Quella rete di spionaggio tutta al femminile
di Flavia Piccinni
«La prima persona che incontrai in Inghilterra fu un’allucinazione. L’avevo portata con me a bordo del placido transatlantico che mi aveva condotto, intorpidita e sofferente, da New York a Southampton». Inizia così l’appassionante romanzo della californiana Kate Quinn “Fiori dalla cenere” (pp. 464, EUR 18) appena pubblicato da Nord Editore. È ispirato a una storia vera: la rete di spionaggio al femminile più efficiente di tutta la Prima guerra mondiale, nota come la Rete di Alice.Protagoniste del testo sono la giovane Charlie e la misteriosa Eve Gardiner. La prima va alla ricerca della cugina Rose, scomparsa in Francia sei anni prima. La seconda è «una ragazza alta, con dita affusolate, capelli castani, pelle delicata e occhi da cerbiatta che davano l’impressione sbagliata», una che «detestava il proprio aspetto, il viso dolce e levigato di una bellezza acerba e anonima, a parte un’impressione generale di giovinezza, per cui dimostrava sedici o diciassette anni. Eppure era anche la sua salvezza, quando si trovava nei guai». Charlie bussa alla porta di Eve per trovare sua cugina. All’inizio questa è fredda al limite della scortesia, ma quando scopre che c’è un uomo a legarle, cambia atteggiamento: Eve sta cercando quell’uomo da anni per compiere la sua vendetta. Ma chi è veramente Eve? Si scopre che è una spia inglese, e che quell’uomo di cui le parla Charlie è stato la sua rovina. Questo romanzo, da oltre un anno in testa alle classifiche del New York Times, per quanto possa risultare in taluni passaggi prolisso, saprà trascinare il lettore. —
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