
Candidato tra i primi al Premio Strega, il romanzo ha per protagonista una scrittrice matura, che ha raggiunto il successo a 47anni, ma non è importante per lei solo come tale, ma è soprattutto riscatto da una lungo periodo della propria vita oscuro e tormentato e da un presente pieno di ombre; è in questa situazione che giunge la telefonata di Federica, compagna di liceo ma di cui ha perso le tracce da molti anni.
Se il successo fa uscire dal buio, dall’anonimato, notorietà effimera che paga finché dura, la telefonata dell’amica determinerà un ritorno a ritroso, all’età trascorsa e precedente, a un guardare il passato a distanza, quella creata dagli anni, dal trascorrere del tempo che lascia scorrendo molti segni. Guardare indietro a quell’età adolescenziale in cui non si sa ancora, quando si è ancora potenzialmente proiettati a un futuro che potrebbe realizzarsi, ma non in atto.
Tante figure femminili nel romanzo tra le quali la bella e invidiata Livia, sorella di Federica, cristallizzata per sempre nel passato con quell’invidiata bellezza ormai sfiorita, ma di cui non sa, non ha consapevolezza.
Sembrava bellezza è un romanzo sull’impietoso trascorrere del tempo, e su come nel ripercorrerlo si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi. Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l’autrice, con una scrittura che si è fatta più calda e accogliente, senza perdere nulla della sua affilata potenza, mette in scena con acume prodigioso le relazioni, tra donne e non solo. Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.
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