Aldo Moro – Pietro Nenni “Il carteggio ritrovato(1957-1978)”, Arcadia Edizioni

Oltre 300 tra lettere, biglietti ricostruiscono gli scambi tra i leader democristiano
e socialista durante i governi di centro-sinistra.

A cura di Stefano Godano, Renato Moro, Antonio Tedesco

Introduzione Renato Moro, prefazioni di Fabio Martini e Marco Damilano

 Arcadia Edizioni

Un fitto carteggio, in gran parte inedito, di oltre trecento tra lettere, biglietti e telegrammi, consente di ricostruire il rapporto umano e politico che si venne a creare tra il democristiano Aldo Moro, per cinque volte Presidente del Consiglio, e Pietro Nenni, leader storico del Partito socialista italiano.

I loro scritti ci permettono di entrare nella «stanza dei bottoni» del primo governo di centro-sinistra negli anni Sessanta e di verificare i problemi concreti e le difficoltà in anni di grandi cambiamenti della società italiana. L’opportunità viene offerta dal libro Il carteggio ritrovato (1957-1978), in libreria il 19 aprile per le edizioni Arcadia con un’introduzione di Renato Moro, le prefazioni dei giornalisti Fabio Martini e Marco Damilano e a cura di Stefano Godano, Renato Moro e Antonio Tedesco (pagine 360, 21 euro).

Uomini diversi per estrazione politica e ideologica, per carattere e temperamento, ma uniti dall’esigenza di dare una forte spinta alla modernizzazione del Paese, Moro e Nenni collaborarono, pur tra difficoltà e ostracismi, per consentire all’Italia di raggiungere importanti risultati nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili, del welfare e del contenimento degli squilibri economici dei territori dopo gli anni del frenetico boom economico.

Un primo aspetto è proprio il contributo che il centro-sinistra ha dato alla modernizzazione del Paese, con redditi migliori e più equamente distribuiti, l’accorciamento delle distanze tra il Sud e il resto del paese, il significativo abbassamento del tasso di analfabetismo.

“Accanto alle riforme più incisive (nazionalizzazione dell’energia elettrica, scuola media obbligatoria, Statuto dei lavoratori), la classe politica diede anche risposta a paure fondamentali come la vecchiaia e la malattia”, ricorda in una delle prefazioni Fabio Martini inviato del quotidiano La Stampa. “È allora che furono fissati i pilastri della sanità pubblica e del sistema previdenziale. È allora che nasce lo Stato sociale in Italia”.

Nel carteggio tra i due statisti emergono diversi elementi di interesse per gli storici e per coloro che intendono approfondire una stagione importante della vita politica italiana. In primo luogo, con un’angolatura nuova, le vicende e le dinamiche che hanno contraddistinto l’azione dei governi di centro-sinistra e le spinte politiche provenienti dai due principali partiti della coalizione, il Psi e la Dc, spesso in aperta contrapposizione.

“Nella storiografia sul centro-sinistra – ricorda Marco Damilano, giornalista, conduttore del programma Il cavallo e la torre su Rai Tre – è sempre prevalsa la critica, l’accento è andato sulle lentezze e le carenze, sul Paese mancato, più che sulle realizzazioni. Eppure, per i due leader l’operazione politica ha un valore in sé, l’incontro di diversi riformismi, aspramente contrastati per il movimento che provocano, più profondo dei singoli provvedimenti, dalla scuola alla programmazione alla riforma urbanistica, che costituiscono l’oggetto della contesa politica”.

Il carteggio rivela anche gli aspetti connessi al rapporto di stima e di fiducia che si viene a creare tra Nenni e Moro sin dalla fine degli anni Cinquanta. “Venivano da esperienze e da culture profondamente diverse – spiega Renato Moro, docente di Storia contemporanea a Roma Tre – ma costruirono un intenso rapporto umano. Moro fu certamente impressionato dalla limpidezza della figura di Nenni. Molto più giovane del Segretario socialista, Moro guardò certamente a Nenni con il rispetto dovuto a un leader anziano, carico di esperienza e di storia”.

Un rapporto umano che si conserva ben oltre la fase della collaborazione governativa e si spinge fino agli ultimi giorni di vita del leader democristiano, ucciso nel 1978 dalle Brigate rosse.

“Una vera amicizia tra gentiluomini – la definisce Renato Moro – che profuma di antico e che ci ricorda un modo di fare politica che non dobbiamo dimenticare”.

Pietro Nenni (Faenza, 9 febbraio 1891 – Roma 1° gennaio 1980), politico e giornalista, è stato leader storico del Partito socialista italiano. Cresciuto in orfanotrofio, durante la guerra di Libia sfida i carabinieri di Giolitti e viene imprigionato, esperienza che nel corso della vita ripete per ben otto volte. Negli anni Venti si oppone ai compagni massimalisti che, su indicazione di Mosca, intendono liquidare il PSI. Per quasi vent’anni combatte il fascismo dall’esilio e negli anni Cinquanta sfida la perdurante eredità dello stalinismo in Italia. Nel decennio successivo è vice presidente del Consiglio nel primo governo di centro-sinistra presieduto da Aldo Moro.

Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978), statista immune «alle dolci lusinghe dell’utopia», ma anche al «fascino maschio della decisione», è stato tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante all’Assemblea Costituente. Segretario della Dc dal 1959 al 1964, presidente nel 1976, ministro più volte e per cinque presidente del Consiglio, ha guidato esecutivi di centro-sinistra tra il 1963 e il 1968 con i socialisti, e tra il 1974 e il 1976 promuovendo la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito comunista italiano attraverso il compromesso storico. Nel maggio del 1978 viene rapito dalle Brigate Rosse e barbaramente ucciso.

Virginia Woolf e Vita Sackville West

Dalla corrispondenza riunita in queste pagine, dove attimi di riflessione profonda si alternano a prese in giro, slanci sensuali e racconti di vicende ordinarie, emerge la voce più vitale e arguta di Virginia Woolf. Nelle lettere, selezionate fra le oltre cinquecento scambiate dal primo incontro alla morte di Virginia, è davvero possibile cogliere, citando il saggio introduttivo di Nadia Fusini, “come l’amore tra queste due donne non finisca mai. Si incontrano, si separano, si scrivono, smettono di scriversi, riprendono a scriversi, e sempre la tenerezza, l’amicizia, la nostalgia riemergono, e tornano la luce e l’incanto.”(da Feltrinelli Editore)

Sara De Simone e Nadia Fusini traduttrici, con un saggio introduttivo di Nadia Fusini

a cura di Elena Munafò

Due riedizioni che hanno per protagonista Virginia Woolf e come autrice di un romanzo e come corrispondente di Vita Sackville West.

Scrivi sempre a mezzanotte edito da Feltrinelli raccoglie un totale di 136 missive, parte inedite, precisamente 78 dalla Woolf a Vita e 58 viceversa. Lo scambio epistolare è introdotto da un interessante saggio della critica letteraria Nadia Fusini appassionata studiosa delle due autrici.

Un amore durato ben quindici anni scaturito per entrambe, così diverse, proprio dalle loro differenze e bisogni affettivi che il saggio della Fusini sa ben mettere in evidenza. Rapporto sicuramente amoroso che determinerà nella Woolf la necessità di trasfonderlo nel romanzo Orlando la cui genesi è possibile rintracciare in una missiva del nove ottobre del 1927 scritta da Virgina a Vita

“«Orlando. Una biografia». «Appena l’ho fatto – confessa ancora a Vita – il mio corpo è stato rapito in estasi e il mio cervello s’è riempito di idee… supponi che Orlando si riveli essere Vita e che sia tutto su di te e la lussuria della tua carne e la seduzione della tua mente… ti secca? Di’ sì o no». Orlando nasce così, come uno zampillo di gioia, come un regalo e insieme un guanto di sfida a un’amata troppo vivace (leggi infedele), che procede a grandi falcate nella selva dell’amore e del sesso. Consapevole di non poter gareggiare sullo stesso terreno, Woolf sposta la contesa sul proprio campo di gioco. Farà quello che nessuno ha fatto o potrà fare per Vita: scriverà un romanzo su di lei.”

così si legge nel commento di Sara De Simone, critica letteraria e traduttrice, nonché vicepresidente dell’Italian Virginia Woolf Society (su la Stampa del 5 gennaio 2024) e come la stessa Fusini che traduce Orlando spiega nell’Introduzione all’epistolario e al romanzo.

[…] In quello che potremmo definire il romanzo più gioioso di Woolf, «si celebra senza nessuna reticenza la donna, l’essere umano donna . E semmai, riconoscendone il brio ironico e ludico – questo è un divertissement, insiste Virginia Woolf – si dovrà notare che la mutazione che riguarda il personaggio è in realtà un progresso. Sì che potremmo interpretare così: la donna è la versione piú perfetta dell’essere umano; l’essere umano al suo meglio è donna» come scrive Nadia Fusini, che firma questa nuova traduzione.(da Neri Pozza)

Susanna Trippa “Una storia che consola”, LFA Publisher

LFA Publisher

“Strana primavera del lockdown 2020.
Arriverà una storia a nutrire, e infine a consolare, la mia anima? Decido di cercare nel passato. Tra le fotografie ecco apparire un pacchetto legato da un nastrino consumato e ingiallito. Sciolgo il nastro: fogli e cartoline si sparpagliano, grafie e immagini si mescolano a caso.

Una storia che consola, scritto nei mesi del lockdown 2020, è un romanzo epistolare.
Quando scoppia la pandemia in Italia, e in particolare in Lombardia, l’autrice Susanna Trippa, dalla sua casetta in collina in provincia di Bergamo, come tutti si trova ad affrontare i timori e le angosce del periodo.
Ad arrivare in suo aiuto sarà un pacchetto di lettere, biglietti, cartoline e vecchie foto.
Da quel momento s’immerge nell’attenta rilettura di quel dialogo epistolare avvenuto tra i suoi genitori durante il lungo fidanzamento negli anni Trenta.

Dal 1934 al 1940 – in piena epoca fascista – due giovani si conoscono, s’innamorano, immaginano e costruiscono il loro futuro. Sullo sfondo stanno gli avvenimenti, divenuti storia, che porteranno allo scoppio della seconda guerra mondiale, poco dopo il loro matrimonio nel marzo 1940. Arrivano gli echi della società italiana di allora – abitudini e gusti – le atmosfere della guerra d’Etiopia, i fronti contrapposti della guerra civile spagnola, il cambiamento di passo del fascismo fino alla tragica avventura del conflitto mondiale. L’autrice, mentre legge e a tratti commenta i dialoghi dei due fidanzati, da figlia vi ritrova le personalità dei propri genitori ma, al tempo stesso, li scopre diversi.
Dentro di lei si forma un’immagine di loro del tutto nuova.


Susanna Trippa nata a Bologna e là laureata in Lettere moderne e Storia dell’Arte. Si trasferisce a Bergamo nel 1977,dove lavora prima come insegnante poi nel settore pubblicitario. Da più di vent’anni vive in Valcavallina, con famiglia ed animali, nella casetta che ha dato nome e immagine al suo primo libro I racconti di CasaLuet (2008), una fitta rete di racconti, sogni e magia. Il racconto Pane e cinema ha ricevuto il 1° premio AlberoAndronico “Cinecittà – l’occhio del cinema sulla città” (2009). Nel 2015 esce il romanzo epico/fantasy Il viaggio di una stella.Il penultimo pubblicato è il romanzo autobiografico Come cambia lo sguardo – Gli inganni del Sessantotto (2019 Curcio ed.).

Alessio Pasquini e  Marco  Tecchia  “Last Nite”, presentazione di Paola Antoni

[…] Last Nite nasce come un esperimento, come un gioco, come un passatempo.
Due amici distanti un oceano, uno a Roma, l’altro a Lima, decidono che la misura restrittiva del distanziamento sociale e l’esplosione del virus covid-19 saranno la scusa per recuperare una comunicazione che si stava limitando al fantacalcio, a qualche emoticon e a lunghi silenzi.
Alessio e Marco decidono di scriversi delle lettere, per lo meno tutte le settimane per qualche mese. Vogliono tenere il polso di ciò che sta succedendo fuori e dentro di loro. Vogliono lasciare registro ai loro figli, vogliono conoscersi meglio, nonostante siano stati coinquilini al tempo dell’università.[…] (da Il filo di Arianna Edizioni)

Sono capitata per caso nella lettura di questo libro: la madre di Alessio, uno degli autori, da tanti anni è una mia compagna di yoga. Sempre per caso, mi ha ha parlato di questo testo che mi è sembrato, da subito, molto interessante. L’ho letto e l’ho trovato particolarmente stimolante: due amici, uno a Roma e l’altro a Lima, si rendono conto che la loro antica amicizia si sta sbiadendo a causa della lontananza e del  Covid 19 che ha tolto loro ogni possibilità di movimento. Per non perderla decidono nei mesi a venire uno scambio epistolare per impiegare il tempo in modo fruttuoso.

Quale sarà lo scopo di questo scambio  di lettere?

Quello di conoscersi meglio, di approfondire temi così essenziali come la morte, la vita, la bellezza e la gioia  di essere con le persone che ami. Altri due punti da sottolineare: il riferimento a fatti o persone che in qualche  modo illustrano  i propri  sentimenti, i valori su cui basano la loro vita, l’educazione dei propri figli e la loro bellissima amicizia.  Infine ho molto amato la conclusione della maggior parte delle lettere e cioè il riferimento a brani musicali  oppure a canzoni che mi hanno riportato a vari momenti della mia giovinezza. Credo che ogni lettore possa trovareaccenni alla propria vita, ai sentimenti che  appartengono o dovrebbero appartenere alla nostra condizione umana. Ed è bello vedere due giovani uomini consegnarci delle pagine piene  di amore e  di  amicizia.

Un libro da leggere e da consigliare. 

 Brevi note biografiche

Alessio Pasquini è nato a Livorno nel 1981. Dopo l’adolescenza vissuta nella sua città natale, si è trasferito a Parma, dove si è laureato in Economia Aziendale, con specializzazione in Trade Marketing.
Per più di dieci anni ha ricoperto ruoli manageriali in aziende come Max Mara, Alviero Martini, Zara e H&M, vivendo tra Reggio Emilia, Milano e Stoccolma. Attualmente vive a Roma con la moglie Letizia, insieme alla quale ha aperto una boutique di abbigliamento femminile a Testaccio.
È padre di due bambine, Linda e Alma.(da Il filo di Arianna Edizioni)

Marco Tecchia è nato a Roma nel 1983.
Si è laureato a Parma in Trade Marketing e dopo un periodo in Accenture a Milano e un’esperienza nel marketing di Barilla, ha conosciuto la sua attuale moglie Sabrina, peruviana.
Insieme si sono trasferiti a Lima, dove Marco ha fatto il cuoco, l’insegnante d’italiano, il direttore della Camera di Commercio Italiana, il direttore commerciale di un’impresa agroindustriale e di due agenzie di comunicazione. Oggi vive a Lima con la moglie e insieme gestiscono un’azienda d’importazione di vini naturali e un bistrot nel quartiere di Miraflores.
È padre di due bambini, Pablo e Frida.(da Il filo di Arianna Edizioni)

Francesca Sensini “Non c’è cosa più dolce”, presentazione

«Gentile Ignota,
nessuna gioia maggiore, anzi nessun’altra gioia è serbata al povero scrittore italiano, che quella che io ho avuto da lei.
Sorprendere una conversazione sul fatto vostro e sentire che non si dice male, anzi si dice molto bene di voi… non c’è cosa più dolce».( da Il Melangolo Edizioni)

Francesca Sensini raccoglie in questo saggio il carteggio integrale intercorso tra il poeta, a partire del 1897 fino alla sua morte (1912), con Emma Strozzi moglie del ritrattista Vittorio Corcos. Un forte sentimento li legherà, un amore platonico, si incontrarono infatti solo cinque volte. Fu padre Pistelli a metterli in contatto recapitando al poeta un’anonima recensione ai Poemetti da parte di Emma che da lì sarà la “Gentile Ignota”. Un amore epistolare che di fatto sfuggiva qualsiasi contatto diretto per non turbare l’intima bellezza di quel rapporto e non scatenare le reazioni della sorella del poeta, Maria, che già precedentemente aveva osteggiato altri nascenti sentimenti, come il fidanzamento con la cugina, e che occultò le lettere di Emma quando il poeta malato delegò alla sorella ogni incombenza. Pagine che ritraggono e approfondiscono in modo oggettivo la rinuncia all’amore da parte di Pascoli senza per altro rinunciarvi completamente, pur nell’ idealizzazione del sentimento amoroso.

E anche

Brevi note Biografiche

FRANCESCA SENSINI è professoressa associata di Italianistica presso Université Côte d’Azur. Le sue ricerche, di taglio comparatistico, sono incentrate sulla letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento, la ricezione del classico e gli studi di genere in ambito letterario. Tra le sue recenti pubblicazioni per il melangolo: Pascoli maledetto, 2020 e La lingua degli dèi. L’amore per il greco antico e moderno, 2021.

“Come dirti addio. Cento lettere d’amore da Saffo a Garcia Lorca”, di Cristina Marconi, presentazione

Come dirti addio. Cento lettere d’amore da Saffo a Garcia Lorca, pur sempre lettere d’amore anche se finito, amori letterari oppure clandestini che si chiudono ad opera di uno dei due innamorati: parole che dovrebbero spiegare all’altro il motivo, le ragioni, presumendo di attenuarne l’impatto emotivo o che la spiegazione possa essere efficace e bastare. Lettere provenienti da ogni parte del globo e da ogni tempo: “dai classici come le parole di Beethoven alla sua Amata immortale, […] o “lo struggente saluto del leader indipendentista congolese Patrice Lumumba a sua moglie prima dell’arresto”. Un lungo elenco che comprende Giacomo Casanova, Emily Dickinson, Anaïs Nin, solo per citare alcuni dei protagonisti. Lettere dai testi rari “perché figlie di un momento irripetibile”, si legge nell’ Introduzione, in cui “si scrive innanzi tutto a se stessi” e “lo sforzo dell’eloquenza è massimo” e pertanto preziose. Non solo di personaggi storici o artisti, ma anche di persone comuni, raccolte in ordine cronologico a partire da Saffo (VII – VI secolo a.C.) alla sua amata, fino a Leonard Cohen a Marianne Ihlen (2016).

[…]“privi della componente dolciastra degli epistolari sentimentali e forse per questo ancora più intensi, accompagna il lettore in un appassionante viaggio attraverso i secoli, in cui le storie d’amore vengono lette attraverso l’inconsueta prospettiva del loro finale. (da Neri Pozza Libri)

e anche

Brevi note biografiche

Cristina Marconi, dopo un baccalauréat francese, si è laureata alla Normale di Pisa su Michel Foucault. Per sedici anni ha vissuto all’estero, a Bruxelles e a Londra, e ha scritto di politica e cultura inglese su vari giornali. Nel 2019 ha esordito con il romanzo Città irreale con cui ha vinto tra le altre cose i premi Rapallo Opera Prima e il Severino Cesari Opera Prima, oltre a essere entrata nella dozzina dello Strega. Nel marzo del 2021 è uscito: A Londra con Virginia Woolf. Insegna scrittura alla Scuola Belleville di Milano, la città dove ora abit