Durante la lettura del diario di viaggio “Madri”, oltre ad essere molto gradevole, il lettore diventa compagno di cammino del protagonista in questo percorso prevalentemente a piedi e in solitaria.
Ma chi è il viaggiatore e perché decide di partire?
Il viaggio, già. Un tema affrontato e perseguito nel tempo perché ha un suo fascino ammaliatore.
E in questo bel racconto ci sono tutte le peculiarità del viaggiare: la scoperta, la ricerca, la fuga, la curiosità, l’amore per il mondo e per le sue creature, è… scoperta di sé e dei propri limiti, appagamento estetico, miraggio, ed ha, per ciascuno, un valore e un sapore diverso.
Oreste Verrini sa coinvolgere il lettore nel suo viaggio e sa renderlo partecipe: ho condiviso molto di quanto scritto relativamente al senso del viaggiare e soprattutto la provata relazione tra camminare e “scacciare i pensieri” perché “col passare dei minuti e l’aumentare del numero dei passi il malumore comincia a scemare. Allenta la presa”. Ma non mancano altre riflessioni e sottili intuizioni, fantasticherie, incontri, citazioni. E bozzetti imperdibili da un mondo che sta scomparendo nell’Appennino Tosco Emiliano, sulle orme di un pittore quattrocentesco, Pietro da Talada, un pittore di “Madri” riscoperte, studiate e ammirate nelle varie chiese lungo il percorso.
Un racconto variegato, pieno di incontri e di ambientazioni, che sa catturare e rendere sereni come se la “terapia” del camminare dalle pagine scritte si trasferisse nell’anima.
Chi è Oreste Verrini
Docente universitario della Facoltà degli Studi di Pisa, vive nei luoghi che da anni ama raccontare e valorizzare in racconti di viaggio: La via Francigena di Montagna, La via del Volto Santo. A piedi in Lunigiana e Garfagnana, in collaborazione con Nino Guidi.
Salvina Pizzuoli