Gigi Moncalvo “Agnelli – The Italian Royal Family”, Vallecchi Editore

Vallecchi

Il grande interesse con cui il pubblico segue le più recenti vicende della ex-royal family, con la guerra ventennale per mettere le mani sull’immensa e sommersa eredità di Gianni Agnelli e poi di sua moglie Marella, è motivato dalla scoperta di particolari inediti e talvolta incredibili riguardanti il gigantesco patrimonio e l’intreccio di società, specie nei paradisi fiscali, che caratterizzano gran parte degli ultimi cinquant’anni di questa Famiglia. Tutto sarebbe rimasto ancora oscuro se la figlia di Gianni Agnelli non avesse deciso di scatenare una guerra con la propria madre, prima, e il suo primogenito poi, poiché si ritiene “derubata” di una cospicua quantità dell’ex patrimonio paterno di cui, a metà con Marella, era la legittima erede.

La figura del vecchio Senatore viene qui delineata in tre aspetti fondamentali. Prima di tutto descrivendo i modi in cui Giovanni Agnelli senior si impossessò della Fiat portandola via agli altri veri fondatori, e raccontando quel che avvenne nel processo di Torino in cui era imputato. Secondo: descrivendo i metodi con cui abbatteva tutti gli ostacoli sul suo cammino, come ad esempio il senatore Frassati, al quale portò via “La Stampa”, e poi Riccardo Gualino, un geniale e poco noto imprenditore che divenne socio di Agnelli, acquistarono banche ed ebbero un intreccio d’affari redditizio per oltre dieci anni, fino a che il padrone della Fiat decise di rovinarlo…Infine, gli “affari” col fascismo, la fortuna di accumulare ricchezze enormi grazie alle forniture per le due guerre mondiali, la passione di farsi pagare in lingotti d’oro, il gigantesco accumulo di metallo pregiato trasferito a Basilea. Ma per la prima volta vengono anche pubblicate le “pagine nere” che riguardano il Senatore: gli atti della Commissione per l’epurazione che stava per espropriare Agnelli dalle sue numerose industrie con l’accusa di collusione col fascismo. Solo la morte, nel dicembre 1945, salvò Agnelli dall’onta di una condanna. Ma i suoi memoriali inediti, insieme a quelli di Vittorio Valletta, rappresentano l’altra faccia del Senatore: non più tracotante e sicuro di sé, ma compassionevole nelle sue argomentazioni e nelle descrizioni di se stesso e del suo operato nel tentativo di far credere che era addirittura un…antifascista.

Gigi Moncalvo è autore dei libri-controcorrente Agnelli Segreti, I Lupi e gli Agnelli, I Caracciolo, ricchi di documentazione e di retroscena sui “peccati” nascosti e le verità mai scritte su quella che è stata definita l’ultima “Famiglia Reale” italiana. Nella sua carriera giornalistica ha lavorato in alcuni quotidiani tra cui il Corriere della Sera e il Giorno. In televisione è stato inviato speciale per le reti Fininvest-Mediaset, autore di numerosi reportage dall’estero, ideatore e conduttore di molti programmi. È stato dirigente di Raidue e ha condotto Confronti, in onda il venerdì sera per quattro anni. Ora si occupa di ideare format TV e dirigere media-training per dirigenti d’azienda. Vive in campagna nelle colline del Monferrato tra Piemonte e Liguria. Con Vallecchi ha pubblicato Agnelli coltelli nel 2022 e Juventus segreta nel 2023
http://www. gigimoncalvo.com

Adelio Fusé “Di chi sono queste insonnie”, Manni Editore

In un mondo sospeso tra realtà, sogno e finzione, uno scrittore e un agente letterario intrecciano le loro vite in un vortice di parole complici, ricordi e comportamenti condivisi.

Un romanzo dove la dimensione esistenziale si fonde con quella letteraria.

Manni Editori

“L’insonnia è l’esistenza che resta vigile e si fa racconto.”
Aldous Canti

Di chi sono queste insonnie intreccia le vite dello scrittore Aldous Canti – “scrittore estremo”, anzi, per autodefinizione – e del suo agente letterario Manlio Roveda. La narrazione, che si snoda dal 1999 al 2023, con flashback che si estendono fino agli anni ’30 nella Val d’Orcia, in una trama mossa da sovrapposizioni temporali e geografiche esplora sfaccettature e implicazioni di un’amicizia unica. 
Aldous, il protagonista, è un personaggio affascinante, un visionario amante delle contraddizioni e dei paradossi: un autore d’élite che ha pubblicato casualmente un best-seller, un solitario con l’occhio sempre rivolto ai fatti della storia e sensibile ai legami affettivi solidi, un interlocutore a proprio agio nella parola torrenziale come nel silenzio.

La sua decisione di ritirarsi nel Finisterre galiziano, “un luogo estremo per uno scrittore estremo”, dà il via a una serie di visite di Manlio, trasformando la sua presenza nei luoghi dell’amico in una ricerca avventurosa, carica di aspettative e non priva di misteri. Le vicende si intensificano quando Aldous viene colpito da una malattia neurodegenerativa. La sua lotta contro questo duro imprevisto, sostenuta con ironia e determinazione, porta a un cambiamento di prospettiva con ripercussioni su entrambi. è anche il momento in cui la voce di Aldous emerge più forte, proiettandosi in un toccante bilancio tra letteratura e vita, significati certi e interrogativi precari.

Intorno ai due protagonisti si muove un folto gruppo di personaggi vividi, del passato e del presente, incontrati nella vita vera o presenti nelle storie raccontate da Aldous, ognuno con spiccate particolarità. Tra loro è inclusa una Lady Writing personificazione della Scrittura stessa, mentre le ambientazioni suggestive assegnano ai luoghi il ruolo di altrettanti personaggi.

Una coda onirica in una Londra distopica aggiunge una svolta ulteriore alla narrazione, ampliando i confini dell’esperienza reale. Manlio ne uscirà intraprendendo a sua volta, in un capovolgimento dei ruoli, il cammino della scrittura, e chiudendo così il cerchio.

Incipit 

«Conobbi Aldous Canti nel buio di una grande stanza. Il casolare verso cui eravamo diretti si serviva della campagna per fare il vuoto intorno o avveniva invece il contrario? Lo spazio circostante sembrava lì apposta per inghiottire qualunque meta e per riservare identica sorte a chiunque volesse giungere a destinazione. La strada era una lingua di asfalto bucherellata e infida, piantonata dalle risaie e propensa, inoltre, a restringersi, mentre le ruote dell’auto giravano in bilico e pronte a tradire, sdrucciolando oltre il bordo. Norma, intanto, se ne stava con la luna storta, inclinata a differenza della luna vera, diritta e stabile in cielo nella sua bianca metà, finché non sparì, la luna vera, dietro le nuvole, spruzzatine grigioline sullo sfondo sempre più annerito del cielo. Fra non molto il cielo e la terra avrebbero composto uno strato unico più nero della pece. La nota lieta era l’aria notturna, già estiva, che punzecchiava la pelle attraverso i finestrini abbassati.

Adelio Fusé (1958), vive a Milano, dove ha lavorato in ambito editoriale. Ha pubblicato saggi, libri di poesia (l’ultimo, Mosaico del viandante, Book Editore, 2023; segnalato al Premio Lorenzo Montano), romanzi (con Manni Lastrazione non è la mia passione principale, 2018 e Le direzioni dell’attesa, 2020). Collabora con artisti, fotografi, musicisti e scrive per varie riviste. Ha curato una rubrica di musica e poesia nel sito altremusiche.it.

Lamberto Salucco “Manuale semiserio di PowerPoint”, presentazione

Dall’Introduzione:

PowerPoint è un software di presentazione nato nel 1984 e successivamente acquisito da Microsoft.Serve per la creazione e la condivisione di contenuti visivi durante riunioni, lezioni e conferenze.

Consente all’utente di unire testo, immasgini, grafici, contenuti multimediali in un documento composto da diapositive, come pagine di un libro o di un album fotografico.

Permette di realizzare presentazioni tradizionali e interattive, slideshow e video per comunicare in maniera più chiara e visiva e ed è usato in molti ambiti: istruzione,marcketing, finanza, ingegneria, etc.

È il quarto volume della collana sui software di Office Automation curati da Lamberto Salucco che chiarisce nella sua Introduzione:

Dopo averlo evitato per anni, sono praticamente costretto ad affrontare anche PowerPoint. Devo dire che non lo amo particolarmente, anzi: non lo amo per nulla. Però è innegabile che le presentazioni siano da decenni parte integrante di molti flussi di lavoro.
Come docente ho iniziato a utilizzare le slide solo una decina di anni fa, poi nel 2020 ho colto l’occasione del lockdown per riordinare i vari argomenti nei diversi e disordinati ambiti in cui mi trovo a fare formazione. L’odio che provavo per le diapositive digitali si è piano piano trasformato in semplice antipatia (un enorme passo avanti) e infine sono stato costretto ad ammetterne l’innegabile utilità.
A differenza di quanto ho fatto in passato con Excel, questo sulle presentazioni sarà un solo volume come ho fatto per Word. Ma, a differenza di ciò che ho fatto nel libro unico sugli word editor, non sarà strutturato per seguire le singole tab del menu: stavolta ho suddiviso gli argomenti come mi pareva, spero che non sia troppo confusionario.

E tra le “considerazioni scontate ma importanti” aggiunge : Tratterò tutti gli argomenti che ritengo fondamentali ma un libro, per quanto fatto bene, non sostituirà mai la pratica.

A noi piace soffermarci e riportare un chiarimento : La definizione “manuale semiserio” significa che posso parlare di argomenti seri anche con un tono non serioso. Oppure sì. Dipende anche stavolta da come mi gira.

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Strade scomparse di Firenze

Michele Navarra “Per non aver commesso il fatto”, presentazione

Uno dei romanzi più amati di Michele Navarra, con protagonista Alessandro Gordiani, qui giovane avvocato incaricato della difesa di un uomo accusato di omicidio.(dal Catalogo Fazi Editore)

Alessandro Gordiani è il  protagonista dei legal thriller di Michele Navarra, scrittore e avvocato penalista, che torna con Fazi in libreria con questo suo secondo romanzo, già edito nel 2010 da Giuffré.

L’avvocato Gordiani, reduce da una crisi esistenziale e professionale, è tornato a esercitare e divide lo studio a Roma con un collega civilista. La sua attività si limita alla difesa di piccola delinquenza e ad illeciti minori; tutto cambia quando si presenta a lui Carlo Baldini, agente immobiliare sospettato di aver ucciso un ex collaboratore, Finotti, probabilmente l’amante della moglie. L’accusa arriva ad opera di una “spiata”: un criminale in cambio della soffiata chiede clemenza. Grazie ai dettagli forniti, è stato infatti ritrovato il cadavere di Finotti chiuso nel bagagliaio di un’auto da tempo sul fondo del lago di Bracciano: è così che  i sospetti ricadono su Baldini,  marito tradito.
Un caso certamente difficile e non solo perché scoperto a distanza di anni: all’avvocato Gordiani il difficile compito di trovare risposte e seri indizi prima di giungere al processo, conciliando la sua attività di indagine con i preparativi per il suo matrimonio e con l’imminente nascita della figlia, con le sue idiosincrasie, con il suo perfezionismo e con le sue debolezze: un processo difficile e delicato proprio perché indiziario, nella speranza di ottenere una sentenza assolutoria per il suo cliente proprio per non aver commesso il fatto.

Michele Navarra è avvocato penalista dal 1992, nel corso della sua carriera ha avuto modo di seguire alcune delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, dalla strage di Ustica alle imprese della banda della Uno bianca. Nei suoi libri ha creato il personaggio seriale dell’avvocato Alessandro Gordiani, presente anche nei romanzi Solo Dio è innocente (2020), Nella tana del serpente (2021) e Una giornata cominciata male (2022, vincitore del Premio Caravaggio nello stesso anno), tutti editi da Fazi Editore.

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Solo Dio è innocente

Roberto Alajmo “Il piano inclinato”, presentazione

[…]In questo romanzo Roberto Alajmo conferma il suo talento nel trattare la tragedia come commedia e la commedia come tragedia. Il suo Ousma – come tutti noi –non è cattivo e non è buono, costretto com’è a destreggiarsi tra l’euforia dei sogni e lo sconforto della realtà. Un protagonista che si sottrae agli stereotipi opposti che riguardano i migranti, dipinti sempre come vittime o come delinquenti. C’è però una forza che spinge Ousma e quelli come lui sempre oltre, sul piano inclinato del caso e della fatalità.(dal Catalogo Sellerio )

Ousmane Keità, ovvero Ousma, ha 17 anni  è  in fuga dal Mali, su una barca rottame che, nelle acque di Lampedusa, si rovescia. Alajmo racconta la vicenda accopmpagnando il lettore dentro un “prima”, fatto di racconto del presente e flashback che  ripercorrono, anche se non in ordine cronologico,  momenti della vita del protagonista: l’ambiente di provenienza, le vicende familiari di lui figlio della seconda moglie del padre che, in difficoltà economica la ripudia,  e del suo lascito in punto di morte che racchiude in “apri la finestra” un consiglio di vita, che Ousma accoglie decidendo di vivere lontano da casa, e oltre verso l’Europa. Quindi la partenza e le prime tappe ed esperienze a Bamako, quindi il viaggio nel deserto, la prigionia nei campi in Libia, fino al naufragio e all’approdo a un Centro di accoglienza e a un Rifugio di Palermo che ospita  i minori non accompagnati: ed è da qui che  si apre il “dopo” e il racconto si fa noir.

Roberto Alajmo (1959) vive a Palermo. Tra i suoi libri: Notizia del disastro (2001, Sellerio 2022), Cuore di madre (2003), È stato il figlio (2005), da cui è stato tratto nel 2012 l’omonimo film diretto da Daniele Ciprì, Palermo è una cipolla (2005), L’arte di annacarsi (2010). Con questa casa editrice ha pubblicato inoltre Carne mia (2016), L’estate del ’78 (2018), Repertorio dei pazzi della città di Palermo (2018), Io non ci volevo venire (2021), La strategia dell’opossum (2022), La boffa allo scecco (2023), Abbecedario siciliano(2023), Il piano inclinato (2024).

dello stesso autore su tuttatoscanalibri:

L’arte di annacarsi

Io non ci volevo venire

La strategia dell’opossum

Dal 10 gennaio 2025 in libreria per Bibliotheka Edizioni:Benjamin Jacobs e August Kubizek

“IL DENTISTA DI AUSCHWITZ”, LA STORIA DEL RAGAZZO POLACCO CHE SI SALVO’ LA VITA CURANDO PRIGIONIERI E UFFICIALI

La biografia di Benjamin Jacobs scritta da lui stesso e accolta con favore unanime della critica negli Stati Uniti

Benjamin Jacobs Il dentista di Auschwitz
Traduzione di Alessandro Pugliese
In libreria il 10 gennaio
Bibliotheka


«I nostri nomi diventarono numero. E con il tempo capimmo perché. I numeri non avevano volto. Erano molto più facili da affrontare».

Il 5 maggio 1941 tre vecchi camion attraversano una strada sterrata polacca con a bordo centosettanta ebrei del villaggio di Dobra. Sono uomini di età compresa tra i sedici e i sessant’anni. Tra loro anche Berek Jakubowicz e suo padre, autorizzati a portare con sé solo un piccolo fagotto ciascuno. Il ragazzo non sa che quei pochi strumenti odontoiatrici utilizzati nel primo anno di formazione universitaria gli salveranno la vita.
La sua storia viene narrata dai lui stesso nel libro Il dentista di Auschwitz, firmato con il nuovo nome (Benjamin Jacobs) assunto negli Stati Uniti, dove emigrò dopo la liberazione (Bibliotheka, 376 pagine, 16 euro, dal 10 gennaio in libreria nella traduzione di Alessandro Pugliese). Nei cinque anni di privazioni trascorsi nei campi di sterminio nazisti, tra cui Buchenwald, Dora-Mittelbau, e Auschwitz (dove entrò in contatto con il famigerato Josef Mengele, medico e criminale di guerra), ha visto morire il padre ed è stato costretto ad esercitare la professione dentistica su prigionieri e ufficiali e ad estrarre i denti d’oro dei cadaveri appena usciti dalle camere a gas
Accolto con favore unanime dalla critica alla sua comparsa negli Stati Uniti, Il dentista di Auschwitz indaga sulla proliferazione del male dalla prospettiva di chi ha vissuto a stretto contatto con un orrore assoluto e onnipervasivo. Una lettura che meglio di qualsiasi libro di storia riesce a rendere un tempo in cui «i nomi divennero numeri senza volto» e in cui chi subì la deportazione «pur avendo il cuore pieno di lacrime, dimenticò per sempre come piangere».

 IL GIOVANE HITLER CHE HO CONOSCIUTO, RITRATTO DEL DITTATORE DA GIOVANE SCRITTO DALL’AMICO DI INFANZIA

Nell’opera di August Kubizek un adolescente alla deriva: ha fallito a scuola, è disoccupato e vive miseramente dipingendo cartoline

August Kubizek Il giovane Hitler che ho conosciuto
Traduzione di Alessandro Pugliese
Bibliotheka

«Per quanto la memoria mi ha concesso, ho tracciato il ritratto del giovane Hitler. Ma alla domanda, allora sconosciuta e inespressa, che pendeva sopra la nostra amicizia, ancora oggi non ho trovato una risposta: Quali erano le intenzioni di Dio quando creo quest’uomo?».

August Kubizek (1888-1956), direttore d’orchestra e scrittore austriaco, è stato l’amico fraterno di Adolf Hitler durante l’adolescenza. I due si conobbero nel 1904 ed entrambi frequentarono il Conservatorio a Vienna; gli studi vennero portati a termine solo da Kubizek, che vide la carriera interrompersi allo scoppio della prima guerra mondiale. I due si ritrovarono a metà degli anni Trenta, durante l’annessione dell’Austria alla Germania. Fu proprio in quel periodo che Hitler, divenuto Cancelliere, chiese a Kubizek di scrivere sulla loro amicizia.
Il risultato è il libro Il giovane Hitler che ho conosciuto, che Bibliotheka manda in libreria il 10 gennaio nella traduzione di Alessandro Pugliese (372 pagine, 16 euro).
Si tratta di uno dei più importanti testi per comprendere la figura del dittatore. Kubizek descrive in che modo si formarono il carattere feroce, l’impareggiabile forza di volontà e l’implacabile sistematicità mentale del più ingombrante, scomodo e crudele personaggio del Novecento.
Durante l’adolescenza, Hitler è un ragazzo alla deriva: ha fallito a scuola, è disoccupato, respinto dall’Accademia d’Arte di Vienna, vive miseramente dipingendo cartoline. Ma dietro quest’apparente inettitudine, Kubizek mostra il carattere di un individuo che, da questi inizi, facendo leva su una personalità magnetica, diverrà il conquistatore più potente e terribile della storia moderna, riuscendo a mobilitare i peggiori istinti di rivalsa del popolo tedesco.

Miranda July “A quattro zampe”, presentazione

Traduzione di Silvia Rota Sperti

[…]è un viaggio nella mente di una donna che potrebbe essere tutte le donne, se avessero il coraggio di dar voce alla propria emancipazione sessuale e di pensiero. Ed è un viaggio che, se da un lato fa ridere fino alle lacrime, dall’altro tocca il cuore del lettore affrontando da una prospettiva originalissima temi come la crisi matrimoniale, il rapporto con i figli, il tradimento, la menopausa e l’umano, umanissimo desiderio di sentirsi liberi e amati.(da Opera, Feltrinelli Editore)

Protagonista è una quarantacinquenne in crisi come moglie e soprattutto come donna: decide così, lasciando a casa un marito ormai noioso e un figlio settenne, di partire da sola in macchina per un viaggio da Los Angeles a New York, un’ occasione  per rinverdire desideri ormai soffocati e fantasie ancora inesprese.
Il viaggio però si interrompe quasi subito appena fuori Los Angeles, in una stazione di servizio, quando un ragazzo le lava il vetro dell’auto e i loro occhi si incrociano, un incontro che la porta a fermarsi in un Motel e a calarsi in una serie di esilaranti e avventurose storie di amore e di sesso e a scoprire se stessa e la libertà perduta.
Ne nasce una storia audace, licenziosa, ma anche toccante e molto umana.
Miranda July racconta con humour ma anche con profondità, l’età di mezzo di una donna alla prima esperienza con quella se stessa che sente “vecchia”: vuole ritrovare una se stessa che sappia esserlo sempre, con le amiche e tra le mura domestiche.
Un viaggio dentro le domande che scaturiscono da pensieri e riflessioni, ma anche da dentro un corpo, nuovo, di una donna che si interroga con profonda ironia.

Miranda July è un’artista, scrittrice e regista americana. Cresciuta a Berkeley, California, vive a Los Angeles. I suoi video, le sue performance e i suoi progetti basati sul web sono stati presentati in posti come il Moma, il Guggenheim Museum e in due edizioni della biennale del Whitney Museum. Nel 2005 è uscito il suo primo lungometraggio – scritto, diretto e interpretato da lei – Me and Youand Everyone We Know, accolto con unanime consenso di critica e pubblico, con il quale ha vinto il premio speciale della giuria al Sundance Film Festival e il premio Camera d’Or a Cannes. I suoi racconti sono stati pubblicati su “The Paris Review”, “Zoetrope”, “The New Yorker” e “McSweeney’s”; la sua raccolta di storie Tu più di chiunque altro (Feltrinelli, 2009), ha vinto il premio Frank O’Connor. Il suo secondo lungometraggio The Future è uscito nell’estate del 2011. Ancora per Feltrinelli, Il primo uomo cattivo (2016).( da Autori, Feltrinelli Editore)

Patrizio Nissirio “Lava”, presentazione

Un romanzo che parla di memoria perduta, di luoghi in cui è facile smarrirsi e dell’illusione di pensare di non aver bisogno di nessuno. Con il rischio di precipitare in un cratere e non risalire mai più.(da Arkadia Editore)

Un misterioso lascito con testamento annunciato per lettera, imprevisto e ad opera di sconosciuti, porta il commissario Aurelio Di Giannantonio da Venezia, dove risiede, a Torre del Greco, alle pendici del Vesuvio, terra nero-rossastra, color di lava.
Da questo primo dato che sconcerta verso un crescendo di vicissitudini, misteri, luoghi, in cui è facile perdersi, incontri, ricerche nella memoria perduta, innescata dal testamento, vendette e affari loschi.
Il paesaggio e l’ambientazione sono accurate e vivide sia trattino di Venezia, sia di Torre del Greco, tanto da rendere i luoghi come ulteriori protagonisti della vicenda.
Un vero noir da seguire con molta attenzione proprio perché nulla è sicuro o scontato

Dalla sinossi

[…]Un misterioso benefattore gli ha lasciato una casa dalla quale si vede il golfo di Napoli, la penisola sorrentina e Capri. Ma qualcosa non torna: il poliziotto non sa chi sia il solitario anziano che si è ricordato di lui nel testamento. Girando il paese in cerca di risposte, si imbatte in un manifesto ingiallito che lo coinvolge nella storia di due sorelline scomparse. Vorrebbe ripartire, tornare dalla sua compagna Maria Quaranta, ma è troppo tardi: la sua sete di giustizia lo trascina in un’indagine su cui non ha titolo. Una vicenda difficile da dipanare, in bilico tra loschi traffici della criminalità organizzata e vendette private, che lo vedrà in pericolo di vita, circondato da personaggi omertosi e ambigui all’ombra del vulcano che, impassibile e minaccioso, sovrintende alle vicende umane di una terra antichissima. 

Patrizio Nissirio è un giornalista degli Esteri dell’ANSA, dal 2011 responsabile del servizio multilingue per il Mediterraneo ANSAmed, e coordinatore per l’ANSA di Infomigrants, progetto per l’informazione ai migranti realizzato insieme a France Media Monde e Deutsche Welle. Dottore di ricerca in studi americani, ambito in cui ha pubblicato numerosi saggi accademici in Italia, Usa e Olanda, ha lavorato come corrispondente internazionale dell’agenzia dal 1996 al 2010 a Washington, Atene e Londra. È autore di Dettagli americani. Il paese dietro la bandiera (Liberal libri, 2002) e di Ouzo amaro – La tragedia greca dalle Olimpiadi al gol di Samaras (Fazi, 2012). Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, Una ballata del Mar Egeo (L’Erudita-Giulio Perrone), seguito nel 2017 dalla guida letteraria alla capitale greca “Atene, cannella e cemento armato” (Giulio Perrone), ripubblicato nel 2023, aggiornato e ampliato, con il titolo Ad Atene con Markaris. Il successivo romanzo, Silenzio, è uscito a fine 2019 per Ensemble, editore con cui ha pubblicato a fine 2021 D’inverno, Venezia. Nel 2023 è uscito per Diarkos ‘Il sigaro – L’arte del fumo lento tra storia e personaggi’. Il 25 ottobre ha pubblicato il suo nuovo romanzo, “Lava’, per Arkadia.

Cose spiegate bene: Quello che mangiamo

Iperborea

Il cibo, le cose che mangiamo, come le mangiamo, sono l’argomento di questo numero di COSE Spiegate bene: accanto alle attenzioni per la «cucina» e per tutto il suo indotto culturale e commerciale, è cresciuta anche l’importanza che diamo a quello che cuciniamo, o che consumiamo senza bisogno di cucinarlo, per la sua origine e per vari passaggi che precedono la sua digestione.
Un interesse legato a ragioni di salute, di mercato, o di semplice desiderio di conoscenza.
A questo desiderio prova a rispondere anche questa volta COSE Spiegate bene, raccontando il reale valore delle calorie, le ragioni della schizzinosità dei bambini, il dibattito sulla carne sintetica e i disturbi alimentari. E chiedendosi se sia ammirevole o disdicevole che certe coppie ordinino le stesse cose al ristorante. Ma ancora più concretamente parliamo del prezzemolo e dei pompelmi, dell’allarmante olio di palma, del colore del burro e di come parlano gli chef. Anzi, «andiamo a parlarne», di queste cose.

Alcune voci dal Sommario:

Colazione, pranzo e cena L’abitudine di consumare tre pasti al giorno è relativamente moderna, ma esistono schemi alimentari alternativi

La vera data di scadenza degli alimenti
Perché molti bambini sono schizzinosi con il cibo
Non dovremmo solo contare le calorie per dimagrire Quella della caloria come unità di misura è una storia di successo che ha provocato molti insuccessi, nelle diete
La lunga e fortunata storia del riso in Italia
Perché alcuni cibi ci disgustano? E perché ad alcune persone succede più che ad altre? In parte è per una funzione evolutiva di difesa, ma c’entrano anche altri fattori
Un po’ di cose sul vino, spiegate

Il link al Sommario completo: Il Sommario

Hans Tuzzi “Bestiario bibliofilo”, presentazione

Imprese di animali nelle marche tipografiche dal XV al XVIII secolo (e altro)

Ronzani Editore

Nuova edizione interamente rivista, aggiornata e integrata dall’Autore con l’aggiunta di oltre 100 nuovi tipografi.
Progetto grafico e impaginazione di Giorgio Cedolin. Riccamente illustrata con circa 130 immagini di marche tipografiche.(da Ronzani Editore)

Lo struzzo di Einaudi, la rosa di Mondadori, il pesce rosso di Scheiwiller, la coppia umana di Adelphi sono marche tipografiche, e vengono da lontano, da quando a Magonza verso il 1455 si iniziarono a stampare libri, grazie alla duplice invenzione dei caratteri mobili e del torchio tipografico.
Da subito i migliori tipografi vollero un logo, così lo chiameremmo oggi, che permettesse subito di riconoscere il loro lavoro. La più celebre marca tipografica è indubbiamente, a livello mondiale, il delfino attorcigliato all’ancora che, sotto il motto FESTINA LENTE (affrettati lentamente), distingue le edizioni di Aldo Manuzio, il principe degli editori-tipografi veneziani, quando a Venezia, nei primi anni del Cinquecento, si stampava un quarto dei libri “messi in luce al mondo” in Europa.
Se molte marche erano contrassegnate, in varie combinazioni, dalla croce, dal globo, da figure sacre, da simboli particolari come “il 4 dei mercanti” o da scudi araldici con le iniziali del tipografo, molte, moltissime, ricorsero alla simbologia latente nel mondo animale: aquila e leone, unicorno e drago, orso e api, cicogne e colombe, ma anche animali che non ci aspetteremmo. Questo libro ne racconta la storia e ne testimonia la presenza e la diffusione, in Europa e nelle Americhe, fra Quattrocento e Settecento.(da Ronzani Editore)

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