Gino Carlomagno “Il segno della vendetta”, NeP Edizioni

NeP Edizioni

Un ritorno tanto atteso, quello dell’ispettore Gregòri, protagonista di una fortunata serie di romanzi gialli edita da NeP edizioni, particolarmente apprezzata da lettori e critica.

La presentazione ufficiale della novità editoriale è prevista domenica 21 maggio alle ore 15:00 presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, allo stand P22 di NeP edizioni.

Questa volta, durante una vacanza in Basilicata con la sua famiglia, l’ispettore si troverà coinvolto in un’indagine e, solo grazie alla sua abilità di analizzare ogni minimo dettaglio, riuscirà a giungere alla esatta dinamica di quanto accaduto e a individuare i responsabili, assicurandoli alla giustizia.

Forte della sua ricca produzione letteraria e della sua familiarità con il romanzo poliziesco, la scrittura di Gino Carlomagno tratteggia con abilità personaggi e situazioni, oltre a rendere con arguzia sfumature e paesaggi.

Scenari unici, come le Piccole Dolomiti Lucane o alcuni fra i borghi più belli d’Italia, come Pietrapertosa e Castelmezzano, baluardo saraceno il primo, presidio normanno il secondo, dove è possibile vivere l’esperienza adrenalinica del Volo dell’Angelo, sospesi nel vuoto con un cavo d’acciaio.

Pagina dopo pagina, il lettore tratterrà il fiato fino all’ultimo, quando intuito, costanza e perspicacia finiranno per portare ai risultati tanto sperati.

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

Misteriosa morte nella Tuscia

Florbela Espanca “Poesie scelte”

con testo portoghese a fronte

Traduzione e cura di Danila Boggiano

Pagine 114, prezzo 16 euro, in libreria dal 16 maggio

Oltre edizioni

Ciò che sorprende in Florbela Espanca è non tanto la problematica fragilità che riguarda il rapporto con sé stessa e con il mondo, cosa poco sorprendente, trattandosi di poesia, quanto la potenza delle immagini in cui questa fragilità va a confluire, come un abito sontuoso di colore rosso indossato in occasione di un lutto. Non per negarlo e rovesciarlo convenientemente in festa, ma per mostrarne in contrasto i dolorosi risvolti, contrappunto alla lucida consapevolezza spinta sino al punto dell’esasperazione che è il segno di Florbela donna e poeta. Guarda in sé, Florbela, e lo fa incessantemente e immediatamente, musicalmente, senza nulla concedere alla parte riflessiva e mediatrice della parola che potrebbe appunto flettere nella direzione del pacato aggiustamento il suo sguardo. Fa insomma quello che nessun poeta dovrebbe fare…

Florbela Espanca, pseudonimo di Flor Bela de Alma da Conceição, nacque a Vila Vicosa nel 1894, 8 dicembre, e nello stesso giorno morirà suicida, trentasei anni dopo. La sua vita porta fin dalla nascita il segno dell’inquietudine e della stravaganza. Nacque infatti da una relazione extraconiugale del padre, relazione che la moglie accettò, essendo sterile. Florbela fu cresciuta, insieme con il fratello Apeles, nato tre anni dopo dal rapporto con la stessa donna, dal padre e dalla moglie, nonostante fossero stati registrati come figli di padre sconosciuto. Florbela fu una delle prime donne in Portogallo a portare a compimento il ciclo di studi secondario e ad iscriversi successivamente alla facoltà di Diritto, senza tuttavia conseguire la laurea. Si sposò tre volte, ebbe molti amori, non ebbe figli. Contemporanea di Pessoa, la sua storia letteraria oscilla tra apprezzamento e mancato riconoscimento e spazia dalla poesia alla prosa. In vita furono pubblicate soltanto due antologie di testi poetici, il Libro dei dolori e il Libro di sorella saudade. Tutta l’opera poetica di Florbela fu raccolta in Sonetti completi e pubblicata nel 1934 da Guido Battelli, un professore italiano innamorato della sua poesia, e forse anche di lei, con cui fu a lungo in corrispondenza e da lei ritenuto uno degli amici più cari.
Oggi, nonostante l’ostracismo di cui fu vittima a lungo da parte del regime salazarista e della Chiesa, è a buon diritto annoverata tra i grandi della letteratura portoghese.

Gianni Bonini “Paesaggi mediterranei. Dove la geografia provoca la storia”, Edizioni Samizdat, presentazione

Prefazione di Stefania Craxi

To be men not destroyers, l’invito finale dei Cantos chiude icasticamente il XX secolo. Noi non possiamo non farlo nostro e, se è vero che la geografia provoca la storia, tornare ad immergerci nel Mediterraneo, il crocevia liquido che ha sedimentato la nostra civiltà e tornare a studiare i classici proprio quando la cibernetica sembra renderli obsoleti insieme alle nostre aspirazioni alla giustizia sociale (dalla Quarta di copertina)

Paesaggi mediterranei, così come si legge nella Nota dell’autore in apertura al volume, raccoglie nella Prima Parte gli scritti principali pubblicati negli ultimi tre anni, apparsi su riviste come articoli, interviste e saggi brevi di geopolitica scritti tra il 2019 e il 2021; nella Seconda dialoghi con Lorenzo Somigli e altri scritti comparsi tra il 2020 e il 2021

Scrive Gianni Bonini, manager energetico e appassionato cultore di geopolitica, esponendo le proprie motivazioni a riunire gli scritti che compongono il volume:

Il libro prende avvio dall’assunto fatto proprio da Cyprian Broodbank al capitolo secondo della sua insuperabile summa sul Mediterraneo – Il Mediterraneo, Piccola Biblioteca Einaudi, 2015.

“Esistono posti”, ha scritto il poeta Iosif  Brodskij, “la cui osservazione sulla mappa si unisce momentaneamente con la Provvidenza. Posti dove la storia è ineluttabile […] posti dove la geografia provoca la storia.” Il Mediterraneo, prosegue l’archeologo britannico, è pieno di simili luoghi e, pur volendo evitare le semplificazioni deterministiche e riconoscere che la cultura rielabora gli spazi fisici, è evidente che nel corso del tempo questi hanno tendenzialmente incoraggiato o scoraggiato determinate tipologie di attività e decisioni nei popoli vicini.

Così la Storia e la Geopolitica che si intrecciano nei saggi e nelle interviste diventano racconti e narrazioni che vanno oltre la contingenza degli eventi e scavano nelle esistenze dei popoli che si incontrano sullo sfondo, principalmente della prepotente centralità assunta dall’area MENA – Middle East and North Africa – a partire per lo meno dall’Ottocento, dall’apertura del Canale di Suez, ma Napoleone in Egitto non ci andò per capriccio, e poi dalla dissoluzione dell’Impero Ottomano e dalla sostituzione del carbone con la nafta nella Royal Navy.

Mediterranean First non è soltanto l’imperativo strategico di Churchill nel secondo conflitto mondiale, riassume bene ancora oggi l’importanza del vecchio mare nostrum nel quadro di una globalizzazione che si va rattrappendo, il suo essere un formidabile crocevia di scambi commerciali, vitali per la nostra penisola e per buona parte dell’Europa, non solo quella latina, fuoco di un quadrante euro-asiatico che lo storico Franco Cardini ha definito per primo icasticamente “Mediterraneo allargato”, in piena convulsione in Ucraina e sotto crescenti stress da regime change come prolungamento o deriva, se preferite, delle Primavere Arabe.

Il libro si presenta quindi come un’occasione di riflessione civile di respiro che ricerca le radici di un’identità comune e di un meticciato culturale, come il Cardinale Angelo Scola ha chiamato il melting pot di etnie e di culture alla base della koinè mediterranea, che vuole superare il pessimismo attuale dato dall’instabilità endemica nelle sue vicende che non ha mai tuttavia interrotto quel dialogo e quella contaminazione che sono il sale della sua storia. 

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

“Il Mediterraneo nuovo”


Fabio Geda “La scomparsa delle farfalle”, presentazione

Tra conflitti e occasioni di meraviglia, tra realtà quotidiana e rivelazioni, quattro ragazzi intrecciano le loro vite con tutta l’energia della giovinezza. Un ritratto commovente di quella stagione dell’anima che più d’ogni altra si imprime in ciascuno di noi e sceglie il nostro destino.(dal Catalogo Einaudi)

Non nuovo a storie di formazione, Geda racconta quattro vite accompagnandole dalla prima superiore,  nel 1995, fino al 2002.

Quattro giovani, Andrea e Valerio, Anna e Cora, si incontrano per la prima volta tra i banchi di scuola e faranno gruppo il cui nome nascerà una notte entrando in un vivaio di farfalle, da cui poi il titolo. Se ripercorrere il tempo è la base portante del raccontato, sicuramente è il presente con la sua situazione drammatica a farlo scaturire quando Andrea, quello dei quattro che ha preferito isolarsi in montagna, viene travolto da un fiume di fango rischiando la vita: resterà aggrappato non solo ai rami bassi degli alberi ma soprattutto a quei ricordi che hanno scandito la crescita sua e degli amici con cui l’ha condivisa nell’evoluzione di caratteri e di vicende che ne segnano in modo particolare alcuni, tra amori prima vietati e poi nati, tra felicità e disperazione, le due emozioni che danno il polso di un’età che non conosce mediazioni e compromessi.

Fabio Geda è nato a Torino, dove vive. Tra i suoi libri, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani (Instar Libri 2007, Feltrinelli 2009), L’esatta sequenza dei gesti (Instar Libri 2008; Einaudi 2021), Nel mare ci sono i coccodrilli (Baldini + Castoldi 2010), L’estate alla fine del secolo (Baldini + Castoldi 2011; Einaudi 2023), Se la vita che salvi è la tua (Einaudi 2014), Anime scalze (Einaudi 2017 e 2019), Una domenica (Einaudi 2019 e 2021), La scomparsa delle farfalle (Einaudi 2023) e la serie per ragazzi Berlin (Mondadori 2015-2018), È tradotto in trentadue Paesi.(da Einaudi Autori)

Giovanni Bitetto “Sacro niente”, Voland Editore

Voland Editore

Giovanni Bitetto, insegnante, giornalista e  scrittore, nel suo secondo romanzo Sacro niente indaga le vite di uomini e donne accomunati da sentimenti e pulsioni che mirano a svelare il senso dell’esistenza.

In un meridione dimenticato da tutti ma non da Dio, la morte, il lutto e l’amore si intrecciano ai piedi di una statua di Padre Pio che si fa portavoce delle esistenze di uomini e donne comuni. Il blocco di marmo non giudica e non assolve, può solo ascoltare le storie che gli vengono affidate. Un padre, un figlio, un’amante, un autista, un barbiere, personaggi ordinari ma universali,
tutti confessano al santo i propri tormenti, le sofferenze, ma anche
i peccati e le abiezioni. Il sacro niente delle loro vite diviene un pretesto per scandagliare l’animo umano e per indagare l’eterno tentativo di dare un senso all’esistenza.

Brevi note biografiche

Giovanni Bitetto ha scritto di letteratura e società per numerose testate online. Ricopre il ruolo di editor in “NEA Magazine”, rivista di letteratura e fotografia. Con il suo romanzo d’esordio Scavare (Italosvevo, 2019) ha vinto il Premio POP della Fondazione Mondadori. (dal Catalogo Voland Autore)

 Rabindranath Tagore “Fiabe magiche”, presentazione

Storie universali per avvicinare i piccoli a quella profonda e semplice saggezza che regala la felicità

Per i giovani lettori, dai 7 anni

Nella sua parabola letteraria ed esistenziale espresse una convinta ricerca dell’armonia e della bellezza, pur riconoscendo le difficoltà del quotidiano e l’ineluttabilità della sofferenza.(da Ts Edizioni)

Le fiabe di Tagore (Calcutta 1861- Śānti Niketan, Bolpur 1941), vincitore del Premio Nobel nel 1913, nella versione illustrata da Alessandro Sanna, di cui è possibile vedere l’anteprima sulla pagina di Ts Edizioni (a questo link), e a cura di Anna Peiretti specialista nell’Editoria per bambini.

L’autore, poeta, drammaturgo, musicista e filosofo, nelle cui opere è sempre presente un messaggio universale che supera tutte le divisioni tra razze e popolazioni: la sua produzione letteraria fu espressa in bengali, tradotta poi dallo stesso che soggiornò per un certo tempo in Inghilterra, dove approfondì la sua conoscenza della lingua inglese. Oltre alle raccolte di liriche Gītāñjali  e Śiśu, che tradusse in inglese col titolo The crescent moon (1913; tradotto in  italiano nel  1915), fu autore del romanzo Gharē bahirē (1916; tradotto in italiano La casa e il mondo, nel 1924) con il quale mirava  a combattere la violenza. Musicò varie sue liriche e compose numerosi inni, Jana Gana Mana (1912) è poi divenuto l’inno nazionale indiano.

Mauro Vaiani “Cosmonauta Francesco”, presentazione

Porto Seguro Editore

Alcuni stralci

Guardando verso il cuore di Firenze, si vedevano nitidi i profili della bella cupola di Brunelleschi e del campanile di Giotto. In ogni direzione, interi edifici, di cui ricordava bene l’esistenza, erano scomparsi, oppure erano stati in vari modi rimpiccioliti, cioè tagliati in altezza o in larghezza. Gli eccessi di cementificazione, che ai suoi tempi avevano preso d’assalto la zona, erano stati drasticamente rintuzzati. Arna gli fece vedere sulla sua tavoletta elettronica delle foto d’epoca. La cosa più impressionante, per Francesco, fu vedere come fosse stata alla fine completata, pochi anni dopo la sua partenza, una grande caserma di addestramento di quelli che erano stati i carabinieri del vecchio stato italiano. La costruzione era stata da subito criticata, perché inutilmente faraonica, un’assurda orgia di cemento e ferro. Era stata inaugurata solo nel 2016 e oggi, nel 2090, non ce n’era più traccia. Non ne era rimasta pietra su pietra. Al suo posto si trovava un meraviglioso bosco di querce, che circondava e proteggeva orti e serre. Dei grandi palazzi e dei grandi volumi commerciali della periferia fiorentina dei suoi tempi ne erano stati abbattuti almeno uno su due. Al loro posto erano stati ripristinati poderi e campi, canali e laghetti. Dappertutto erano stati piantati alberi che stavano crescendo come patriarchi. (Dal capitolo DECISIONI DI FAMIGLIA)

Una notte Francesco sognò se stesso da ragazzo, in una rumorosa assemblea studentesca nel suo liceo, circondato dai suoi compagni di classe, di molti dei quali aveva dimenticato persino il nome di battesimo. Un vuoto di memoria, questo dei nomi, che lo faceva sentire profondamente triste. Poi però, nel sogno, avevano preso la parola gli oratori invitati a parlare della pace nel mondo, del disarmo nucleare, del bando delle armi di sterminio di massa, dei limiti da porre al commercio internazionale delle armi. La voce pacata ma ferma di una piccola donna, la suora domenicana Stefania Leda Baldini, una fiorentina militante pacifista e anticolonialista della primissima ora, aveva acquietato il brusio della sala e anche a lui aveva restituito un po’ di pace. Un tocco di grazia che lo avvolgeva ancora al momento in cui aprì gli occhi. L’altezza del sole gli rivelò che era più presto del suo solito, ma decise comunque di alzarsi. Un messaggio di Leone gli dava il buongiorno e lo avvertiva che la sera ci sarebbe stato un piccolo ritrovo, a casa. Il giovane pompiere avrebbe cucinato per loro due e per alcuni suoi colleghi di lavoro, che aveva invitato a cena. Bevve un paio di bicchieri d’acqua della cannella. Mise sul fornello elettrico la sua piccola moka e, mentre aspettava che il caffè salisse, si preparò una mezza limonata con il suo ritrovato fantastico spremiagrumi bergamasco. Mangiò dei biscotti fatti in casa da Leone, con un cucchiaino di miele. Poi si accorse che il calendario segnava il giorno di venerdì 2 giugno 2090, commemorazione della Repubblica Italiana. Invece di mettersi subito a fare le faccende di casa, si sedette davanti al computer e cominciò a cercare qualche notizia storica.(Dal capitolo IL RIPUDIO DELLA GUERRA)

La sinossi e brevi note biografiche dalla Quarta di copertina

“Americana. Raccolta di racconti” a cura di Elio Vittorini, presentazione

Fu grazie all’introduzione di Emilio Cecchi, proposta qui in appendice, che il libro poté essere ristampato dopo il primo sequestro a opera della censura fascista. Le introduzioni di Vittorini alle sezioni, proibite a suo tempo dal regime, insieme alle immagini e alle didascalie originali, costituiscono un’affascinante interpretazione dello sviluppo letterario americano e una guida alla scoperta o alla riscoperta di grandi narratori e narratrici”.(dal Catalogo Giunti)

Ripubblicata nel marzo 2023 e in aprile in formato digitale da Giunti Bompiani con i contributi di Giuseppe Zaccaria, è un’antologia stampata per la prima volta nel 1941 a cura di Elio Vittorini che l’aveva proposta all’Editore Bompiani. Oggi rappresenta un viaggio alla scoperta della letteratura americana, dai primi dell’Ottocento alla fine degli anni ‘30  del Novecento, e assomma racconti di celebri autori tradotti da altrettanto celebri autori italiani tra i quali spiccano i nomi di Montale, Moravia, Pavese. Piovene e lo stesso Vittorini.

Un’opera ampia che nella prima edizione ebbe a scontrarsi con la censura fascista.

Il testo di una missiva di Vittorini all’editore sottolinea il fervore che animava l’indagine letteraria e nello stesso tempo la vastità del panorama americano in cui si muovevano le ricerche di Vittorini che scrive da Firenze il 5 maggio del 1940

“Sto leggendo tre volumi al giorno: per l’antologia. Quando tornerò a Milano, sabato e domenica prossima, avrò completato il lavoro di scelta. Intanto ho ottenuto che anche Moravia traduca tre racconti. Bene no? Così i traduttori saranno tutti scrittori”

Interessante la notazione conclusiva che vuole i traduttori a loro volta scrittori.

All’interno dell’opera anche le lettere indirizzate a Bompiani da Elio Vittorini offrono uno spaccato storico oltre che letterario sulla scelta fascista di censurarla da parte dell’allora Ministro della Cultura popolare Alessandro Pavolini. Un cammino arduo precedette l’opera di pubblicazione: incriminati furono i corsivi e le note critiche cui Vittorini faceva precedere i brani scelti e la Prefazione fu così affidata ad Emilio Cecchi, “più gradito”, scrive Zaccaria nella sua ampia e articolata presentazione, che si fece garante dell’Opera nei confronti del Ministero. Cecchi, accademico d’Italia, era esponente infatti della cosiddetta “prosa d’arte”, si legge nelle note che precedono i numerosi carteggi riportati tra Bompiani, Pavolini, Cecchi, Vittorini, Pavese e Montale.

Elio Vittorini nacque a Siracusa nel 1908. A ventitré anni esordì con Piccola borghesia e nel 1932 scrisse Viaggio in Sardegna, ripubblicato nel 1952 col titolo Sardegna come un’infanzia. È di quegli anni anche il romanzo Il garofano rosso, pubblicato in volume solo nel 1948. Nel 1941 uscì presso Bompiani Conversazione in Sicilia e nel 1945 Uomini e no, i suoi titoli più celebri, seguiti poi da Il Sempione strizza l’occhio al Fréjus (1947), Le donne di Messina (1949) e Diario in pubblico (1957). Con l’antologia Americana (1942) fu tra i primi traduttori della grande letteratura americana in Italia. Fondatore della rivista Il Politecnico, diresse successivamente le collane “I gettoni” per Einaudi e “Medusa” per Mondadori e i quaderni di letteratura Il Menabò insieme a Italo Calvino. Morì a Milano nel 1966. Nei Tascabili Bompiani sono disponibili Tre storieSardegna come un’infanziaAmericana, la nuova edizione di Diario in pubblicoIl garofano rossoIl Sempione strizza l’occhio al Fréjus, le Le donne di Messina e Le città del mondo e, nei Classici Contemporanei, Il garofano rosso e Conversazione in Sicilia. (da Giunti Autori)

La Quarta di copertina riporta l’elenco degli autori presenti nell’Antologia

Robert Louis Stevenson “Il diavolo nella bottiglia” Edida, con il testo a fronte e le illustrazioni di Elena Salucco

Edida.net

” Collana I Classici di Edida”

Il testo a fronte e le illustrazioni di Elena Salucco lo impreziosiscono.

Un buon regalo e una buona lettura per tutte le età

Dalla Nota introduttiva

Il Diavolo nella bottiglia fa parte della raccolta “Intrattenimenti delle notti sull’isola”.

Fu composto fra il dicembre 1889 e il gennaio del 1890 mentre l’autore si trovava a Honolulu; pubblicato nel 1891 sull’«Herald» di New York e successivamente, sul «Black and White» di Londra fu infine tradotto nell’idioma di Samoa per una rivista locale.

Lo stile di classica semplicità utilizzato dall’autore, da lui stesso ritenuto “affine ai racconti popolari delle Hawaii per ingenuità e qualità dell’immaginazione”, si prestava bene a questo scopo. Motivo ispiratore del racconto, quello di uno scellerato patto con le potenze infernali per ottenere successo in vita ma l’inevitabile perdita dell’anima dopo la morte, trova la sua origine nelle narrazioni favolistiche dell’area romantica germanica, basti pensare allo Spiritus familiaris dei Grimm o al ben più celebre Dottor Faust di Goethe. Occorre anche ricordare che la vicenda, ambientata nelle isole Hawaii, s’inserisce a pieno titolo nel filone esotico, proprio del carattere cosmopolita di un ampio settore della letteratura inglese, i cui autori, a partire da Defoe fino a Conrad, a Kipling e a Lawrence, amano collocare le vicende narrate nelle loro opere in paesi lontani.

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N.B: Nel testo in digitale, incompatibile con la struttura a fronte, l’opera in lingua originale è inserita in fondo.

La Quarta di copertina e un’illustrazione di Elena Salucco

Pasquale Fierro “Senza fatica niente”, presentazione

Dall’Introduzione

Da tempo desideravo scrivere un racconto o un romanzo di fantasia ma basato su fatti quotidiani. Cercavo una trama avvincente che mettesse in evidenza e relazione temi quali il lavoro, lo sfruttamento, la connivenza tra istituzioni e criminalità ma anche la solidarietà umana, la generosità e l’altruismo. Il bene e il male a confronto. […] Ho cercato qualcuno che mi affiancasse in questo mio progetto e mi supportasse nella stesura del romanzo e ho trovato una preziosa e ottima collaboratrice in Sonia Gabriella Milan Patton, artista poliedrica e professionista dalle forti qualità morali e umane, […] Sono originario di Nocera Inferiore (Sa) e in questo romanzo si è voluto raccontare, tra verità e fantasia, il problema del “caporalato” che attanaglia ancora oggi il nostro meraviglioso Sud Italia, la mia meravigliosa terra dove sono nato e cresciuto ma non soltanto.
La speranza degli onesti e dei giusti è che la legalità, prima o poi, possa e debba vincere in qualsiasi contesto della nostra società e del nostro quotidiano: da questo convincimento è spiccato il lungo racconto. I proventi dell’Autore saranno devoluti a favore dell’Associazione Balzoo, Banco Italiano Zoologico Onlus, sede territoriale di Novara, città in cui mi sono trasferito e di cui mi sono innamorato. Io ho già un lavoro: sono un militare dell’Esercito Italiano in carriera da sedici anni,

Pasquale Fierro

Casa Editrice Kimerik

La sinossi dalla Quarta di copertina
Brevi note biografiche