Valeria Parrella e Massimo Osanna “Classici sovversivi. Mito e tragedia per la vita quotidiana”, presentazione

[…]Per permettere all’antico di parlare con il nostro quotidiano, Massimo Osanna, direttore generale dei Musei italiani, per ognuno dei soggetti trattati illustra la storia e la fortuna (o sfortuna) iconografica, inquadra le fonti storiche, i ritrovamenti archeologici, tra ceramiche decorate e bassorilievi, statue e pitture, ricostruzioni topografiche e riferimenti all’arte classica. In queste pagine troverete Antigone, Eros, Narciso, Euridice e Orfeo, Tiresia, Apollo e Re Mida, le Troiane: Valeria Parrella ricostruisce così i nostri rapporti con l’amore e con la morte, con il femminile e con la guerra, con il lutto e la violenza. Miti classici per eccellenza, resi sovversivi da una rilettura brillante e avvincente, a cura di una voce tra le più amate della nostra narrativa, capace di far interagire queste figure con autori di oggi, con canzoni, con tutto ciò che arricchisce e abita le nostre vite.(da Rizzoli Libri)

Dall’Introduzione

Scrive Valeria Parrella:

[…] la loro sovversione è essere ancora così presenti e ci costringono a una chiamata che è fisica, reale, attiva. I classici, se sono tali, non tramontano mai. Semplicemente, stanno da qualche parte, e noi dobbiamo cercarli.
Questo libro è un libro che li cerca e, a volte, li trova. Offre un metodo per stanarli, e per affidarsi. È un esercizio molto fruttuoso, vitale: cosa significa rileggere qualcosa scritto duemila anni fa? Credo che abbia un senso profondo e cioè : non sentirsi poerduti di fronte alla vita”

Scrive Massimo Osanna:

“I classici, più di ogni altra cosa, richiamano in noi la possibilità di tendere un filo di arianna attraverso il labirinto del tempo. Continuiamo a leggerli e a occuparci del passato che non è passato”

Un’interessante carrellata tra scritti e iconografia, miti classici per eccellenza che diventano “sovversivi” interagendo con il mondo attuale, con le nostre attualità.

Gli autori

Valeria Parrella vive a Napoli. È laureata in Lettere Classiche. Ha scritto per l’editore minimum fax Mosca più balena (2003) e Per grazia ricevuta (2005); per Einaudi Lo spazio bianco (2008), Lettera di dimissioni (2011) e Tempo di imparare. Almarina è stato finalista al Premio Strega del 2019. Scrive su Il manifesto

Massimo Osanna è professore ordinario di Archeologia classica all’Università di Napoli Federico II. Ha insegnato nell’Università della Basilicata, a Matera, dove ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici; è stato visiting professor in prestigiosi atenei europei e ha promosso scavi e ricerche in Italia meridionale, Grecia, Francia. Dal 2014 al 2015 ha diretto la Soprintendenza Speciale di Pompei; dal 2016 è direttore generale del Parco Archeologico, riconfermato per un altro mandato nel 2019.

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“Quel tipo di donna”

Almarina

Giulio Guidorizzi “I miti delle stelle”, presentazione

[…] Mappare il cielo, e cercarne i messaggi attraverso l’astrologia, fu un’attività a cui tutte le culture antiche si dedicarono, a partire dai Babilonesi e dagli Egizi; ma il nostro cielo, quello delle costellazioni, fu creato dai Greci.[…] gli astronomi greci tracciarono le costellazioni, definirono lo zodiaco e diedero loro i nomi che ancora restano. Ma quello dei Greci fu anche un cielo mitico: ogni costellazione ha una storia, e i personaggi del mito popolavano anche i cieli degli antichi.(da Raffaello Cortina Editore)

Giulio Guidorizzi,  studioso di mitologia classica, nel volume ha raccolto i miti greci legati alle costellazioni. In una recente intervista (La stampa 6 gennaio 2024 di Francesco Rigatelli) spiega che il mondo astronomico delle origini, “una specie di grande orologio cosmico”, in cui gli astronomi dall’osservazione hanno identificato le costellazioni, in seguito, quando i Greci conquistarono l’oriente, divenne, da osservatorio astronomico, astrologico: il grande apparato cosmico non era lì per caso ma ci influezzerebbe.

Alle interessanti domande conclusive: E lei che li studia da una vita cosa ha capito dei miti?

La risposta, che riportiamo integralamente:

“Intanto sono dei bei racconti che interpretano il reale in maniera poetica, e questo è già molto. Il mito in sé come dice Freud poi esprime un modo simbolico di pensare. È la storia o la pittura del nostro inconscio. Ci troviamo le forze elementari e irrazionali che si agitano nella nostra mente trasformati in racconto. Ci sono i rapporti famigliari, la vita e la morte, dunque esisteranno finché l’uomo avrà un inconscio. Si vedrà se l’intelligenza artificiale saprà sognare ed emozionarsi guardando le stelle”.

Il mito che li racchiude tutti?

“Ulisse, incarnazione della curiosità e al contempo dell’inquietudine dell’uomo”.

Brevi note biografiche

Giulio Guidorizzi, studioso di mitologia classica e di antropologia del mondo antico, ha insegnato Letteratura greca all’Università degli Studi di Milano e di Torino. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Ai confini dell’anima (2010), Il compagno dell’anima (2013), vincitore del premio Viareggio-Rèpaci, I colori dell’anima (2017), In viaggio con gli dei (con S. Romani, 2019), Il mare degli dei (con S. Romani, 2021), La Sicilia degli dei (con S. Romani, 2022) e I miti delle stelle (2023).(da Raffaello Cortina Editore)

Francesca Ghedini “Maledette. Le donne nel mito”, presentazione

Una veste sontuosa, un gomitolo, una corona, una lettera esibita e abbandonata, l’assenza totale di un episodio dal repertorio iconografico o l’abbondante varietà di un altro… Sono queste le tracce che Francesca Ghedini segue per ricostruire, nel continuo confronto con i testi greci e latini, le vicende di cinque grandi figure della tradizione occidentale.
Fronteggiando le mille contraddizioni che una civiltà pervasa e invasa dalle immagini conserva e riproduce nei secoli, l’autrice rilegge momenti poco noti o celeberrimi tramandati dal canone letterario e scava nell’iconografia che gareggia con le parole.
( da Marsilio Libri)

Cinque figure femminili, Fedra, Arianna, Medea, Circe, Pasifae “Nel grande mare della letteratura classica ho scelto cinque donne diverse per carattere ed esperienze, ma unite non solo da uno stretto legame di sangue, in quanto appartenenti a quell’articolata famiglia mitica che ha come capostipite il Sole, ma anche dall’amaro destino di essere condannate ad amori infelici, nefasti o contro natura”.

Fedra incestuosa, Arianna sedotta e abbandonata, Medea matricida, Circe la maga, Pasifae moglie di Minosse che si innamora di un toro.

Tutte vittime di una maledizione, quella di Afrodite: fu il Sole a denunciare ad Efesto,  consorte della dea, la  relazione focosa che la univa al bellicoso Ares; è da quest’episodio che inizia il racconto

Un racconto che, come scrive Maria Grazia Ciani nella prefazione, “è un originale confronto tra le fonti letterarie e le fonti iconografiche greche, magnogreche e romane”,  ricostruisce le vicende della stirpe del Sole, segnata dalla maledizione di Afrodite, in un “rispecchiarsi della poesia nell’immagine e dell’immagine nella poesia, in un intreccio tra parola e arte grafica o pittorica dove la prima descrive e la seconda ne coglie il significato più profondo, “oppure ignora il particolare più importante per dare rilievo a fatti secondari. Logos contro imago e imago contro logos. E, secondo l’autrice, il logos è spesso meno eloquente dell’imago

“Le immagini sono state il filo rosso che ha accompagnato tutta la mia vita di studiosa. Le ho analizzate dal punto di vista della formazione e trasmissione, del significato, della gestualità e della prossemica, e ho cercato di capire il senso che le raffigurazioni create da artisti e artigiani classici potevano avere non solo per noi, che in esse cerchiamo echi di mondi perduti, ma per i contemporanei, che ne erano circondati. Evocative e sfuggenti a un tempo le immagini sono infatti un tassello importante per avvicinarci alla cultura classica. Popolavano il quotidiano degli antichi, si dispiegavano su oggetti d’uso e su doni votivi, sulle pareti e i pavimenti delle case, sulle stoffe da arredamento o da abbigliamento, sui gioielli e sulla suppellettile di lusso, sulle monete e sui grandi monumenti pubblici che esaltavano le glorie della città”(dal capitolo primo La stirpe dannata).

Francesca Ghedini, professoressa emerita di Archeologia all’Università di Padova, è autrice di qualche centinaio di pubblicazioni. Fra i vari ambiti della sua ricerca, si è dedicata principalmente allo studio dell’iconografia e all’uso delle immagini come specchio delle società che le hanno prodotte. Tra i suoi ultimi volumi, Giulia Domna. Una siriaca sul trono dei Cesari (2020) e Lo sguardo degli antichi. Il racconto nell’arte classica (2022).(da Marsilio Autori)

Madeline Miller “La canzone di Achille” presentazione

traduzione di Matteo Curtoni e Maura Parolini 

Scritto nel 2011, nel 2012 ottiene il prestigioso Orange Prize, viene pubblicato in Italia nel 2013, e da allora è stato un successo di vendite e ancora oggi occupa i primi posti nelle classifiche dei libri più venduti.

L’autrice, bostoniana, docente con una preparazione classica, rivisita varie pagine dell’opera di Omero in modo del tutto inedito ricostruendo, attraverso la voce di uno dei protagonisti, la storia di un incontro, di un’amicizia, di un amore e della morte di entrambi.

È Patroclo infatti che racconta a partire da pochi scampoli rimasti nella memoria di un bambino, il primo incontro e i passaggi successivi quando lui, figlio di re, perde tutto per un involontario incidente ai danni di un coetaneo che ne causerà la morte: verrà esiliato a Ftia, dove re Peleo lo accoglierà insieme ad altri esuli. È qui che Achille sceglierà Patroclo come therápōn il compagno d’armi del principe. La storia di un incontro, di una crescita, di momenti felici sul monte Pelio con il centauro Chirone loro maestro, di un giovane e goffo Patroclo che ammira la bellezza e l’abilità del futuro eroe guerriero, il migliore dei greci, lo sbocciare di un amore omosessuale, nonostante le differenze e le diverse potenzialità.

[…]due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi […]destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. […] un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo” (da Marsilio Editori)

dello stesso autore su tuttatoscanalibri

“Circe”

Hannah Lynn “Il segreto di Medusa. Tutta un’altra storia” presentazione

Con la traduzione di Mariafelicia Maione per Newton Compton “Il segreto di Medusa. Tutta un’altra storia” titolo originale Athena’s Child primo volume di una trilogia dedicata alle figure femminili della mitologia greca.

La Lynn rivisita il mito di Medusa costruendo, come recita il titolo in italiano, tutta un’altra storia, quella sepolta nel silenzio e mai svelata nemmeno dall’eroe Perseo che unico riuscì a decapitarla. La versione della Lynn si richiama ad una leggenda più tarda che voleva Medusa dalla bellissima chioma e rivale di Atena, ma anche fanciulla bramata da uomini e da dei, violata da Poseidone che la possiede contro la sua volontà nel tempio della dea Atena. Una versione quest’ultima che ritroviamo nelle Metamorfosi di Ovidio (Libro IV)

Medusa fu notissima per bellezza, desiderata e contesa da molti pretendenti,

e in tutta la sua persona nulla era più splendido dei capelli:[…]

Narrano che il signore del mare la violasse in un tempio

di Minerva: inorridita la casta figlia di Giove con l’egida

si coprì il volto, ma perché il fatto non restasse impunito

mutò i capelli della Gòrgone in ripugnanti serpenti.

Ancor oggi la dea, per sbigottire e atterrire i nemici,

porta davanti, sul petto, quei rettili che lei stessa ha creato”.(vv794-803)

Il tema conduttore del romanzo è proprio legato allo stupro quando tutta la vita della giovane Medusa, sacerdotessa non creduta dalla dea, viene stravolta cadendo vittima due volte: la prima per non essere stata capace di convincere la dea della sua innocenza e la seconda, ignorando i suoi poteri, uccidendo il padre e la madre e coinvolgendo le sorelle nella sua tragedia.

Il romanzo si apre quando il padre, per salvarla dal desiderio lascivo dei pretendenti incantati dalla sua bellezza, la porta ancora tredicenne al tempio. E al tempio sarà protettrice degli indifesi e soprattutto delle donne vittime di violenze anche tra le pareti domestiche. Segue lo stupro e l’abbandono del tempio e l’inizio di un periodo lunghissimo in cui per difendersi dovrà ancora uccidere fino all’arrivo di Perseo, eroe diverso, al quale parlerà e che saprà ascoltare conoscendo la verità che non rivelerà mai.

Brevi note biografiche

Hannah Lynn è una scrittrice di successo internazionale. È nata e cresciuta nelle Cotswold, le splendide colline al centro dell’Inghilterra, prima di laurearsi e diventare un’insegnante. Attualmente vive sulle Alpi austriache.(da Newton Compton autore)