Tre presentazioni in breve:

Emily Itami “Ballata malinconica di una vita perfetta”

Tsumura Kikuko “Un lavoro perfetto”

Hiroko Oymada “La fabbrica”

Tre romanzi di autori giapponesi ambientati in Giappone che guardano al mondo del lavoro nipponico e alla condizione femminile con sguardo più ironico o sottolineandone la drammaticità e l’insensatezza: una risposta comunque meno rigida e meno aderente alle regole di obbedienza e impegno totale e all’accettazione delle stesse. Lo stress da lavoro, con le morti e i suicidi che lo contrassegnano, o la stessa diffusione dei locali in cui gli animali sono presenti per momenti di relax, evidenziano la ricerca di un rapporto diverso e la volontà, almeno sulla carta, di osservare un asservimento ai dettami da un punto di vista diverso.

Emily Itami “Ballata malinconica di una vita perfetta”

Mizuki, la protagonista, come l’autrice è vissuta per un certo periodo all’estero, negli Stati Uniti, e da quell’esperienza ha derivato una visione diversa dei propri compiti e impegni. Sposata con un uomo in carriera vive a Tokyo una vita apparentemente perfetta che non la soddisfa però pienamente: il marito lavora tanto e viene assorbito completamente da ritmi e regole che lo rendono distratto; dall’altra lei ha rinunciato al suo sogno giovanile di fare la cantante ed ora è madre con le incombenze legate al compito. Fino a quando incontra Kiyoshi, un ristoratore di successo…

Ne scaturisce un quadro della condizione della donna e dello stile di vita nel Giappone di oggi

Emily Itami è cresciuta a Tokyo prima di trasferirsi a Londra, dove ora vive con la sua famiglia. È una giornalista freelance e una scrittrice di viaggi. Ballata malinconica di una vita perfetta è il suo primo romanzo. (dalla pagina Autori di Mondadori)

Tsumura Kikuko “Un lavoro perfetto”

Esiste il lavoro perfetto per ciascuno di noi? La signora Masakado, consulente del lavoro, pensa di essere in grado di trovare a ciascuno in base alle proprie richieste, ma la protagonista senza nome di questa storia, se non alla fine, quando si presenta pone requisiti ben precisi: vittima di un esaurimento nervoso da lavoro ora cerca un’attività “semplice” che non la coinvolga, che salvaguardi la sua mente, che non le crei alcuna pressione. Dopo ben cinque esperienze in attività che appaiono rispondere ai requisiti la protagonista scoprirà che il lavoro perfetto appunto non esiste, neanche quello in totale solitudine di custode di un capanno nel bosco. Non manca il finale a sorpresa.

Tsumura Kikuko, talento emergente nel panorama letterario giapponese, ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra i quali i prestigiosi premi letterari Akutagawa e Noma, oltre al PEN/Robert J. Dau per un suo racconto pubblicato su Granta. (da Marsilio Editore)

Hiroko Oymada “La fabbrica

Tre i protagonisti in questo romanzo d’esordio, che prende spunto dalla personale esperienza dell’autrice che ha lavorato come precaria per la filiale di una casa automobilistica, le cui storie si alternano e s’intrecciano in un’atmosfera inquietante e drammatica: una città- fabbrica con reparti sconfinati e una navetta per raggiungerli, un grigio imperante e animali ovunque.

Nata a Hiroshima nel 1983, Hiroko Oyamada ha vinto il premio Shincho for New Writers con La fabbrica, ispirato alla sua esperienza di lavoro come precaria per la filiale di una casa automobilistica. Il suo secondo romanzo, The Hole, ha vinto il premio Akutagawa.( da Neri Pozza Editore)

E anche la recensione di Maria Anna Patti di CasaLettori

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