
“Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni – schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più… René non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. Poi ecco la guerra, che cambia tutto […]”( da e/o edizioni)
Il romanzo di Naspini si ispira ad una storia vera, un pezzo di storia recente ma di cui si sapeva molto poco: “com’è possibile che a quel muro invalicabile eretto intorno alla Villa per tenere ben separati il dentro dal fuori, gli abitanti abbiano opposto un altro muro, di silenzio e oblio, che ha cominciato a sgretolarsi solo nel 2008, quando a Roccatederighi finalmente è stata collocata una lapide in memoria?”(dalla recensione di Fulvio Paloscia su La Repubblica del 25 gennaio 2023)
Così dichiara lo stesso autore incredulo su quanto accaduto a Roccatederighi tra il 1943 e il 1944.
I fatti storici raccontano che la residenza estiva del vescovo, la Villa del Seminario appunto, fu affittata con regolare contratto a un gerarca perché vi potesse realizzare un campo destinato a raccogliere un centinaio di ebrei italiani e stranieri che in seguito sarebbero stati in parte deportati nei lager, soprattutto ad Auschwitz. Fatti tristi e incresciosi di una storia non molto lontana.
La finzione narrativa vede il paese di Le Case, nella realtà storica Roccatederighi, come ambientazione e un protagonista, il ciabattino Renè, un cinquantenne dalla vita oscura. È proprio attraverso il vissuto del protagonista e la sua ribellione a quanto sta accadendo intorno a lui, senza che gli altri paiono averne contezza, che si sviluppano le pagine più vive del romanzo: quanto capitato ad Anna, la vedova di cui è segretamente innamorato, le domande che rivolge a se stesso, lo spingeranno all’azione.
Cosa può fare un ciabattino che si vota alla causa partigiana? Il ciabattino sabotatore…
Brevi note biografiche
Sacha Naspini è nato a Grosseto nel 1976. È autore di numerosi racconti e romanzi, tra i quali ricordiamo L’ingrato (2006), I sassi (2007), Cento per cento (2009), Il gran diavolo (2014) e, per le nostre edizioni, Le Case del malcontento (2018 – Premio Città di Lugnano, Premio Città di Cave, finalista al Premio Città di Rieti; da questo romanzo è in fase di sviluppo una serie tv), Ossigeno (2019 – Premio Pinocchio Sherlock, Città di Collodi), I Cariolanti (2020), Nives (2020), La voce di Robert Wright (2021), Le nostre assenze (2022) e Villa del seminario (2023). È tradotto o in corso di traduzione in Inghilterra, Canada, Stati Uniti, Francia, Grecia, Corea del Sud, Cina, Croazia, Russia, Spagna, Germania ed Egitto. Scrive per il cinema.
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