
Con il consueto piglio e l’abituale precisione, Gigi Di Fiore racconta le vicende del Regno attraverso le psicologie, i sentimenti, le emozioni delle donne che ne furono protagoniste. Un punto di vista nuovo, in una prospettiva ricca e complessa: dall’Illuminismo alla Rivoluzione francese, attraverso la Restaurazione e l’Impero napoleonico, per arrivare infine alle passioni romantiche e ideologiche del Risorgimento italiano che avrebbe cancellato la monarchia borbonica, l’ultimo capitolo della luminosa storia del Sud Italia(da Libri UTET)
Otto regine che hanno accompagnato come figure di primo piano i propri coniugi re regnanti durante i 127 anni del Regno delle Due Sicilie, dal 1734 al 1861: due italiane, Maria Cristina di Savoia e Lucia Migliaccio, moglie morganatica di Ferdinando IV, cinque tedesche e una spagnola.
La prima fu Maria Amalia di Sassonia, che divenne regina a soli tredici anni, dopo una lunga trattativa come era uso a quel tempo nei regni settecenteschi in cui il matrimonio si inseriva in un gioco più ampio di potere fatto di alleanze strategiche e di tornaconti: nonostante gli intrighi di potere che ne determinarono la scelta, l’unione di coppia fu felice e la giovane regina ebbe un forte ascendente sul marito, Carlo III, contribuendo a trasformare la città in una delle più belle capitali del tempo in Europa, favorendone l’eccellenza in alcuni settori produttivi, come quello delle porcellane di Capodimonte e come pare abbia lasciato traccia di sé ancora oggi nella scelta dei napoletani di giocare sulle estrazioni del lotto, gioco e passatempo preferito dalla regina medesima.
Una narrazione che si apre con Maria Amalia e si chiude con Maria Sofia di Baviera, moglie di Francesco II di Borbone, l’ultima regina di Napoli, e che intreccia avvenimenti storici, cronaca, usi e costumi evidenziando un punto di vista nuovo con cui guardare alle sovrane che lungi dall’essere delle comparse accanto ai mariti regnanti, di fatto contribuirono alle trasformazioni del territorio e della società meridionale come donne con un preciso carattere, con le proprie convinzioni fatte d’impegno ma anche di passioni personali.
GIGI DI FIORE, storico, già redattore al “Giornale” di Montanelli, è inviato del “Mattino” di Napoli (Premio Saint-Vincent per il giornalismo nel 2001; Premio Pedio per la ricerca storica; Premio Melfi per la saggistica; Premio Guido Dorso per gli studi sul Mezzogiorno; Premio Marcello Torre per l’impegno civile). Nelle sue pubblicazioni si occupa prevalentemente di criminalità organizzata e di Risorgimento in relazione ai problemi del Mezzogiorno. Tra le sue ultime opere: La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle paranze dei bimbi (2005, 2016), Controstoria dell’unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento (2007, 2010), Gli ultimi giorni di Gaeta. L’assedio che condannò l’Italia all’unità (2010, 2015), La Nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità suddista (2015), Briganti! Controstoria della guerra contadina nel Sud dei Gattopardi (2017), L’ultimo re di Napoli. L’esilio di Francesco II nell’Italia dei Savoia (2018), Napoletanità. Dai Borbone a Pino Daniele, viaggio nell’anima di un popolo (2019), Pandemia 1836. La guerra dei Borbone contro il colera (2020) e Storia del Napoli. Una squadra, una città, una fede (2021; nuova edizione 2023).