“Mai tenuto l’ombrello sotto la pioggia. Mai infilato la testa dentro lo sportello di un’auto». Dopo cinquant’ anni di marchette, Rosa ne va fiera. Prostituta certo, ma libera, ricca. A 64 anni non ha ancora smesso, per «l’abitudine al lavoro, la paura del vuoto». Fino a quando muore l’ultimo cliente e lei può ripensare alla sua vita, agli uomini e al tempo, al figlio che è stata costretta a lasciare appena partorito, poco più che adolescente. Che ha cambiato tutto. Ha cominciato presto il mestiere, la protagonista di Dolcissima abitudine di Alberto Schiavone. A 14 anni ha smesso di essere Piera ed e diventata Rosa, «quattro lettere e un corpo»…(da Elena Masuelli tuttolibri La Stampa)