Carlo Banchieri “Pazza storia di noi due”, presentazione

Edizioni La Gru

La storia è ambientata in una piccola città di provincia che si affaccia sul mare, dove il rude Corrias fa il suo lavoro da poliziotto con la delusione di chi avrebbe voluto di più dalla vita e dalla carriera. E quando Mauro Gilima perde il lavoro, crollano le ultime roccaforti di sicurezza che gli erano rimaste e il suo mondo implode nella più profonda disperazione. 

Teme di perdere anche suo figlio Iacopo, un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico, che è il suo unico scoglio in mezzo alla tempesta. Un figlio ritrovato e un lavoro perduto lo spingono ad un senso di incompiuto e ad un bisogno di fare i conti con la parte più profonda di sé.

La storia è liberamente ispirata a Patience, brano del 1988 registrato dai Guns ‘n Roses.

Un’occasione per lasciarmi ispirare da una canzone che mi ha accompagnato per buona parte della mia vita e per raccontare qualcosa di diverso in un modo diverso. 

Una storia pazza,

ma verosimile, anche se a tratti assurda che racconta molto gli stati d’animo e i cambiamenti interiori dei personaggi. Ho voluto anche mettere l’accento sulla questione particolare che riguarda chi ha un disturbo dello spettro autistico: Ma non vorrei che la gente facesse confusione, pensare a un disturbo dello spettro autistico non è pensare all’autismo.  Ad esempio, la sindrome di Asperger.

Esce per Libero Marzetto*, marchio editoriale di Edizioni La Gru. Libero Marzetto* è qualcosa di particolare, una sfida letteraria, un progetto unico perché ogni storia nasce dall’ascolto di una canzone e ogni libro esce con tiratura limitata in 149 copie numerate.

Carlo Banchieri

Alcuni stralci

Sentiva che non aveva più molto tempo. Doveva trovare una soluzione al problema che lo affliggeva e che riguardava suo figlio. Il ragazzo aveva un disturbo lieve dello spettro autistico e non aveva ancora trovato un equilibrio, dopo la separazione definitiva di Mauro con la madre.

Di solito, i più giovani, fissavano quello strano ragazzo, anche se avevano esattamente la sua età. Lo facevano come se fosse piombato lì da un altro pianeta. Non dipendeva dal fatto che fosse autistico, forse l’ignoranza era l’unica spiegazione. Probabilmente non sapevano neanche cosa fosse, avere un disturbo dello spettro autistico.

Brevi note biografiche

 Carlo Banchieri (Livorno, 1980) ha sempre lavorato come operaio. Ha pubblicato Sulla strada per Olmo Antico (2012), Un mondo imperfetto e altri racconti (2013), il romanzo Mimosa non è un fiore (La Gru, 2021) e la silloge poetica È qui che verremo ad abitare (La Gru, 2022). Viene spesso premiato. (da Edizioni La Gru)

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Mimosa non è un fiore 


*Libero Marzetto*, marchio editoriale di Edizioni La Gru: per saperne di più

Carlo Banchieri “Mimosa non è un fiore”, presentazione

Il romanzo racchiude un intreccio di situazioni particolari e difficili ed è nato perché c’era bisogno di raccontare anche le storie di cui nessuno parla, quelle dei meno fortunati e dei più soli. 

I personaggi del libro sono in maggioranza donne. Come la protagonista che nella vita incontra tante difficoltà e a cui fa fronte con una grande tenacia. 

Storie di solitudine e speranza, di sofferenza, storie in un modo o nell’altro ignorate.

Ma il bello dello scrivere è poter modellare la realtà e renderla migliore e così è nato il libro che è una storia sul riscatto, sulla speranza, sull’amore materno, sulla perseveranza. 

È una storia su e per la città di Livorno, il racconto di un’alluvione, quella del 2017, che ha distrutto e cambiato la vita di tanta gente. 

Carlo Banchieri 

Alcuni stralci per entrare nel cuore della storia narrata:

Eccolo, il simbolo più forte di quella devastazione. Una strada che conduceva verso il mare, che nell’immaginario dei livornesi è sempre assolata, baciata dal sole, lontana dalle giornate umide e fredde durante le quali le donne si proteggono negli scialli, ardente e viva per via del vicino mercato che si tiene ogni venerdì mattina.

La guerra di Guya finiva ogni sera quando si addormentava con la sua piccolina e ripartiva puntualmente dopo qualche ora, al mattino presto. Una guerra da combattere c‟era sempre. Perché Guya era sempre stata sola, perché non si era mai arresa alle ingiustizie della vita, perché sapeva che se si fosse fermata, Tessa non avrebbe avuto un domani.

Gli anni di Mimosa erano stati vissuti tenendosi sulla superficie della vita e la sua esistenza era stata molto simile a quella di un tronco inerte che, trasportato dalla corrente di un fiume in piena, sarebbe rimasto a galla senza sapere dove sarebbe finito. 

Lei le armi per combattere la vita le aveva avute tutte, ma era la dimostrazione vivente che non bastava avere i soldi o delle buone maniere, se non si aveva lo spirito per affrontare le avversità.

Per saperne di più:

da Il fatto quotidiano e la video intervista all’autore

e

da Edizioni La gru : Altri scritti e brevi note biografiche dell’autore

e la sinossi

IL LIBRO | Una madre che lotta per crescere sua figlia, una donna sola e chiusa in sé stessa, una città ferita. Questa è una storia di speranza e di resilienza, una storia di amore materno, di cadute nel fango e di rinascite. Un romanzo che racconta i giorni successivi all’alluvione di Livorno del 2017 e l’incontro tra due donne che cambierà per sempre le loro vite.(da Edizioni La gru)