Tana French “Il rifugio” presentazione in breve

Chi ama la suspance, la tensione esasperata, la trama ben congegnata e ben scritta, le troverà in questo romanzo di Tana French: Brianstown, sulla costa vicino a Dublino, avrebbe dovuto essere un luogo di relax per famiglie, ma la crisi lo ha degradato e reso tetro con le sue villette incompiute e il quartiere semiabbandonato.

In questa cornice si collocano una famiglia massacrata e un’unica sopravvissuta e il detective a cui sarà affidato il caso: Mick Kennedy,  investigatore di punta della squadra Omicidi di Dublino che, oltre a risolvere il caso, dovrà affrontare i propri dolorosi ricordi legati al quartiere in cui viveva la famiglia.

Dello stesso autore, la recensione su mangialibri:

Tana French “L’intruso”

 

 

 

 

Niccolò Ammaniti “Branchie” recensione di Letizia Tripodi

Le opinioni dei lettori

Se si ha voglia di immergersi in un viaggio ai confini dell’inverosimile, dove niente o quasi segue il filo della logica, Branchie di Niccolò Ammaniti è di sicuro il libro adatto. Magari da lettori ci lasciamo attirare da quest’opera dopo essere passati per uno dei più grandi successi dello scrittore, Io non ho paura, e ci aspettiamo di ritrovare tra le righe un’altra storia che per quanto crudele e dolorosa, si attiene alla realtà.
In partenza
Branchie ha tutte le premesse per svilupparsi come un libro del genere: si apre con Marco, un ragazzo ventenne malato di cancro che, stanco di starsene con le mani in mano a condurre la vita piatta e monotona che gli permetterebbe di allungare per un po’ i suoi giorni e annoiato dalla sua stessa esistenza, decide di partire per l’India al fine di esaudire la richiesta, un po’ bizzarra, di un’anziana sconosciuta. Nonostante quest’ultimo dettaglio però, fin qui non sembrerebbero esserci particolari stranezze e con grande probabilità ci staremo preparando a seguire il giovane protagonista in questo tentativo di riappropriarsi un po’ della vita, seguendolo in quello che ci immaginiamo essere il suo ultimo grande viaggio. In realtà però da questo punto partiranno alcune tra le cose più assurde ed impensabili, il romanzo perderà ogni legame con il reale e seguiremo le vicende talvolta stupiti, altre volte incuriositi, ci chiederemo come sia stato possibile finire in questo mix di aspetti surreali e per certi versi anche demenziali. Nel racconto stranezza si aggiunge a stranezza e quando penseremo di aver raggiunto l’apice dell’assurdità della storia, ecco che un elemento ancora più assurdo ci farà spalancare gli occhi o sorridere dallo stupore.
Ammaniti, che all’epoca della scrittura del libro stava finendo i suoi studi universitari e, come lui stesso ricorda, passava gran parte della giornata chiuso nel laboratorio della facoltà, è consapevole di quanto i fatti narrati siano irreali, ma per lui questo non è affatto un problema, tanto che non cerca di “aggiustare” la storia secondo dei canoni realistici, ma anzi ne aumenta sempre più il carattere paradossale. È come se l’ispirazione gli fosse nata da un sogno tormentato: infatti così come in un sogno si susseguono in continuo immagini sconnesse, allo stesso modo lo scrittore ha unito alcuni tra i fatti più improbabili costruendo l’impalcatura di questo romanzo.
Tale carattere surreale ce lo porteremo dietro fino alle ultime pagine del libro e anche la conclusione stessa lascerà spazio a dubbi e interrogativi, sembra quasi un finale aperto che permette al lettore di dare un proprio senso alla storia, secondo quelle che sono le proprie interpretazioni. Questi tratti irrealistici, ad ogni modo, non nuoceranno al romanzo, con la sua scrittura scorrevole Ammaniti ci terrà incollati al libro, curiosi di scoprire cosa succederà pagina dopo pagina.

Goscinny Uderzo “Asterix e il nuovo menhir d’oro” articolo di Luca Valtorta da Robinson La Repubblica

 

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Invito a rileggere Shakespeare: articolo di E. Franceschini da Robinson La Repubblica

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Edizioni in lingua inglese:

Stanley Wells “Looking for sex in Shakespeare” 2004

Stanley Wells “Shakespeare, Sex, and Love” 2010

 

Mary Miller “Biloxi” presentazione in breve

Biloxi è il nome della città del Mississippi dove vive Louis, un sessantatreenne con un passato e un presente poco felici: è stato lasciato dalla moglie, vive solo e in solitudine, tra birre e televisione, in attesa di un’eredita che tarda ad arrivare.

E poi un giorno per caso l’incontro con Layla, una meticcia in lieve sovrappeso e non particolarmente sveglia: in pochi giorni i due diventano inseparabili e il mondo di Louis cambierà all’improvviso!

La sinossi e l’ampia rassegna stampa sulla pagina di Black Coffee edizioni

 

Hans Tuzzi “Nessuno rivede Itaca” recensione di Salvina Pizzuoli

‘E ora mi dedico alla lettura dell’ultimo Tuzzi’, dico a me stessa, come anni fa dicevo ‘ora mi fumo una sigaretta’, quasi un premio a fine fatica, prima di affrontarne un’altra; una pausa, piacevole e ritemprante.

Sì, leggere Tuzzi è entrare in una pausa ritemprante perché la mente gioisce e si aprono tante nuove “finestre”. E se il Tuzzi giallista mi stuzzica molto, beh, non so proprio cosa dire di quest’ultimo lavoro che un giallo non è: rubo l’immagine a Flaminio Gualdoni, la trovo felice e molto vicina alla mia. La leggo nella striscia che cinge la copertina, una striscia gialla che non copre quanto si legge a sinistra del volto di ragazza dalla pettinatura cornuta: la sola vita che merita d’essere vissuta o è eretica o non è, chiarita poi nelle pagine finali del testo: la deviazione, lo scarto curioso, ozioso, inutile apparentemente gratuito […] Sì, il détour. La diversione. In greco, l’eresia.

Anche questa dicitura colpisce come la sua interpretazione; ma tornando all’espressione di Gualdoni: un ottovolante linguistico strepitoso, cui aggiungerei ‘e letterario’.

Sì, scritto con estrema maestria, così audace nelle descrizioni e così lirico, così profondo e così dissacrante, un testo da cui non si esce indenni, ha scritto Genovese, vero, ma impossessandosi di tante proposte di riflessione.

Una sciarada tra un giovane e il suo mentore, una confessione, un lascito, una lezione di vita, una lettura critica del passato e del presente. Un’idea narrativa che coniuga un bisogno di memoria, che si sente imperioso oggi, con la ricerca della memoria per leggere non solo il presente, ma il motivo del vivere, da rintracciare nella breve storia che è la vita di ciascuno di noi.

Bello il titolo, evocativo, che come il testo racconta un viaggio anzi, il viaggio, metafora del cammino dell’uomo, ricerca scandita da tappe di cui Itaca è la prima, seducente, sfolgorante e immemore: la giovinezza.

E chi sono i due protagonisti che si alternano in uno scambio tra ricordo e meditazione?

Massimo, lo scrittore, e Tommaso, il musicista: poco dopo il suo cinquantesimo compleanno quest’ultimo riceve una chiavetta e una scatola con foto e cartoline. Nella chiavetta lo scritto di Massimo, deceduto recentemente, che si muove tra le più varie argomentazioni, ricordi, riflessioni, viaggi, esperienze, diversità, domande e rammarichi, come quello di non aver scritto il libro che gli sarebbe piaciuto leggere e che di fatto costruisce attraverso la propria autobiografia, anche se nelle prime pagine egli stesso invita Tommaso a tenere presente l’osservazione di Todorov: per uno scrittore, parlare di sé stesso significa non essere più quel sé stesso perché io non riduce due a uno, ma di due fa tre. E si fa personaggio, come avviene a Massimo.

Una lettura interessante, impegnativa, che scombussola, come quando si sfreccia su un ottovolante.

Da domani 14 maggio in libreria

Dello stesso autore:

Hans Tuzzi, Il sesto Faraone

Hans Tuzzi “Il Trio dell’Arciduca”

Hans Tuzzi, “Al vento dell’Oceano”

Hans Tuzzi “La belva nel Labirinto”

Hans Tuzzi “La morte segue i magi”

Hans Tuzzi “La vita uccide in prosa”

Hans Tuzzi “Polvere d’agosto”

Hans Tuzzi “La notte di là dai vetri”

Hans Tuzzi, “zaff&rano e altre spezie”

Hans Tuzzi “Morte di un magnate americano”

Hans Tuzzi “Il mondo visto dai libri”

Hans Tuzzi “Trittico”

Hans Tuzzi “Vanagloria”

 

Giovanni Mariotti “Piccoli addii” recensione di Maria Anna Patti da Robinson La Repubblica

continua a leggere la recensione di Maria Anna Patti

 

Dal Risvolto:

In questo piccolo libro Giovanni Mariotti parla di un’epoca in cui le donne portavano le calze velate e la volpe al collo, in cui era possibile acquistare le sigarette sciolte, in cui esistevano ancora la carta assorbente e i treni a vapore. Rielaborando appunti e ritagli di suoi vecchi articoli, ha conferito a ogni pagina uno smalto letterario che si riallaccia a una nobile e antica tradizione italiana: l’elzeviro.[…]

Altri Microgrammi a questo link

e su tuttatoscanalibri:

Georges Simenon “Un delitto in Gabon”

Robert Louis Stevenson “Will del mulino”

Shirley Jackson “Pomeriggio d’estate”

Paolo Preto “Falsi e falsari nella storia” presentazione da Il Venerdì La Repubblica 1Maggio

                  la realtà in 2.000 e più anni di storia […]

Dalla sinossi, da Viella Editore:

I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi anziani di Sion nel diffondere l’antisemitismo. Si falsificano atti diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le antiche epigrafi, e non solo per denaro. […]Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell’ombra, ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica o di George Psalmanazar che offre agli inglesi una Formosa inesistente

 

 

Lamberto Salucco “Manabile semiserio di Excel. Prima parte per principianti”

 

Dall’ Introduzione:

All’inizio Excel non mi piaceva per niente. Quando accendevo un computer preferivo imparare a lavorare su cose più “divertenti”: Cubase, 3ds, Photoshop, videogiochi etc. La suite MS Office rappresentava per me il momento triste della vita informatica.

Poi però ho iniziato a insegnare e ho notato che le persone che venivano a lezione avevano un gran bisogno di competenze su Word e su Excel; Powerpoint erano invece convinti (come gran parte delle persone ancora oggi) di conoscerlo bene mentre di Access non volevano nemmeno sentir parlare. È stato allora che ho iniziato ad apprezzare Excel, studiando per preparare i programmi dei corsi che ancora oggi, dopo quasi venti anni di docenze, tengo in tutta la Toscana.

Excel è un mondo. È un software enorme, non è possibile conoscerlo completamente. Perché il problema non è tanto il programma in sé quanto gli infiniti modi in cui può utilizzarlo un utente. Praticamente non esiste un settore lavorativo dove non possa tornare utile, quindi bisogna conoscerlo. Almeno un po’, almeno le cose fondamentali. Perché poi fa comodo, fa molto comodo.

Non lasciatevelo scappare, lo trovate su Amazon in formato digitale e in cartaceo

Maria Attanasio “Lo splendore del niente e altre storie” recensione di Salvina Pizzuoli

Otto storie, otto donne, vissute tra la fine del Seicento e il Settecento. Storie d’archivio, prevalentemente l’archivio storico di Caltagirone, rese intense e nitide dalla vivacità narrativa con la quale l’autrice sa restituirle al lettore: chi legge le vede emergere dalle pagine, agire e muoversi nel loro mondo e nel loro tempo con una determinazione che ne cancella i limiti perché, siano esse contadine o dame, hanno saputo affermare la propria autonomia nel decidere del proprio destino.

Ricostruendo, tra immaginario storico e tracce documentali, il pensare e l’operare di Catarina, Francisca, Annarcangela, Ignazia, ma anche delle protagoniste degli altri racconti, la mia vita si è fusa con la loro in una sorta di transfert, di autobiografia traslata nel tempo dell’esclusione dal linguaggio che ha caratterizzato l’identità di genere; dove però è possibile ritrovare sorprendenti storie di coraggio e di resistenza alla discriminazione e all’ingiustizia. Cosi precisa l’autrice nella Nota introduttiva.

Sì, proprio questo colpisce nella narrazione, il riportare alla luce vite di cui si sarebbe perduta la traccia, con l’utilizzo di lingue e linguaggi che ne ripropongono perfettamente l’identità storica, con una partecipazione al raccontare che mescola sapientemente e l’amore per la ricerca, che ha permesso di ritrovarle, e la volontà di restituirle esemplarmente senza snaturarne la veridicità.

Conosciamo così la vicenda incredibile di Francisca, uomo-femmina, “masculu fora e fimmina intra” che saprà salvarsi con la semplicità delle proprie motivazioni e ragioni dal tribunale dell’Inquisizione. Ma anche di Catarina che si immolerà per amore o volontà incrollabili di libere scelte come quella di Ignazia o la storia di una badessa che si oppone ai desideri astrusi di un re che per salvare i suoi fagiani lasciava divorare i suoi sudditi dai topi, solo per indicarne qualcuna senza far torto a nessuna delle superbe figure di donna che la Attanasio ha saputo raffigurare. Racconti brevi ma con lo spessore del romanzo tanto è pregnante il loro contenuto che rimanda ad un’altra bella figura femminile tratteggiata mirabilmente nelle pagine de La ragazza di Marsiglia.

Dello stesso autore:

Maria Attanasio “La ragazza di Marsiglia”

Brevi note di Salvina Pizzuoli a “La ragazza di Marsiglia”