Arianna Farinelli “Gotico americano” recensione di Salvina Pizzuoli

 

 

Arianna Farinelli nata a Roma vive dal 2001 negli Stati Uniti dove insegna Scienze Politiche al Baruch College della City University di New York; è questo un aspetto importante della sua biografia per comprendere meglio questo romanzo d’esordio, ambientato durante l’elezione di Donald Trump, in cui presenta vari aspetti della società statunitense contemporanea. Il tema conduttore è quello dei diritti negati siano essi familiari, siano essi sociali o politico-economici, l’esclusione, il diverso, il nemico, l’emarginazione delle minoranze.

Tra le prime esperienze americane di Bruna, la protagonista, una italiana che per amore va a vivere negli Stati Uniti e  che come l’autrice insegna Scienze Politiche, l’incontro-scontro con la famiglia italo americana del futuro marito Tom, studente modello e futuro medico. Qui l’autrice metterà in luce il retaggio di quanto vissuto dagli emigrati italiani per raggiungere, con impegno,  fatica, sacrifici e rinunce, uno status sociale riconosciuto nella buona società, retaggio che influenzerà e peserà non solo sulle loro vite ma anche sulle scelte dei figli condannati a mantenerlo. Interessante e ben tratteggiata la figura della suocera, Amanda, figlia di bottegai divenuta docente universitaria, chiusa negli ideali perbenisti, senza riuscire a vedere oltre questi limiti e limitazioni nonostante l’ alto livello di cultura conquistato, ma che sa solo imporre, coadiuvata dal marito completamente assoggettato. 

Questa prima esperienza accompagnerà la protagonista dentro tutto il romanzo con sviluppi che la vedranno allontanarsi dal marito e dalla famiglia di lui per salvaguardare i due figli, Mario con problemi ad identificarsi in un corpo maschile e la figlia maggiore, Minerva, sensibile e acuta, forse troppo, e candidata ad una maggiore sofferenza.

Bruna conoscerà anche l’amore clandestino nato per caso con uno dei suoi studenti. Nel racconto della sua relazione con Yunus, afro-americano, il romanzo si sofferma sul tema del razzismo, ancora perdurante; attraverso le esperienze e il memoriale di Yunus, “Gotico americano” appunto, saranno messe in luce le vicissitudini infantili e successive che lo hanno deprivato degli affetti fondamentali, la volontà frustrata di riuscire ad emergere, tutti i motivi per cui seguirà, per proteggerlo, l’unico brandello di “famiglia” che gli è rimasto, e partirà con Mohammed verso una guerra non sua, assoldato dell’ISIS.

Dalla Nota dell’Autrice:

[…] come esseri umani siamo tutti titolari degli stessi diritti inalienabili: il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità, proprio come scritto nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America

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