La recensione di Maria Anna Patti di CasaLettori

Londra primi decenni del Novecento, due giovani londinesi, Harriet ed Arnold l’una l’opposto dell’altro, si incontrano, si innamorano, si perdono e si ritrovano più volte: lei una pianista squattrinata e attraente, lui cinico e ambizioso. In comune hanno le umili origini dalle quali cercano un riscatto lei nel desiderio di essere accettata lui attraverso la carriera politica. Ma c’è un ma: è il prodigio che caratterizza la bella Harriet che riesce a leggere nei pensieri di Arnold smascherandone le ipocrisie. Arroganza e convinta superiorità maschile si scontrano e s’incontrano con la femminilità e la sensibilità, con la “musica” di Harriet, ma non è solo una storia d’amore che si perde e di contrasti: personaggi sfaccettati, atmosfere e ambientazioni dettagliate e coinvolgenti, finale che lascia stupiti e richiama il sottotitolo “A London fantasy”, mentre lo sfondo storico della vicenda si attualizza attraverso riferimenti alla cronaca e ai dettami della società del tempo.
Un romanzo inedito di Rebecca West, autrice della trilogia degli Aubrey.
Harriet Hume, affascinante pianista squattrinata, mistica e stravagante, è l’essenza della femminilità; Arnold Condorex, spregiudicato uomo politico imbrigliato in un matrimonio di convenienza con la figlia di un membro del Parlamento, è un ambizioso calcolatore senza scrupoli. I due si amano: sono opposti che si attraggono, e nel corso degli anni si incontrano e si respingono, in varie stagioni e in vari luoghi di Londra, come legati da un filo sottile che non si spezza mai.[…]