
Con la sua capacità di coinvolgere il lettore nelle vicende quotidiane dei suoi personaggi e di ricreare atmosfere uniche, Horacio Quiroga dà vita a un’opera di grande intensità dalla prosa limpida e struggente (da Orizzonte Milton)
Horacio Quiroga è vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento (nasce a Salto nel 1878), uruguaiano di nascita e argentino di adozione. Autore di racconti e di due romanzi, i primi, scritti tra il 1917 e il 1935, vennero pubblicati in Italia nel 2016 da Einaudi curati da Ernesto Franco: avevano per protagonisti “ex-uomini”, spesso incrocio “di provenienze diverse e di vite possibili, tutte bruciate” così scriveva Franco nella Prefazione, nati dalla sua esperienza nel Chaco e a San Ignacio Misiones, nel rapporto tra uomo e foresta, pezzi di vita che in maniera più o meno biografica e romanzata entrano nei suoi racconti e nei romanzi.
A Misiones, da lui stesso definito il paradiso infernale, condusse un’esistenza quasi leggendaria cercando di strappare terra da coltivare a un territorio selvaggio, costruendo con le proprie mani e la propria capacità inventiva ogni mezzo di sussistenza.
In “Un amore passato”, scritto nel 1929, tradotto in italiano da Carlo Alberto Montalto che ne ha curato la prefazione e la nota biografica, racconta, su base autobiografica, di un uomo, vedovo da due anni, Maximo Moran, che in seguito al lutto abbandona la campagna per la città, ma per farvi ritorno e riallacciare i legami spezzati dal lutto recente; si riappropria quindi delle terre strappate a una natura indomita, dei paesaggi e della compagnia dei suoi nuovi vicini ritrovando anche l’amore che pensava di aver perduto: Magdalena ed Alicia lo condurranno in un triangolo amoroso e ad un destino cui non sarà possibile sottrarsi.
Brevi note biografiche
Narratore uruguaiano (Ciudad del Salto 1878 – Misiones 1937), vissuto a lungo in Argentina, dove ebbe rinomanza come novelliere. Scrisse molti racconti dove ambientazioni e personaggi di stampo realistico convivono con elementi fantastici e dove le pagine dedicate alla descrizione della campagna risaltano per la prosa limpida. Fu autore di articoli letterarî sul genere del racconto. Opere principali, oltre a Cuentos de la selva (1918) e Anaconda (1921), il romanzo Historia de un amor turbio (1908) e le raccolte di racconti: El crimen del otro (1904); Los perseguidos (1905); Cuentos de amor, de locura y de muerte (1917); El selvaje (1924); El desierto (1924); Los desterrados (1926); Más allá (1935). Morì suicida (da Treccani)