
Le cinque giornate è il titolo originale di Aprire il fuoco, edito nel 1969 da Rizzoli, l’ultimo romanzo pubblicato in vita dall’autore
Scritto nel marzo 1968 rivisita l’insurrezione antiaustriaca delle Cinque giornate di Milano, situandola in un tempo successivo, nel marzo 1959, intrecciando passato e presente; sedata la sommossa e tornati gli Austriaci a Milano, il narratore, che racconta in prima persona, si trova in esilio a Nesci in attesa di una nuova rivolta, pronto ad aprire il fuoco…

Copertina dell’edizione Rizzoli del 1976
“Vergogna è uccidere, vergogna è sudare, vergogna è morire di fame e chiudere la gente in prigione, o al manicomio. Vergogna è condannare. Vergogna è giudicare. Vergogna è comandare.” “Io guardo ancora dal finestrone, giù verso il gabellino, ma c’è più speranza che il segno mi venga? Una cosa è sicura, e io voglio che lo sappiano tutti gli Staatsanwalt degli Absburgo. Il Piat che distrusse i loro carri e i loro cannoni l’ho lasciato al deposito. Ma il vecchio Mauser che mi fu compagno nelle Cinque Giornate l’ho con me, nascosto. Se mandano qua un altro loro aguzzino, io sono pronto ad aprire il fuoco”.