
Dalla corrispondenza riunita in queste pagine, dove attimi di riflessione profonda si alternano a prese in giro, slanci sensuali e racconti di vicende ordinarie, emerge la voce più vitale e arguta di Virginia Woolf. Nelle lettere, selezionate fra le oltre cinquecento scambiate dal primo incontro alla morte di Virginia, è davvero possibile cogliere, citando il saggio introduttivo di Nadia Fusini, “come l’amore tra queste due donne non finisca mai. Si incontrano, si separano, si scrivono, smettono di scriversi, riprendono a scriversi, e sempre la tenerezza, l’amicizia, la nostalgia riemergono, e tornano la luce e l’incanto.”(da Feltrinelli Editore)
Sara De Simone e Nadia Fusini traduttrici, con un saggio introduttivo di Nadia Fusini
a cura di Elena Munafò
Due riedizioni che hanno per protagonista Virginia Woolf e come autrice di un romanzo e come corrispondente di Vita Sackville West.
Scrivi sempre a mezzanotte edito da Feltrinelli raccoglie un totale di 136 missive, parte inedite, precisamente 78 dalla Woolf a Vita e 58 viceversa. Lo scambio epistolare è introdotto da un interessante saggio della critica letteraria Nadia Fusini appassionata studiosa delle due autrici.
Un amore durato ben quindici anni scaturito per entrambe, così diverse, proprio dalle loro differenze e bisogni affettivi che il saggio della Fusini sa ben mettere in evidenza. Rapporto sicuramente amoroso che determinerà nella Woolf la necessità di trasfonderlo nel romanzo Orlando la cui genesi è possibile rintracciare in una missiva del nove ottobre del 1927 scritta da Virgina a Vita
“«Orlando. Una biografia». «Appena l’ho fatto – confessa ancora a Vita – il mio corpo è stato rapito in estasi e il mio cervello s’è riempito di idee… supponi che Orlando si riveli essere Vita e che sia tutto su di te e la lussuria della tua carne e la seduzione della tua mente… ti secca? Di’ sì o no». Orlando nasce così, come uno zampillo di gioia, come un regalo e insieme un guanto di sfida a un’amata troppo vivace (leggi infedele), che procede a grandi falcate nella selva dell’amore e del sesso. Consapevole di non poter gareggiare sullo stesso terreno, Woolf sposta la contesa sul proprio campo di gioco. Farà quello che nessuno ha fatto o potrà fare per Vita: scriverà un romanzo su di lei.”
così si legge nel commento di Sara De Simone, critica letteraria e traduttrice, nonché vicepresidente dell’Italian Virginia Woolf Society (su la Stampa del 5 gennaio 2024) e come la stessa Fusini che traduce Orlando spiega nell’Introduzione all’epistolario e al romanzo.

[…] In quello che potremmo definire il romanzo più gioioso di Woolf, «si celebra senza nessuna reticenza la donna, l’essere umano donna . E semmai, riconoscendone il brio ironico e ludico – questo è un divertissement, insiste Virginia Woolf – si dovrà notare che la mutazione che riguarda il personaggio è in realtà un progresso. Sì che potremmo interpretare così: la donna è la versione piú perfetta dell’essere umano; l’essere umano al suo meglio è donna» come scrive Nadia Fusini, che firma questa nuova traduzione.(da Neri Pozza)