
Un romanzo breve che propone tematiche più volte presenti nelle opere dell’autrice. Pubblicato lo scorso anno sul New Yorker è stato tradotto da Carlo Vidotto e pubblicato in Italia da Il Saggiatore. Tema centrale è il rapporto tra madre e figlia e più ampiamente il rapporto familiare all’interno di una tranquilla e normale famiglia americana: ipocrisia, inadeguatezza, volontà di non voler vedere costruendo i rapporti interpersonali sull’apparenza.
Si apre con i preparativi di un ricevimento in giardino per festeggiare il fidanzamento di una nipote orfana da parte della padrona di casa, Arlette, una donna matura, madre di tre figli dei quali una è Evie la tredicenne che, allontanatasi senza avvertire da casa proprio in quell’occasione, resta vittima di un grave incidente:

Un avvenimento che segnerà un effettivo cambiamento sia nella ragazza che nella madre, la prima più aggressiva e quasi desiderosa di vendetta: custodisce un segreto che non rivela o che non vuole essere visto, un altro incidente, ben oltre quello avuto in bicicletta.
L’autrice non palesa apertamente ma accompagna il lettore verso un dubbio che diventa quasi certezza nell’agnizione finale.
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