Andrea Bonacchi “Il burqa delle streghe” recensione di Luisa Gianassi

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“Il burqa delle streghe” di Andrea Bonacchi – edito da Apice libri – oltre ad essere un romanzo pieno di colpi di scena che ne rendono avvincente la lettura, è anche ricco di idee e spunti di riflessione. Si parla di anoressia, di emancipazione femminile e della possibilità di una convivenza pacifica tra Popoli. Ambientato in Toscana, spazia tra campagna e città: attraverso l’amore tra il protagonista narrante e Fadwa, una giovane donna libanese, si incontrano e scontrano occidente e mondo islamico. L’autore nell’evoluzione delle vicende svela che la vera integrazione può passare solo attraverso l’universo femminile, le cui caratteristiche sono l’empatia e la solidarietà. Proprio grazie all’energia femminile si evolve anche la crescita personale del protagonista, il cui nome viene rivelato solo nell’ultima pagina del romanzo, a significare che finalmente ha trovato la sua strada e consapevolezza di sé. Il burqa in questo romanzo perde il suo significato oggettivo legato al mondo islamico e diventa il simbolo di ogni forma di condizionamento, dato anche da modelli sociali, culturali o religiosi del nostro occidente. Infatti Fadwa, discutendo con una sua coetanea Toscana dice “anche voi occidentali avete il vostro burqa: la taglia 38”.

Luisa Gianassi

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