Piergiorgio Odifreddi “Pillole matematiche. I numeri tra umanesimo e scienza”, presentazione

Le “pillole matematiche” intendono mostrare, non solo ai giovani ma anche agli adulti, come la matematica sia presente, a volte sommessamente e altre prepotentemente, in tutta la cultura, umanistica e scientifica: nelle discipline dove non stupisce, dalla fisica all’economia, ma anche in quelle in cui meno la si aspetta, dalla letteratura alla storia dell’arte.(dal Catalogo Raffaello Cortina Editore)

120 pillole per curare un male ancora non del tutto estirpato: l’analfabetismo matematico di cui soffre la nostra società, tratte alcune dalla rubrica ventennale che Odifreddi cura sul mensile Le Scienze, altre mostrano le applicazioni matematiche in altre discipline, altre ancora evidenziano la stretta connessione tra matematica e letteratura e arte, meno immaginabili; un’attività divulgativa quella dell’autore che auspica, incuriosendo, di far cogliere  quell’unità del sapere che spesso sfugge tra umanistico e scientifico.

A tale proposito la Disney nei lontani anni ’50 aveva prodotto un cartone animato il cui protagonista era uno stupito Paperino che scopriva attraverso giochi matematici addirittura la sezione aurea di Fibonacci: “Paperino e la matemagica”  titolo tra i più stimolanti per il pubblico cui era dedicato, quello dei più piccoli, ma che sicuramente apriva anche agli adulti il mondo delle scienze e della matematica come non l’avevano mai neanche immaginato; ancora attualissimo e da rivedere è come accostarsi senza timori alle pillole che Odifreddi propone come rimedio a questo annoso malanno.

Brevi note biografiche da Raffaello Cortina Editore

Piergiorgio Odifreddi insegna Logica all’Università di Torino. Ha pubblicato Il Vangelo secondo la scienza (Einaudi 1999) e C’era una volta un paradosso (Einaudi 2001). Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Il computer di Dio (2000), La repubblica dei numeri (2002) e Pillole matematiche (2022).

“Il capitale naturale”

Idee e soluzioni per fare pace con il Pianeta

a cura di Daniele Moretti

Paesi Edizioni

Prefazione di Stefano Pogutz

Il libro Il capitale Naturale. Idee e soluzioni per fare pace con il Pianeta racchiude al suo interno esperienze e testimonianze dei grandi interlocutori del dibattito ambientale internazionale. Come di Johan Rockström, scienziato della sostenibilità globale riconosciuto a livello internazionale per aver guidato il gruppo di ricerca che ha pubblicato il quadro dei «planetary boundaries», adottato come approccio allo sviluppo sostenibile e utilizzato per aiutare a guidare governi, organizzazioni internazionali e aziende. Michael E. Mann, climatologo e geofisico statunitense e direttore dell’Earth System Science Center presso la Pennsylvania State University, che ha contribuito alla comprensione scientifica del cambiamento climatico analizzando le temperature dei millenni passati. 

E ancora: il Premio Nobel per la Pace nel 2007 Riccardo Valentini, uno dei pionieri delle misurazioni del flusso di carbonio terrestre e autore del Rapporto speciale Ipcc sui Cambiamenti climatici e l’uso del territorio; Peter Thomson, oggi inviato Speciale delle Nazioni Unite per l’Oceano; Antonio Navarra, Presidente del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti climatici; Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche.

Ci sono poi figure tecniche: come i ministri del Governo Draghi Enrico Giovannini e Roberto Cingolani, tutt’oggi consigliere per l’energia del Governo Meloni; l’amministratore delegato e direttore generale di Enel Francesco Starace; il direttore generale di Renexia, Riccardo Toto, che è parte del Gruppo Toto specializzato nelle rinnovabili. Ma ci sono anche figure trasversali: come l’archistar Stefano Boeri; lo skipper Giovanni Soldini; l’artista ambientale Anne De Carbuccia; l’alpinista Simone Moro e tanti tanti altri.

«La raccolta di scritti che Daniele Moretti propone in questo volume abbraccia molteplici ambiti disciplinari: dalle scienze ambientali alla climatologia, dall’economia alla tecnologia, dall’architettura alla politica, dalla gestione aziendale all’oceanografia» scrive nella prefazione il professor Stefano Pogutz, tra le altre cose Direttore Full time MBA di SDA Bocconi School of Management. «Esperti, scienziati, leader ci aiutano a capire l’importanza di preservare le risorse naturali e le funzioni degli ecosistemi. L’equazione è molto semplice: senza capitale naturale non abbiamo né attività economica, né attività sociale. Gli scienziati e i leader intervistati non solo sono testimoni consapevoli della necessità di rileggere la relazione tra ecosistemi e sistemi economico-sociali, ma propongono nuove idee per affrontare le sfide planetarie, ci parlano di possibili soluzioni tecnologiche e organizzative, ci aiutano a capire quali strade percorrere. Soprattutto, ci raccontano che un’alternativa è ancora possibile ed è a beneficio di tutti».

Vincenzo Levizzani “Piccolo manuale per cercatori di nuvole”, presentazione

Le nuvole hanno da sempre occupato un posto speciale nella letteratura e nella poesia, e non solo: soffermandoci a guardare il cielo, quante volte abbiamo giocato con le immagini e le figure che ammassi nuvolosi formavano e che allo stesso tempo sfuggivano dentro sagome mai precise tanto da muoversi con l’immaginazione insieme al mutevole iter delle loro a volte bizzarre trasformazioni, divenendo sotto i nostri occhi simbolo di mutazione, di instabilità e di certo, come aveva identificato in esse Shelley, simbolo vitalistico che nella metamorfosi non muore mai.

Ma le nuvole non sono solo fonte di ispirazione sono anche fenomeni che si possono descrivere scientificamente: così Luke Howard con la moglie cominciò intorno ai primi dell’Ottocento a chiamarle per nome, nomi ancora oggi validi. Nomi e descrizioni che possiamo trovare in questo manuale di Vincenzo Levizzani, ricercatore presso l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna, studioso di nefologia, la scienza che studia le nuvole, dove ne indica la collocazione nell’atmosfera sopra di noi, la composizione, la funzione e conformazione: i cirri, ad esempio sono bianchi e sottili, si formano tra i 5 e i 15 metri e indicano bel tempo. Quando recitiamo il vecchio adagio “cielo a pecorelle, pioggia a catinelle” ecco che parliamo dei cirrocumuli che si trovano ad alta quota e che si formano quando incontrano uno strato di cirri. Ma non finisce qui, nel testo l’autore parla anche di nebbia e di nuvole extra terrestri, quelle degli altri pianeti, svelandoci i segreti della vita delle nuvole.

Brevi note biografiche

Vincenzo Levizzani (Formigine, 1957) è dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna e professore di Fisica delle nubi all’Università di Bologna.(da Il Saggiatore)

Sempre parlando di nuvole, Levizzani è anche autore del Libro delle nuvole, dove ci conduce “in un viaggio appassionante, durante il quale impareremo a leggere il cielo e incontreremo ciò che avranno da dirci sul clima che sta cambiando. Il libro delle nuvole ci trasporta lassù tra loro, per assistere da vicino, con occhi nuovi, al movimento incessante delle nuvole e coglierne tutte le meraviglie”.( da Il Saggiatore)

“Il centravanti e La Mecca. Calcio, Islam e petroldollari”, Paesi Edizioni

Un saggio a cura di Rocco Bellantone, con il contributo di Marco Cochi, Beniamino Franceschini, Stefano Piazza, Marco Spiridigliozzi e Davide Vannucci. Prefazione di Roberto Tottoli, rettore dell’Università L’Orientale di Napoli

Paesi Edizioni

I discussi Mondiali in Qatar, l’acquisto di Manchester City e PSG da parte degli sceicchi del Golfo, la tratta dei talenti africani, l’oscurantismo dei Talebani, le proteste in Iran: storie, curiosità e aspetti poco noti del calcio contemporaneo e del suo forte legame con la politica nel mondo islamico.

Prima di darsi alla politica Erdogan è stato per anni uno spietato attaccante nelle serie minori turche, guadagnandosi in campo il soprannome di «Imam Beckenbauer». Una delle passioni segrete del leader di Al Qaeda Osama Bin Laden era il tifo per la squadra londinese dell’ArsenalSaddam Hussein sognava di vedere la nazionale irachena ai Mondiali di Messico ’86. Per riuscire nell’impresa assoldò quattro allenatori brasiliani, passati poi alla storia come i «Califfi di Baghdad». Questi e altri aspetti poco noti del calcio contemporaneo e del suo forte legame con la politica nel mondo islamico sono racchiusi ne Il centravanti e La Mecca. Calcio, Islam e petroldollari, un saggio a cura di Rocco Bellantone e realizzato con il contributo di Marco Cochi, Beniamino Franceschini, Stefano Piazza, Marco Spiridigliozzi e Davide Vannucci.

Impreziosito dalla prefazione di Roberto Tottoli, rettore dell’università L’Orientale di Napoli, il libro inchiesta svela il rapporto tra calcio e mondo islamico: dall’oscurantismo dei Talebani agli attentati jihadisti, dalla tratta dei talenti africani agli stadi vietati alle donne in Iran, dall’acquisto di Manchester City e Paris Saint-Germain da parte degli sceicchi del Golfo ai discussi Mondiali in Qatar.

In teoria, ma solo in teoria, il calcio è uno sport ateo. «La verità, però, è ben altra – scrive Rocco Bellantone nell’introduzione. I credi religiosi, infatti, si sono ormai posizionati da tempo in pianta stabile sui terreni di gioco. E se fino a qualche anno fa si trattava per lo più di un affare tutto cristiano, con il proverbiale segno della croce ad accompagnare puntualmente il fischio d’inizio di ogni partita, oggi anche i calciatori musulmani non fanno più mistero della loro fede. E l’aumento della loro esposizione mediatica sta andando di pari passo con la crescita del peso – politico e soprattutto economico – di sceicchi e businessman del Golfo Persico e dell’Asia sul calcio internazionale. La Premier League, la lega più ricca e spettacolare del pianeta, non poteva che fare da apripista a questa tendenza. Negli ultimi anni calciatori del calibro di Mohamed Salah, stella del Liverpool, Sadio Mané, passato dai Reds ai tedeschi del Bayern Monaco, e Paul Pogba, tornato alla Juventus dopo un’esperienza poco esaltante al Manchester United, hanno trascinato nel rettangolo verde la loro fede in Allah. Il resto lo hanno fatto i loro profili social, seguiti in tutto il mondo da decine di milioni di follower».

Luciano Bianciardi (1922 – 1971)

Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 – Milano 1971), ExCogita ne ha raccolto tutta la produzione giornalistica – l’unica a non essere stata ancora pubblicata nella sua interezza –  con la prefazione di Michele Serra. Inoltre la casa editrice diretta da Luciana Bianciardi porta in libreria, con la prefazione di Giancarlo De Cataldo, la versione integrale del racconto”La solita zuppa” con la ricostruzione, attraverso gli atti processuali, della spassosa vicenda giudiziaria di cui lo scrittore fu protagonista

“Tutto sommato. Scritti giornalistici 1952 – 1971” Prefazione di Michele Serra
Imputati tutti. “La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo, a cura di Luciana Bianciardi e Federica Albani. Prefazione di Giancarlo De Cataldo

Nel dettaglio

Luciano Bianciardi, Tutto sommato. Scritti giornalistici 1952 – 1971 

Prefazione di Michele Serra

vol. I 1020 pagg. vol. II 1086 pagg.  vol. III 866 pagg.

Indici 192 pagg. / prezzo: 150 €; eBook 49 €

In occasione del centenario della nascita di Luciano Bianciardi, ExCogita ha voluto raccoglierne l’intera produzione giornalistica. Giornalista infaticabile, traduttore prolifico e narratore di raro acume, Bianciardi ha lasciato in pochi anni una produzione vastissima, raccontando sui giornali l’evoluzione della storia dei costumi, della televisione, della politica, della letteratura, dell’arte, del cinema e dello sport. Per presentare questa immensa mole di testi – 964 articoli distribuiti su 63 testate– si è scelto di adottare l’ordine cronologico: il susseguirsi degli articoli restituisce al lettore una sorta di storia d’Italia vista dagli occhi di un personaggio che è stato definito anarchico, ribelle e inclassificabile.

In passato sono state pubblicate, anche a opera di ExCogita, alcune raccolte di articoli, ma l’obiettivo di questo progetto è stato proprio quello di includere tutta la produzione giornalistica bianciardiana, di fare il punto su tale produzione; anche l’aspetto grafico di questo cofanetto riconduce al “punto fermo” degli intenti dell’editore.

Da sottolineare la varietà culturale delle testate con cui ha collaborato: da Belfagor e Il contemporaneo a l’Unità e l’Avanti!, da Playmen e ABC al Guerin Sportivo. Ugualmente da sottolineare è il fatto che molti degli articoli di Bianciardi siano assimilabili alla forma del racconto: il giornalismo di Bianciardi, infatti, non è solo informativo e critico, ma è immerso in una dimensione narrativa costante.

Lo sguardo di Bianciardi si sofferma con lo stesso acume e la stessa valenza profetica sia sui grandi fatti internazionali sia sulle piccole vicende quotidiane.

 «Se nel grande mucchio del lavoro di Bianciardi non troverete mediocrità e sciatteria, è per una ragione soltanto: lui era uno scrittore “naturale”, lo era anche prima di pubblicare libri e di diventarlo per riconoscimento sociale. Non sarebbe stato capace di scrivere una sola riga senza che le sue parole gli assomigliassero e gli appartenessero, e questa mi pare, tutto sommato, la definizione più azzeccata di “scrittore”». Dalla prefazione di Michele Serra.

Imputati tutti. “La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo 

A cura di Luciana Bianciardi e Federica Albani. Prefazione di Giancarlo De Cataldo

pagg. 160 / prezzo 15 €; eBook 9,99 €

Il curioso mondo a rovescio che Bianciardi ritrae nel racconto “La solita zuppa”, con l’ora di masturbazione a scuola e un Deliveroo del sesso, gli costò nel 1965 una denuncia per oscenità e vilipendio della religione. ExCogita ripropone qui il racconto nella sua interezza, completo delle parti allora censurate e in tutta la sua disarmante ironia, e ricostruisce, attraverso gli atti processuali, l’ancor più spassosa vicenda giudiziaria che vide Bianciardi imputato – non certo per la prima volta e non certo unico bersaglio del furore censorio – insieme all’editore e al tipografo.

«Siamo sicuri di non essere circondati, noi che guardiamo a Bianciardi come a uno spirito libero del passato e pensiamo di essere, oggi, più liberi grazie anche a quelli come lui, siamo sicuri che questa de “La solita zuppa” sia una vicenda del passato? Siamo sicuri che in mezzo a noi non si aggirino altri spiriti, il cui obbiettivo è di imporci “questa parola sì, questa parola no”?» Dalla prefazione di Giancarlo De Cataldo.

Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 – Milano 1971) è stato scrittore, giornalista e traduttore. Autore difficilmente etichettabile, ha scritto – tra le altre opere –  Il lavoro culturale (1957), La vita agra (1962) e Aprire il fuoco (1969). I suoi romanzi, sempre critici e polemici verso le storture del passato e del presente, sono intrisi di autobiografismo e di una cultura vastissima e alta che non inficia, ma anzi rafforza, la grande comunicatività. Da giornalista, ha collaborato con le testate più varie (da Belfagor al Guerin Sportivo) e pubblicato quasi mille articoli. Tra gli autori americani da lui tradotti ricordiamo Miller, Faulkner, Steinbeck e London.

Andrea Kerbaker “La vita segreta dei libri fantasma”, presentazione

[…]E poi ci sono loro: i libri fantasma – quelli che, dopo una vita più o meno effimera, spariscono dalla circolazione per non riapparire mai più. Per questo li abbiamo battezzati così: proprio come gli spettri, esistono e non esistono. Non è facile scovarli. Per loro natura, sono restii a prender la parola, destinati a rimanere in secondo piano rispetto ai loro fratelli maggiori. […]( da Salani libri)

Ma quali sono e dove si trovano i libri fantasma?

Sono opere di autori conosciuti, sono stati scritti e pubblicati e poi ritirati, per cause tra le più disparate: pentimento, censure, a volte degli autori medesimi, censure politiche, giudicati successivamente impresentabili, vittime della sfortuna o di fatalità editoriali.

E allora dove sono finiti?

Sono nella Kasa dei libri, la grande biblioteca di un appassionato collezionista, aperta e visitabile, che il proprietario, nonché autore di questo libro particolare, Andrea Kerbaker, scrittore e bibliofilo, ha a Milano con dépendence ad Angera sul Lago Maggiore.

È dall’età di diciassette anni che colleziona libri e giunto alla soglia considerevole dei trentamila ha deciso di raccoglierne parte a Milano in quella la cui denominazione non poteva essere più calzante ed è lì che fantasmi hanno trovato tutti un ottimo ricovero.

Ma cos’ha di speciale questo testo?

Racconta, i perché e i per come, storie incredibili, di come alcuni di essi, dei libri detti fantasma, siano appunto spariti dalla circolazione. Non è facile scovarli ma qui possiamo leggere le loro traversie. E solo per citarne alcune: chi non conosce il famoso romanzo di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani”? Beh, la storia è tutta nel titolo originale, non era infatti così ma conteneva un termine proibito che poteva essere scambiato per razzista anche se l’autrice faceva riferimento ad una filastrocca inglese quando la parola non aveva ancora quell’accezione. Ma anche il travagliato e tragico iter de Il più lungo giorno di Dino Campana, perduto e poi ritrovato a distanza di svariati anni. E, lo sapevate che Salinger aveva scritto il seguito del Giovane Holden? E nella sezione “Oddio”storie di pentimenti politici: quello di Vitaliano Brancati o Indro Montanelli che sconfessavano il primo due opere teatrali e il secondo un suo romanzo.

Storie curiose, tragiche, divertenti, per gli appassionati dei libri tutte da non perdere come la Kasa dei libri tutta da visitare e fruire.

E per averne un assaggio dalla viva voce dell’autore:

su Youtube filmati sull’icontro tra Calvino e l’editore Ricci e un libro pieno di Tarocchi

e

L’incontro tra Munari e Lucini

Massimo Emanuelli “L’avventurosa storia della Radio pubblica italiana” vol I e II, Oltre Edizioni

NEL 2024 LA RADIO PUBBLICA ITALIANA FESTEGGERÀ I SUOI PRIMI 100 ANNI E PER L’OCCASIONE CON PIACERE PRESENTIAMO

Massimo Emanuelli

L’avventurosa storia della Radio pubblica italiana. 

Dall’Araldo Telefonico a RadioRai cent’anni di radio. 

Prefazione di Umberto Broccoli 

Vol. 1: 638  pp – Vol. 2: 616 pp  [in cofanetto] prezzo 59 euro

OLTRE EDIZIONI 

Una storia della radio pubblica italiana dalle origini ad oggi non è mai stata scritta, eccezion fatta per la ‘Garzantina della radio’ uscita nel 2003, che però è una sorta di dizionario totalmente diverso dall’impostazione di quest’opera e non è aggiornata agli ultimi anni. Nell’opera si ripercorre la quasi centenaria storia della radio italiana attraverso i suoi conduttori, i programmi che ne hanno fatto la storia, le canzoni lanciate dalla radio, i funzionari, gli effetti del media sulla politica e sul costume italiano.In due volumi ( oltre 1200 pagine)  viene raccontata l’avventurosa storia della radio pubblica italiana che nel 2024 festeggerà il proprio centenario: la nascita della radio in Italia, i primi divi della radio (Maria Luisa Boncompagni, Nunzio Filogamo e Nicolò Carosio), le prime trasmissioni popolari; la radio del dopoguerra.  il giornale radio, Radio sera, i Gazzettini regionali. E ancora: l’ideazione del Festival di Sanremo (che nasce come trasmissione radiofonica), la nascita di Tutto il calcio minuto per minuto, le trasmissioni sportive, i radio documentari, il teatro in radio, la nascita della filodiffusione e del Notturno italiano. Con gli anni ’60 grazie ad alcuni dirigenti illuminati la radio vive una seconda gioventù. La riforma della Rai, la nascita dei tre Gr. La rottura del monopolio e la Rai che deve fronteggiare la concorrenza della radio libere, la nascita di Raistereo1, Raistereo2 e il successo di Rai Stereo Notte,  Black out e il Fabio Fazio radiofonico. La radio nella seconda Repubblica. Il ripristino del Gr unificato, Michele Mirabella e Toni Garrani,  Andrea Vianello, Dario Salvatori, Carlo Massarini, Gianluca Nicoletti, Umberto Broccoli, il ritorno in radio di Enrica Bonaccorti, Paolo Limiti, Maurizio Costanzo, Con parole mie di Umberto Broccoli. La radio del nuovo millennio: la nascita di Gr parlamento, di Isoradio, Radio3 Classica e di nuovi canali di Radio Rai. Cento anni della radio musicale e non restano negli occhi (e nelle orecchie) le immagini e i suoni che hanno caratterizzato le varie epoche. In due volumi potrete conoscere cent’anni di storia della radio pubblica italiana attraverso le trasmissioni, i conduttori, i registi, gli autori, i dirigenti che hanno contribuito a farne la storia

“Chi fa la radio deve costruire un percorso, elaborare un pensiero, immaginare come comunicarlo, fare in modo di trasformare le parole in immagini nella mente dell’ascoltatore. È il teatro della mente nel quale chi ascolta è parte attiva esattamente come chi parla dietro a quel microfono. Chi ascolta è al tempo stesso scenografo, regista e autore così come lo è chi parla”. (Dalla prefazione di Umberto Broccoli)  

Andrea Brugora “MILANO”, Oltre Edizioni

Prefazione Anna Scavuzzo,vicesindaco di Milano

Con contributi di

Gabriele Albertini, già Sindaco di Milano dal 1997 al 2006, Camilla Bagatti, Presidente del Museo Bagatti Valsecchi, Antonio Calabrò, Direttore della Fondazione Pirelli

Salvatore Carrubba, Presidente della Fondazione Piccolo Teatro di Milano., Manuela Alessandra Filippi, Fondatrice dell’Associazione ‘Città Nascosta Milano”, Franco Iseppi,Presidente del Touring Club Italiano, Giovanni Morale, vice Direttore per il Polo Milanese delle Gallerie d’Italia, Fabio Peri, Conservatore del Civico Planetario “U. Hoepli”, Andrea Rurale, Presidente FAI Lombardia, Liliana Segre, Senatrice a Vita della Repubblica Italiana, Andrée Ruth Shammah, Regista, direttore artistico e co-fondatrice delTeatro Franco Parenti

Pagine 316, prezzo 21 euro, Oltre edizioni

“Milano è una città che dà tanto ma chiede tanto.

Chi viene da fuori va via con il mal di testa,

è come una giostra veloce, ma se ci sali è molto bello”

Enrico Bertolino

Milano, luogo dall’energia straordinaria e locomotiva d’Italia, forse la più europea delle città italiane, sconta in chi la conosce poco il peso dei pregiudizi legati alla sua forza economica che ne mette in ombra la rilevanza storica, artistica e culturale. D’altra parte, suscita invece sentimenti profondi e fortissimi in chi si prende il tempo e la briga di desiderarla. Basti citare qualche caso celebre: Albert Einstein ci ha passato i mesi che definisce dei suoi più bei ricordi, ad Ernest Hemingway è bastato qualche giorno per incontrarci l’amore della sua vita, Verga elogia le sue seduzioni, Stendhal ne era letteralmente innamorato, tanto che sulla sua tomba a Parigi ha voluto fosse scritto in italiano “Arrigo Beyle, milanese, scrisse, amò, visse”. Milano è una città che o si ama o si odia, di una bellezza riservata che, come una “bella signora”, non si lascia avvicinare da chiunque e subito, ma pretende ingaggio, corteggiamento, conquista. Non sono questi i presupposti delle storie d’amore più intense e durature? Milano presuppone al visitatore un impegno attivo, di “salire sulla giostra” per usare le parole di Bertolino. Questa guida vuole essere il biglietto per salire sulla giostra, o la presentazione d’un amico alla bella. Fuor di metafora, un corso accelerato introduttivo, uno strumento ideale per chi si trasferisce in città e vuole conoscerla come un milanese, fin dal primo giorno. Un libro che accosta perle poco conosciute o visitate a un racconto da punti di vista inediti e meno scontati dei luoghi più noti, e per questo immancabile anche nelle librerie dei milanesi che vogliono conoscerla meglio e forse non ne hanno ancora trovato il tempo o il modo. Tra i tanti volumi dedicati al capoluogo lombardo, lo distinguono l’attenzione alle testimonianze di tempi recenti dove quasi tutte le guide non osano avventurarsi e il taglio narrativo che sfrutta la sua “stratificazione orizzontale” per leggere la storia girando i quartieri di Milano o, se si preferisce, leggere Milano girando i secoli.

Andrea Brugora, 35 anni, è Esperto nel Dipartimento per la Trasformazione Digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il suo ambito professionale è il supporto ad imprese e istituzioni, al punto di incontro tra innovazione e sostenibilità. Si è formato al liceo classico, diventando poi ingegnere al Politecnico di Milano e, da sempre interessato ai beni culturali, ha realizzato la tesi al Louvre usando acceleratori di particelle per analisi non distruttive sulla doratura di bronzi di epoca romana. Ama le città come luoghi di massima espressione della interazione umana. In particolare Roma, Londra, Parigi, Monaco, New York e Buenos Aires dove ha vissuto, e più di tutte Milano, che conosce in lungo e in largo e dove nel 2016 è stato eletto Consigliere al Municipio 1-Centro Storico. Crede nell’essere umano integrale, quello dell’umanesimo di Leonardo e Pico della Mirandola, che si sforza di riuscire in tutti i campi del sapere e dell’attività umana, ed è convinto che per leggere il mondo siano ugualmente indispensabili la scienza e l’arte, la ragione e il sentimento. Il suo motto è il verso di un poeta lombardo dimenticato.

Stanislas Dehaene “Vedere la mente. Il cervello in 100 immagini”

Traduzione di R. Ferraresi

Un viaggio per immagini dentro il chilo e mezzo della massa molle che costituisce la mente umana, quello che chiamiamo cervello, ottantasei miliardi di neuroni connessi da un milione di miliardi di sinapsi, intitolandolo infatti “vedere” la mente.

Cento immagini del cervello che oggi può essere osservato grazie a potenti microscopi e la lettura di neuroimmagini, così lo psicologo cognitivo Dehaene ha costruito un volume che illustra le aree cerebrali che si attivano, a partire dalla propria.

Una materia, quella che studia dai tempi il funzionamento del cervello, difficile da indagare, ma oggi le nuove tecnologie, come ad esempio la risonanza magnetica funzionale, hanno permesso di guardare e vedere come le diverse aree cerebrali si attivano trasformandosi in base ai pensieri che, nei molti anni di studio di quest’organo complesso e articolato, sono diventati via via sempre più decodificabili.

“Benvenuti nell’intimità del vostro cervello!” È il saluto con cui Stanislas Dehaene accoglie il lettore in questo libro, un autentico viaggio nel nostro organo della mente e della coscienza. In effetti, le cento immagini incluse ci raccontano, con una vividezza impensabile anche solo pochi anni fa, quasi tutto ciò che siamo, noi e la nostra personalità, i nostri ricordi e la nostra storia. […] Dehaene è stato un pioniere in questo campo, e già ai suoi esordi da scienziato si era prodigato per capire dove alcune capacità proprie dell’uomo, come il linguaggio e l’aritmetica, risiedono nei pochi millimetri superficiali della corteccia cerebrale. […](da Raffaello Cortina Editore, scheda del libro )

e anche
Brevi note biografiche

Stanislas Dehaene è professore presso il Collège de France, titolare della cattedra di Psicologia cognitiva sperimentale e membro dell’Académie des sciences. Presiede il Consiglio scientifico del Ministère de l’Education nationale. Nelle nostre edizioni ha pubblicato I neuroni della lettura (2009), Il pallino della matematica (2010), Coscienza e cervello (2014), Imparare (2019) e Vedere la mente (2022)

ELOGIO DELLO ZERO il numero che vale una cifra di ENNIO PERES, Fefè Editore

• prefazione di LEO OSSLAN

ELOGI / • pagg. 102 • € 13

L’INVENZIONE DELLO ZERO CAMBIÒ IL MONDO “È SUFFICIENTE CHE MI METTA DIETRO UNA CIFRA, PER AUMENTARNE DI DIECI VOLTE IL VALORE” disse lo Zero

L’ELOGIO DELLO ZERO è un omaggio ad un numero considerato nulla, ma che invece letteralmente conta una cifra!

È un libro divertente e divertito, ma allo stesso tempo molto serio. Com’è nelle abitudini di ENNIO PERES, “giocologo” maximus, divulgatore dai grandi successi editoriali, ma anche matematico e docente di lungo corso. Peres ci spiega lo ZERO partendo dai Babilonesi, passando per Kierkegaard e giochini matematici vari, per arrivare al bug del 2000 e a Renato Zero.

ENNIO PERES Laureato in Matematica con lode, professore di Matematica e di Informatica, dagli anni ’70 s’impegna a diffondere con ogni mezzo il piacere creativo di giocare con la mente, dall’Enigmistica classica ai giochi di società, dai problemi logico-matematici alla corretta informazione sui giochi in denaro. Definisce questo suo ruolo con l’appellativo di “giocologo”. Pubblica oltre 50 libri. E’ presente in tv,radio, prestigiose riviste scientifiche e non, tiene conferenze e corsi in Italia e all’estero.