Enrico Caneva “La flora preistorica II. I giardini del Carbonifero”, Töpffer/OLTRE

Il libro non è solo una presentazione scientifica della flora al tempo dei dinosauri, ma un vero e proprio invito a creare un piccolo angolo giurassico nel proprio giardino.

Töpffer/OLTRE

COLLANA: SCIENTIA

In libreria il 30/09/2025

In I giardini del Carbonifero, il secondo volume di una serie dedicata alla flora preistorica, l’autore Enrico Caneva ci accompagna in un viaggio nel tempo. Da centinaia di milioni di anni, le piante si evolvono, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento ai cambiamenti climatici del nostro pianeta. Sulla base della sua esperienza decennale nel paesaggismo e di lunghi studi sui resti fossili, l’autore ha realizzato a Sarzana un parco dedicato a queste meravigliose piante, così geometriche e resilienti. 
Il libro non è solo una presentazione scientifica della flora al tempo dei dinosauri, ma un vero e proprio invito a creare un piccolo angolo giurassico nel proprio giardino. 
Caneva ha dedicato una particolare attenzione alla flora della nostra penisola, in special modo a quella delle Alpi Apuane e dei Monti Pisani, e ha trascorso anni a ricercare e sperimentare per reintrodurre correttamente le piante superstiti dell’epoca. Il desiderio dell’autore, nato fin da bambino, di conoscere le piante brucate dai dinosauri è stato la scintilla di questo progetto. La sorprendente scoperta che molte di queste specie esistono ancora è al centro di questo primo volume, che offre schede semplici e pratiche, ricche di consigli per trovarle e coltivarle senza intoppi. 
È una lettura che invita a riscoprire le vere piante autoctone del nostro bellissimo Paese.

L’AUTORE

Enrico Caneva è nato e cresciuto in Veneto, dove ha compiuto i suoi studi tecnici. Appena maggiorenne è partito a lavorare all’estero ed in particolare in California, Hong Kong, Germania e Inghilterra. Si è poi trasferito stabilmente a Parigi dal 1998 dove, dopo aver conseguito nel 2010 un diploma in strategie di comunicazione internazionale alla Henley Business school, nel 2011 ha fondato la sua prima azienda dedicata alla formazione e alla sicurezza delle persone sui luoghi di lavoro e dove ha preso dimestichezza nelle formazioni presso le sue sedi internazionali a Shanghai, Singapore, Jakarta, Virginia (USA) e Sao Paolo in Brasile. Durante i suoi viaggi è nata l’opportunità di visitare innumerevoli parchi botanici e la sua passione per le piante è sfociata agli inizi del 2000 in un’attività di paesaggismo e progettazione del verde a Parigi. Dal 2018 si è trasferito in Liguria, a Sarzana (SP), e ha fondato un nuovo giardino botanico dedicato alle piante di tutto il mondo e alla formazione botanica. Attualmente sono state piantumate 15.000 piante, 2.200 specie da tutto il mondo. Un’attenzione particolare è rivolta alla didattica.

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

“La flora preistorica. I giardini del Giurassico”

Roberto Danovaro “Restaurare la natura. Come affrontare la più grande sfida del secolo. Strategie e tecniche di ripristino degli ecosistemi” presentazione

[…]Roberto Danovaro ci accompagna in un viaggio tra le sfide e le opportunità del restauro ecologico, analizzando le tecniche più avanzate e i successi già ottenuti. Curare la natura non è solo un dovere etico, ma un investimento concreto: per ogni euro speso nel restauro degli ecosistemi, se ne generano almeno quattro in benefici economici, oltre a migliorare la salute pubblica e a ridurre i costi della crisi climatica. Riparare i danni inflitti all’ambiente è la sfida del nostro tempo e segnerà il confine tra chi saprà costruire un futuro sostenibile e chi sarà costretto a subirne le conseguenze.(Edizioni Ambiente)

Restaurare la natura è sicuramente la sfida del nostro tempo: non basta più proteggere o interrompere la cultura dello sfruttamento delle risorse naturali occorre un intervento più completo e complesso, un vero restauro ecologico. Proprio per questo è una sfida e non solo perché il restauro è costoso ma soprattutto perché scienza, politica e azione collettiva devono convergere petr affrontare la crisi ecologica in cui versa  la natura e restituirle quindi il suo perduto equilibrio.
Si può fare, così afferma lo studioso in questo suo importante lavoro, rigoroso ma anche divulgativo. Anzi afferma che si debba fare proprio perché l’inazione sarebbe molto più dispendiosa.  Gli ecosistemi restaurati infatti ritroverebbero la loro struttura, tornerebbero stabili e la curva di estinzione della biodiversità si interromperebbe: una terapia intensiva quindi per un malato cronico e di molte gravi malattie, in un ritrovato rapporto, sano e interferente positivamente, tra mondi coesistenti, tra umano e non.
Un testo che apre alla speranza di poter fattivamente intervenire e risolvere nel tempo una crisi ecologica annosa e conseguentemente costosa per le sue conseguenze anche sulla salute. Un testo diverso, per questo sicuramente più coinvolgente proprio perché fornisce esempi chiari su come operare.

Roberto Donovaro è ecologo e docente di Marine Ecosystem Restoration nel master internazionale IMBRSea all’Università Politecnica delle Marche. Ha contribuito alla creazione del primo corso di laurea in Sostenibilità ambientale in Italia ed è stato presidente di diversi enti di ricerca e società scientifiche, tra cui la Società italiana di ecologia, la Società italiana di limnologia e oceanografia e la Stazione zoologica Anton Dohrn. Membro dell’Accademia europea delle scienze e dell’Inspiration board di Slow Food, presiede il Consiglio scientifico del WWF Italia e la Fondazione “Patto con il mare per la Terra”. Ha guidato oltre 30 spedizioni scientifiche in tutto il mondo, coordinato numerosi progetti europei sul restauro degli ecosistemi marini e pubblicato oltre 500 lavori scientifici e divulgativi. ExpertScape lo ha riconosciuto come lo scienziato più influente al mondo fra gli esperti di oceani e mari per il decennio 2010-2020.(da Edizioni Ambiente Autore)

Walter Landini “Gli squali del Pacifico americano. Scienza mito leggenda”, Topffer Edizioni

Sulle tracce dell’enigmatico  ‘vaso de los tiburones’

Prefazione di David Bellatalla

il volume contiene immagini, illustrazioni e schede dettagliate 

Töpffer Edizioni

Squali, predatori dei mari per antonomasia la cui origine si perde nel tempo profondo del pianeta. Da incarnazione del potere e della forza vitale a vittime sacrificali delle voglie, delle fobie e delle debolezze degli uomini. 

Al di fuori dei rigidi schemi della sistematica biologica, con la comparsa dell’uomo il loro ruolo ed il loro posto in natura divenne il prodotto del vissuto, del percepito, dell’immaginato e delle credenze di un popolo e in un mondo di popoli, poterono contare su di un mondo di vite diverse. Non esiste un modo univoco per definirli, anche se ne abbiamo inventati molti per temerli o per odiarli.
Il libro non vuole ribaltare il paradigma del predatore marino massimo, ma ripercorre il suo rapporto con le antiche comunità amerindie della costa pacifica, attraverso le ricerche sul campo, le storie, i miti, leggende, i manufatti e le iconografie. L’autore, un paleontologo con una passione per la storia, ripercorre un’avventura scientifica e umana durata trent’anni. 
Tutto ha inizio con la scoperta di un manufatto raffigurante uno squalo bianco, un predatore che oggi è raro in quelle acque. Questo ritrovamento innesca una serie di domande sul ruolo dello squalo nell’immaginario collettivo dei nativi, portando l’autore a scoprire come questo animale fosse venerato, temuto e, in alcuni casi, addirittura divinizzato. 
Attraverso un’analisi approfondita di reperti archeologici, miti e leggende, il libro rivela come il rapporto tra uomo e squalo variasse significativamente tra le diverse comunità amerindie. Nelle regioni più remote, come la Baja California e il Cile, il rapporto era improntato all’indifferenza. Nelle civiltà più evolute, invece, lo squalo assumeva un ruolo centrale nella vita quotidiana, nella religione e nelle manifestazioni artistiche. 
Il libro non si limita a esplorare il rapporto tra uomo e squalo, ma intreccia diverse narrazioni che spaziano dalle avventure dei pirati che solcavano quelle coste, alle leggende di giganti che terrorizzavano le antiche popolazioni. Un viaggio ricco di sorprese, alla scoperta di un mondo perduto in cui il confine tra uomo e natura era sottile e il mistero avvolgeva ogni aspetto della vita.”

Nato a Portovenere (La Spezia) nel 1946, il professor Walter Landini è stato curatore del Museo di Geologia e Paleontologia dal 1974 al 1981. È stato professore associato dal 1983 al 2001, anno in cui è stato chiamato dall’Università di Pisa come professore ordinario di Paleontologia. Nella sua carriera ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo delle Scienze della Terra. Ha prodotto oltre 150 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali. Dal 2004 al 2012 ha diretto il Centro interdipartimentale Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa. Come responsabile scientifico della Rete museale italiana “Pangea”, da lui istituita nel 2004, ha realizzato spedizioni paleontologiche nel deserto del Gobi, nel Sahara Occidentale e nel cono Sudamericano. Dal 2001 è responsabile editoriale della “Palaeontographia Italica”, una delle più antiche riviste di paleontologia a livello europeo ed è vice presidente della Società Toscana di Scienze Naturali.

Simon LeVay “Attrazione, amore, sesso. La parola alla scienza”, Espress Edizioni

 “Attrazione, amore, sesso: la parola alla scienza” è un’opera destinata a cambiare il modo in cui vediamo l’amore e il desiderio, ma anche la pornografia. Con rigore scientifico e grande chiarezza, Simon LeVay ci invita a ripensare le nostre convinzioni più profonde sulla sessualità svelando i misteri del sesso, dell’attrazione e della sessualità in senso lato, distruggendo credenze popolari e pregiudizi.

Traduzione di Valentina Castellan

In libreria l’11 ottobre 2024

Espress Edizioni (un marchio di Capricorno Espress Edizioni)

“Il sesso è il più potente stimolo presente nelle nostre vite dopo la fame.” 
 “Il sesso non è solo un atto fisico, ma un’esperienza complessa che coinvolge il corpo, la mente e il cuore.”

Perché la maggior parte delle nostre abitudini sessuali non ha nulla a che fare con la riproduzione? Perché non ci riproduciamo, come alcuni animali, attraverso la partenogenesi? Perché non siamo tutti eterosessuali? Come fa il cervello a produrre l’eccitazione sessuale? La pornografia fa male? Che cosa c’è alla base delle relazioni d’amore felici?
Probabilmente il sesso è, dopo la fame, il più potente stimolo presente nelle nostre vite. Ma il sesso e la sessualità sono ancora circondati da un alone di mistero…

Questo saggio è accattivante e ricco di curiosità, ma, allo stesso tempo, è scientificamente accuratissimo e aggiornato sulle ricerche più recenti in materia di sessualità e attrazione. È in grado di guidarci, con un linguaggio divulgativo e una certa dose di umorismo, attraverso tematiche universali, sempre in divenire e al centro della discussione pubblica e privata.

I temi trattati nel libro sono universali e sempre attuali. L’istinto riproduttivo e tutto quello che ci gira intorno (l’attrazione, l’orientamento sessuale, il sesso, le relazioni, l’amore) costituiscono un istinto primario dell’uomo dal punto di vista evolutivo e, dal punto di vista biologico-anatomico, coinvolgono strutture arcaiche del cervello, rintracciabili in molte altre specie animali, persino non appartenenti alla classe dei mammiferi. Per questo motivo gli studi scientifici su questi temi sono i più numerosi in assoluto, con un numero di circa 200.000 nuovi studi pubblicati in un solo anno! Ecco quindi che Simon LeVay si prefigge di compiere un’impresa titanica e assai meritoria: quella di mettere ordine tra questa selva di studi, presentandoci lo stato dell’arte delle conoscenze scientifiche nel campo del sesso, dell’amore, dell’attrazione, andando anche a indagare le parti più oscure della sfera del desiderio sessuale, parlandoci delle parafilie (tra cui la pedofilia) e delle radici biologiche e culturali dello stupro, la cui comprensione può essere utile anche a immaginare strategie di contenimento del fenomeno. Non manca poi un’immersione nei temi di scottante attualità quali l’enorme fenomeno del consumo del porno, che l’autore analizza con metodo scientifico arrivando anche a sfatare alcuni miti che lo circondano, e il tema dell’orientamento sessuale, su cui l’autore ha compiuto personalmente studi approfonditi ed è in grado di dirci molte cose interessanti e scientificamente fondate.

I capitoli:

Cap. 1: PERCHÉ FARE SESSO Cap. 2: L’ATTRAZIONE Cap. 3: L’ECCITAZIONE Cap. 4: L’ORIENTAMENTO Cap. 5: FARE SESSO Cap. 6: LE RELAZIONI Cap. 7: LE PARAFILIE Cap. 8: LA PEDOFILIA Cap. 9: IL PORNO Cap. 10: LO STUPRO Cap. 11: L’AMORE

Simon Levay: è un neuroscienziato specializzato nella biologia e psicologia del sesso. Tra i suoi libri, Gay si nasce? (Raffaello Cortina, 2015). È noto soprattutto per i suoi studi sull’orientamento sessuale. Celebre per la sua scoperta delle differenze anatomiche nel cervello legate all’orientamento sessuale, LeVay in questo nuovo libro ci svela ora i meccanismi più intimi del desiderio e dell’amore. 

Hanno detto del libro

«Una rassegna aggiornata, scientificamente rigorosa, originale e spiritosa di (quasi) tutto ciò che hai sempre voluto sapere sul sesso, ma che puoi aver avuto paura di chiedere. Altamente raccomandato.» – Choice Reviews
«Attrazione, amore, sesso porta i lettori in un viaggio divertente nel mondo della ricerca sul sesso. LeVay ha un intelletto molto aperto, desideroso di far conoscere alla gente queste indagini di prim’ordine.» – Rob Brooks, Professore di Scienza dell’Evoluzione all’Università del Nuovo Galles del Sud, autore di Artificial Intimacy: Virtual Friends, Digital Lovers, and Algorithmic Matchmakers
«Una stimolante indagine sulla scienza del desiderio sessuale… fa luce su una parte fondamentale della vita umana.» – Publishers Weekely
«Simon LeVay sottolinea come la scienza possa aiutarci a capire la nostra psicologia sessuale, dall’attrazione e dall’amore fino alle parti più oscure del comportamento sessuale.» – Catherine A. Salmon, Redlands University, coautrice di Warrior Lovers: Erotic Fiction, Evolution, and Female Sexuality

Giacomo Pisano “Il farmacista risponde”, presentazione

[…] In questo libro il dottor Giacomo Pisano – farmacista seguitissimo sul web per la sua capacità di divulgare con semplicità e fornire consigli pratici sulla salute in modo utile e chiaro – ripercorre le domande che quotidianamente gli vengono poste dai clienti, e offre risposta ai dubbi più diffusi, analizzando i principi attivi dei vari farmaci e spiegando anche quali stili di vita adottare per prevenire e stare meglio giorno dopo giorno. Una guida alla salute quotidiana perfetta da tenere in casa o da portare in viaggio, uno strumento prezioso per il benessere di tutti.(da Rizzoli Libri)

Da “Mi presento” (capitolo di apertura del manuale):
“Questo libro è dedicato alle persone che desiderano avere maggiore chiarezza sulle patologie più diffuse e sui trattamenti corretti da intraprendere, ma si ripromette anche di aiutare i farmacisti ad abbandonare il modus operandi da semplici commessi e ad abbracciare un nuovo tipo di comunicazione con il paziente. È allo stesso tempo un manuale di salute e una sorta di manuale di divulgazione, che poi è l’essenza del nostro lavoro: una profesione che deve trovare un equilibrio tra l’etico e il commerciale, dalla prescrizione alla vendita.
Buona lettura!”

Si apre con un capitolo dedicato all’acido ialuronico e, per un assaggio, riassumiamo e riportiamo (in parte).

Alla domanda cosa è l’acido ialuronico risponde

“L’acido ialuronico è uno zucchero prodotto in modo naturale dal nostro organismo”

continua quindi aggiungendo:

“[…]Proprio per via della sua presenza capillare in prodotti farmaceutici anche molto diversi tra loro, pare aver assunto quasi delle proprietà curative mistiche, avvolte nel mistero. In questo volume, però, al mistero preferiamo la chiarezza!”

Ed ecco la chiarezza:

“Ma questa sostanza ha un limite. […] L’acido ialuronico, infatti, non penetra la pelle! È un mito che dobbiamo sfatare: la sua molecola è enorme e non riesce a oltrepassare lo stato corneo, ma agisce solo all’esterno. Per riuscire ad appartare grandi quantità di acido ialuronico e di conseguenza una consistente idratazione […] l’unico modo è ricorrere alle “punturine”: iniezioni chirurgiche negli strati inferiori epidermici”

Giacomo Pisano, farmacista e consulente per la comunicazione farmaceutica, svolge un’intensa attività di divulgazione sui social network, in tv e dal vivo. Creatore della pagina Instagram @il_socialmente_farmacista con oltre 160.000 follower attivi, si occupa quotidianamente di fare chiarezza sui dubbi dei pazienti su quali e quante medicine prendere. Nel 2023 è stato nominato “top creator” per il mondo delle farmacie nell’ambito di Cosmofarma, la più importante manifestazione del settore. (Da Rizzoli libri)

Hannah Ritchie “Non è la fine del mondo”, presentazione

Come possiamo costruire un pianeta sostenibile

Traduzione di Carla Manfredi

Ribaltando alcuni falsi miti su cui abbiamo costruito la nostra coscienza ambientalista – dall’esaltazione dell’alimentazione a chilometro zero e della vita in campagna, alla demonizzazione della sovrappopolazione, delle cannucce in plastica e dell’olio di palma –, Non è la fine del mondo ci fornirà gli strumenti per capire su cosa dobbiamo concentrarci urgentemente per poter consegnare un pianeta sostenibile alle generazioni future. Questi problemi sono enormi. Ma sono risolvibili. Non siamo condannati. Possiamo costruire un futuro migliore per tutti. Trasformiamo questa opportunità in realtà.

Non è la fine del mondo è una guida, di facilissima lettura, per aggiustare il pianeta.”

New Scientist

“Un libro confortante per chi fa fatica a credere in un futuro migliore.”

The Times

(da Aboca Edizioni)

Aboca pubblica un testo che ci dà indicazioni precise: sì perché è di questo che abbiamo bisogno. Essere spaventati e parlare di futuro incerto per le future generazioni non serve, occorre fare qualcosa, operare praticamente e ciò che può esserci utile sono quindi precise indicazioni. L’autrice, non è certo una che neghi la situazione davvero difficile, la sua preparazione scientifica è infatti elevata essendo docente di sostenibilità ambientale presso l’Università di Edimburgo e vice direttrice di Our world in data, la ong che fornisce informazioni statistiche sui problemi ambientali globali.

Ciò che è stato fatto, rispondendo all’allarme dal 2015, scrive, ha ottenuto dei risultati che certamente non bastano a scongiurare gravi crisi climatiche ma sono indicativi di un percorso che apre a speranze.

Un testo utile quindi, pratico, una giuda che ci libera dall’inutile catastrofismo e aiuta ad immaginarci operatori attivi.

Hannah Ritchie, ricercatrice del Programma per lo sviluppo globale dell’Università di Oxford, è vicedirettrice e capo del Dipartimento di ricerca del progetto Our World in Data, che riunisce i dati più recenti sui maggiori problemi del mondo e li rende accessibili al pubblico. Le sue analisi appaiono regolarmente su “New York Times”, “Economist”, “Financial Times”, “New Scientist”, “Wired”, “Vox” e BBC e sono state usate in bestseller come Illuminismo adesso di Steven Pinker, Factfulness di Hans Rosling e Clima. Come evitare un disastro di Bill Gates. È honorary fellow dell’Università di Edimburgo. Il “New Scientist” l’ha definita “la donna che ha fornito i dati sul covid-19 al mondo”. Non è la fine del mondo è il suo primo libro: ha debuttato al 6° posto della classifica del “Sunday Times” ed è in corso di traduzione in 18 paesi.( da Aboca Edizioni)

Richard Gorer “Guida agli alberi”, presentazione

Traduzione di Gina Bosisio, Paola Signori

Odoya Edizioni

Un viaggio su come riconoscere dalla forma delle foglie e dai solchi del tronco i nostri alberi, capire come sono arrivati vicini a noi, come si sono adattati al territorio, ma anche come curarli e proteggerli dagli agenti atmosferici e dai cambiamenti climatici. Richard Gorer è un esperto che si è reso conto che il punto di vista botanico è solo uno dei molteplici aspetti che riguardano gli alberi e in questo libro riccamente illustrato fornisce al lettore informazioni e notizie circa la loro storia e il loro enorme influsso sullo sviluppo del genere umano.

Una guida adatta a chi, a qualunque età, sia principiante in quella incredibile disciplina che ha inventariato una multiforme varietà di esseri viventi catalogati sotto l’etichetta di “Alberi”.

Ci piacerebbe davvero saperne di più e imparare a chiamarli per nome o semplicemete riconoscerli. Ecco che lo studioso Richard Gorer ci aiuta con il suo ampio e documentato testo a imparare a distinguere attraverso l’anatomia (tronco rami foglie radici fiori e frutti) e grazie anche alla sezione illustrata. E non solo, perché il raccontato è ricco di aneddoti oltre che di informazioni, ma anche di tante storie sulla loro origine ed esistenza sul pianeta, dei rapporti intrattenuti con gli esseri umani che hanno trovato rifugio o sono legati alla loro presenza in un particolare periodo della loro vita o agli alberi detti “sacri” in varie religioni.

Interessante e istruttivo per aprisi ad un mondo, quello naturale, poco indagato dai più, me compresa, ma affascinante soprattutto nella scoperta.

Richard Gorer, musicologo e studioso di orticoltura britannico.

Stefano Mancuso “Fitopolis, la città vivente”, presentazione

Le città del futuro, siano esse costruite ex novo o rinnovate, devono trasformarsi in fitopolis, luoghi in cui il rapporto fra piante e animali si riavvicini al rapporto armonico che troviamo in natura. Non c’è nulla che abbia una maggiore importanza di questo per il futuro dell’umanità.(da Editori Latreza)

Ripensare le città, questo suggerisce Mancuso che le ritiene oggi incapaci per la loro costituzione e trasformazione nel tempo di difenderci dal cambiamento climatico legato all’essere divenute uniche aree precipue all’esistenza umana: prima abitanti della terra oggi abitanti delle città. Ma le città proprio perché tali richiederebbero un ambiente stabile mentre oggi le condizioni ambientali sono diventate mutevoli soprattutto il riscaldamento globale potrebbbe costituire una delle condizioni di base  della nostra sopravvivenza: è diventato pertanto vitale riportare la natura all’interno del nostro habitat. Sono infatti le città, sempre più grandi e popolose nel tempo e da qui in avanti, il luogo in cui avviene la maggiore aggressione all’ambiente

“L’unica maniera è de-impermeabilizzarla. Dal 30 al 40 per cento della superficie urbana è coperta da strade e allora dobbiamo prendere il 50 per cento delle strade e sottrarlo al traffico veicolare. De-impermeabilizzare vuol dire togliere l’asfalto, riportare un terreno utilizzabile e realizzare sopra dei parchi, piantarci alberi”.

Così risponde alla domanda di Walter Veltroni, suo intervistatore su il Corriere della Sera (16 Nov 2023), che gli chiedeva il come.

Nell’interessante intervista Mancuso espone la sua città ripensata, de impermeabilizzata e resa vivibile dagli uomini che ne hanno scelto l’ambiente come l’unico in cui insediarsi stabilmente e vivere.

“Ovviamente ci devono essere dei servizi pubblici che funzionino. Le città devono essere ripensate in maniera radicale. […]  una città moderna dovrebbe essere una struttura vegetale, diffusa, ramificata. È il concetto della città dei 15 minuti: dovunque tu sia, nel raggio di 15 minuti a piedi, devi essere in grado di trovare tutto ciò che necessita per la tua vita quotidiana”.

E aggiunge che andrebbe ripensata la superba scala gerarchica che pone la natura in genere al gradino più basso e l’uomo a quello più in alto, quasi fosse “il migliore”, ma aggiunge “In natura non esiste l’idea di “meglio”, non esiste il più forte, il più intelligente, il più furbo; in natura esiste il più adatto, cioè colui che si adatta meglio”

Un testo interessante per la prospettiva tracciata in “Fitopolis, la città vivente”, il cui titolo contiene già un progetto.

Sulla pagina di Laterza un estratto

Dello stesso autore

La tribù degli alberi

Enrico Caneva “La flora preistorica. I giardini del Giurassico”, Töpffer edizioni (OLTRE)

Prefazione di Walter Landini

con 180 immagini a colori

Töpffer edizioni (OLTRE)

In libreria dal 15 settembre

Da centinaia di milioni di anni le piante, veri campioni di adattamento, si evolvono per adeguarsi agli effetti dei cambiamenti climatici del nostro splendido pianeta. L’esperienza pluridecennale di paesaggismo e lunghi studi sui resti fossili delle piante più antiche sono alla base della realizzazione, a Sarzana, da parte dell’autore, di un parco dedicato a queste piante così geometriche e meravigliose. Un’attenzione particolare è stata data alla flora della nostra penisola, in special modo a quella delle Alpi Apuane e dei Monti Pisani. Al lavoro di studio sui fossili è seguita la ricerca delle piante superstiti dell’epoca e la sperimentazione, di lunghi anni, per riuscire a reintrodurle correttamente nei nostri giardini. Questo libro è sì la presentazione scientifica della saga della flora al tempo dei dinosauri, ma vuole anche essere un invito a creare, ciascuno in casa propria, un piccolo angolo dedicato alle piante Giurassiche, per godere ancora della loro straordinaria bellezza. Conoscere le piante fin dall’inizio della vita terrestre, quelle brucate in un tempo lontano dai dinosauri, è stato uno dei desideri dell’autore fin da bambino. Scoprire che moltissime esistono ancora è sorprendente. Questo è il primo di una serie di libri che saranno dedicati alla flora delle diverse epoche geologiche, con schede semplici e pratiche ricche di consigli per trovarle e coltivarle senza intoppi. Una parte importante del giardino botanico di Sarzana, realizzato dall’autore, è dedicata alle piante descritte in questo libro: una lettura interessante per accompagnare il lettore nella riscoperta delle vere piante autoctone del nostro bellissimo paese.

Muoversi nell’assordante silenzio delle piante dalle origini antiche del Giardino preistorico è un po’ come perdersi nei percorsi che conducono nei meandri stratificati e poco conosciuti della storia naturale, alla ricerca del senso, se davvero questo esiste, nel divenire della vita sul nostro pianeta. Preistoria è una parola dal fascino arcano, senza tempo definito. Finisce quando comincia la Storia, poi sprofonda e si rivela, di tanto in tanto, in modo frammentario, svelando trame che si intrecciano senza soluzione di continuità. Nell’immaginario collettivo il tempo profondo della  preistoria  è la patria di animali iconici, delle strane e bizzarre creature del mare, della terra e del cielo. Le piante, in questi “scatti di natura antica” quasi mai occupano il centro della scena, più facilmente si riconoscono come elementi decorativi, indispensabili per dare profondità al paesaggio ed il giusto risalto alle presenze animate. Anche la Paleontologia, la disciplina che si occupa del passato, attraverso lo studio dei fossili, è fondamentalmente una scienza di genere, occupandosi quasi esclusivamente del divenire della vita animale. Niente di più lontano dal vero. Le piante non sono l’altra faccia degli esseri viventi. Comprendere la storia della vita ed il suo divenire sul nostro pianeta vuol dire, prima di tutto, riconoscere il posto ed il ruolo occupato dalle piante (dall’introduzione di Walter Landini)

Enrico Caneva è nato e cresciuto in Veneto. Ha lavorato in California, a Hong Kong, in Germania e Inghilterra. Si è poi trasferito stabilmente a Parigi dal 1998 dove, dopo aver conseguito nel 2010 un diploma in strategie di comunicazione internazionale alla Henley Business school, nel 2011 ha fondato la sua prima azienda dedicata alla formazione e alla sicurezza delle persone sui luoghi di lavoro e dove ha preso dimestichezza nelle formazioni presso le sue sedi internazionali a Shanghai, Singapore, Jakarta, Virginia (USA) e Sao Paolo in Brasile. Durante i suoi viaggi è nata l’opportunità di visitare innumerevoli parchi botanici e la sua passione per le piante è sfociata agli inizi del 2000 in un’attività di paesaggismo e progettazione del verde a Parigi. Dal 2018 si è trasferito in Liguria, a Sarzana (SP), e ha fondato un nuovo giardino botanico dedicato alle piante di tutto il mondo e alla formazione botanica. Attualmente sono state piantumate 15.000 piante, 2.200 specie da tutto il mondo. Un’attenzione particolare è rivolta alla didattica.

Nato a Portovenere (La Spezia) nel 1946, il professor Walter Landini è stato curatore del Museo di Geologia e Paleontologia dal 1974 al 1981. È stato professore associato dal 1983 al 2001, anno in cui è stato chiamato dall’Università di Pisa come professore ordinario di Paleontologia. Nella sua carriera il professor Walter Landini ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo delle Scienze della Terra con i suoi studi sulla paleontologia dei vertebrati in Italia e all’estero. Ha prodotto oltre 150 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali di grande prestigio.

Stefano Mancuso “La tribù degli alberi”, presentazione

C’è una voce che sale dal bosco: è quella di un vecchio albero che vive lí da sempre, e adesso vuole dire la sua.*

Stefano Mancuso, professore all’Università di Firenze e all’Accademia dei Georgofili e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, ha scritto e documentato il mondo vegetale in molti testi, in quest’ultimo sceglie non la saggistica, ma un genere narrativo per raggiugere più lettori possibile: non solo giovani, ma anche adulti per avvicinarli ad un mondo, quello naturale, spesso incompreso o comunque sconosciuto, perché le piante sono esseri sociali, intelligenti, capaci di dialogare che spesso non sappiamo ascoltare e capire, maltrattando chi dovremmo proteggere perché questo mondo parallelo ci salva la vita.

E allora ecco una bella fiaba, la storia di Laurin, di un vecchio tronco e della comunità del territorio di Edrevia: I Cronaca i Dorsoduro, i Guizza, i Terranegra e i rissosi, temibili Gurra. Ha molto da raccontare il vecchio Laurin, detto Il piccolo, nei secoli in cui si è svolta la storia della comunità, ripercorrendone le vicende e le feste e le cacce al tesoro, ma anche le incomprensioni e i dubbi tra i diversi membri che sanno però anche sostenersi a vicenda.

“Nessuno meglio di Stefano Mancuso ha saputo raccontare il regno vegetale, ma qui c’è la scoperta di una forma nuova, che coniuga la vivacità dell’apologo al rigore scientifico. Cimentandosi per la prima volta con la narrativa, il celebre botanico ha scritto una storia per tutte le età”.(* dal Catalogo Einaudi)

Stefano Mancuso è professore ordinario presso l’Università di Firenze e dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale. Ha pubblicato Verde brillante (Giunti 2013, con Alessandra Viola) e Plant Revolution (Giunti 2017, Premio Galileo). Presso Laterza sono usciti L’incredibile viaggio delle piante (2018), La Nazione delle Piante (2019) e La pianta del mondo (2020). Per Einaudi ha pubblicato La tribú degli alberi (2022). I suoi libri sono tradotti in piú di venti lingue.(da Einaudi Autori)