Salvina Pizzuoli “L’altro giardino”, Edida

Nuova Edizione 2025

Dalla Quarta di copertina

Anche l’esistenza apparentemente più facile da descrivere è in realtà intessuta di una sostanza sfuggente, inafferrabile: è il tempo perduto, sparito nei gorghi della quotidianità. Ciò che chiamiamo la storia della nostra vita è solo ciò che emerge da questa massa informe: le parole nere che si stagliano sullo spazio bianco. È l’altro giardino della nostra esistenza, quello che non visitiamo mai.
Questo libro attraverso la sua originale struttura narrativa cerca di ricordarci che esiste, anche se non sempre ci pensiamo, segnalando con Spazio Bianco i momenti smarriti nell’abitudine quotidiana del vivere e riportando invece cronologicamente quanto resta nella memoria proprio perché inusuale, quindi immemorabile e dedicando ciascuna pagina ad ogni protagonista, evidenziando così il percorso personale di ciascuna.
Le storie sono quelle di nonne, madri, figlie, maestre, in una parola donne, alle prese con l’amore e con le sue infinite sfaccettature. Sono alla ricerca di una salvezza possibile, di un equilibrio praticabile, di un modo per affrontare l’eterno problema di vivere. Non tutte le soluzioni sono giuste; qualcuno riesce a trovare la sua via di fuga, altri si perdono.


“Nell’altro giardino” conclude la trilogia di Salvina Pizzuoli dedicata a protagoniste femminili che raccontano, composta da “Quattro donne e una cucina”, uno zibaldone di ricordi ricette curiosità e storia di alcuni ingredienti, e da “Il tempo smarrito. Memorie di un’ottuagenaria”, un romanzo breve ambientato storicamente nella Sicilia dei primi del Novecendo fino al dopoguerra in Puglia e in Toscana, un viaggio attraverso i ricordi tra storia e romanzo.

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