Otto autori in corsa per il Premio dei Lettori Lucca-Roma

Appuntamento nell’auditorium del Palazzo delle Esposizioni di Lucca sabato 19 luglio alle 19.00
Ingresso libero

Otto autori in corsa per i Premio dei Lettori-Roma. Si tiene sabato 19 luglio 2025 alle 19 nell’auditorium Palazzo delle Esposizioni di Lucca, della Fondazione Banca del Monte di Lucca, a ingresso libero, l’assegnazione del Premio dei Lettori Lucca-Roma 2024-2025. Sono otto i candidati di questa edizione, organizzata dalla Società dei Lettori Lucca-Roma presieduta da Marco G. Ciaurro, e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca.

Si tratta di: Marco Lodoli con “Tanto poco”, Einaudi, Andrea Caterini per “Sparring Partner”, Editoriale Scientifica Napoli; Wanda Marasco con “Di spalle a questo mondo”, Neri Pozza editore; Simona Dolce per “Il vero nome di Rosamund Fischer”, Mondadori; Sandra Petrignani con “Autobiografia dei miei cani”, Feltrinelli Gramma; Giuliana Salvi con “Clementina”, Einaudi; Carmine Abate con “L’olivo bianco”, edito da Aboca; Nanni Delbecchi con “I Misteri di via dell’Anima”, Aliberti.

Saranno assegnati un primo e un secondo premio, dopo il lavoro di selezione e ascolto fatto dai soci di Lucca e Roma, negli incontri che si sono tenuti, con gli autori, sui libri, nelle due città.
Il Premio dei Lettori è un premio letterario istituito a Lucca nel 1988 dalla Società Lucchese dei Lettori, fondato da Francesca Duranti e Antonio Dini e destinato alla migliore opera di narrativa presentata nel corso dell’anno sociale nell’ambito delle iniziative dell’associazione. Le attività dell’associazione sono aperte a tutti e l’ingresso è libero.
Gli scopi dell’associazione erano e sono contrastare il sempre maggiore condizionamento della pubblicità sui lettori e il peso delle case editrici maggiori sulle decisioni dei diversi premi in essere, oltre a rilanciare l’abitudine a discutere liberamente intorno alle opere, con gli autori e con i soci, adulti e adolescenti, giovani e non, donne e uomini, lettori di mestiere e “semplici lettori”. Offre spazio all’esercizio della critica, con l’occasione di incontrare direttamente pensatori e contributori alla formazione del pensiero attuale, e all’esercizio del confronto, ponendo tutti i partecipanti alla pari.
Nella sua storia, la Società ha visto operare nomi quali Marialuara Pellegri, Marina Rossi, Mario Tobino, Antonio Dini, Daniela Marcheschi, Marcello Pera, Donatella Bulckaen.
Tra gli autori ospiti e premiati ci sono nomi quali Andrea De Carlo, Antonio Tabucchi, Andrea Camilleri, Ernesto Ferrero, Giuseppe Pontiggia, Clara Sereni, Silvana Grasso, Giorgio Prassburger, Rosetta e Margherita Loy.
Oggi, alla 38esima edizione, in quasi quarant’anni di vita il Premio ha ospitato oltre quattrocento autori.

Sònia Lleonart Dormuà “Il segreto di Venere”, Piemme Edizioni

Edizioni Piemme

Tradotto dal catalano da Paola Olivieri

Uscita: 8 luglio 2025

L’ARTE DI BOTTICELLI CUSTODISCE UN SEGRETO SCONVOLGENTE CHE I MEDICI
HANNO TENTATO DI CANCELLARE E CHE POTREBBE TORNARE ALLA LUCE.

Un viaggio attraverso i secoli per scoprire ciò che non ha mai smesso di affascionarci: il mistero, la bellezza e la magia dell’arte

Firenze, 1510. Sandro Botticelli, giunto alla fine dei suoi giorni, affida al suo confessore un’ultima richiesta: consegnare un quadro segreto al figlio della sua musa, Simonetta Vespucci. Un’opera mai svelata, destinata a rimanere nell’ombra per oltre cinquecento anni. Oggi. Carla, restauratrice specializzata in arte rinascimentale, dal talento raffinato e dal cuore inquieto, accetta un incarico temporaneo per collaborare a una mostra su Botticelli agli Uffizi.
L’occasione la conduce a Firenze, città delle sue origini familiari. Ma un indizio inaspettato lacoinvolge nella ricerca di un dipinto perduto, scomparso tra archivi dimenticati e collezioni private. Guidata dalla passione per l’arte e dall’incontro con un conte italiano, Carla si addentra in una storia sospesa tra passato e presente, svelando segreti rimasti nascosti troppo a lungo. Il segreto di Venere intreccia mistero, storia e sentimento, sullo sfondo di una Firenzerinascimentale vibrante di passione e bellezza.
Un racconto che esplora il legame profondo tra chi crea e chi, secoli dopo, restituisce alla luce ciò che sembrava perduto.


L’AUTRICE
SÒNIA LLEONART DORMUÀ, nata a Mataró nel 1971, è imprenditrice nel settore del software sanitario e direttrice commerciale e marketing di una multinazionale. Laureata in Economia e Relazioni Pubbliche alla Queen’s University, ha scoperto la passione per la scrittura frequentando un corso presso l’Università di Barcellona. Il segreto di Venere è il suo romanzo d’esordio: un caso editoriale in Spagna, dove ha conquistato migliaia di lettrici e lettori ed è arrivato ai vertici delle classifiche.

INCIPITOJO {AD USO DI STARVI A FANTASIAR}

ESPOSIZIONE DI COPERTINE DI LIBRI IMMAGINARI & CONCORSO LETTERARIO

quarta edizione

dall’8 LUGLIO al 30 AGOSTO 2025

a RIO NELL’ELBA (LI) presso l’ORTO DEI SEMPLICI ELBANO
Eremo di Santa Caterina

dal martedì al sabato
11:30 – 13 & 17 – 19
~
ortodeisemplicielbano@gmail.com
3533924167
~
ingresso: 5€ adulti | 3€ bambini (12 – 17 anni) | gratis bambini (0 – 12 anni)

Dopo Pescia (2019), Lucca (2022) e Firenze (2024), sarà Rio nell’Elba a ospitare dall’8 luglio al 30 agosto 2025 un’edizione di Incipitojo {ad uso di starvi a fantasiar}esposizione all’aperto di copertine di libri immaginari, presso l’Orto dei Semplici Elbano. All’insegna dell’inclusione sociale, poiché le copertine sono create in collaborazione con giovani utenti di servizi per la salute mentale e con ragazzi nello spettro autistico.
I visitatori saranno invitati a chiedersi cosa quelle pagine non ancora scritte possano mai contenere e a comporre quindi opere ispirate alle copertine, in italiano o inglese. Partecipando così all’annesso (e gratuito) concorso letterario, tramite il sito www.incipitojo.it; e percorrendo a ritroso l’usuale iter editoriale, che vede la copertina a valle dell’opera.
L’intento principale di questa edizione inedita è costruire ponti di conoscenza reciproca tra persone dentro luoghi abitualmente “chiusi” e persone fuori.

La manifestazione è ideata e realizzata da Lorenzo Scacchia; nell’ambito del progetto Fito-sociologia: dal recupero alla convivenza del territorio, promosso da Elba Officinale ETS. Grazie al bando “Siete Presente. Giovani e associazionismo. Ed. 2025″, a valere sul progetto “Giovanisì crescere nel presente”, promosso dal Cesvot e finanziato da Regione Toscana – Giovanisì, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, con il contributo della Fondazione Livorno.

Grazie alle cooperative sociali Altamarea e Arca e con la supervisione di Lorenzo Scacchia e Francesco Marino (curatore dell’Orto dei Semplici Elbano), i ragazzi coautori delle copertine hanno partecipato a gite fotografiche nell’Orto. A seguito di incontri individuali con Scacchia, ciascuno di loro ha fornito una fotografia e il corrispondente titolo. Elementi poi da lui assemblati graficamente per giungere alla nascita delle dieci copertine messe in mostra

Oltre alle copertine, i visitatori potranno ispirarsi a testi reperibili sul sito della manifestazione (www.incipitojo.it), che raccontano i coautori e le fotografie da loro scattate.

Sarà possibile presentare in concorso opere inedite in prosa o poesia, senza alcun vincolo su genere e registro di scrittura. Anche in lingua inglese, grazie alle traduzioni dei titoli fornite sul sito. Lunghezza massima: 5400 caratteri, spazi inclusi. Età minima per la partecipazione: 14 anni. Termine per la consegna: 14 settembre 2025.
La premiazione è prevista in autunno, presso  l’Orto dei Semplici Elbano.

Sostengono l’iniziativa, con la gentile concessione di premi per il concorso (libri, ove non specificato):
Associazione Buggiano Castello, Buggiano (PT)
Borgo Plantarum, Castellarano (RE) {biglietti d’ingresso alla mostra del giardinaggio}
Centro Di, Firenze
Florence Art Edizioni, Firenze
Graphe.it, Perugia
H-earth, Montemurlo (PO) {abbigliamento}
~ Leo S. Olschki, Firenze
MardiLibri, Portoferraio (LI)
Selvatiche Edizioni, Lesa (NO).
Le copertine sono stampate da Saal Digita



La Cooperativa Sociale Altamarea nasce all’Isola d’Elba nell’anno 2001. Suo fine è il perseguimento dell’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini. Essa si ispira ai principi che sono alla base del movimento del cooperativo mondiale: la mutualità, la solidarietà, la democraticità, l’impegno, l’adeguata responsabilità rispetto ai ruoli, lo spirito comunitario, il legame con il territorio, un equilibrato rapporto con lo stato e le istituzioni pubbliche. Per raggiungere i propri scopi, Altamarea realizza eventuali sinergie con il tessuto sociale, ispirate alla collaborazione, all’integrazione ed alla messa in rete delle diverse risorse dei soggetti presenti sul territorio allo scopo di migliorare la qualità complessiva del servizio e la soddisfazione dell’utenza.
www.altamareascs.it



La Cooperativa Sociale Arca si è costituita nel 1983 e si occupa della gestione di servizi sociali, socio assistenziali ed educativi progettati ed erogati in forma privata ed in convenzione con Amministrazioni Pubbliche, occupa circa 1500 persone ed ha al suo attivo oltre 900 soci. Interviene nell’ambito territoriale delle Province di Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia e Siena con servizi rivolti ad anziani, migranti, disabili, tossicodipendenti, persone con disagio psichico, minori e bambini. Attraverso i suoi molteplici progetti ed interventi la Cooperativa persegue il benessere generale della comunità, la promozione e l’integrazione dei cittadini in base ai principi di cooperazione, partecipazione, democrazia, accoglienza e responsabilità.
www.arcacoop.org



L’Orto dei Semplici Elbano è un piccolo Orto Botanico per la flora dell’Arcipelago Toscano, situato nel Comune di Rio, nei pressi dell’Eremo di Santa Caterina. E’ un orto botanico scientifico, ma aperto al pubblico, dove si conservano e studiano piante di particolare interesse e pregio dell’Arcipelago Toscano. La realizzazione di un orto botanico si è sviluppata da un’idea dei botanici Gabriella Corsi e Fabio Garbari dell’Università di Pisa e dello scrittore e fotografo Hans Georg Berger nel 1992. Una prima ricerca etnobotanica ha evidenziato gli usi tradizionali di piante alimentari e medicinali della gente di Rio. L’Orto dei Semplici Elbano è stato progettato dagli architetti Roberto Gabetti e Aimaro Isola. Aperto al pubblico nella primavera del 1997, con il patrocinio della Società Botanica Italiana, l’Orto da sempre collabora con botanici dell’Università di Pisa. Dal 2020 la supervisione scientifica è affidata al professor Angelino Carta del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Dopo l’abbandono di anni, l’Orto è stato recuperato nell’inverno 2022 e riaperto al pubblico nel 2023 dall’erborista, cultore dell’etnobotanica,  dott. Francesco Marino. Oggi la gestione, la cura delle collezioni, l’organizzazione, la manutenzione e l’accesso del pubblico è affidata all’associazione Elba Officinale ETS di cui dott. Marino è presidente.



Lorenzo Scacchia nasce sull’Isola Tiberina di Roma nel 1977 e cresce avvolto da suggestivi suoni (madre insegnante di musica per bambini, in casa) e visioni (padre economo della Biblioteca Vaticana). Dopo sette anni trascorsi a Berlino vive dal 2018 a Pescia (PT), terra di suoi avi. Fotografa dal 2005, focalizzandosi sul ritratto del patrimonio culturale e naturalistico; sulle e sotto le ali di Romanticismo, Mistero e Contemplazione. Attivo in passato anche con video, musica e scrittura, ha ricevuto riconoscimenti in concorsi nazionali ed esteri e collaborato in più occasioni con la Rai (documentari storici per La storia siamo noi).
www.incipitojo.it
www.hauchnebelkabinett.eu
www.instagram.com/hauchnebelkabinett

Emilio De Marchi “All’ombrellino rosso”, Bibliotheka Edizioni

SENTIMENTI E AMBIZIONI DELLA BORGHESIA MILANESE NEI RACCONTI DI DE MARCHI, MAESTRO DEL RACCONTO

Nota di lettura di Roberto Mussapi

Bibliotheka

Dal 4 luglio

“A quarantadue anni avvengono in noi dei fenomeni che fanno paura. Non si osa credere che il cuore possa tornare indietro, essere in credito di qualche cosa e avere delle tratte in scadenza”. 
La piccola borghesia milanese, i colletti bianchi del mondo impiegatizio e i contadini lombardi trovano in Emilio De Marchi (Milano, 1851 – 1901) uno dei primi e più acuti cantori. Ne sono un esempio i protagonisti dei cinque racconti riuniti nella raccolta All’ombrellino rosso.
Oltre alla storia che dà il titolo alla raccolta, la pubblicazione propone “Regi impiegati”, “L’anatra selvatica”, “Ai tempi dei tedeschi” e “Zoccoli e stivaletti”.

Le storie delicate e teneramente leg­gere, fluttuanti come in un film antico, di Emilio De Marchi, hanno un merito notevole: offrono al panorama italiano esempi di narrazione e prosa in cui si fondono realismo e inquietudine, scrivono di vite umili e degne di essere narrate e lette, come se fossero state realmente vissute. (Roberto Mussapi)

La vita quotidiana, gli impegni di lavoro e gli intricati slanci sentimentali di gente semplice, ma non priva di sogni e di ambizioni, viene descritta con brillante ironia da Emilio De Marchi, attivo nel mondo culturale e nelle istituzioni caritative milanesi. Autore di numerosi scritti (il romanzo Demetrio Pianelli è considerato il suo capolavoro), fu anche traduttore delle Favole di Jean de La Fontanine illustrate da Doré.

Roberto Mussapi, che firma la prefazione, tra i maggiori poeti italiani contemporanei, è autore di saggi, opere teatrali e narrative, traduzioni da testi classici e contemporanei. Vincitore del Premio Nazionale Letterario Pisa di poesia nel 2000, è stato editorialista e critico teatrale del quotidiano Avvenire.

Federica Seneghini “Salvate il soldato Jack”, presentazione

Per giovani lettori

23 aprile 1945. Mancano pochi giorni alla Liberazione e alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma nessuno ancora può saperlo. Di certo non può saperlo Carla, una bambina di nove anni che vive nelle campagne ferraresi[,,,] quando un aereo da caccia delle forze alleate viene abbattuto proprio sotto i suoi occhi. L’aviatore irlandese che lo pilotava, seppur ferito, riesce a salvarsi e a bussare alla porta di casa sua.(da Piemme Editore)

L’autrice prende spunto da una storia vera: la piccola Carla vive nelle campagne ferraresi quasi sul finire della seconda Guerra Mondiale. L’Italia è ancora divisa in due, da una parte quella occupata dai nazifascisti e dall’altra quella liberata dagli alleati. La giovane Carla vive lì poco distante dalla linea che separa le due Italia, nella zona ancora occupata. Un giovane pilota irlandese viene abbattuto con il suo caccia e ferito riesce a trovare rifugio nella casa vicina, la casa di Carla; ospitare e dare rifugio ad un nemico è nell’Italia non liberata un grosso pericolo, ma sarà proprio Carla a guidarlo e aiutarlo a raggiungere la base militare: chi più di una bambina può sfuggire ai controlli?

La storia si apre in un Prologo, con una mappa e il racconto di una ricerca e un ritrovamento alla data 8 luglio 2016.

Stralci dal Prologo

 “[…]I documenti li abbiamo studiati a lungo, abbiamo incrociato le mappe, i rapporti, abbiamo trovato le coordinate sulle cartine. Ma già una volta siamo finiti fuori strada, una giornata persa a cercare accanto a un canale a un chilometro da qui.Finché un mese fa quel vecchietto di Coccanile ci ha dato la dritta buona: – Lo so io dove è caduto, mio padre lo raccontava sempre. Dovete andare a Corte Beneficio. Un tempo li c’era un campo di canapa, le viti le hanno messe dopo, negli anniSessanta, prima ancora c’era il mais.
Insomma, lo sappiamo che il maledetto è qui sotto. Deve essere qui sotto. Non c’è niente, invece, e io ho voglia di buttar via tutto. Fabio lo so che sta provando lo stesso, non dice più una parola, fa così quando ha troppa ansia, lo conosco bene”.

[…]

“Dove il suono è più forte attacchiamo con il badile, ma facciamo fatica, è incredibile quanta terra si accumuli sopra le cose in ottant’anni.
Mi perdo in fantasticherie: «Se questo rumore ti sembra forte, in questo silenzio di campagna interrotto dal traffico dei camion e delle auto, immagina il fracasso che dev’esserci stato quel giorno». Finché ecco, spunta qualcosa, è un pezzo di metallo. Uno che non fosse del mestiere non capirebbe, ma noi lo sappiamo cos’è.
Mica per niente ci chiamiamo “Archeologi dell’Aria”. Alluminio aeronautico. Anche Fabio trova qualcosa, gli tremano le braccia quando lo tira su.

Un frammento con sopra un’incisione ci fa sussultare.
È proprio lui. Lo Spitfire.
Adesso ne abbiamo la certezza”.

Federica Seneghini Giornalista del “Corriere della Sera”, nasce a Genova nel 1981. Insegna giornalismo digitale all’Università IULM di Milano. Nel 2020 pubblica Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce (Solferino), romanzo che ha riportato alla luce la storia della prima squadra femminile di calcio del nostro Paese.

Tezer Özlü “Viaggio al termine della vita”, presentazione

Conosciuta a seconda come la principessa malinconica o la figlia selvaggia della letteratura turca, in viaggio sulle tracce dei suoi scrittori preferiti – Kafka, Svevo e Pavese -, Tezer Ozlu scrive con intransigente autoconsapevolezza intellettuale un autoritratto romanzato affascinante, familiare e liberatorio.(da Crocetti Editore)

Un diario scritto durante il viaggio dell’estate del 1982 alla ricerca dei luoghi vissuti dagli autori che avevano fatto parte della sua formazione: Kafka, Svevo e soprattutto Pavese.
Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1983 in lingua tedesca, lingua di cui è stata traduttrice, e poi rieditato in lungua turca dalla stessa autrice nel 1984. Oggi lo possiamo leggere anche in italiano nella traduzione di Giulia Ansaldo per Crocetti Editore.
Come tutti i diari non riporta solo momenti del viaggio o ne racconta solo le tappe, ma vi si annotano riflessioni, ne nascono associazioni sul suo passato e sul suo presente, registrando quindi un mondo interiore, fatto di emozioni, ricordi, assumendo caratteristiche introspettive: riemerge l’infanzia, cui ebbe a dedicare un libro autobiografico dal titolo “Le fredde notti dell’infanzia”, il passato e il suo presente di donna dalla psiche complessa, aveva tentato il suicidio a 18 anni ed era in seguito stata chiusa in manicomio; l’infanzia difficile, le sue esperienze di donna e dell’amore, della donna e della sua scrittura.
Un viaggio per l’Europa: a Praga in cerca di Kafka, a Trieste, a Santo Stefano Belbo dove era nato Pavese e a Torino all’hotel Roma  dove si era tolto la vita. Un memoir, un autoritratto interiore.
Tezer Özlü è morta giovanissima, all’età di 43 anni per un tumore al seno.

L’incipit

Oggi, nel più bel giorno di primavera, in questo momento incerto che mi e sembrato durare un attimo, un’ora o un periodo indefinito, mi viene la pelle d’oca mentre leggo Il vizio assurdo.
Apprendo stupefatta di essere nata lo stesso giorno in cui è nato Pavese: il 9 settembre. Io poco dopo la mezzanotte. Però, quando in Anatolia è passata la mezzanotte, a Santo Stefano Belbo non è ancora scoccata. Lo stesso giorno. Ma non lo stesso anno. Io sette anni prima del suo suicidio. Chissà perché qui leggo sempre Pavese. Quel che ci unisce è il fenomeno che abolisce il tempo.
Come se non l’avessi già letto a Istanbul. I battiti del mio cuore e tutte le immagini scorte dal mio occhio sono legati soltanto alle descrizioni che ha tracciato lui, alle frasi da lui costruite, alle parole che ha trovato. Perché? Qual è la ragione per cui mi identifico così tanto in lui?
“Ogni strada ha un volto ben preciso. Ogni collina è come un personaggio, ml dice. 

Giancarlo De Cataldo “Un cadavere in cucina”, presentazione

Una ricetta «sbagliata» scatena il pandemonio in un prestigioso ristorante romano. Solo che dalla farsa si cade presto nella tragedia, e nell’aria si spande odore di delitto. Quello dell’“haute cuisine” è però un mondo frequentato dai potenti. Per le indagini serve uno come il Pm melomane Manrico Spinori, che alla competenza unisce, in giusta dose, l’atavica disposizione a non lasciarsi intimidire.(Dal Catalogo Einaudi)

e di sicuro, aggiungiamo, a saper trattare con quei potenti… come ben sapeva il procuratore Melchiorre che altre volte aveva affidato  al contino casi sensibili, indagini particolarmente delicate, quando c’erano di mezzo politici, ricconi, persone che comunque avevano accesso ai media e potevano sfruttare conoscenze, relazioni, potere. Manrico era l’uomo dei grovigli di ‘alta classe’ , per la sua determinazione, competenza da buon inquirente e soprattutto quell’abilità diplomatica che secondo il procuratore non poteva mancare insieme a nervi d’acciaio, capacità di interpretare i contesti sociali, e indifferenza per le polemiche.

E proprio per queste sue virtù investigative che il pubblico ministero Manrico Spinori, che si stava godendo l’oblio del luglio pontino, viene richiamato in servizio per risolvere con la giusta diplomazia un caso spinoso accaduto nel prestigioso ristorante capitolino, il Controcorrente.
Se in un primo momento i clienti sono stati vittima di un’allucinogena intossicazione, uno di loro, un colonnello dell’esercito, dopo quarantott’ore muore. Dagli accertamenti risulterà che i piatti incriminati contenevano tutti psilocibina, una sostanza presente in alcuni funghi allucinogeni, una sostanza non letale e pertanto l’ufficiale doveva essere morto per altre cause o per un altro ingrediente.
Del caso presto si interessano anche i Servizi segreti, e la situazione si complica ancora di più quando i morti diventano due.
Riuscirà il Pm nonché contino melomane con quella sfilza di nomi (Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso Spinori della Rocca dei conti di Albis e Santa Gioconda detto appunto “il contino”) che lo attestano appartenenere a nobili casati risolvere “diplomaticamente” la questione coadiuvato dalla sua squadra esclusivamente al fermminile?

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