Patricia Highsmith “Diari e taccuini. 1941 – 1995”

a cura di Anna von Planta

Per cinquant’anni Patricia Highsmith ha raccontato la sua vita turbolenta nei diari e taccuini: un’autobiografia irrituale e fedelissima, la cronaca della ribellione di una donna contro le convenzioni, e del percorso luminoso di una scrittrice verso l’olimpo della letteratura.*

Diari e taccuini 1941 – 1995 raccoglie in volume, con la traduzione di Viola Di Grado per La nave di Teseo, quanto la scrittrice americana Patricia Highsmith ha annotato nel lungo periodo cui si riferiscono.

In questo volume ponderoso, ben 1104 pagine, Anna von Planta, l’editor che per molti anni ha affiancato la scrittrice, ha organizzato il contenuto dei 56 quaderni in cui Patricia Highsmith aveva appuntato momenti del quotidiano, riflessioni e idee, quaderni scoperti casualmente dalla von Planta dentro un armadio nella casa in svizzera della scrittrice, subito dopo la sua morte nel 1995. L’autrice raggiunse la notorietà con la serie che ha per protagonista Tom Ripley e anche per i film tratti, L’amico americano di W. Wenders del 1977 e quello di A. Minghella Il talento di Mr. Ripley del 1999, che la consacrarono maestra nel creare suspense e nel genere mistery. Proprio nei suoi appunti si scopre che il personaggio inquietante di Ripley è nato in Italia durante uno dei numerosi viaggi compiuti in Europa, e precisamente a Positano.

Negli ultimi anni aveva nei suoi scritti affronta tematiche sull’angoscia nel mondo contemporaneo, sull’identità di genere e la complessità dei rapporti umani e delle scelte ad essi legate (come già in Carol del 1952) trattate nel suo ultimo romanzo Idilli d’estate (tradotto in italiano nel 1998).

“A partire dagli anni giovanili al Barnard College, nel 1941, Patricia Highsmith tiene costantemente un diario delle sue giornate, e appunta su numerosi taccuini idee e spunti per le sue storie. Questo volume organizza e presenta per la prima volta questi testi, preziosi per cogliere l’intreccio fatale tra la vita privata dell’autrice e il suo immaginario letterario” ( da La nave di Teseo)

e anche

Brevi note biografiche

Patricia Highsmith è nata a Fort Worth, in Texas, nel 1921; ha trascorso la maggior parte della sua vita in Francia e Svizzera, dove è morta nel 1995. Nel 1955 compare il suo personaggio più famoso, Tom Ripley, protagonista della fortunata serie – Il talento di Mr. RipleyIl sepolto vivoL’amico americanoIl ragazzo di Tom Ripley e Ripley sott’acqua – che ha ispirato grandi registi, da Wim Wenders (L’amico americano) a Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley) a Liliana Cavani (Il gioco di Ripley). Nel 1963 Patricia Highsmith si trasferisce definitivamente in Europa, dove da sempre i suoi libri ricevono un’accoglienza entusiasta. Tra i suoi romanzi e le sue raccolte di racconti, ricordiamo Vicolo ciecoAcque profondeGioco per la vitaQuella dolce folliaIl grido della civettaUrla d’amorePiccoli racconti di misoginiaDelitti bestialiIl diario di EdithLa follia delle sirene. Dal romanzo Carol è stato tratto il film di Todd Haynes con Cate Blanchett e Rooney Mara, mentre da Acque profonde Adrian Lyne ha tratto un film con Ben Affleck e Ana de Armas. Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione in una nuova edizione presso La nave di Teseo.

*Da La nave di Teseo

Raymond Loewy “Non accontentarsi mai”, I Quaderni di Mare Verticale

 L’autobiografia di Raymond Loewy, il designer più famoso del mondo

introduzione di Luciano Galimberti

pagine 450, prezzo 28 euro, con fotografie e immagini di R.L.

Edizioni Mare Verticale

Questa è l’autobiografia, inedita in Italia, di Raymond Loewy (1893- 1986), indiscusso Maestro e fondatore del moderno Design Industriale. Uomo geniale, e visionario, nato in Francia ed emigrato in USA nel 1919, è apparso sulla copertina del Time nel 1949 e nel 1990 è stato selezionato dalla rivista Life come uno dei cento americani più importanti del XX Secolo. A Raymond Loewy dobbiamo il disegno del pacchetto Lucky Strike, del dispenser della Coca Cola, della conchiglia Shell, dei marchi petroliferi BP ed Exxon, della stazione spaziale Saturn Five, dell’aereo Air Force One di JF Kennedy, della Lancia Flaminia Loraymo, di gigantesche locomotive, di mobili e arredi, del celebre Frigidaire e del famoso rasoio PhiliShave. La sua fama lo porta a fare di sé stesso un’icona, tanto che compare nella pubblicità della Olin cellophan, raffigurante lo stesso Loewy in primo piano con in mano il prodotto pubblicizzato, accompagnato dal payoff “La scelta del packaging può cambiare l’andamento del business”.  Loewy, oltre ad aver disegnato numerosissimi prodotti industriali divenuti iconici, con il suo intervento grafico e comunicativo è stato capace di rinnovare l’identità visiva dei brand per cui ha lavorato, inserendosi e inserendoli perfettamente nel contesto del mercato mondiale.

Scrive Luciano Galimberti, Presidente di ADI Associazione per il Disegno Industriale, nell’introduzione al libro: 

«La figura di Raymond Loewy, universalmente nota a chi pratica il design e la comunicazione, oggi è un mito: indiscutibile per la sua qualità, legata a un’immagine simbolica – quella della semplificazione delle forme arrotondate – che è l’esplicita evocazione di un modernismo pragmatico e comunica il prodotto attraverso il suo aspetto gradevole, originale e suggestivo. La concezione della forma di Loewy elabora l’idea futurista della velocità espressa tramite le linee del disegno e la applica concretamente alla realtà industriale americana degli anni Cinquanta, e di lì alla produzione di tutto il mondo […] La riproposta in edizione italiana dell’autobiografia di Loewy si rivela utile a illuminare un aspetto esemplare, che solo oggi riusciamo a comprendere in tutta la sua portata: la rivoluzione di un metodo di lavoro».

Raymond Loewy è nato a Parigi, 5 novembre 1893. Nei suoi 92 anni di vita ha portato un pizzico di glamour francese nel mondo del design industriale negli Stati Uniti. Elegante, energico e autodidatta è considerato il designer più famoso del mondo. Ha progettato di tutto: dagli aeroplani agli elettrodomestici, viaggiando tra Stati Uniti ed Europa sviluppando idee creative. Le sue creazioni più famose includono il pacchetto di sigarette Lucky Strike (rimasto praticamente invariato dopo più di mezzo secolo) le locomotive GG1 e S1, la bottiglia di CocaCola, il francobollo commemorativo John F. Kennedy. Nel 1971, dopo più di quattro anni impiegati a realizzarla, la celebre conchiglia della Shell diventata il logo ufficiale dell’azienda. L’autobus e il logo Greyhound, il logo Exxon, una linea di frigoriferi e di congelatori Frigidaire, pentole, l’ex logo di BP, una linea di distributori Coca Cola, le navi della Panama Line,  SS Ancon, SS Cristobal e SS e  Panama, sono tutte creazioni del genio di R.L.  In particolare, per le sue attività di progettazione nel campo delle auto, con modelli come la Studebaker Avanti e la Studebaker Golden Hawk, Loewy è stato inserito, nel 1997 nella Automotive Hall of Fame.  

Hope Jahren “Lab Girl. La mia vita tra i segreti delle piante” presentazione

Hope Jahren è una geobiologa americana; il suo saggio – romanzo è una pagina autobiografica dove racconta il suo desiderio di bambina di avere un laboratorio tutto suo per studiare le piante e per imparare a comprenderle: il loro percorso, dal seme all’impianto nel terreno, la lotta contro parassiti e animali, la loro crescita e il grande apparato di foglie con il quale regalano la vita. Sono infatti gli unici organismi che riescono a produrre zuccheri da materia inorganica consentendo così lo sviluppo e il mantenimento degli esseri animali e vegetali, quindi anche dell’uomo che, come purtroppo non è ancora stato compreso fino in fondo, con i suoi comportamenti può provocare seri danni a questi organismi perfetti. Un saggio romanzo in cui il lettore potrà trovare non solo lo spirito e la passione che hanno animato la vita della ricercatrice ma anche tanti insegnamenti che potranno aiutarlo a comprendere questo mondo vegetale che spesso non conosciamo.

“L’autrice ci accompagna dalla sua infanzia in una piccola città del Minnesota, dove giocava nel laboratorio dell’università gestito da suo padre, fino ai tanti viaggi sul campo, dal Midwest alla Norvegia e all’Irlanda, dai cieli pallidi del Polo Nord alle Hawaii. Le storie raccolte in questo libro – intime, appassionanti e molto divertenti – animano ogni singola pagina e raccontano le intuizioni e il lavoro necessari per scoprire la vita segreta delle piante”(da Codice Edizioni)

e anche

Brevi note biografiche

È una geobiologa americana che si è specializzata a Berkeley, in California. Attualmente insegna all’Università di Oslo. Nel 2016 è stata inserita da “Time Magazine” tra le 100 persone più influenti al mondo. Il suo Lab Girl ha vinto numerosi premi ed è un best seller negli Stati Uniti.(da Codice Edizioni Autori)

Björn Larsson “Nel nome del figlio”presentazione

Un’indagine interiore che come tale determina domande, spesso senza risposte. Difficile indagare i meccanismi profondi che ci conducono, come esseri umani, a scandagliare il mondo di dentro. Percorso difficile e impervio soprattutto quando si vuole fare di questo una narrazione letteraria. Un bisogno quello di rileggere il passato legato presumibilmente all’età che avanza, nei dubbi di domande che non hanno trovato risoluzione, forse perché è stato più semplice dimenticare. E così l’autore inizia questo suo viaggio il cui incipit coincide con una tragedia. È il 27 agosto 1961 a Skinnskatteberg (Svezia) quando una piccola imbarcazione a motore stracarica di sei uomini e due bambini si capovolge al largo del lago Nedre Vätter: il padre, a bordo dell’imbarcazione e tutti i suoi occupanti sono annegati. Una tragedia senza lacrime per lui figlio allora di soli sette anni a cui del genitore resteranno solo pochi scampoli di ricordi, di comportamenti inadeguati che non gliene faranno sentire la mancanza, e poco altro.

Perché si dimentica?

In questo percorso il lettore verrà coinvolto in una serie di quesiti che lo vedranno partecipe anche delle numerose citazioni letterarie, poi riconoscibili nella catalogazione in appendice.

“Tra dubbi e vuoti di informazioni, ha inizio la ricognizione di un legame di sangue, destinata a fare di quel padre solo la proiezione di un figlio. Sfilano, in questa indagine in bilico tra biografia e autobiografia, e tra narrazione pura e divagazioni scientifico-filosofiche, i grandi scrittori del passato che Björn Larsson ha letto e studiato, da Harry Martinson a Per Olov Enquist, da Marcel Proust all’amatissima Simone de Beauvoir, contribuendo a restituire, insieme al ritratto impossibile di un padre, una riflessione sulla memoria, sull’identità e sulla libertà”(da Iperborea)

Brevi note biografiche

Björn Larsson, nato a Jönköping nel 1953, docente di letteratura francese all’Università di Lund, filologo, traduttore, scrittore e appassionato velista, è uno degli autori svedesi più noti anche in Italia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Grinzane Biamonti, Premio Elsa Morante, Premio internazionale cultura del mare, Premio Boccaccio Europa e il prestigioso Prix Médicis in Francia. Tra i suoi titoli di maggior successo, tutti pubblicati in Italia da Iperborea, La vera storia del pirata Long John SilverIl Cerchio CelticoIl porto dei sogni incrociatiI poeti morti non scrivono gialli e L’ultima avventura del pirata Long John Silver.(da Iperborea Autore)

Erica Jong “Senza cerniera. La mia vita” presentazione

Chi non ricorda l’autrice di “Paura di volare”?

Alla soglia degli ottant’anni ha scritto la propria biografia. Nel capitolo “Domande, non risposte” fornisce il motivo della sua decisione quando scrive che le pagine devono mostrare se alla fine io sono l’eroina della mia vita o se questo ruolo appartiene a qualcun altro. Nata raccontastorie in una famiglia di pittori, sono cresciuta scrivendo. Il tempo mi lasciava sbigottita. Perché si muove così lento quando siamo piccoli ma poi sempre più veloce man mano che cresciamo e invecchiamo? […] E come fermarlo abbastanza a lungo da raccontarne la storia? Domande, non risposte – è la vita.

Ma non è propriamente questo l’incipit che si focalizza altrove e precisamente:

Se volete diventare famose, fate in modo di non diventarlo per il sesso […] Per il resto della vostra vita il sesso vi perseguiterà e farà sì che la gente legga i vostri libri in cerca di tracce di ninfomania. L’America è ancora un paese puritano, e se diventate famose per il sesso nessuno vi leggerà per ragioni diverse da quelle.

In effetti all’autrice non sono di certo mancati i lettori: il suo Paura di volare nel 1973 ebbe il compito di liberare le fantasie sessuali delle donne vendendo venti milioni di copie…

Intervistata da Caterina Soffici per La Stampa, alla domanda “Qual è, secondo lei, il ruolo dello scrittore?” La risposta spiega ancora più ampiamente la motivazione a scrivere un’autobiografia:

Gli scrittori ci vengono mandati per farci capire noi stessi in modo più profondo. E il ruolo dello scrittore è, nel comprendere sé stesso, dare consapevolezza agli altri. È un mestiere eccitante per questa ragione. E si è sempre terribilmente autocritici, è il mestiere in cui si è più difficili con sé stessi: non pensi mai di aver fatto abbastanza, ci deve sempre essere un altro libro.

“Un libro onesto e avvincente come chi l’ha scritto, un bel posto dove incontrare di nuovo una delle personalità più interessanti del nostro tempo.”(dal Catalogo Bompiani)

E anche brevi note biografiche

Erica Jong ha scritto romanzi, poesie e saggi. Tra i suoi bestseller ricordiamo Paura di volareCome salvarsi la vitaFannyParacadute & baciSerenissimaBallata di ogni donnaIl diavolo fra noiPaura dei cinquantaRicorderò domaniCosa vogliono le donneMiele & sangueIl salto di Saffo e Sedurre il demonio, tutti disponibili nei Tascabili Bompiani. Delle sue sette raccolte poetiche l’ultima, Il mondo è cominciato con un sì, è pubblicata pure da Bompiani. Vive tra New York, il Connecticut e il Vermont.

www.ericajong.com

Ljudmila Michajlovna Pavličenko ” “La cecchina dell’Armata Rossa”, presentazione

Seconda guerra mondiale, fronte orientale, tra il 1941 e il 1945: Ljudmila Michajlovna Pavličenko (1916-1974) ha 24 anni quando Hitler invase l’URSS il 22 giugno 1941e studiava storia all’università di Kiev; ha anche il diploma di tiratrice scelta e vuole servire il suo paese. Decisa ad arruolarsi, fu assegnata alla 25ª divisione fucilieri dell’Armata Rossa, divenendo una delle più conosciute tra le duemila che svolgevano il ruolo di “cecchino” nelle forze armate sovietiche, tanto da essere insignita della più alta onorificenza russa, l’Ordine di Lenin e la Stella come eroina di guerra dell’Unione Sovietica, assommando le uccisioni a ben 309 militari nemici.

Quando camminavo per le strade di Sebastopoli,
i ragazzi mi fermavano sempre e mi chiedevano
con fervore: «Ieri quanti ne hai uccisi?».
Io davo loro un resoconto dettagliato delle mie azioni da cecchino.

A raccontare questa pagina di storia è proprio lei, nella sua autobiografia, le cui memorie sono raccolte nel testo edito da Odoya “La cecchina dell’Armata Rossa”. Nel giugno 1942 fu ferita da un colpo di mortaio; anziché tornare al fronte fu inviata da Stalin negli Stati Uniti per propagandare la necessità di aprire un nuovo fronte e alleggerire così la pressione su quello russo da parte delle forze tedesche. È qui che conoscerà Eleanor Roosevelt della quale diventerà amica e con la quale parteciperà a una serie di conferenze raccontando la propria esperienza. Alla sua vita particolarmente straordinaria è improntato anche il film biografico “Resistance- La battaglia di Sebastopoli” del 2015.

Dopo la promozione al grado di Maggiore, divenne istruttrice addestrando i tiratori sovietici fino alla fine della guerra. Dopo la guerra riuscì a laurearsi all’Università di Kiev iniziando un nuovo percorso come studiosa di storia.

Prefazione di Martin Pegler da Odoya Edizioni

Martin Pegler che ha curato la prefazione al testo, è un noto storico ed esperto di armi. È stato capo curatore per molti anni della sezione armi da fuoco del Royal Armouries Museum di Leeds. Ha pubblicato diversi articoli su giornali e riviste di storia militare e scritto sette libri.

Gertrude Stein “Autobiografia di Alice B. Toklas”presentazione

Prefazione di Alessandra Sarchi

Marsilio ripropone un’opera scritta nel 1933 in cui attraverso la voce di Alice Toklas, la sua compagna, Gertrude Stein racconta di sé in terza persona, ottenendo contemporaneamente due autobiografie che s’intrecciano.

Gertrude Stein, americana della Pennsylvania dove nacque nel 1874 nei pressi di Pittsburgh, apparteneva ad una famiglia benestante della borghesia ebraica; sin da giovane viaggia molto tra America ed Europa, dove si trasferirà con il fratello Leo nel 1902, precisamente a Parigi: è qui che nasce uno dei più prestigiosi “salotti” aperto ad artisti dell’epoca che, come spesso accadeva, erano sconosciuti, tra i quali Pablo Picasso che realizzò tra il 1905/6 un ritratto dell’autrice, e non avevano un mercato come molti pittori che qui vedevano le loro opere illustrate dalla competenza di Leo, discusse e comprate.

Nonostante la particolarità stilistica dell’opera che, nell’originale mancava quasi completamente di segni d’interpunzione, aggiunti per rendere l’opera fruibile, il libro ha il merito, come scrive nell’interessante Prefazione Alessandra Sarchi, di offrire un punto di vista particolare e ben preciso della vita artistica di Parigi nei primi anni del Novecento con riferimenti concreti alla vita degli artisti “cosa mangiavano, come si vestivano, come erano arredati i loro studi, quali locali frequentavano, di cosa discutevano”, rivelando pregi e difetti dei molti e divenuti famosi scrittori o pittori che frequentavano il salotto in rue de Fleurus, quelle avanguardie che si andavano formando durante quel primo scorcio del Novecento.

Dal Catalogo Marsilio Editore

[…] Stein ci fornisce un ritratto vivacissimo della vita artistica parigina dei primi anni venti del secolo scorso. Con andamento aneddotico, e non di rado autocelebrativo, il suo racconto ci porta a conoscere i vizi, le manie, i gusti, le riflessioni i Picasso, Matisse, Braque, Apollinaire, Hemingway, svelando i risvolti più umani e quotidiani delle loro vite e delle loro carriere dall’inizio del Novecento allo spartiacque della prima guerra mondiale.

e anche

altre autobiografie su tuttatoscanalibri:

Miriam Toews “Swing Low”

Alicia Giménez-Bartlett “Autobiografia di Petra Delicado”

Pierre Pachet “Autobiografia di mio padre”

Woody Allen “A proposito di niente”

Tre presentazioni in breve: Boccardi, Carlini, Galzerano.

Luciana Boccardi La signorina Crovato

Luciana Boccardi, veneziana, esordisce nella narrativa con un memoir dopo una lunga carriera nel giornalismo di moda e sulle pagine del Gazzettino.

Si apre a pochi anni dallo scoppio della Seconda guerra mondiale e sin dalla prima pagina si accenna alla “disgrazia” che aveva colpito la famiglia: Primo giorno delle elementari. Anno 1938. Stavo per compiere sei anni: ero appena tornata dalla campagna dove mi avevano mandato quando era accaduta “la disgrazia” e dove ero rimasta molto a lungo senza quasi mai vedere nessuno della mia famiglia, che pensavo mi avesse abbandonata.

“Un racconto di formazione irripetibile, tratto da una storia vera.

Ha tre anni e mezzo, Luciana, quando la “disgrazia” colpisce la sua famiglia. È il 1936 e Venezia è ancora una città dove la gente si saluta per strada, una città vivace, piena di botteghe, di piccoli artigiani e professionisti. Il suo adorato papà, clarinettista, ateo e antifascista, non può più provvedere alla famiglia e la mamma è costretta ad arrangiarsi: per lei è l’inizio di una lunga serie di vicissitudini segnate dal continuo assillo della miseria. Luciana le attraversa tutte, con pazienza, senza mai perdere la gioia di vivere e la curiosità che la rendono tanto unica e speciale. Nel frattempo, impara mille mestieri. […] Di notte, intanto, si esercita come dattilografa, nella speranza di trovare un posto fisso: e quando, finalmente, il suo sogno si avvera, un mondo nuovo le si apre davanti, meraviglioso e inaspettato.
[…] Sospeso tra finzione e realtà, La signorina Crovato è la storia di un’infanzia rubata e dell’incredibile capacità di resistenza di uno spirito libero, narrata con un atteggiamento lucido e brillante e un piglio davvero inconfondibile”.(Dal Catalogo Fazi Editore)

Alessandro Carlini Gli sciacalli, Newton Compton Editori

Candidato al Premio Strega, proposto da Paolo Ruffilli.

Carlini, giornalista e scrittore, ha esordito con “Partigiano in camicia nera” con cui ha vinto il Premio città di Como e il Premio Carver.

Il giallo è ambientato a Ferrara nel 1945.

Aldo Marano, sostituto procuratore, indaga su una serie di morti e su un’automobile nera 1100 cui si legano le vittime, prevalentemente di ceto abbiente e con simpatie fasciste. Omicidi e vendette.

La trama è sorretta da un’ampia documentazione storica

Giuseppe Galzerano, scrittore ed editore, ricostruisce nel libro Salsedo, l’anarchico “suicidato” dalla polizia americana, la tragica fine dell’anarchico sospettato di appartenere a un’organizzazione che da mesi compiva attentati dinamitardi. Un ponderoso volume in cui l’autore ricostruisce con un’ampia documentazione e ricerca la vita dell’anarchico siciliano che nel 1920, quando negli USA si era diffuso il timore rosso e la conseguente caccia ai rivoltosi, nella notte del 3 maggio volò giù dal quattordicesimo piano del Park Row Building di New York che ospitava il dipartimento di giustizia e l’FBI. Una morte oscura che precedette l’arresto di Sacco e Vanzetti la cui estraneità fu riconosciuta postuma.

Per saperne di più l’articolo su Il Corriere on line “Andrea Salsedo vita e morte di un anarchico italiano a New York”

Alicia Giménez-Bartlett “Autobiografia di Petra Delicado” , presentazione

Si può scrivere la biografia di un personaggio da romanzo?

La risposta è sì, lo ha fatto Alicia Giménez-Bartlett, nota scrittrice spagnola di gialli la cui protagonista è l’ispettrice di polizia Petra Delicado, dal titolo “Autobiografia di Petra Delicado” una delle novità librarie di questo primo scorcio del 2021.

Può sembrare un’operazione semplice, ma quanto un autore conosce del proprio personaggio? E non è una pagina autobiografica della scrittrice perché deve essere coerente con quanto già scritto sulla protagonista, presente in ben undici romanzi e vari racconti.

E così, con un magistrale espediente narrativo, le affida il compito di ripensare se stessa, in un convento in Galizia, dentro una pagina di storia più ampia che parte dal periodo franchista; Petra si mette a nudo e ci racconta tutto di sé. in modo sincero e magari liberatorio, ripercorrendo i rapporti fondamentali attraverso i quali passa la crescita di ciascuno di noi, quelli che sono poi alla base della nostra formazione: il rapporto con la madre, l’infanzia, gli studi, l’amore, la sessualità. Un saggio di Petra lo abbiamo avuto nella miniserie prodotta da Sky che ha per interprete protagonista Paola Cortellesi diretta da Maria Sole Tognazzi: l’ispettrice è un personaggio schivo, diretto, disarmante, decisa sempre ad arrivare in fondo pur di arrivare alla verità. Non ci resta che leggere le sue pagine per scoprirla non solo come ispettrice.

Dal Catalogo Sellerio

Traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola. Titolo originale: Sin muertos

Alicia Giménez-Bartlett firma un romanzo sorprendente che sposta il centro del racconto dal delitto al personaggio. Petra Delicado, la dura, femminista e idealista, poliziotta di strada per le vie di Barcellona, si racconta in una confessione ininterrotta, calda e autentica, e si interroga sul senso della vita e la complessità dei rapporti umani.

Isabel Allende “Donne dell’anima mia. Dell’amore impaziente, della lunga vita e delle streghe buone” presentazione

Il percorso autobiografico della scrittrice cilena si apre con un’affermazione: “Non esagero quando dico che sono femminista dai tempi dell’asilo” a cui aggiunge precisando, di credere che all’origine della sua ribellione all’autorità maschile ci fosse stata la situazione della madre Panchita abbandonata dal marito, tornata quindi a vivere in famiglia, assoggettata al padre e ai fratelli: era piccola, ma soffriva nel vederla così giovane e bella non solo sottomessa ma anche tarpare le ali al proprio talento.

Un’altra certezza a cui sono giunta con la terapia, all’età di cinquant’anni, è che sicuramente la mancanza di un padre nella mia infanzia deve aver contribuito a fare di me una ribelle.

Come il non aver accettato la figura del patrigno, lo zio Ramon, come lei lo chiamava, un uomo che avrebbe imparato a stimare molto tempo dopo, quando divenne madre. Ma non solo passato nelle pagine della Allende: figure di donne, la sua amica Olga e la sua agente letteraria, le sue lotte per l’emancipazione femminile, una lotta lunga e non ancora terminata, i suoi trascorsi sentimentali e professionali, i suoi dolori e la sua terza età, vissuta da donna che si porta addosso il retaggio del passato di cui non è riuscita a liberarsi totalmente.

Dal Catalogo Feltrinelli Editore

Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni del suo femminismo. L’autrice parte dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. L’istinto di ribellione è una sorta di reazione naturale al maschilismo imperante che genera in lei l’attitudine che negli anni l’ha portata a schierarsi sempre con i deboli, gli emarginati e tutte le donne che ancora lottano per l’emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo cammino, a partire dal raggiungimento dell’indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che significa per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti sessisti e razzisti.

Brevi note biografiche

Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, La casa degli spiriti del 1982 (Feltrinelli, 1983).

e anche:

recensioni a varie opere della Allende su mangialibri