Elisabetta Moro, Marino Niola “Mangiare come Dio comanda”, presentazione

Einaudi Editore

Il cibo è il carburante della storia, ma è anche il motore della mitologia. Per due semplici ragioni. Una naturale e una culturale. La prima, ovvia, è che l’uomo mangia per vivere. La seconda, forse più decisiva, è che vive per mangiare. Se a noi umani fosse sufficiente nutrirci e basta, non ci distingueremmo dagli altri animali. Invece, dalla scoperta del fuoco all’invenzione dell’agricoltura, le grandi rivoluzioni che hanno segnato il cammino dell’umanità sono tute legate all’alimentazione.E di questi tornanti decisivi la storia ricostruisce le ragioni, indaga le cause, mentre la mitologia li trasforma in simboli e in figure, traducendoli nel suo linguaggio poetico. (dal testo La cucina del mito)

In queste poche righe con cui si apre l’interessante saggio, i due autori indicano il tipo di indagine che andranno ad affrontare: “mangiare come Dio comanda” non è solo un modo di dire ma vi è una stretta relazione tra norme alimentari e norme morali, regole e tabù, legate ai principi religiosi, regolano le scelte alimentari  dei seguaci delle diverse fedi; ne indagano quindi le analogie e le differenze dalla produzione al consumo, una precettistica morale  e non solo alimentare da cui non sono esenti le recenti forme di digiuno “intermittente”, le scelte vegane o vegetariane più integraliste, la rinuncia in nome di un fisico asciutto  e del buon tono muscolare: cibo e fede appunto, come Dio comanda.

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