
È l’inizio del 2020 e in città giunge notizia di un nuovo virus potenzialmente letale. A New York i casi sono ancora sporadici e la gente, la scrittrice Lucy Barton fra loro, si aggrappa alla vita di sempre. Ma non William. William, il primo marito di Lucy, è un uomo di scienza, e la intuisce da subito, la catastrofe che sembra spazzar via la vita conosciuta; la grande paura che annienta le certezze e scuote le relazioni.
È Lucy che racconta in prima persona. È la pandemia ed è William, il primo marito con cui ha condiviso vent’anni e da cui ha avuto due figlie, a decidere un soggiorno a Crosby, nel Maine, di fronte all’Oceano e lontani dalla città. Un soggiorno lungo un anno in cui Lucy e William, nella loro ritrovata amicizia dopo il divorzio, oscilleranno, nel nuovo rapporto fatto di convivenza, quasi un percorso di separazione al contrario, tra spiragli di amore e tenerezze ritrovate in mezzo a quanto la pandemia determina, anche se c’è l’Oceano davanti nella sua grandiosità, nelle minime risposte per affrontare l’isolamento attaccandosi alle piccole cose: le emozioni e il senso di smarrimento e il terremoto emotivo nella solitudine, nella nostalgia, nella preoccupazione per i cari lontani, nella paura e anche nella noia.
Elizabeth Strout è nata nel Maine ed è vissuta a lungo a New York prima di farvi ritorno. In Italia ha pubblicato, per Fazi editore, tre romanzi, Amy e Isabelle, Resta con me e I ragazzi Burgess, e la raccolta di racconti Olive Kitteridge, con cui ha vinto il Premio Pulitzer (2009), il Premio Bancarella (2010) e il Premio Mondello (2012). Dalla stessa raccolta di racconti è stata tratta una serie tv prodotta dalla Hbo. Per Einaudi ha pubblicato Mi chiamo Lucy Barton (2016 e 2017), Tutto è possibile (2017 e 2018), Olive, ancora lei (2020 e 2021), Oh William (2022 e 2023) e Lucy davanti al mare (2024).(da Einaudi Autori)
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