Isabel Allende “Il mio nome è Emilia del Valle”, presentazione

Una storia di amore e guerra, di scoperta e redenzione, raccontata da una giovane donna coraggiosa che affronta sfide monumentali, sopravvive e si reinventa.(da Feltrinelli)

Traduzione di Elena Liverani

Una nuova eroina della Allende, Emilia del Valle, nasce a San Francisco nel 1866; è una giovane audace e intraprendente cui non manca un’altra virtù, la curiosità che la spingerà ad essere  e a diventare una donna indipendente che sa sfidare le strette norme sociali per realizzare e mettere a frutto la propria passione per la scrittura: scrive romanzi d’avventura con pseudonimi al maschile e prosegue sulla sua strada diventando reporter di guerra in Cile, conflitto che vive in prima linea firmando con il proprio nome i suoi editoriali.
Conoscerà il padre biologico, un aristocratico cileno che aveva sedotto la madre e scoprirà anche l’amore:  una narrazione tra realismo e magia, propria della scrittura della Allende.

L’incipit

Il giorno del mio settimo compleanno, il 14 aprile 1873, mia madre, Molly Walsh, mi mise l’abito della domenica e mi portò a Union Square per farmi fare una fotografia, l’unica della mia infanzia, in cui compaio in piedi accanto a un’arpa con lo sguardo atterrito di un impiccato a causa di tutto il tempo in cui dovetti trattenere il respiro davanti a una scatola nera e dello spavento che mi presi con il lampo del riflettore. Devo precisare che non so suonare nessuno strumento, l’arpa era uno dei polverosi accessori dello studio, oltre a colonne di cartapesta, vasi cinesi e un cavallo imbalsamato.
Il fotografo era un omino baffuto di origine olandese che si guadagnava da vivere con quel mestiere dai tempi della febbre dell’oro. A quell’epoca i minatori, che scendevano dalle montagne per mettere al sicuro le loro pepite d’oro nelle banche di San Francisco, si facevano scattare una foto da inviare alle loro famiglie quasi dimenticate. Quando dell’oro non rimase che il ricordo, i clienti dello studio divennero le persone altolocate che posavano per i posteri. Noi non rientravamo in questa categoria, ma mia mamma aveva le sue buone ragioni per volere un ritratto di sua figlia. Più per principio che per necessità, mercanteggiò sul prezzo. Che io sappia, non ha mai comprato niente senza togliersi lo sfizio di chiedere uno sconto.

Della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Donne dell’anima mia. Dell’amore impaziente,della lunga vita e delle streghe buone”

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