Italo Calvino “Palomar”, presentazione di Salvina Pizzuoli

Pubblicato per la prima volta nel 1983, due anni prima della morte del suo autore, raccoglie una serie di racconti che hanno come protagonista il signor Palomar nel quale molti hanno rivisto lo stesso Calvino.

I racconti, sebbene separati, costituiscono un corpus e pertanto sono raccolti come romanzo. In una presentazione scritta dall’autore nello stesso anno, ma pubblicata successivamente, si esplicitano particolari legati alla gestazione e alla realizzazione di questo volume: alcuni dei racconti sono stati pubblicati sulla Terza pagina del Corriere della sera, testata per la quale Calvino al tempo era redattore, e precisamente scritti tra gli anni 1975 e 1977, alcuni soltanto però, proprio perché dovevano costituire un volume unico. Nella medesima presentazione l’autore definisce il protagonista “personaggio in cerca d’una’armonia in mezzo a un mondo tutto dilaniamenti e stridori”

Ma chi è Palomar?

Nella Quarta di copertina della prima edizione nella Collana Super Coralli, si legge “ Potremo mai trovarci in pace con l’universo? E con noi stessi? Il signor Palomar è tutt’altro che sicuro di riuscirci, ma, se non altro, continua a cercare una strada”.

Copertina della prima Edizione Einaudi Super Coralli

E sempre nella presentazione di cui sopra, Calvino scriveva che rileggendo il tutto la storia di Palomar potesse essere riassunta in poche frasi: “Un uomo si mette in marcia per raggiungere, passo passo, la saggezza. Non è ancora arrivato”.

Possono queste poche indicazioni chiarire al lettore il contenuto del testo?

No di certo, sarà quanto raccontato nelle pagine, il procedere dei racconti, articolati per aree tematiche, esperienze visive, elementi antropologici e culturali, speculazioni, l’ironia sottile e un certo pessimismo che accompagna le “osservazioni” del protagonista sulla possibilità di poter rispondere alle proprie domande, che ne delineano di nuove non sempre con risposte esaustive, nell’eterna ricerca di un linguaggio che possa avvicinarsi il più possibile a descrivere il reale, a far sentire il protagonista capace del compito, a non precipitarlo, come spesso gli capita, nell’angoscia di scoprire il contrario, scegliendo il silenzio.

Il titolo e il nome Palomar si ispira all’Osservatorio astronomico del monte omonimo (USA) dove è collocato il telescopio Hale per guardare lontano, scrutare l’universo dalla propria piccolezza…

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