Paolo Malaguti “Fumana”, presentazione

Paolo Malaguti ci racconta una storia antica eppure ancora vicina. Un mondo perduto tra il fiume e la pianura, tra la pesca e la magia contadina, al centro del quale c’è un personaggio femminile tenace, alle prese con le aspettative di una società chiusa, a tratti meschina, e il desiderio di essere sé stessa.

Una storia piena di tenerezza sui legami e sulla trasmissione dei talenti, sull’accettazione del proprio destino ma anche sulla tenacia nel cercare la propria strada.(dal Catalogo Einaudi)

Nebbia fitta, questo il significato del suo nome, fumana nel dialetto della bassa padana dove la protagonista è nata nel 1882, a Voltascirocco, subito orfana di madre che muore di parto e orfana di un padre che forse è partito per cercare fortuna lontano da quella terra dove la miseria, come la nebbia, è di casa.

Sarà nonno Petrolio ad occuparsi di lei che da grandicella affiderà a Lena, la strigossa del paese, ovvero una segnatrice, una guaritrice, dalla quale Fumana apprenderà l’arte. Fumana scoprirà  così la sua vocazione.

“Una vicenda di formazione sulla scoperta di sé e del proprio posto in un mondo in rapido cambiamento, sull’amore e sui limiti della conoscenza, sulla diversità (e sull’ostilità che spesso essa produce), sulla violenza di genere e su quella operata dall’uomo sull’ambiente. E sulla volontà di fare del bene contro il pregiudizio e la maldicenza, perché, dice Lena alla sua protetta, il malocchio tutti possono farlo, «basta essere cattivi il giusto», ma loro due hanno il dono di levarlo, «e questa cosa qui mica sanno farla in tanti».
A un mondo ancestrale, regolato dal tempo ciclico della natura, si oppone l’avanzare inquietante del progresso, simboleggiato dalle mostruose idrovore”, così scrive Marzia Fontana nella sua recensione (dal Corriere 8 settembre 2024)

Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. Con l’editrice Santi Quaranta ha pubblicato Sul Grappa dopo la vittoria (2009; Einaudi 2024), Sillabario veneto (2011), I mercanti di stampe proibite (2013). Con La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza 2015) ha partecipato al Premio Strega. Ha scritto inoltre Nuovo sillabario veneto (BEAT 2016), Prima dell’alba (Neri Pozza 2017), Lungo la Pedemontana (Marsilio 2018) e L’ultimo carnevale (Solferino 2019). Per Einaudi ha pubblicato Se l’acqua ride (2020 e 2023, Premio Latisana per il Nord-Est ex aequo, Premio Biella Letteratura e Industria, selezione Premio Campiello), Il Moro della cima (2022 e 2024, Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura Multilingue delle Alpi, Premio Monte Caio e Premio Vallombrosa), Piero fa la Merica (2023, Premio Acqui Storia, Premio internazionale Alessandro Manzoni), Fumana (2024) e Sul Grappa dopo la vittoria (2024).

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