
L’ultimo lavoro del saggista francese Pastoureau, studioso tra le altre discipline del simbolismo dei colori, è dedicato alla storia del colore rosa che, contrariamente a quanto si possa pensare, non aveva incontrato molta fortuna in Europa se non nel tardo Medioevo e precisamente nel Quattordicesimo secolo per merito di una tintura importata dall’oriente, dall’India, inizialmente e poi dal Nuovo Mondo: il legno di brasile o brasilina.
Un ricco apparato iconografico accompagna e supporta l’interessante impostazione del testo in cui l’autore segue nel tempo i diversi cambiamenti del colore che modifica sfumature e significato: da colore dell’ambiguità, segno di omosessualità, fino ad una valenza sempre più femminile per diventare, agli inizi del Novecento e ancora oggi, il colore per annunciare la nascita di una figlia femmina. E non solo: se raggiunge il suo apice di piacevolezza attorno alla metà del XVIII secolo, affiancando la cultura romantica e la femminilità, diviene traslato di dolcezza, piacere e felicità; ma è nel suo cammino odierno, che si afferma come colore di successo nella pink culture espandendosi in nuovi ambiti: dalla Pantera rosa alla bambola del secolo, il rosa Barbie.

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