Louise Glück “Una vita di paese”, presentazione

Una vita di paese è un invito a rallentare, a osservare il mondo con sguardo poetico, a cogliere il segreto dei gesti abituali e a riflettere sulla nostra esistenza. A ricordarci che la poesia può nascere anche dai gesti più semplici e che la vita, pur nella sua fragilità, è un dono sorprendente.(da Il Saggiatore)

La raccolta è stata pubblicata negli USA nel 2009, titolo originale Village life, da oggi in libreria con la traduzione di Massimo Bacigalupo per il Saggiatore con il titolo Una vita di paese.

È ambientato in una comunità agricola probabilmente in Italia tra gli anni ’50 e oggi i cui temi ruotano tra voci, esistenze, monologhi di singoli anonimi di un paese altrettanto anonimo, quadri d’ambiente che raccontano, si raccontano: dalle prime luci della vita, dall’ingenuità fino alla disillusione, dove le stagioni che vi compaiono sono in effetti simboli dell’esistere, della vecchiaia, del corpo che cambia e non si riconosce ma si ama nella compassione del trapasso, nella nostalgia del tempo che fu.

Da “Affluenti”

Tutte le strade del paese convergono alla fontana.
Viale della Libertà, viale delle Acacie-
La fontana sorge al centro della piazza;
nei giorni di sole, arcobaleni nel piscio del cherubino.
In estate delle coppie siedono sul bordo della vasca.[…]
Vengono qui a parlarsi, forse
a incontrare un giovane, a vedere cosa rimane della loro bellezza.[…]
Intorno alla fontana ci sono gruppetti di tavoli metallici.
Qui ci si siede quando si è vecchi superate le intensità della fontana.
La fontana è per i giovani, che vogliono ancora specchiarsi. […]
Quando il tempo è bello, qualche vecchio indugia ai tavoli.
Ormai la vita è semplice: oggi un cognac, domani un caffè e una sigaretta.[…]
Cala l’oscurità, la piazza si svuota.
Le prime foglie d’autunno cospargono la fontana.
Le strade non confluiscono più qui; la fontana le manda via,
verso i colli da cui provengono.
Viale della Fede Tradita, viale della Delusione,
viale delle Acacie, degli Ulivi,
il vento pieno di foglie d’argento,
viale del Tempo Perduto, viale della Libertà che termina in pietra,
non al confine del campo ma ai piedi del monte

Alcuni stralci da un quadro d’insieme e del suo evolvere, un esempio del percorso tematico, del linguaggio, delle simbologie, nei gesti semplici e abituali di chi trova conforto nel crepuscolo, di chi cerca rifugio nei ricordi, tra vitalità e solitudine, memoria e oblio, dall’alba al tramonto della vita.

Louise Glück (New York, 1943 – Cambridge, 2023), autrice di tredici libri di poesie e due raccolte di saggi, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 2020 «per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza dell’individuo». Tra gli altri premi ricordiamo la National Humanities Medal, il premio Pulitzer, il National Book Award, il premio Bollingen, il premio Lerici-Pea alla carriera, il Wallace Stevens Award conferito dall’Academy of American Poets e la Gold Medal for Poetry dell’American Academy of Arts and Letters. Ha insegnato a Yale e Stanford.

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