
Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra.
Dalla scoperta di giganteschi giacimenti di petrolio ai crudeli giochi di potere tra inglesi, francesi e tedeschi, dalle trattative sotto le tende beduine alle sabbie di Baghdad, dove il destino di migliaia di persone è ogni giorno appeso a un filo: Olivier Guez recupera dal deserto la vita di una donna straordinaria, per raccontare l’epopea travolgente di una terra mitica e maledetta, la terra di Abramo, la terra del diluvio e di Babele, dei sogni infranti di Alessandro Magno: la Mesopotamia.(da La nave di Teseo)
La donna straordinaria è Gertrude Bell, non facilmente incasellabile, così la giudica lo scrittore in una recente intervista (La Lettura 14 settembre, a cura di Stefano Montefiori), inglese e quasi sconosciuta nonostante il suo ruolo in terra di Mesopotamia.
Alla domanda: Ha compiuto molte ricerche? Olivier Guez ha risposto che ci sono voluti sei anni per scrivere questo libro, perché le letture rischiavano di non finire mai. E poi entrare nella testa d’una spia vittoriana ha richiesto un po’ di adattamento.
Ecco un’ altra delle caratteristiche che contraddistinguono il personaggio Bell, eclettica e nello stesso tempo conservatrice, avventuriera e nello stesso tempo diplomatica, spia in grado di parlare arabo e persiano, diventa alla fine della prima guerra mondiale la donna più potente dell’impero coloniale britannico, protagonista nella creazione del moderno stato dell’Iraq, contribuendo a tracciarne i confini, eppure rimasta sconosciuta anche rispetto a Lawrence d’Arabia, al quale l’accomunavano varie caratteristiche, e divenuto famoso grazie al film che lo immortalò con Peter O’Toole del ’62; anche alla Bell è stato dedicato un film di Werner Herzog con Nicole Kidman (Queen of the Desert, 2015,), che non ebbe però alcun successo, lasciandone la storia sconosciuta ai più, nonostante i due fossero molto simili, avendo entrambi una visione romantica dell’esistenza, essendo molto conservatori, con la stessa passione per l’antichità, per l’archeologia, ed entrambi spie.
Un’intervista interessante quella di Montefiori perché permette di cogliere le caratteristiche principali della protagonista e nello stesso tempo del romanzo che sa condurre non solo alla scoperta della Bell ma anche inquadrare storicamente e in modo puntuale un territorio travagliato e senza pace.
“Olivier Guez porta il lettore nel Medio Oriente di inizio Novecento, quando una regione più o meno dimenticata, per secoli, dagli occidentali si ritrova all’improvviso, a causa del petrolio, al centro delle mire degli imperi rivali. Mesopotamia è un grande e ambizioso romanzo, appassionante perché non si riduce all’aspetto geopolitico. Il grande gioco delle potenze, con gli inevitabili rimandi alle vicende di oggi, viene percorso con fedeltà storica e allo stesso tempo minuzia psicologica perché Guez si è calato nell’anima di Gertrude Bell, la donna inglese, finora semisconosciuta, che ha disegnato la mappa delle terre tra il Tigri e l’Eufrate”.
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