Alessia Gazzola “Miss Bee e il fantasma dell’Ambasciata”, presentazione

Longanesi

La terza avventura di Miss Bee si ambienta a Londra nel 1925: la giovane figlia del professore universitario Bernabò docente di italianistica all’università di Londra, la ventenne Beatrice detta Bee, partita da Firenze con le sorelle in seguito all’incarico del padre, si è stabilita con la famiglia a Queen’s Gate negli anni tra le due guerre. Presto partecipe nel mondo dell’aristocrazia inglese, tra amori e pasticci sentimentali ma anche omicidi, sui quali si rivela capace di indagare, la giovane viene sistemata dal padre presso l’Ambasciata italiana che spera possa tenerla lontana da ulteriori guai.

Qui, impegnata come segretaria, sarà presto chiamata a organizzare eventi e ricevimenti in onore di ospiti prestigiosi: due membri del comitato scientifico degli Uffizi verranno da lei accolti insieme a Edoardo, figlio dell’ambasciatore italiano, e la sua fidanzata, Elisa. Non mancheranno il visconte Julian Lennox e la sua promessa sposa Lady Octavia, verso il quale i sentimenti della protagonista non sono del tutto spenti. Ed è proprio nel pieno dell’evento e soprattutto di notte che non mancano fenomeni definibili “strani”: rumori improvvisi, sussurri  e presenze. Un  fantasma?

Storie terrificanti si tramandano

«Miss Bernabò, posso farvi un’ ultima domanda?»
«Certo» replicò Beatrice, con uno sguardo su Berkeley Square, una delle sue piazze preferite di tutta Londra.
«Lo sentite mai, voi, il fantasma?»
Beatrice abbandonò il finestrino e si voltò verso Emily. «Fantasma?» ripeté, perplessa.
«C’è un fantasma che infesta l’ambasciata, lo sanno tutti!»
«E la prima volta che ne sento parlare! Che storia c’è dietro?» incalzò quindi Beatrice, che aveva una certa inclinazione verso le storie gotiche (non a caso divorava i romanzi di Carolina Invernizio).
«Una storia tristissima, come tutte le storie di fantasmi» rispose Emily, con aria cospiratoria. «È
il fantasma di Lady Mary Ingham. Era la figlia di un ricchissimo mercante di zucchero ed era arrivata da un’isola lontana per sposare un conte. Viveva li, in quelle stesse stanze dove voi adesso lavorate.»
A Beatrice venne da rispondere: «Da me non si è mai lasciata vedere!»
«Il conte l’aveva fatta internare perché lei diceva di vedere i fantasmi… Ma poi dovette riprenderla in casa perché nel frattempo era rimasta incinta. Mori di parto in una notte da lupi maledicendo il conte e tutta la sua stirpe e da quel momento» concluse la ragazza, abbassando la voce con tono teatrale, «Lady Ingham infesta il palazzo, tetra e spaventosa come i fantasmi che l’avevano perseguitata per tutta la vita.»

Quando gli avvenimenti  si aggravano, anche l’intervento della polizia si rende necessario nella persona dell’ispettore capo Archer Blackburn che Beatrice ha già conosciuto durante le indagini dei casi precedenti. Riuscirà ancora una volta la nostra intraprendente fanciulla a trovare il bandolo della matassa in cui sembrano coinvolte anche le presenze più tenebrose?

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