
Una sera, un uomo che conduce da tempo una vita ritirata riceve la visita della donna che vent’anni prima aveva amato in maniera clandestina. Si innesca così un lungo e febbrile soliloquio, in cui a dare voce a emozioni contrastanti è la prospettiva di un io narrante, la cui memoria contrasta il fluire inesorabile del tempo, in un viaggio nelle profondità dell’animo umano.
Significativa è la struttura dell’opera, suddivisa in sei nastri, come quelli di una pellicola da avvolgere sull’onda della rimembranza.
Memoria e invenzione si intrecciano così in un romanzo sospeso nel tempo: rivolgendosi direttamente alla donna amata, il narratore porta avanti nel contempo un monologo e un dialogo tacito e silenzioso con la stessa.
L’amore è indagato con lucidità spietata: un’illusione, un pellegrinaggio senza meta, dove la verità sfugge perché forse non esiste. Non vi è soltanto la ricostruzione di un sentimento sul filo del ricordo, ma viene indagata parallelamente la crescita psicologica sia della ragazza amata che del protagonista, finendo così per interrogarsi sulla natura stessa dell’amore.
Con una narrazione intensa e stratificata, il romanzo indaga il desiderio, il disincanto e la lotta contro l’oblio, esplorando anche temi come turbolenze adolescenziali, l’emancipazione femminile e l’impatto di ipocrite convenzioni sociali sulla felicità.
Quella di Passannante è una prosa ricca di risonanze culturali variegate e di mezzi espressivi che oscillano dalla lingua colta a quella parlata, dando origine a una mescolanza verbale fatta di citazioni, termini di origine varia e neologismi. Talvolta ironia e punte di amaro sarcasmo colorano la pagina in quella che appare come una vera e propria resa dei conti
emotiva con un passato ancora sensibilmente presente. L’autore fa vibrare sensazioni, emozioni, paure e interrogativi scomodi a cui non sempre si è pronti a dare una risposta.
Gerardo Passannante è nato a Sicignanode gli Alburni (SA) nel 1951 e vive a Zurigo. È autore di vaste raccolte poetiche (“Canzoniere primo”, “Appunti di un colloquio interrotto”, “Ex Glebula Lux”, “Grumi”), romanzi, racconti, saggi, diari, aforismi, traduzioni dal francese e dal tedesco, e dell’opera teatrale “Sha Nagba Imuru” tratta dall’epopea di Gilgameš.
Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo la silloge poetica “Quasi un canzoniere” (Città del Sole Edizioni, 2017), i racconti “L’ora della mezzanotte” (Edizioni Minerva, 2018), i romanzi “Atto terzo” (Editrice Italia letteraria, 1981), “Atto gratuito” (Montedit, 2013) e i primi cinque libri del ciclo storico in sedici volumi “Il declino degli dèi”, comprendente: “Avvisaglie d’uragano”(2014), “Amore e disamore” (2015) e “Elogio della menzogna” (2017) pubblicati con Città del Sole Edizioni; “Costantino, l’infante di Naissus” (Il Seme Bianco, 2020) e “All’ombra della croce” (Armando editore, 2022).