
Traduzione di Iaria Oddenino
Una strana e intelligente forma di vita, costituita da una vera e propria civiltà composta di tribù simili tra loro e tra loro in perenne conflitto, vive nascosta in fondo al mare. Un giorno il cadavere di un essere misterioso giunge fino a loro, nelle profondità oceaniche, illuminato da una luce che si fa più̀ fredda a ogni metro. Mentre la notizia dell’improvvisa comparsa della creatura attraversa le correnti e le varie tribù accorrono per vederlo con i propri occhi, sorgono nuove spaventose domande, destinate a sconvolgere antichi equilibri e a mutare per sempre il rapporto degli abitanti dell’oceano con quanto finora hanno conosciuto, o creduto di conoscere.(da Atlantide Edizioni)
In questo romanzo dello scrittore e istruttore marino James Sturz il lettore si immerge, è proprio il caso di dirlo, in un’ambientazione nuova, sconosciuta, quella delle profondità oceaniche: un mondo buio, freddo dove i colori scompaiono più si scende in profondità, il rosso quasi subito insieme al giallo, resistono più a lungo le diverse sfumature del blu ma alla fine resta imperioso solo il nero.
In questo mondo altro vivono sette tribù sempre in guerra tra loro, ciascuna con il proprio dialetto e le proprie scelte culturali; una di queste, i Gjala, hanno rinvenuto qualcosa di insolito: un cadavere. Le notizie corrono lungo le varie correnti oceaniche e le altre tribù si riuniscono per vedere e indagare e le conseguenze non si faranno attendere.
l romanzo è stato definito da Laura Pugno (Il Venerdì La Repubblica 1novembre 2024) “marino e filosofico, intensamente lirico” proprio perché è un racconto quasi interamente ambientato sui fondali, un romanzo di amore e guerra con le sue domande esistenziali sugli scopi dell’esperienza umana, che racconta la vita attraverso la storia di una civiltà marina.
James Sturz scrittore e maestro di immersione statunitense, è cresciuto a New York, facendo snorkeling nella vasca da bagno. Si è occupato del mondo sottomarino per «The Atlantic», «The Wall Street Journal», «The New York Times» e «The New York Times Magazine», «Outside» e «Men’s Journal».
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