Luca Fassina “Vino/Vinile. Il cibo si fa musica: l’estetica delle copertine”, OLIGO

I capitoli sono arricchiti dalle ricette dei piatti che prendono spunto da immagini e canzoni.

 

OLIGO

Dal 7 novembre

Vino/Vinile è un viaggio attraverso un banchetto visivo, il significato, il simbolismo e l’impatto culturale di alimenti e bevande immortalati sulle copertine di album più e meno celebri: dalla provocatoria banana sbucciabile di Andy Warhol per i Velvet Underground al goloso surrealismo di Let it Bleed dei Rolling Stones, dagli Spaghetti dei Guns N’ Roses alla pentola di serpenti di Cook della PFM sino alla passione per la birra dei Tankard, dettagli culinari raramente lasciati al caso, elementi iconici che aiutano a creare immagini potenti evocando sensazioni ed emozioni.
Travalicando generi musicali, periodi storici e continenti, Vino/Vinile osserva l’influenza del cibo e delle bevande nell’immaginario musicale e illustra come abbiano contribuito a plasmare la percezione degli album e degli artisti stessi. 
Una celebrazione dell’arte visiva e del gusto, per chi ama la musica, il design e la cultura pop. I capitoli sono arricchiti dalle ricette dei piatti che prendono spunto da immagini e canzoni.

Dall’ introduzione:

Un tempo, i dischi di gommalacca a 78 giri erano contenuti in anonime buste. A volte venivano raccolti in un libro rilegato. Da qui il nome album usato per i Long Playing (LP). Il primo album con una copertina sembra essere stato Smash Song Hits by Rodgers & Hart (1939) e fu un’idea del grafico statunitense Alex Steinweiss che convinse la Columbia Records. L’idea venne presa al volo dalla Blue Note, che iniziò a spingere i propri artisti jazz con le foto del suo fondatore, Francis Wolff, e la grafica del designer Reid Miles. Furono gli anni di fotografi come Herman Leonard e il suo pupillo Chuck Stewart, responsabile di oltre duemila copertine. Se all’inizio gli album erano meri contenitori di dischi, sembra essere stato Frank Sinatra a dare il via al concetto di long playing come lo conosciamo oggi: voleva che ogni registrazione avesse un tema generale che si estendesse anche alla copertina. Nel 1956 arriva il primo LP di Elvis Presley e le immagini di molte delle sue copertine incarnavano l’energia e la ribellione della nuova generazione; è stato il rock a comprendere la forza comunicativa dietro a un’immagine forte e così le copertine diventano sempre più seducenti ed efficaci: non solo scatti di artisti famosi, ma vere e proprie opere d’arte. In Italia, nei primi anni Cinquanta, un giovane Guido Crepax comprava i primi dischi di jazz a 78 giri: dato che non amava quelle buste anonime di cartoncino nero, il futuro papà di Valentina le personalizzava con illustrazioni ispirategli dalla musica stessa. “Assunto” da suo fratello Franco, discografico de La voce del Padrone, realizzò la sua prima copertina per il disco del pianista jazz Thomas “Fats” Weller, E i suoi ritmi. Ne avrebbe prodotte più di trecento, tra cui la famosissima Nuda dei Garybaldi. Presto arrivò anche la pittura di artisti dei generi più disparati, portando la copertina ad assumere valore di completamento dell’opera che rappresenta: negli anni Sessanta Beatles e Rolling Stones lavorano con i più grandi artisti della pop art e studi specializzati come l’Hipgnosis che firma la copertina di Animals (1977) dei Pink Floyd con il famoso maiale gonfiabile ideato da Roger Waters3. Gli anni Settanta, con le esigenze di creare immagini epocali, hanno incrementato l’uso dei gatefold, dove la copertina si apriva come un libro che raddoppiava lo spazio grafico a disposizione. I primi rocker ad approfittarne furono Bob Dylan con Blonde on Blonde (1966) che batté di una settimana l’uscita di Freak Out dei Mothers of Invention di Frank Zappa.

LUCA FASSINA lavora con la parola scritta da oltre trent’anni: giornalista, scrittore, traduttore e storyteller di Milano, è stato corrispondente musicale da Londra e manager dell’entertainment a Parigi. Oggi scrive per “Classic Rock”, “Metal Hammer” e Sergio Bonelli Editore; ha collaborato, tra gli altri, con RollingStone.it. Per Oligo Editore ha pubblicato Cucina. Stephen King: ricetta per un disastro (2022), Spaghetti. Le rockstar a tavola: dagli AC/DC a Zucchero (2023), Gusto/ Disgusto. Il cibo diventa cult: dal cinema alla tavola (2024).

Antonella Salottolo “Il giorno zero. Disavventure e riscatti”, presentazione

Edity

Due giovani giornalisti con un passato travagliato alle spalle partono per un lungo viaggio che li porterà dalla Toscana alla Sicilia, passando per Roma, Napoli, nel cuore dell’Abruzzo e sulle coste calabresi.
Incontreranno vecchi amici, che li aiuteranno a ricostruire le loro vite, e nuove persone con storie interessanti a cui daranno una mano. Visiteranno luoghi incantevoli, mangeranno piatti prelibati, sentiranno storie intriganti, leggeranno fiabe e risolveranno misteri.(da Edity)

Il giorno zero – disavventure e riscatti accompagnerà il lettore in luoghi inediti dello Stivale scoprendo piatti dal sapore unico e curiosità insospettabili, tenendolo con il fiato sospeso e facendogli scorgere la magia che è celata in ogni cosa.
Un mix di generi che spazia dalle storie ai racconti di viaggio, di sofferenza e di rinascita. Ogni capitolo è dedicato a un alimento o un piatto. La gastronomia è, infatti, presente in tutto il romanzo, insieme alla magia, alla natura, a citazioni e a curiosità turistiche e artistiche dei luoghi visitati.
In treno alla volta di Roma i protagonisti conosceranno diversi personaggi interessanti, fra cui Lara, una ragazza che scrive e disegna con maestria: decidono di aiutarla e saranno coinvolti nei tentativi della giovane di far guarire la sorellina Alice che, per un blocco dovuto alla tragica scomparsa dei loro genitori, non parla più. Per la piccola Alice inventeranno escamotage e storie come Il mostro mangia parole. Proseguiranno poi il loro viaggio andando a Napoli, alla scoperta dell’Abruzzo, della Calabria delle Eolie, a Salina per incontrare e stare vicini a Clara, una donna con problemi psichiatrici che appartiene al loro passato. Qui si troveranno ad affrontare un mistero che aveva messo in pericolo la sua vita.
Truffe, omicidi e inganni saranno svelati, grazie all’aiuto di nuovi amici nell’isola

Brevi note biografiche

Antonella Salottolo, napoletana innamorata della sua città, insegna Storia e Filosofia e Lettere nelle scuole. Specializzata in marketing e web, marketing per aziende, oggi si occupa, però, principalmente dei suoi due bambini.
Amante del mare, dei viaggi, della buona tavola e della cultura orientale, in particolare del reiki, adora scrivere.
Il giorno zero – Disavventure e riscatti, che ha ricevuto il premio Paesi in Lettere – Zungoli, Premio Nazionale – L’inedito sulle tracce del De Sanctis – XVI edizione, non è il suo primo romanzo, nel 2018 ha pubblicato, Il fuoco, il vento e l’immaginazione,nel 2023 Evanthia e altre storie e ha in cantiere altri progetti.

della stessa autrice su tuttatoscanalibri

Evanthia e altre storie

Davide Chiolero “Vini, spezie, pastelli volativi e confetti di zucchero. Breve storia della cucina e dell’alimentazione nel Medioevo”, Graphe.it

Uno sguardo approfondito sulla cucina medievale come specchio di civiltà e identità. Il cibo, tra riti religiosi e influenze culturali, racconta la storia nascosta dietro ogni piatto

Graphe.it

In libreria dal 26 febbraio

Questo saggio approccia con metodo scientifico l’arte culinaria medievale.


Si parla del legame fra dieta e religione (a cominciare dai giorni di magro, su cui scopriamo curiosità sorprendenti) del diverso apporto della civiltà romana rispetto a quelle identificate come barbariche. Si racconta delle convinzioni mediche del tempo, in fatto di nutrizione. Sono descritte le esigenze delle dispense delle abbazie e di quelle dei signori, considerando anche la disponibilità locale degli ingredienti. D’altro canto, se la cucina popolare rimase relativamente simile nel corso degli anni, quella nobiliare fu sorprendentemente aperta alle novità e alle contaminazioni, includendo – oltre agli elementi autoctoni – spezie di Paesi lontani acquistate a caro prezzo.

La cucina medievale era caratterizzata da una certa forma di discriminazione sociale. Le principali distinzioni che si possono cogliere tra cucina povera – la cui ricostruzione è complicata dall’assenza di fonti dirette – e cucina ricca non sono tanto nella qualità quanto nella quantità. La dieta dei meno abbienti era basata, perlopiù, sul consumo di prodotti di origine vegetale come ortaggi, cipolle, porri, aglio e cereali. Quest’ultimi erano fondamentali per la realizzazione del pane, l’alimento più diffuso e consumato da contadini, cittadini e nobili, vero simbolo della civiltà occidentale e cristiana. Si deve, tuttavia, precisare che il pane consumato dai meno abbienti e dai contadini, scuro e realizzato con cereali minori, non era lo stesso che potevano permettersi le classi più agiate, che preferivano il pane bianco.

DAVIDE CHIOLERO (1991) laureato in Scienze Storiche all’Università degli Studi di Torino, è docente in un istituto di istruzione secondaria di primo grado dell’astigiano. È membro della redazione di “Arma Virumque”, rivista universitaria torinese di storia militare, per la quale ha pubblicato Elmi con le corna e asce bipenni: l’equipaggiamento del vero guerriero vichingo (2021). I suoi interessi principali riguardano la storia culturale e materiale – in particolare alimentazione e costume – del periodo medievale. È autore de I vichinghi e la morte. La ritualità funebre scandinava fra migrazione e stanzialità (sec. VIII-XI) Il bestiario del Trésor di Brunetto Latini, editi con Il Cerchio.

Carmel Cassar “Cibo mediterraneo.Modi alimentari mediterranei: tendenze e sviluppi storici”, Graphe.it Edizioni

Un viaggio millenario attraverso le culture alimentari del Mediterraneo, dalle zuppe sumeriche all’haute cuisine francese, per scoprire la storia e i segreti della dieta che fa bene al corpo e all’anima. Un libro dedicato agli storici dell’alimentazione,  agli studiosi di storia del cibo e del Mediterraneo, agli appassionati di ricette e cucina. 

Traduzione di Carla Del Zotto

Graphe.it Edizioni

In questo libro, edito per la prima volta in lingua italiana, la cultura alimentare del Mare Nostrum viene ripercorsa dalla preistoria a oggi, con una straordinaria cura filologica e storica, consegnandoci una miniera di informazioni interessanti e ricette “replicabili”: dalle istruzioni per una zuppa sumera di oltre 4000 anni fa, alle frittelle greche dell’epoca bizantina, passando per dolcetti ottomani e opulenti stufati dell’Italia rinascimentale, fino alla haute cuisine francese.

Agricoltura, cibo e ambiente: tre parole diventate praticamente inseparabili in un mondo di crescenti interdipendenze, dove tutto è interconnesso, accelera e cambia. Il cibo sarà sempre una questione fondamentale perché è al centro dell’attività umana. In una regione mediterranea in cui le risorse naturali sono sotto stress climatico e demografico, la produzione agricola deve sempre più fare i conti con l’esigenza di qualità, che le società in cerca di responsabilità richiedono attraverso il cambiamento dei modelli di consumo e nuove aspettative riguardo al cibo che mangiano. Se si vuole salvaguardare la salute dell’uomo e del pianeta, la produzione alimentare deve essere sempre più orientata a soddisfare il duplice requisito della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale. La regione mediterranea, la cui storia è sempre stata permeata dalla sfida alimentare e dal commercio di generi alimentari, non fa eccezione a questa tendenza generale.

CARMEL CASSAR è ordinario di storia culturale e direttore dell’Istituto di Studi Maltesi. Ha contribuito allo sviluppo di una sezione etnografica presso il Dipartimento dei Musei pubblici maltesi, più tardi ribattezzato Heritage Malta. Già responsabile del Palazzo dell’Inquisizione a Vittoriosa, ha favorito la nascita dell’interesse nella ricerca storica del cibo mediterraneo e maltese, di cui dà contezza in questo saggio. È Fellow della Royal Historical Society di Londra e della Cambridge Commonwealth Society, socio della Renaissance Society of America e membro a vita della Società Storica di Malta. Diverse le sue pubblicazioni, tra cui, in italiano, Il senso dell’onore (Jaca Book 2002, tradotto in cinque lingue).

Alessandro Di Flaviano “La scienza del cibo”

Una guida per fare scelte consapevoli e superare luoghi comuni o fake news

Alessandro Di Flaviano dopo la laurea in Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti, ha dato vita a Rubricalimenti mosso dalla voglia di dissipare i dubbi e di diffondere informazioni utili, verificate e concrete, perché “chi conosce sceglie, altrimenti sta solo credendo di scegliere”. Con lo stesso spirito ha scritto La scienza del cibo, un manuale pratico che con un linguaggio semplice illustra le caratteristiche peculiari delle materie prime più comuni: dalla carne al pesce, dai cereali ai legumi passando per le uova, i latticini e le verdure. Un libro di “istruzioni per l’uso” in cui trovare risposte, informazioni e curiosità per imparare a conservare correttamente gli alimenti e conoscerne proprietà, benefici e rischi.( da Rizzoli Libri)

Un manuale quindi, una guida al mondo del cibo spesso sconosciuto o accolto con letture superficiali o non sapendo come interpretare le sigle, di numeri e lettere, o le indicazioni che troviamo sui prodotti inscatolati che di solito acquistiamo, scrive l’autore, che ci indirizza invece con riferimenti scientifici o fugando i dubbi più frequenti, come fa nel video di Rubricalimenti, la sua pagina Instagram, rispondendo a molti quesiti che spesso resterebbero senza risposta o affrontati “fidandosi” di quanto sentito dire o consigliato dalla pubblicità.

Un libro quindi in cui trovare risposte, informazioni e scoprire  curiosità “ma anche per scoprire come leggere le etichette e per sfatare dicerie e falsi miti – ha senso comprare il pollo senza antibiotici? La frutta va mangiata lontano dai pasti? Le uova fanno aumentare il colesterolo? E molti altri – che troppo spesso si sostituiscono alle verità scientifiche”.( da Rizzoli Libri)

Brevi note biografiche

Alessandro Di Flaviano, padovano, ha una laurea in Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti. Appassionato di cucina e nutrizione, nel 2019 ha creato la pagina Instagram Rubricalimenti  dove spiega in modo semplice la scienza degli alimenti, dà consigli e indicazioni o sfata false convinzioni o falsi miti.

“Cucina in giallo” la nuova antologia di Sellerio

Otto autori, Santo Piazzese, Alicia Giménez-Bartlett, Gaetano Savatteri, Marco Malvaldi, Francesco Recami, Antonio Manzini, Alessandro Robecchi, Simona Tanzini, per altrettanti racconti nella nuova antologia

Il giallo è servito si potrebbe dire, proprio perché tra piatti, ricette, cene, anche delitti.

Spigolando qua e là: Alicia Giménez-Bartlett, fa smascherare alle sue protagoniste poliziotte l’assassinio durante un corso di cucina thai, mentre Recami si occupa dello strano rapimento di uno chef chiamato a giudicare tra “brodetto adriatico” e “cacciucco”; Marco Malvaldi e i suoi vecchietti dentro un caso di plagio di una specialissima ricetta. E che dire del “Timballo di Monsù” e della giornalista romana Viola, personaggio di Simona Tanzini, che anzicchè scoprire un timballo  scoprirà ben due omicidi.

E ritroviamo Manzini e il suo burbero Rocco Schiavone; Santo Piazzese e Lorenzo La Marca il biologo-investigatore; Alessandro Robecchi e il duo Ghezzi e Carella; Gaetano Savatteri e i siciliani Lamanna e Piccionello. Delitti della corposa antologia che si consumeranno tra chef stellati e piatti speciali, una commistione tra cucina e delitto tracciata dalla penna sapiente di otto celebri autori.

Ricordo agli appassionati di racconti in giallo che fanno parte di una lunga serie proposta da Sellerio: oltre alla notte, presentato nelle pagine di tuttatoscanalibri, alla giornata, alla settimana, le raccolte antologiche della serie scandiscono anche le feste comandate, tutte declinate ovviamente in giallo, e sempre firmate Sellerio Editore

William Alexander “I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo”, presentazione

Aboca dedica uno dei suoi ultimi volumi al re pomodoro, il frutto diventato il signore nelle nostre tavole tanto che, come il prezzemolo, viene utilizzato in molti piatti, ingrediente principale o accessorio. Ma la sua storia è stata lunga e travagliata, prima ignorato e poi vituperato al punto da essere considerarlo addirittura velenoso: l’autore, William Alexander, la documenta tra aneddoti e preparazioni, senza tralasciare le diverse ibridazioni che ne hanno determinato le varietà insieme ad aspetti comici, a partire dal titolo che vuole probabilmente parafrasare quello del reportage di Reed sulla Rivoluzione d’Ottobre sottolineando così la rivoluzione culinaria e botanica di cui il pomodoro fu sicuramente portatore.

L’arrivo della pianta in Europa dal Nuovo Mondo è datata intorno al Seicento.

Ai primordi  non ebbe un ruolo importante tra gli alimenti, venne più utilizzato come ornamento tanto che in questo ruolo lo troviamo come fregio alle porte in bronzo dell’ingresso di destra del Duomo di Pisa, fuse nel 1602, data che ha fatto presumere il suo arrivo in Italia alla corte di Cosimo I de’ Medici.

Fu quindi ignorato a lungo in cucina iniziando a diffondersi quando a provarne il sapore e l’utilizzo alimentare furono soprattutto personaggi facoltosi e potenti in cerca di degustazioni esotiche; ne seguirono varie ibridazioni su cui il volume si sofferma soprattutto relativamente alla varietà San Marzano e agli utilizzi  di là d’Oceano: negli Stati Uniti con la particolare vicenda legata alla zuppa  Campbell e alla salsa Ketchup.

“Supportato da una ricerca storica e botanica accurata, una scrittura chiara e divulgativa e tempi comici ben calibrati, William Alexander intreccia viaggi, leggende, umorismo, avventure (ma anche disavventure) per seguire la scia del pomodoro attraverso la storia. Un racconto rocambolesco ed epico in cui non mancano eroi, artisti, conquistatori e mafiosi. Una guida appetitosa sull’alimento che strega il nostro palato da sempre” (da Aboca Edizioni Libri)

Fabio Delle Donne “Sfogliatelle e delitti. La Napoli del commissario Lo Tufo”

con la collaborazione di Eleonora Baluci

Sfogliatelle e delitti narra un anno trascorso a Napoli dal commissario Lo Tufo, un calabrese amante del buon cibo appena trasferitosi nella città partenopea, e i  casi affrontati durante lo stesso periodo che saranno l’occasione per gustare alcuni dei più famosi piatti napoletani.

Li corredano. al termine di ciascun racconto, un disegno, un aneddoto di cultura enogastronomica e una ricetta.

È  il primo volume di una serie in cui il commissario viaggerà per l’Italia per risolvere casi e gustare nuove prelibatezze. La seconda tappa sarà in Sicilia.

Per cogliere meglio la struttura del raccontato, di seguito l’Indice

INDICE

Prologo
Capitolo 1 Salsiccia, friarielli e peperoni rossi
I friarielli
Capitolo 2 Il furto dell’albero di Natale
Il casatiello
Capitolo 3 Sul bel Danubio blu
Il Danubio
Capitolo 4 Testa di moro
Il tarallo
Capitolo 5
La sfogliatella
Epilogo

Dalla Quarta di copertina

Hans Tuzzi, “zaff&rano e altre spezie”, presentazione di Salvina Pizzuoli

«Fra i cinque e i sei anni feci due grandi scoperte: la lettura e la magia. Vidi, infatti, che lettere e suoni si corrispondevano. E, in cucina, vidi un riso bianco diventar giallo. Ciò era in potere di due djinn dei deserti, Zaff e Rano. Così, almeno, mi rivelò l’agne Guste, la prozia Augusta, che sovrintendeva allo spentolio della casa.»(da Slow Food Editore)

Nella Piccola biblioteca di cucina letteraria di Slow Food Editore “zaff&rano e altre spezie” di Hans Tuzzi – una delle penne più importanti della tradizione letteraria – come si legge nella presentazione della raffinata collana che coniuga narrativa e cibo.

Sessanta pagine di sapori e ricordi riemersi dall’infanzia “che ritorna e ritorna, come un rimpianto, come un rimorso” in un fluire senza tempo, indistinto e miscelato a odori, sapori e a quel senso di rammarico e cruccio nel cuore perché “come possono, i bambini, sopravvivere alla loro infanzia?” Detto così potrebbe ingannare, ma Tuzzi sa sempre sorprenderci non solo con la sua scrittura elegante, ma per la leggerezza e nello stesso momento per lo spessore coinvolgente e sotteso tra le righe. E così spezie e ingredienti e personaggi e fantasie che quell’io bambino rifonde convinto di ricordare, si mescolano in una nuova pietanza condita dalla trappola della memoria “che crede di inoltrarsi nel passato quando invece lo ricrea”. “Ricordare è mentire” aggiunge più avanti, come corollario ad un percorso sopraffino. Parole, immagini, profumi e sapori di un’altra infanzia, quella del lettore che beve dal calice dell’ambrosia perduta, vi si sovrappongono in un emozionante ritrovarsi, in un cerchio che si chiude nel lirico finale.

Nelle poche pagine più tecniche, alla fine del volumetto, dedicate allo zafferano, se ne ripercorre la storia e si spiega che Slow Food è promotore di tre tutele, una nazionale e due internazionali, per il fiore di zafferano e contro le contraffazioni.

Non perdetevi questa chicca e non perdetevi le ricette!


Per saperne di più su Slow Food Editore: Una collana di narrativa, arricchita da alcune delle penne più importanti della tradizione letteraria e artistica italiane: da Nicola Lagioia a Giuseppe Culicchia, da Carlo Petrini a Giovanni Arpino, da Lella Costa a Moni Ovadia e Giorgio Conte, da Lou Palanca a Hans Tuzzi, Massimo Carlotto e Matteo Codignola, sono numerosi gli autori che hanno accettato di prestare la propria arte e la propria firma all’unione tra letteratura e cibo, pubblicando questi piacevolissimi racconti dai profumi e dai sapori gastronomici.

Erri De Luca “Spizzichi e bocconi”, presentazione

Un libro che racconta del cibo, e non solo.

Storie di “cibo familiare”, storie mie, scrive nella Premessa, di bocconi e di bevande, corredo alimentare di un onnivoro. E aggiunge che nel testo il lettore troverà anche gli insegnamenti e le riflessioni del giovane biologo nutrizionista Valerio Galasso e “con lui imparo cosa fa il cibo al di là della sazietà”. E ancora: le ricette, trascritte da Alessandra Ferri, “figlia di un fratello di mamma”, della nonna Emma e di sua madre Lillina, “da lei raccolte in nitida calligrafia”, un corredo importante, “un documento necessario ad ogni libro del 1900”.

“[…] subito ci conduce con il suo stile inconfondibile fra odori e sapori che raccontano di lui ma anche di un mondo perduto di pranzi della domenica al profumo di ragù, di pasti consumati in cantiere e nei campi base in ascesa sulle vette, e di osterie, dove le generazioni si mischiavano, “stanze di popolo”. […] Le pagine trovano infine felice contrappunto in alcuni interventi del biologo nutrizionista Valerio Galasso, che riprende dal punto di vista scientifico queste storie di cibo familiare, approfondendone il valore e offrendo una chiave per un sano comportamento alimentare”.(da Feltrinelli Editore)

Erri De Luca, scrittore, giornalista, opinionista, poeta, traduttore, è nato a Napoli nel 1950. Pubblica il suo primo libro nel 1989, “Non ora, non qui” una rievocazione della propria infanzia trascorsa a Napoli. Scrittore prolifico ha scritto molte opere: poesie, saggi, narrativa e testi teatrali.