Galateo per ragazze da marito nell’epoca di Tinder
di Flavia Piccinni
«Molte fidanzate ambiziose preferiscono, per l’anello, un’enorme acquamarina a un minuscolo brillante. Ma consultatele in proposito: ce ne sono molte che preferiscono il minuscolo brillante all’enorme acquamarina». Scriveva così, riguardo l’anello di fidanzamento, Irene Brin in quel fortunato volume battezzato “I segreti del successo” alla metà degli anni Cinquanta. E scriveva anche, Irene Brin, di molte fidanzate e di molti fidanzati, del corteggiamento e di quello che vi deve (almeno in un mondo ideale) seguire. Lo faceva con quella prosa leggera e gentile, ma non meno pungente e ironica, che l’ha resa e mantenuta celebre, nonostante i decenni trascorsi e i numerosi emuli. Non è un caso dunque che Irene Brin venga spesso e molto giustamente citata – insieme a Donna Letizia, ma anche a Jolanda o a Elena Canino – nel saggio firmato dalla giornalista appena pubblicato da Bompiani (pp. 256, EUR 17). Il libro – proposto nella collana diretta da Stefano Bartezzaghi – è una sorta di riflessione allargata sul tema del fidanzamento e del matrimonio, ma anche una guida attraverso le pubblicazioni fra il 1861 e il 1968 focalizzate sui costumi. L’ironia di Soave affronta con un piacevole cinismo – che ricorda vagamente l’approccio leggiadro di Samantha in Sex&TheCity – le questioni di cuore e di portafogli, piacevolmente smarrendosi in talune analisi che si dimostrano comiche fino a lambire la tragedia (come la condizione di zitella o la reputazione della stessa), preoccupandosi tanto delle condotte da marito quando delle nuove tecnologie come Tinder che rendono le moderne Biancaneve meno credibili e innocenti. Non si esibisce cattiveria né sociologia da quattro soldi. Anche per questo ne esce fuori una lettura piacevole, sublimata da una degnissima bibliografia.
Grazie per il suggerimento, lo voglio proprio leggere!
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