioni e delle notti della taranta; a farci da guida una carabiniera indimenticabile, che rompe e ribalta tutti i canoni della scena noir. (da Rizzoli Libri)

Pubblicato nel 2019 ha per protagonista una giovane maresciallo dei carabinieri, Francesca Lopez, detta Chicca.  Salentina, bella e caparbia, ha lottato per farsi spazio in un ambiente maschile, meritando un avanzamento di grado a seguito delle sue indagini su rifiuti tossici. Un nuovo caso, ancora più intrigato l’attende dopo la profanazione di una tomba e la sparizione del cadavere.

Nel corso dell’ndagine oltre alla maresciallo saranno coprotagonisti la sua squadra, Lecce e le sue bellezze architettoniche e le sue atmosfere e i suoi segreti, come le acque del fiume sotterraneo che l’attraversa, il Salento magico in un’accezioner ampia, non solo paesaggistica legata al sole e al mare, ma a un territorio che cela misteri, con le sue superstizioni, connivenze e collusioni, retaggi di un passato che pare sepolto ma ancora convive nella vita quotidiana. Elementi spesso fraintesi o considerati folklore: le macare, la taranta e le tarantate, i “segni” premonitori, bagaglio culturale interiorizzato che si confonde e si compenetra tra superstizione, religione, magia, medicamenti.

Si apre già con uno di questi elementi e con la titolazione del primo capitolo che, come i successivi, riporta i versi di Vittorio Bodini

[…] Un moscone nero, svolazzando, continuava a sbattere testardo contro il vetro. Luci amise la tazzina sul tavolo e aprì la finestra, ma l’insetto invece di uscire volò dentro casa. Non riuscendo a scacciarlo e avvertendo il cupo presentimento di qualche sventura imminente, la donna si fece il segno della croce tre volte e recitò un’Ave Maria, poi sospirò, richiuse la finetsra e si guardò attorno.

Il presentimento di Lucia si materializza nella profanazione della tomba di famiglia da cui il cadavere del figlio è stato trafugato. Ma è solo uno dei casi inspiegabili che si succederanno nel tempo: il cadavere di una giovane donna incinta ritrovato da un pescatore in una zona balneare a dieci chilometri da Lecce; segni particolari: biondissima e con un tatuaggio abraso non totalmente con un simbolo dentro un carchio. E dopo quasi un mese un’altra giovane, Federica Greco, ritrovata impiccata ad un albero. Segni particolari: lo stesso tatuaggio.

E così tra ricerche e indagini, emerge lentamente un mondo sommerso celato da una patina di solidità economica e potere, mali antichi e nuovi, traffici, discariche abusive, Xylella, droga, immigrazione, rituali tra esoterismo e occulto dove il Male opera all’ombra di perbenismi e dipendenze.

E nel frontespizio, la citazioe in dialetto di un antico proverbio salentino

A Ddiu dduma na candila, a llu diaulu ddoi.

Un noir scritto bene, ingarbugliato e ricco di aneddoti e di particolari del territorio, una protagonista tenace e fragile allo stesso tempo, provata dalle indagini e che cercherà di scuotersi con un “salto” liberatorio.

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Terrarossa

Lo scammaro avvelenato e altre ricette

Le invisibili

Giochi di ruolo

Alessandro Di Flaviano “La scienza del cibo”

Una guida per fare scelte consapevoli e superare luoghi comuni o fake news

Alessandro Di Flaviano dopo la laurea in Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti, ha dato vita a Rubricalimenti mosso dalla voglia di dissipare i dubbi e di diffondere informazioni utili, verificate e concrete, perché “chi conosce sceglie, altrimenti sta solo credendo di scegliere”. Con lo stesso spirito ha scritto La scienza del cibo, un manuale pratico che con un linguaggio semplice illustra le caratteristiche peculiari delle materie prime più comuni: dalla carne al pesce, dai cereali ai legumi passando per le uova, i latticini e le verdure. Un libro di “istruzioni per l’uso” in cui trovare risposte, informazioni e curiosità per imparare a conservare correttamente gli alimenti e conoscerne proprietà, benefici e rischi.( da Rizzoli Libri)

Un manuale quindi, una guida al mondo del cibo spesso sconosciuto o accolto con letture superficiali o non sapendo come interpretare le sigle, di numeri e lettere, o le indicazioni che troviamo sui prodotti inscatolati che di solito acquistiamo, scrive l’autore, che ci indirizza invece con riferimenti scientifici o fugando i dubbi più frequenti, come fa nel video di Rubricalimenti, la sua pagina Instagram, rispondendo a molti quesiti che spesso resterebbero senza risposta o affrontati “fidandosi” di quanto sentito dire o consigliato dalla pubblicità.

Un libro quindi in cui trovare risposte, informazioni e scoprire  curiosità “ma anche per scoprire come leggere le etichette e per sfatare dicerie e falsi miti – ha senso comprare il pollo senza antibiotici? La frutta va mangiata lontano dai pasti? Le uova fanno aumentare il colesterolo? E molti altri – che troppo spesso si sostituiscono alle verità scientifiche”.( da Rizzoli Libri)

Brevi note biografiche

Alessandro Di Flaviano, padovano, ha una laurea in Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti. Appassionato di cucina e nutrizione, nel 2019 ha creato la pagina Instagram Rubricalimenti  dove spiega in modo semplice la scienza degli alimenti, dà consigli e indicazioni o sfata false convinzioni o falsi miti.

Sudhir Hazareesingh “Spartaco nero”, presentazione

Agosto 1791. Una scintilla accende la rivoluzione degli haitiani contro l’oppressione dei coloni francesi. I primi a sollevarsi sono gli schiavi neri, capitanati da un personaggio oggi leggendario: Toussaint Louverture, ex schiavo liberato, capopopolo, guerriero e ribelle. È proprio lui a guidare il processo che, nel corso di dodici anni, porta alla proclamazione del primo Stato nero indipendente (da Rizzoli Libri)

Traduzione di Daniela e Monica Pezzella

Toussaint Louverture figura studiata e indagata, spesso con diverse interpretazioni del suo operato: prima condottiero, poi generalissimo dell’esercito francese e quindi governatore della colonia di Saint Domingue, oggi Haiti.

Un opportunista, un ambizioso?

Il saggio, ponderoso, smentisce alcune accuse e lo inquadra come personaggio  coerente, confutando notizie inattendibili e consegnando al lettore una pagina interessante sul processo di emancipazione delle colonie. Accusato di tradimento morì nel 1803 in carcere: l’anno dopo Haiti ottenne l’indipendenza.

Sudhir Hazareesingh, è nato nell’isola Mauritius. Si occupa di storia culturale francese ed è research fellow alla British Academy, mentre in precedenza è stato tutor in Politics al Balliol College di Oxford. Tra i suoi volumi ricordiamo The Legend of Napoleon, The The Shadow of the General e How the French Think; con il primo ha vinto il Prix du Mémorial d’Ajaccio e il Prix de la Fondation Napoléon, con il secondo il Prix d’Histoire du Sénat e con il terzo il Grand Prix du Livre d’Idées.

Licia Troisi “Astrofisica per ansiosi”, presentazione

Astrofisica per ansiosi, un viaggio attraverso scenari catastrofici, tutti scrupolosamente affrontati con serietà e rigore scientifico, che ci porterà a esorcizzare le nostre paure ma anche a renderci contro che — spoiler! — la più grande, e reale, minaccia alla nostra sopravvivenza siamo proprio noi stessi! (da Rizzoli Libri)

Astrofisica e scrittrice di fantasy  di successo con le serie tradotte in tutto il mondo,  ci propone in questo “curioso” volume gli svariati scenari apocalittici che dalla notte dei tempi travagliano gli umani  sulla fine dell’universo: la luna che si sta allontanando e le nefaste conseguenze se ciò avvenisse bruscamente; se c’è chi si allontana c’è anche chi si avvicina, come Andromeda che pare puntare la Via Lattea, solo per citare alcuni dei fenomeni che potrebbero essere causa di estinzione di quanto e come ci è dato conoscere dell’assetto dell’universo.

Dobbiamo preoccuparci davvero?

L’autrice ci dà una mano scientifica ad affrontarli, li spiega, rassicurandoci relativamente ai tempi e ai modi.

Brevi note biografiche

Licia Troisi, nata a Roma nel 1980, è l’autrice fantasy italiana più venduta nel mondo, grazie allo straordinario successo delle saghe del Mondo Emerso, della Ragazza Drago e dei Regni di Nashira. Laureata con una tesi sulle galassie nane, ha collaborato con  l’Università di Roma Tor Vergata come astrofisica.(da Rizzoli Libri)

Autori Vari “Piccoli ritratti di gatti”, presentazione

Per i giovani lettori

Selvatici e teneri, furbi e giocherelloni, indipendenti e maliziosi… Sfogliare queste pagine è come percorrere una magnifica galleria di ritratti di gatti: testi appartenenti a epoche e stili differenti si accompagnano a illustrazioni contemporanee, raccontandoci le mille sfaccettature dei misteriosi felini che da sempre affascinano scrittori e artisti.(da Rizzoli Libri)

Il testo si compone di versi poetici ed estratti da opere di grandi della letteratura (come ad esempio Charles Baudelaire, Guillaume Apollinaire, Lewis Carroll) che hanno voluto dedicare a questi particolari amici a quattro zampe i loro scritti, per ritrarli, per evidenziarne le speciali caratteristiche che da sempre li rendono misteriosi e affascinanti.

Il testo è corredato da illustrazioni di artisti francesi contemporanei (Rébecca Dautremer, Jean-François Martin, Nathalie Choux, Sandrine Bonini, solo per citarne alcuni).

E, per restare in tema, alcuni bozzetti di Salvina Pizzuoli

Gatti

Randagi
Se ne stanno vicini vicini, quasi non ci fosse più spazio, ma non soffiano, non  aggrediscono, non si azzuffano. Aspettano.
Sono tanti e sanno, come creature avvezzate, l’ora il giorno e il luogo di quel pasto promesso. Si assembrano allora nelle vicinanze: c’è chi attende sdraiato, mostrando ancora meglio invalidità e menomazioni, chi si apposta in posizione strategica, in alto, per scorgere da lontano l’arrivo sperato, c’è chi per ingannare l’attesa si rannicchia su se stesso, nell’allerta costante di un orecchio sollevato, chi con fare da sentinella monta la guardia accovacciato sulle zampe posteriori, il muso intento, la coda arrotolata ad abbracciare le zampe anteriori, l’aria tesa di chi spera e non sa se ha riposto troppa fiducia in quell’attesa. L’assembramento è variopinto: sono di tutti i colori e di tutti gli screziati possibili e non sempre ben assortiti. Non sono belli o graziosi o eleganti, mostrano anche nelle fattezze i segni di una vita emarginata, senza identità, spaventati e arresi.
Una maschera nera su un naso bianco, un occhio marrone e uno spento, una zampa maldestra, una coda sbilenca, l’aria insicura  sotto lo sguardo vigile, la paura nello scatto sempre pronto.
Ora, chini sui contenitori di plastica ingombri di miscugli colorati che nulla hanno a che spartire con la dieta di una razza felina, consumano pazientemente quanto viene loro elargito.

Di razza
Acciambellato tra cuscini vaporosi non fa una mossa, sembra dipinto. Il pelo lucido e compatto, lo sguardo svagato, l’aria sicura e di sfida di chi ottiene senza chiedere attenzione e moine. Annoiato da tanto interesse, non partecipa, ma con distacco divistico, accetta.
Pigramente si solleva e con fare aggraziato segue un percorso abituale che da braccioli a  spalliere lo porteranno sul davanzale, dietro i vetri di un’ampia e luminosa finestra, tutta per lui, per la sua distrazione e divertimento. Perfetto, elegante, armonioso, tutto da guardare, se ne sta in posizione accovacciata, la bella testa eretta, le orecchie svettanti, la coda agitata da piccole e cadenzate battute sul legno levigato del davanzale, quasi a scandire il tempo di una visione felice, ma contenuta. Abitudinario e preciso, conosce bene i tempi dello svago e del sonno e della tenerezza e degli spuntini. La sua ciotola è sempre piena di biscottini, da sgranocchiare  e spilluzzicare; non mangia, assaggia con il fare pulito di tutti i componenti la sua razza, ma più aggraziato e con quella noncuranza tipica di chi sa che non gli mancherà mai né la quantità né la varietà.

Di campagna
Tra le erbe alte il suo mantello a chiazze bianco e nero si nota  evidente, ma questo non preclude la riuscita della caccia. È acquattato e teso. Ogni suo muscolo è quasi visibile nella tensione. La preda ignara prosegue il suo percorso, ma non è mai perduta di vista. Si maschera e mimetizza tra le erbe che con i loro flessibili fuscelli gli fanno da tana  e lo nascondono. Non si muove in fretta, ma quasi striscia, sollevandosi appena sulle zampe schiacciate sul terreno.
La coda annuncia l’agguato; è tesa, quasi rigida. Tutto il suo corpo si muove impercettibilmente accompagnato dal fremito appena visibile della coda. Lo scatto è improvviso: le unghie delle zampe anteriori sono atterrate precisamente sulla vittima, la bocca ora si muove all’unisono e afferra ciò che è già stato artigliato e stordito e bloccato. La caccia è finita e la preda ora ciondola dalla sua bocca. Si muove  con fare trionfante verso un luogo appartato a consumare.

Di città
Attraversano strade trafficate con la testa incassata nelle spalle, quasi a ignorare il pericolo. Raggiungono i marciapiedi come approdi di naufraghi. Un salto sul muretto più basso e poi  ancora salti verso giardini e terrazze e cortili dove chiedere ospitalità e rubare un magro e sudato pasto artigliando e sforacchiando robusti sacchi di plastica che custodiscono appetitosi, ma avari avanzi. Uno zerbino come giaciglio o il cuscino morbido di una poltrona, quando va bene. Sonni poco profondi e sempre allerta, miagolii disperati quando la fame è troppo insistente; se c’è chi risponde alle richieste si diventa amici, ma occasionali.
Procedono guardinghi lungo i marciapiedi, si fermano un momento e si guardano intorno dubbiosi,  proseguendo poi per la loro meta. La città offre affascinanti avventure; è grande e piena di spazi da esplorare. Spariscono a volte per mesi interi, ma spesso tornano guidati da un istinto infallibile e dalla ricerca di un posto al sicuro. Avvezzi a tutti i pericoli e difficoltà vivono alla giornata, ma ricordando precisamente i punti nei quali trovare cibo a buon mercato, giacigli accoglienti, caldi ricoveri nelle notti quando il freddo è pungente.
Pance vuote, levatacce, corse sfrenate di inseguimenti più o meno molesti  di simili o di umani, incidenti mortali: risvolti malevoli della vita vagabonda di città.

Generosi
Lo zerbino è un vassoio per gli omaggi: un topolino, un passerotto, una lucertola; non sono quotidiani, ma occasionali. Ottimo cacciatore, è discreto, non chiede, non pretende, ma all’occorrenza sa farsi accudire. Per  generosità offre il suo  prezioso carniere o è spinto da desiderio di affermazione? È muscoloso e agile, più di altri della sua razza. I suoi salti sono poderosi e sicuri anche quando l’altezza è rilevante. Nonostante si fa mansueto e domestico quando balza sui davanzali per ricevere la guadagnata considerazione.

Genisi, Oliva, Venezia, Verasani “Le invisibili”, presentazione

Le protagoniste di questi racconti sono donne. Sono mamme, figlie, assassine spinte da passioni incontrollabili, o ragazze che quella vita criminale l’hanno scelta. Aspiranti rockstar soggiogate da viscidi produttori, attrici per caso, truffatrici approdate dall’Est Europa nel Sud Italia più profondo. [..] Prede di un sistema ingiusto e oppressivo, hanno fatto del delitto la sola via di fuga. Sono le invisibili. Sono il nuovo volto del crimine.(da Rizzoli Libri)

Quattro autrici, quattro racconti che hanno per protagoniste donne insospettabili ma capaci di uccidere per chiudere un capitolo amaro della loro esistenza o che hanno appena capito se stesse o la possibilità di essersi ritrovate.

Quattro racconti molto diversi, ma accomunati dalle storie dalle loro protagoniste alla ricerca di riscatto o di quella che potremmo chiamare “giustizia” per colpe che non hanno per meritare soprusi e angherie dagli umani e dalla vita stessa: il primo ci porta nel mare del Salento tra moderne sirene anch’esse però ammaliatrici spietate. Il secondo indaga una violenza vissuta per un sogno immaginato come realizzabile e poi spento dall’ insensibilità di chi si avvale del proprio ruolo di potere. Nel terzo una donna si rivela a se stessa in una lettera indirizzata alla sua accusatrice, colei che era riuscita ad indagare fino in fondo. Nell’ultimo un do ut des, come presuppone il titolo, per liberarsi reciprocamente di un fardello che mina l’esistenza rendendole succubi e vittime, dal finale inatteso.

Siamo donne comuni, donne su cui nessuno si sofferma, siamo invisibili

Da Rizzoli Libri brevi note biografiche

Gabriella Genisi nata a Bari, ha pubblicato per Rizzoli Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021). È autrice della serie del commissario Lolita Lobosco, da cui è stata tratta la fiction televisiva di successo Le indagini di Lolita Lobosco.

Marilù Oliva nata a Bologna, è scrittrice, saggista e docente di lettere. Tra i suoi libri ricordiamo L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (2020), Biancaneve nel Novecento (2021) e L’Eneide di Didone (2022), tutti editi da Solferino.

Mariolina Venezia è nata a Matera e vive a Roma. Per Einaudi ha pubblicato Mille anni che sto qui (vincitore del Premio Campiello 2007) e le indagini di Imma Tataranni. Da questi gialli è stata tratta la serie televisiva di successo Imma Tataranni – Sostituto procuratore.

Grazia Verasani nata a Bologna, è scrittrice, drammaturga, sceneggiatrice e musicista. Tra i suoi libri ricordiamo Quo vadis, baby? (2004), che ha inaugurato la serie con protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini, ed è diventato un film di Gabriele Salvatores e una serie tv prodotta da Sky.

Su tuttatoscanalibri

Genisi “Terrarossa” e “Lo scammaro avvelenato”

Venezia “Ecchecavolo”

Verasani “Senza ragione apparente” e “Come la pioggia sul cellofan