Alice Basso “Le ventisette sveglie di Atena Ferraris”, presentazione

[…]”ho ben ventisette sveglie ogni giorno per ricordarmi di lavorare, di mangiare, di andare a letto, di smettere di pensare. Soprattutto faccio troppe domande, dicono. Perché per me è essenziale che ogni cosa abbia una spiegazione. Per questo dirigo una rivista online di enigmistica dove ogni gioco, rebus o anagramma ha una soluzione univoca. Mi fa sentire al sicuro. So che siamo in pochi a ragionare così. Ora, però, è successo qualcosa che ha scombinato le carte”.[…] (da Garzanti Libri)

La colpa è tutta del fratello gemello, Febo, che dopo un rapido successo come giallista, al secondo best seller si è impantanato nel blocco dello scrittore che cerca di sciogliere riaccendendo l’ispirazione tra varie e disparate attività nella speranza di ritrovare l’ estro perduto o in pausa.
Ed eccolo quindi frequentare in  una scuola di magia un corso di prestidigitazione di cui ha però  intravisto risvolti sinistri: convince così la sorella a partecipare. Reputa infatti Atena in grado di aiutarlo a chiarire il mistero proprio perché fra le caratteristiche della sua personalità, che non sopporta le sorprese, con difficoltà gestisce le emozioni e ha problemi di relazioni sociali, tanto che conduce una vita solitaria scandita solo dai continui scambi con lui e tra i suoi giochi enigmistici, c’è una geniale capacità di cogliere e prestare attenzione ai più minuti dettagli, abilità che la rende una perfetta detective.
Dopo un’iniziale riluttanza Atena si farà incuriosire dai sospetti e  affiancherà il fratello e i compagni di corso

Nell’incipit due delle ventisette sveglie…

È lunedi 16 settembre, sono le 16.43, io alzo la testa di scatto e sento che devo chiamare mio fratello.
Sedici e quarantatré. Un vero peccato. Altri due minuti e sarebbe suonata la sveglia. Sarei arrivata giusta giusta alla fine dell’ora e mezza destinata alla costruzione del cruciverba crittografico settimanale. Pace: quando sento che devo chiamare, devo chiamare. […]
lo voglio bene a mio fratello, ho condiviso un utero per otto mesi e mezzo con mio fratello senza strangolarlo, ma nessuno sa esasperarmi quanto lui. E un eczema vivente, l’ortica del prato della mia vita. Sa sempre con precisione la cosa da dire più capace di farmi venire le bolle. Per esempio, adesso: “Facciamo un’oretta”.
Odio quando mi risponde cosi approssimativamente, cioè sempre. E lui lo sa. Non lo sapesse, ma lo sa. Da trent’anni, lo sa. Facciamo ventinove, ché il primo anno non è che abbiamo parlato molto.
Comunque: meglio che ci pensi io, tanto ho già ventisette sveglie impostate lungo il corso della giornata e una in più non mi cambia nulla, anzi, meglio, si avvicina di più alla cifra tonda. «Ti chiamo io, metto una sveglia fra un’ora e quindici minuti. Sehnò tu o ti dimentichi o mi chiami in ritardo, e io intanto non riesco a fare: niente.» […]
Mio fratello chiude la telefonata con un «Ora vado» e io subito subitissimo, come prima cosa sennò poi mi dimentico, imposto la sveglia. Apro quella già esistente genericamente etichettata Richiamare F., che oggi sarebbe dovuta rimanere silenziosa ma la vita sa sempre sorprenderti, la attivo e aggiomo l’orario a un’ora e quindici minuti da adesso.
Poi mi viene un sospetto e controllo. Merda: suonerà due minuti dopo la Sveglia Delle Ricerche, il che significa che m’interromperà proprio appena avrò iniziato a tentare di concentrarmi sulle ricerche online per la sezione Wunderkammer della mia rivista. Dunque riapro Richiamare F. e la cambio a un’ora e tredici minuti, cosi le due sveglie coincideranno. Ordine e rigore, che bello: tutto ciò che vorrei nella vita.

ALICE BASSO è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni, canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne. Con Garzanti ha pubblicato le avventure della ghostwriter Vani Sarca: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome (2015), Scrivere è un mestiere pericoloso (2016), Non ditelo allo scrittore (2017), La scrittrice del mistero (2018) e Un caso speciale per la ghostwriter (2019), più i racconti La ghostwriter di Babbo Natale (2017) e Nascita di una ghostwriter (2018). Con Il morso della vipera (2020), Il grido della rosa (2021) e Una stella senza luce (2022) ha inaugurato una nuova serie ambientata nell’Italia degli anni Trenta.

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