Protagonista è Corrado Arezzo De Spucches, Barone di Donnafugata, un aristocratico illuminato vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, e del quale l’autrice ricostruisce, come in un diario privato, articolato in 23 capitoli, l’infanzia con l’amata balia Annetta, gli anni degli studi a Palermo animati dal furore risorgimentale fino alla delusione per il fallimento dell’amministrazione sabauda, ma anche la sensibilità artistica del protagonista che lo portò a rappresentare l’Italia all’Internazionale di Dublino, e della sua vita privata di marito, padre e nonno ed è come tale che la sua dinastia si incrocia con quella dell’autrice: il bimbo di nove anni di una delle figlie di Corrado sarà il il suo bisnonno materno. Ed è quindi a questa figura particolare di intellettuale rivoluzionario e senatore del regno che l’autrice ha dedicato questa ricostruzione nel romanzo storico “Donnafugata”. Non nuova a residenze famose e di pregio come il Palazzo di Donnafugata, la DiQuattro ha scritto un romanzo ( La mia casa di Montalbano) anche su un’altra abitazione che le appartiene: la casa di Montalbano a Punta Secca, il commissario inventato da Camilleri.
Donnafugata è un luogo, a due passi da Ragusa, tra carrubi secolari, muri a secco e campagna scoscesa. Donnafugata è un tempo, l’Ottocento, tra dominazione borbonica, moti di fierezza popolare e alba della dignità operaia. Donnafugata è un casato, tra i più antichi di Ibla, che di quella terra e quei giorni incarna gioie, patimenti e futuro. […] In una carezza lunga quasi un secolo, questo è il ritratto intimo di un illuminato uomo pubblico, ma pure la storia frugale e aggraziata di una famiglia unica e insieme qualunque.
Dello stesso autore: