Edoardo Marzocchi “La mafia spiegata a mia figlia”, Armando Editore

 Prefazione di Maurizio Vallone

Direttore della Direzione Investigativa Antimafia

Pagine 204; prezzo 18,00 euro

Armando Editore

Com’è possibile spiegare ai giovani di oggi, cresciuti col problema del cambiamento climatico, dell’emergenza Covid e, non ultima, la guerra in Europa, che la mafia è un pericolo sempre attuale che riguarda tutti noi? Con un linguaggio diretto e colloquiale, l’autore affronta l’argomento con la giovane figlia, curiosa di capire cos’è la mafia e il senso del lavoro del padre all’Antimafia. A metà tra il romanzo e il saggio, il libro racconta storie autentiche di coraggio e sacrificio, eroismo e pentimento, ma anche episodi della quotidianità, dove alcuni comportamenti non sembrano così lontani da quelli mafiosi, dove una passeggiata nel cuore di Firenze fa scoprire storie struggenti di poesia e dolore e dove una mafia silenziosa non deve farci illudere che sia scomparsa.

«La mafia spiegata a mia figlia si rivolge sia ai giovani, che oggi associano certe storie di criminalità soprattutto ad alcune serie tv, che agli adulti, come un libro sul difficile e meraviglioso mestiere di genitori, impegnati ogni giorno a indicare ai figli la strada giusta da seguire, anche quando non è quella più facile».

Anche per questo Edoardo Marzocchi ha arricchito il volume con delle note, volutamente raccolte in fondo al libro per essere lette soltanto alla fine, come un ulteriore capitolo di approfondimento.

Edoardo Marzocchi è nato a Grosseto nel 1973 e vive a Firenze. È sposato e ha due figlie.  Laureato in giurisprudenza, scienze politiche e scienze della sicurezza economico-finanziaria, è un ufficiale superiore della Guardia di Finanza, da molti anni in servizio alla Direzione Investigativa Antimafia. Sin dal primo incarico di comando in provincia di Palermo ha condotto indagini sulla criminalità organizzata. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo Dove tutto finisce (2016), vincitore del “Fiorino d’Argento” al Premio Firenze, con la prefazione del “Premio Strega” Sandro Veronesi.

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