Hans Ruesch “Paese dalle ombre lunghe” presentazione

Top of the World, titolo originale, in italiano Paese dalle ombre lunghe, pubblicato nel 1950 dall’editore Harper di New York, viene riproposto tradotto da Daniele Petruccioli da Einaudi con il numero 5 della nuova serie Gli Struzzi, la collana che quando nacque, nel lontano 1970, presentava in un formato più economico le maggiori opere della letteratura in genere.

L’autore (Napoli 1913) studia in Italia e in Svizzera paese d’origine del padre medico; poliglotta, a 19 anni diventa un pilota automobilistico correndo per Maserati e Alfa Romeo. La sua vita avventurosa lo porterà anche negli Stati Uniti dove ancora ventisettenne scriverà racconti per riviste e proprio con questo romanzo riscuoterà un grande successo. Nonostante sia opera d’invenzione, come spiega lo stesso autore nelle pagine che introducono il romanzo, nasce dalla lettura di testi documentati cui fa riferimento citandone gli autori:

“I comportamenti sociali, sessuali e alimentari, le credenze religiose e le pratiche mediche, insieme ad altri usi e costumi descritti in questo libro, per quanto romanzati, sono presi da dati antropologici acclarati, riferiti in particolare agli abitanti dell’isola di Baffin […] divulgate da uomini del calibro di Fridtjof Nansen, Kaj Birket -Smith, Knud Rasmussen, Peter Freuchen, Franz Boas, Gontran de Poncins e altre indiscusse autorità sull’Artico[…]”.

Racconta la storia di due generazioni di Inuit, prima dell’incontro con la civiltà occidentale: Ernenek e Asiak sono i protagonista di questa saga familiare in un ambiente estremo in cui il popolo degli uomini, gli Inuit, lotta per la sopravvivenza.

Nel 1960 dal romanzo fu tratto il film “Ombre bianche” con interprete Anthony Quinn nei panni del protagonista.

“Ernenek e sua moglie Asiak «non potevano sbagliare né subire incidenti lungo la strada, essendosi abbondantemente premuniti contro le avversità del fato: avevano con sé un ciuffo di peli di coniglio bianco contro il congelamento, una coda d’ermellino contro le bufere, un artiglio d’orso contro i fulmini, un dente di caribú contro la fame, una pelle di lemming contro le malattie, una zampa di ghiottone contro la pazzia […] un pidocchio per risultare invisibili ai nemici giacché i pidocchi sono bravissimi a nascondersi […] Anche i cani portavano amuleti”.(da Einaudi Editore)

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