Francesco Vidotto “Onesto”, presentazione

[…]Nella sua semplicità, Onesto ci rivela qualcosa di universale: “in molti credono che per scalare ci voglia forza, invece è proprio il contrario. Scalare, come vivere, non è questione di tenere, è questione di lasciar andare. Ogni cosa. La paura, l’incertezza, i problemi, le soluzioni, il passato, il futuro, le prese, gli appigli. Tutto quanto. Lasciare andare in un movimento continuo che avvicina al cielo”. Francesco Vidotto è un narratore capace di andare dritto al cuore delle cose. Con la storia di Onesto, Santo e Celeste ci emoziona, ci commuove, ci accompagna in alto, dove l’aria è sottile e ci si sentiamo intimamente rinnovati, capaci di guardare la vita con occhi nuovi.(dal Catalogo Bompiani Editore)

Francesco Vidotto ambienta il suo ultimo romanzo tra i boschi e le montagne del Cadore dove lui stesso vive ormai da anni dopo aver lasciato la sua precedente carriera di manager a Treviso e ci racconta la storia di Onesto e Santo, due gemelli, la cui vita è stata travagliata da separazioni e ricongiungimenti, da momenti di felicità e di tristezze, da povertà e paure,  violenze e amore, un amore immenso e tanto grande da essere eterno, che sopravvive ad ogni forma di angherie del destino,
che sa sopravvivere a qualunque cosa.

Guido Contin vive in una vecchio casello di una ferrovia dismessa tra i boschi del Cadore, unica compagnia la gatta di nome Moglie. In una cartellina che conserva con cura tiene raccolte una serie di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente, scritte a mano in dialetto cadorino e firmate con il nome di Onesto dove da vecchio racconta la sua vita: del fratello Santo, dell’incontro con Celeste, l’amore della sua vita, la guerra e un segreto racchiuso in poche parole dedicate a Celeste “Le mie montagne sei tu”. Vite semplici e straordinarie a un tempo, storie di dolore e di vita, accolta così com’è, in tutte le sue facce.

Forugh Farrokhzad “Io parlo dai confini della notte”, presentazione

A cura di Domenico Ingenito

Testo a fronte

In un brevissimo arco di vita Forugh Farrokhzad ha lasciato un segno profondo nella cultura non solo del suo paese ma di tutto il mondo: paragonata ad Anna Achmatova e Sylvia Plath, celebrata come una figura di rottura e ribellione, è stata traduttrice e cineasta, ma soprattutto una grandissima poetessa. Letta oggi, nel clima di persecuzione che circonda le donne iraniane impegnate a cambiare le regole del loro mondo, suona come una straordinaria anticipatrice, ma è stata ed è un’artista senza tempo e fuori dal tempo, che ha vivificato la nobilissima tradizione poetica del suo paese raccontando passione e dolore, tormenti intimi e sussulti dell’anima. I suoi versi sono stati a lungo banditi in Iran, pur circolando sempre sottobanco, e sono tuttora fortemente censurati. Questa edizione è la prima al mondo a raccogliere la sua intera opera poetica sia in persiano che in traduzione. (dal Catalogo Bompiani)

Una prima edizione a livello mondiale che raccoglie l’intera opera in versi della poetessa iraniana con il testo in lingua originale a fronte: cinque opere che anche dai titoli sono testimonianza non solo di una situazione al tempo dell’autrice, l’Iran degli scià della dinastia Pahlavi, meno restrittivo nei confronti delle donne di quelli che stiamo attualmente vivendo attraverso le cronache, ma di ribellione e di ricerca di una libertà negata: Prigioniera, Il muro, Ribellione , Una rinascita  scritti tra il 1955 e il 1964 e Crediamo pure all’inizio della stagione fredda pubblicato postumo nel 1974, la libertà più ovvia, quella di esistere come donna e come tale offrire il proprio individuale punto di vista, con un proprio sentire e una propria fisicità, la propria femminilità non riconosciuta ed elusa dentro una visione patriarcale di sudditanza. Una giovane donna coraggiosa come per altro hanno saputo ancora dimostrare e combattere le donne iraniane tra le quali la poetessa è sicuramente un simbolo perché anticipatrice di un riscatto attraverso la sua opera poetica.

«So di non aver fatto nulla di straordinario, se non essere stata la prima donna a muovere un passo per spezzare questa catena di vincoli che legano le donne» ( le parole di Forugh Farrokhzad riportate da Roberto Galaverni nel suo articolo di presentazione del volume su La lettura del 22 ottobre 2023)

Forugh Farrokhzad nasce a Tehran nel 1934 e muore in un incidente d’auto, sempre in Iran, nel 1967. Si sposa giovanissima, poi lascia il marito per dedicarsi interamente alla scrittura e all’arte, sia in patria che in Europa. Nel 1963 scrive e dirige un corto di venti minuti, La casa è nera, ambientato in un lebbrosario, che accende un vivissimo interesse nel mondo cinematografico, mentre le sue raccolte poetiche suscitano scandali ed entusiasmi in un Iran ancora fortemente legato alla tradizione. L’ultimo libro pubblicato in vita, Una rinascita, è considerato un capolavoro del modernismo persiano.

Per saperne di più sull’Autrice da You Tube

Luca Doninelli “Nero fiorentino”, presentazione

Non è la prima volta che Luca Doninelli medita sul destino della città italiana per eccellenza: Firenze. Questa volta lo fa attraverso un romanzo in cui la realtà sfugge di continuo alla comprensione, i moventi vengono da lontano e il Male ha la forma del retropensiero, del brusio di fondo, dell’agitazione senza nome. E dove i morti possono essere gli assassini più pericolosi di tutti.(dal Catalogo Bompiani)

Firenze e i suoi dintorni ambientano un noir che si apre nel 2010 con oscuri delitti e sparizioni per riaprirsi con nuovi quindici anni più tardi. All’origine un misterioso ritrovamento nel 2010, rimasto tale anche perché mai confermato tangibilmente,  di due tavole appartenenti al Brunelleschi, due opere incompiute ma rivoluzionariamente moderne relative all’evoluzione della prospettiva, accompagnato da una serie di omicidi e scomparse  attribuibili alla non verificata scoperta.

I fattacci si ripresentano a distanza di quindici anni in occasione di un concorso internazionale aperto a personalità di spicco del mondo dell’architettura per progettare il completamento di un’opera incompiuta di Filippo Brunelleschi: la facciata della basilica di San Lorenzo.

Luca Doninelli nato nel 1956, è vissuto a lungo a Desenzano; vive e lavora a Milano. Con Bompiani ha pubblicato tra l’altro Fa’ che questa strada non finisca mai (2014) e Le cose semplici (2015; premio Selezione Campiello 2016). Tre casi per l’investigatore Wickson Alieni è il libro per ragazzi che ha scritto con un gruppo di bambini di famiglia e gli è valso il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2019.

Tessa Hadley “Free love”, presentazione

Traduzione di Daniele Petruccioli

Come di consueto, Tessa Hadley indaga l’animo umano con sottigliezza e va in profondità, mostrandoci luci e ombre di ogni personaggio e insieme una scena sociale che si trasforma con le persone e da loro viene trasformata.(dal Catalogo Bompiani)

Un’indagine al femminile non solo verso le scelte e le pulsioni della protagonista, Phyllis Fischer, ma su quante ruotano attorno alla vicenda: la figlia Colette, la madre di Nicky, il giovane amore della protagonista, l’amica di Phyllis. La vicenda è ambientata a Londra nel 1967, periodo scelto in modo non casuale, nel pieno della contestazione giovanile,  così come l’ambientazione: il fenomeno della Swinging London degli anni ’60.  Una società tra vecchio e nuove prospettive in cui la protagonista, le cui decisioni si ripercuoteranno su tutti i componenti la famiglia, fa una scelta individuale ed esasperata di “libertà”.

Phyllis è una bella casalinga quarantenne che vive in un quartiere residenziale con il marito, funzionario del  Foreign Office, e i due figli Colette e Hugh. Una sera a cena il ventenne Nichy, figlio di un’amica di famiglia, aspirante scrittore che vive il richiamo della contestazione giovanile e prefigura un mondo nuovo, bacerà la bella Phyllis.

“Un bacio nel buio sembra una sciocchezza, un atto avventato e trascurabile, e invece è l’inizio di una catena di eventi imprevedibili”

Tessa Hadley è autrice di otto romanzi e tre raccolte di racconti. Bompiani ha pubblicato Il passato (2017) e L’arte del matrimonio (2022). Scrive per il New Yorker e vive a Cardiff.

Alan Parks “Crepare di maggio”, presentazione

Glasgow, 20 maggio 1974: l’ispettore Harry McCoy, creato dalla penna di Alan Parks, scozzese e vivente a Glasgow, è alle pre con una serie di casi che paiono non avere niente in comune. Il romanzo, pubblicato a maggio del 2023 con la traduzione di Marco Drago, per Bompiani, è il quinto di una serie che ha per protagonista un detective rude, violento che, in quest’ultimo, è appena uscito dall’ospedale per curare un’ulcera perforata.

Un incendio doloso, un suicidio, il cadavere di una ragazza rinvenuto senza documenti, sono i tre casi che lo vedono impegnato alla ricerca di soluzioni che scorreranno dentro capitoli brevi ma intensi in cui sono le date a dare il titolo e la scansione degli avvenimenti. A tutti i casi indicati, quasi non bastasse, si aggiunge la scomparsa di Paul, il figlio di un vecchio amico, padre assente, che lo ha perso di vista: ma, nella foto rinvenuta vicino al cadavere della ragazza senza nome, s’intravede proprio Paul.

Come per i precedenti, ciascuno per ogni mese (Gennaio di sangue, Il figlio di febbraio, L’ultima canzone di Bobby March e I morti di aprile), i fatti si svolgeranno nel mese di maggio.

Alan Parks è nato in Scozia e vive a Glasgow. Ha lavorato per oltre vent’anni nel mondo della musica. Gennaio di sangue, romanzo d’esordio pubblicato da Bompiani, ha ottenuto un enorme successo di critica. Sempre Bompiani ha pubblicato gli altri tre romanzi con protagonista l’ispettore Harry McCoy, Il figlio di febbraio, L’ultima canzone di Bobby March e I morti di aprile.(da Bompiani Autori)

Nino Motta “Ragazze troppo curiose”, presentazione

[…]Con la sua scrittura nitida e avvolgente, Nino Motta racconta donne curiose nel senso più ampio e più alto, che amano la vita e se ne lasciano sorprendere […](dal Catalogo Bompiani)

Nino Motta, nom de plume di Paolo Di Stefano, presenta la sua protagonista, la filologa Rosa Lentini alle prese con un secondo caso nella Sicilia delle vacanze a Pizzuta, la località dove si sposta con la madre Evelina in estate. In particolare, in questo secondo romanzo, l’azione riprende pochi mesi dopo la risoluzione del primo caso indagato, datato 1956; ad aprile infatti Rosa decide per un secondo anno di aspettativa dall’Università: lo scopo è infatti quello di verificare alcune informazioni raccolte da don Ciccio Drago, ex-comandante dei carabinieri e amico delle due donne, su due omicidi irrisolti del 1974.

Il primo riguarda un ingegnere, Angelo Valvo, il secondo, presumibilmente connesso al primo, è di Wanda Girlando, una giornalista che indagava il caso: troppo vicina alla verità?

E così Rosa da ricercatrice, cercando di comprendere i motivi delle morti ingiuste, riscatterà la volontà legittima di ragazze “troppo” curiose.

Brevi note biografiche

Nino Motta è lo pseudonimo con cui Paolo Di Stefano ha pubblicato presso Bompiani La parrucchiera di Pizzuta (2017) e Ragazze troppo curiose (2022), noir che vedono protagonista la filologa Rosa Lentini. Nato ad Avola, è inviato del “Corriere della Sera”. Ha pubblicato poesie, racconti, inchieste e romanzi, tra cui Baci da non ripetereAzzurro, troppo azzurroTutti contenti, Giallo d’Avola e Noi. Ha vinto, tra gli altri, i premi Grinzane Cavour, SuperFlaiano, SuperVittorini, Campiello, Volponi, Lo Straniero, Viareggio-Rèpaci, Bagutta, Alassio.(da Bompiani Autori)

Allo scrittore è stato assegnato il Premio Giovanni Verga.