Fuad Rifka “L’ultima parola sul pane”, AnimaMundi Edizioni

Pagine: 72 prezzo: 13 euro

AnimaMundi Edizioni

Collana di poesia Cantus firmus a cura di Franca Mancinelli e Rossana Abis

La sua poesia col tempo 

si consuma,

diventa mormorio, 

traccia e segno…

e, nelle vene dell’alloro, 

soffio di vento.

L’uccello del cardo e la ciotola della sorgente 

leggono quel segno.

Fuad Rifka

L’ultima parola sul pane (premio Mediterraneo 2008) è l’unico libro attualmente disponibile in traduzione italiana di uno dei più grandi poeti contemporanei, Fuad Rifka, erede dell’antica tradizione meditativa orientale e insieme uno dei maggiori innovatori della poesia araba. Versi essenziali e necessari, generati da un’illuminante saggezza, tra misticismo sufi e la migliore poesia tedesca, di cui Rifka è stato raffinato conoscitore e traduttore. Un libro capace di essere nutrimento per l’uomo, per la sua inquietudine e tensione più autentica, perché, come afferma Rifka “La poesia è come il pane: semplice e sacra. È un filo elettrico in grado di connetterci con l’infinito, con la natura, con l’anima del mondo”.

Fuad Rifka è nato nel 1930 in un piccolo villaggio della Siria, ma è emigrato in giovane età a Beirut, dove è vissuto come cittadino libanese, e dove è morto nel 2011. Grande conoscitore della poesia tedesca, ha tradotto in arabo tra gli altri Goethe, Novalis, Hölderlin, Rilke, Trakl. È stato professore emerito di filosofia alla Libanese American University di Beirut. Le sue raccolte sono state tradotte in diverse lingue.

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