Michela Matteoli “La fioritura dei neuroni”, presentazione

A tutti noi piace pensare che il cervello non debba per forza peggiorare con l’età. Per questo motivo risulta entusiasmante il filone di studi, sempre più rigoglioso, sulla neurogenesi negli adulti, cioè sulla nascita di cellule nervose anche quando lo sviluppo dell’organismo è completato. Michela Matteoli la chiama, con una metafora, «fioritura dei neuroni» e immagina il cervello come un giardino che, innaffiato a dovere, rimpiazzi con nuovi germogli le piantine rinsecchite, aggiunga foglie ai rami dei suoi alberi, veda sbocciare fiori che non c’erano.(da Scheda Libro Sonzogno Editore)

Un saggio incoraggiante e propositivo:  il popolamento del cervello di una fitta rete di neuroni è un processo tipico di quelli giovani mentre la rete neuronale diminuisce con il passare degli anni, come preservare e mantenere rigoglioso il nostro albero neuronale? La scienza mettendo in discussione questo datato assunto propone tecniche per favorire il contrario.

Questo è l’argomento del saggio della Matteoli, semplice e divulgativo, pieno di pratiche volte a contrastare questo processo di invecchiamento.

Gli accorgimenti sono semplici: a partire dalla lettura che coinvolge e crea immaginario e spinge verso forme di creatività, importanti sono  anche il movimento, una corretta alimentazione, il relax , il sonno e non per ultime le relazioni  sociali messe oggi a dura prova dall’epoca in cui viviamo così densa di conflitti e intolleranze e soprattutto costruita su modelli di forte individualità. Pochi accorgimenti che sta a noi attivare per rendere la nostra rete neuronale capace di non avvizzire ma di crescere attraverso le stimolazioni nate dal nostro impegno e dalla nostra socialità.

Brevi note biografiche

Michela Matteoli dirige il programma di Neuroscienze dell’ospedale universitario milanese Humanitas, dov’è anche professoressa ordinaria di Farmacologia. È socia della prestigiosa Accademia nazionale dei Lincei. Già direttrice dell’Istituto di Neuroscienze del cnr, è membro della European Molecular Biology Organisation (embo) e dell’Academia Europaea, nonché dei comitati etico e scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. Fa parte di gruppi di valutazione scientifica internazionali, tra i quali l’European Research Council (erc) e la Swiss National Science Foundation (snsf).Nella sua carriera ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui il premio Feltrinelli per Fisiologia, Biochimica e Farmacologia dall’Accademia dei Lincei, il premio Marcello Sgarlata, il premio Atena per i meriti scientifici e il premio Porto Venere donna. Nel 2013 è stata premiata dalla prestigiosa rivista Nature con il Mid Career Mentoring Award, per aver ispirato una generazione di giovani scienziati.È autrice di oltre 170 pubblicazioni ad alto impatto scientifico (con un H-index di 79) e, in ambito divulgativo, del bestseller Il talento del cervello (Sonzogno, collana Scienze per la vita ideata e diretta da Eliana Liotta, 2022).(da Sonzogno)

Eça de Queiroz “Stranezze di una ragazza bionda”, Bibliotheka Edizioni

IN LIBRERIA DAL 18 OTTOBRE LA NUOVA TRADUZIONE ITALIANA DI “STRANEZZE DI UNA RAGAZZA BIONDA” DEL PORTOGHESE DE QUEIROZ. NOVELLA CHE HA ISPIRATO L’ANALOGO FILM DI MANOEL DE OLIVEIRA

Traduzione di Rebecca Bentes Saldanha Pereira

BIbliotheka Edizioni

Una storia d’amore tenera e ironica, briosa e leggera, scritta da Eça de Queirós, massimo cantore della società lusitana, della sua spocchiosa aristocrazia

Cosa accade se si sommano episodi insignificanti, dettagli, piccoli gesti e si scopre all’improvviso che nascondono una trama insospettabile?

È la domanda che nasce dalla novella Stranezze di una ragazza bionda dello scrittore portoghese Eça de Queiroz nella nuova traduzione di Rebecca Bentes Saldanha. Ormai introvabile in italiano e ispiratore del film omonimo di Manoel de Oliveira, il racconto narra la storia di Macário, che lavora a Lisbona come contabile alle dipendenze dello zio Francisco. Il giovane si innamora di una ragazza bionda, Luisa, scorta per caso dalla finestra del suo ufficio. I due si incontrano e decidono di sposarsi, ma lo zio si oppone. Macário si trasferisce allora a Capo Verde in cerca di fortuna, ritorna in Portogallo con un piccolo capitale che gli permette di metter su famiglia, ma perde tutto prestando il denaro a un amico truffaldino. Ricomincia da capo e ottiene infine il permesso di convolare a nozze con la bionda Luisa. Tuttavia, una brutta scoperta gli impedirà ancora una volta di sposare la ragazza.

Incipit.

Cominciò col dirmi che il suo caso era semplice e che si chiamava Macário. Devo premettere che conobbi quest’uomo in una locanda del Minho. Era alto e grosso: aveva una testa larga e calva, lucida e liscia, con radi capelli bianchi che gli si arricciavano tutt’intorno; e i suoi occhi neri, cerchiati dalla pelle rugosa e giallognola,con le occhiaie gonfie, possedevano una limpidezza e una rettitudine singolari dietro gli occhiali rotondi con cerchi di tartaruga. Aveva la barba rasata, il mento prominente e risoluto. Portava una cravatta di raso nero legata dietro il collo con un fermaglio; un cappotto lungo color castagna, con le maniche aderenti e giuste e i risvolti di velluto leggero. Dalla lunga apertura del panciotto di seta, su cui riluceva una catena antica, fuoriuscivano le pieghe molli di una camicia ricamata. Questo accadeva a settembre: le notti arrivavano già prima insieme al freddo penetrante, secco, e ad un’oscurità sublime.

L’autore, Eça de Queiroz (1845-1900), è stato giornalista, diplomatico e scrittore portoghese. Massimo esponente del realismo lusitano, ha innovato profondamente la lingua portandola agli esiti attuali. Grande viaggiatore, ha composto all’estero la maggior parte della sua opera anche se con un occhio costantemente attento alla realtà portoghese di cui è anche un profondo critico.

Alessandro Paradisi, Lea Montuschi, Marco Mizza  “GIOVANNI GUALBERTO. Vita e carisma del fondatore di Vallombrosa, LDM Press


I
n occasione del 950° anniversario della morte di San Giovanni Gualberto, monaco fiorentino dell’XI secolo, 
un libro ricostruisce la vita del Santo che fu una delle figure più importanti del monachesimo medievale



Prefazione di Marco Vannini

illustrazioni a colori

in libreria il 17 ottobre
Lorenzo de’ Medici Press

In occasione del 950° anniversario della morte di San Giovanni Gualberto, monaco fiorentino dell’XI secolo, tre monaci vallombrosani, don Marco Mizza, suor Lea Montuschi e don Alessandro Paradisi ricostruiscono la vita del Santo che fu una delle più importanti figure del monachesimo medievale. Gli autori hanno saputo evidenziare l’ideale del Riformatore e la carica dirompente delle sue scelte più significative.

Di fronte a consuetudini della società e della chiesa del suo tempo contrarie al vangelo, Giovanni Gualberto non esita a compiere gesti coraggiosi e controcorrente: anziché vendicarsi, perdona l’uccisore di un suo parente e persevera nella scelta monastica nonostante l’opposizione paterna; denuncia pubblicamente vescovo e abate simoniaci; distrugge le proprietà dei suoi monaci quando non conformi alla povertà evangelica, per lui irrinunciabile… Il ritorno alla povertà che emerge periodicamente nella vita di persone e comunità cristiane, è infatti un punto cruciale per Giovanni Gualberto: povertà come prossimità e aiuto ai poveri, che richiede lotta serrata contro ogni rischio di accumulo indebito di denaro e di beni. Egli precorre in questo la radicalità di Francesco di Assisi e anticipa una delle esigenze primarie della Chiesa del Vaticano II, di cui papa Francesco, a partire dalla scelta del nome, si è fatto portavoce e promotore concreto.

C’è un altro elemento che gli autori documentano, cogliendone la portata storico-profetica nel tempo in cui visse: la denuncia e la lotta contro la corruzione del clero e la simonia. Questo gli costò l’abbandono della tranquillità del monastero e l’approdo a un luogo sperduto e desolato dell’appennino toscano: tale era Vallombrosa quando egli vi giunse.

Più volte Giovanni Gualberto, che pure riconosceva esplicitamente l’autorità della chiesa e dei pastori, si trovò ad assecondare la ribellione alla corruzione dei ministri di Dio da parte della gente semplice, in qualche modo incrementando la coscienza civica che in quegli anni stava maturando, ponendo le basi alla nascita dei Comuni, contro lo strapotere politico dell’impero da una parte e il potere assoluto del papato dall’altro che a sua volta, per poter difendere la libertà della chiesa, finiva con l’affermare un proprio potere anche politico, superiore a quello dell’imperatore.

Nel suo impegno di riforma, Giovanni Gualberto non fu solo: numerosi monaci e membri del clero si affidarono a lui e lo seguirono, mentre movimenti popolari ampiamente diffusi come i patarini (che si rivolsero a lui e ai suoi monaci in un momento particolarmente drammatico) e i catari in altri luoghi e in contesti diversi, combattevano la medesima battaglia di purificazione e rinnovamento.

Scrive Marco Vannini nella prefazione:

«A distanza di più di un millennio dalla vita di San Giovanni Gualberto e dalle vicende ad essa legate, è lecito chiedersi cosa di davvero significativo ne resti, ai giorni nostri. Nell’opera del fondatore di Vallombrosa c’è qualcosa di particolare che possa esser fonte di ispirazione nella realtà del ventunesimo secolo? La risposta a questa domanda è, a modesto parere di chi scrive, assolutamente positiva. (…) Detto in breve: non dobbiamo paragonare l’opera di san Giovanni Gualberto nella Chiesa dei secoli X-XI a quella che potrebbe essere esemplare per la Chiesa di oggi, bensì a ciò che può insegnare per la società intera del nostro tempo. La Chiesa del medioevo coincideva infatti con la società intera, mentre la Chiesa dei nostri giorni ne è solo una piccola parte, per cui è corretto pensare all’esempio del santo toscano in rapporto non a questa, ma all’intera società. Se si opera questo mutamento di prospettiva, allora possiamo senza sforzo constatare come il carisma di san Giovanni Gualberto e dei Vallombrosani sia assolutamente attuale

Alessandro Paradisi, Lea Montuschi e Marco Mizza sono tre monaci vallombrosani dediti agli studi di spiritualità e agiografia vallombrosana.

Marco Vannini è il maggior studioso italiano della mistica tedesca, pre- e post-protestante, traduttore di Eckhart, della Teologia tedesca, di Valentin Weigel, Sebastian Franck, ecc. In questa stessa Collana ha pubblicato Contro Lutero e il falso evangelo (2017) e curato (con Giovanna Fozzer) Seicento distici di sapienti di Daniel von Czepko, Il pellegrino cherubico di Angelus Silesius (2018) e Scritti religiosi di Hans Denck (2019).

Giorgio Montefoschi “Un’indicibile tenerezza”, presentazione

Con la precisione e il realismo lirico a cui ci ha abituato, Giorgio Montefoschi riesce a raccontare rapporti, sentimenti e spaccati di vita quotidiana attraverso sussurri, non detti, incontri fugaci che costellano il lento ma inesorabile scorrere del tempo. Un’indicibile tenerezza è l’ennesimo gioiello di un autore in grado di catturare il lettore e trasportarlo dentro le sue atmosfere e le sue storie.(da La nave di Teseo)

Protagonista un sessantaseienne scrittore, Pietro, il suo amico coetaneo ed editore, Mario, una donna giovane, Paola, una editor mandata da Mario perché possa convincere Pietro a pubblicare il suo ultimo romanzo mentre lui, restio, recalcitra nella convinzione che tutto quello che ha scritto “non è ancora riuscito ad andare oltre”. E poi c’è Roma con le sue strade, le sue luci, i suoi parchi, una mappa circoscritta, precisa Paolo Di Paolo nella sua intervista (Il Venerdì La Repubblica 27 settembre 2024) all’autore chiedendone anche il perché, e la risposta è davvero interessante quanto filosoficamente poetica “Il punto non è che i luoghi siano conosciuti, il punto è nominarli. Kundera nomina le strade di Praga. E Prust non fa che evocare toponimi. Nominandoli, secondo la filosofia ebraica, prendono esistenza”.

E poi arriva l’amore, improvviso e imprevisto, per Paola protagonista anche nel rimescolare tutti i rapporti in gioco tra Pietro, Sabina, la sua compagna,  e Mario. Sullo sfondo Roma, tra panorami, quotidianità, e soprattutto con il suo fascino, solo suo e sempre accattivante, tra  malinconia e desiderio.

Giorgio Montefoschi è nato a Roma. Tra le sue numerose opere ricordiamo La casa del padre (1994, Premio Strega), Il segreto dell’estrema felicità (2001), La sposa (2003), Lo sguardo del cacciatore (2003), L’idea di perderti (2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (2009), Eva (2011), La fragile bellezza del giorno (2014), Il volto nascosto (1991, 2015) e Il corpo (2017). Ha pubblicato con La nave di Teseo Desiderio (2020) e Dell’anima non mi importa (2022) e le nuove edizioni di Ginevra (1974, 2019) e Il Museo Africano (1976, 2019), L’amore borghese (1978, 2020), La felicità coniugale (1982, 2021) e La terza donna (1982, 2021).

Edoardo Piazza “I cattivi poeti”, Les Flâneurs Edizioni

«Il giorno in cui si ritrovò a parlare con la fiamma del camino, perché non aveva nessuna monade con cui condividere le sue afflizioni, decise che era venuto il momento di incedere come l’Aniene e portarsi via i detriti della depressione, rivelando a quell’anima pura di bambina il male del mondo dei grandi» 

Katia è una bambina con spiccate doti di osservazione, che ama scrivere poesie (e vince premi). Crescendo trova il suo vero amore non nel ragazzo di cui si era infatuata, ma in sua sorella, Valentina, con cui condivide la passione per la politica e per le terroriste. Al liceo, Valentina entra nella colonna romana delle Nuove BR ed è costretta alla clandestinità. Katia la raggiunge nel casale in Maremma in cui si nasconde, e si ritrova in un blitz delle forze dell’ordine. Le amiche riescono a fuggire e decidono di formare una loro “banda artistica”: I cattivi poeti. Fin dove saranno disposte a spingersi per difendere i loro sogni?

Un romanzo irriverente, che si muove al confine tra utopia e ucronia, per inseguire le radici dell’idealismo militante.

L’incipit

Katia da piccola andava con la nonna a piazza Navona, per la festa della Befana, a mangiare caramelle, sparare al tiro a segno, dar da mangiare ai piccioni tarantolati.
Chiedeva a nonna Teresa chi fossero quei signori tutti sporchi e pieni di buste di plastica che dormivano vicino alla scalinata di Sant’Agnese in Agone, che le interessavano più della Fontana dei Quattro Fiumi.
Il mangime che lanciava ai volatili si spandeva sui sampietrini nel punto della piazza vicino alla chiesa progettata dal Borromini, dove sfrecciavano i passanti con in mano giocattoli colorati o stelle filanti, ignari che dentro alla basilica avrebbero potuto trovare la Sant’Agnese sul rogo di Ercole Ferrata o la reliquia della testa della santa.
I ritrattisti, verso via del Salvatore, cercavano di guadagnarsi la pagnotta mettendo in mezzo qualche straniero, per rifilargli una caricatura e farsi pagare l’officio.
Dalle parti del ghetto i profumi del pane e dei dolci aleggiavano nell’aria. A largo di Torre Argentina i gatti saltavano tra le rovine, e al Pantheon si sprecavano i flash delle macchine fotografiche all’ultimo grido, acquistate nei sempre più numerosi negozi specializzati. Era la Roma degli anni Novanta, a cavallo tra la caduta di Craxi e la “discesa” in campo di Silvio Berlusconi.
Per la verità, il 30 aprile 1993, davanti all’Hotel Raphaël, ci stavano pure Katia e nonna Teresa. Non che ci entrassero motivazioni politiche nella loro incursione, è che la nonna aveva la portineria proprio lì vicino, ne1l’imboscato vicolo della Volpe.

Edoardo Piazza (Roma, 1986). Ha studiato Scienze Politiche e fondato un’associazione culturale. Ha pubblicato la raccolta poetica Container! (Ensemble Edizioni). Sempre con Ensemble ha partecipato all’antologia Congiunti e all’Agenda poetica 2022. Secondo classificato al Premio Zeno 2020 sezione poesia. Finalista Premio Leopoldo II di Lorena. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo Il Capodanno di Umberto Rose (Apollo Edizioni) e nel 2023 la silloge Il fosso, edita da Transeuropa. Si occupa di correzione bozze, ghostwriting e revisione testi. Organizza “raduni poetici” con letture collettive e dibattiti sulla poesia contemporanea.

Les Flâneurs Edizioni nasce nel 2015 grazie a un gruppo di giovani amanti della Letteratura. Il termine francese “flâneur” fa riferimento a una figura prettamente primo novecentesca d’intellettuale che, armato di bombetta e bastone da passeggio, vaga senza meta per le vie della sua città discutendo di letteratura e filosofia. Oggi come allora, la casa editrice si pone come obiettivo la diffusione della cultura letteraria in ogni sua forma, dalla narrativa alla poesia fino alla saggistica, con indipendenza di pensiero e occhio attento alla qualità. Les Flâneurs Edizioni intende seguire l’autore in tutti i passaggi della pubblicazione: dall’editing alla promozione. Les Flâneurs Edizioni è contro l’editoria a pagamento.
Link di vendita: https://www.lesflaneursedizioni.it/product/i-cattivi-poeti/

Anna Magistà “In fondo al mio castello” , NeP Edizioni

Un libro che non è solo un racconto per bambini, ma una storia profonda sul coraggio di scegliere, liberi da condizionamenti degli altri per non rinunciare a qualcosa di veramente grande: la nostra felicità.

“In fondo al mio castello” è un racconto illustrato

È la storia di Victor, un ragazzino succube di una madre ansiosa ed egoista, che arriva a convincerlo a stare lontano dal mondo esterno, perché troppo pericoloso, per vivere nel loro castello, facendosi compagnia a vicenda.

Di fronte alla presenza ingombrante della donna, Victor avverte ben presto l’esigenza di esplorare il mondo e intraprende un viaggio che lo porterà a imbattersi in diversi personaggi e a fare le sue scelte individuali, fino a quando comprenderà l’importanza di seguire la voce dell’intuizione per riuscire a camminare sulla strada giusta.

Perché “pensare sempre a non deludere gli altri ci porta a fare scelte che non sono nostre, così come voler somigliare a tutti i costi a qualcuno che amiamo e stimiamo”.

In questo racconto al maschile il lettore entra nel mondo del giovane protagonista per esplorarlo, lo segue un passo dopo l’altro e tocca con mano il suo percorso, si diverte e si meraviglia nel vederlo camminare e crescere; soffre con lui quando, solo e sperduto, riceve i primi schiaffi dalla vita.

Nella vicenda l’autrice inserisce l’elemento cardine della biblioteca come pretesto per poter far incontrare la teoria con la pratica, perché se è vero per crescere occorre leggere e studiare, è pur vero che per vivere è fondamentale sperimentare e scegliere cosa è più giusto per noi.

Il volume è impreziosito dalle illustrazioni di Annalisa Natale, che scandiscono le tappe di questo viaggio metaforico alla ricerca del proprio io.

Anteprima

Anna Magistà nasce a Conversano (BA) dove vive e lavora come docente in un liceo. Si laurea in Filosofia e frequenta una scuola di Naturopatia Biointegrata. In linea con i suoi studi, sceglie un percorso di ricerca ed introspezione, mirato all’amore per la vita in tutte le sue forme. Nel 2016 pubblica per Gagliano Edizioni le raccolte di racconti “…e vivo felice e contenta. Racconti dall’anima” e “E se la festa fosse adesso?”. Per la particolare funzione didattica-evolutiva, la prima viene adottata dalla facoltà di Scienze della Formazione di Bari, mentre entrambe vengono ancora oggi utilizzate in diverse scuole.È stata ospite per due volte del festival “Il Libro Possibile” di Polignano, riscuotendo grande successo e ha preso parte al festival “Libri nel Borgo Antico” di Bisceglie. I suoi racconti entrano nelle scuole, nelle case, nelle strutture che ospitano minori in difficoltà, anziani e disabili, per divenire strumenti di elaborazione di vissuti ed emozioni.

Piergiorgio Pulixi “La donna nel pozzo”, presentazione

[…]Con “La donna nel pozzo” Piergiorgio Pulixi supera allo stesso tempo se stesso e tutti gli steccati di genere, con una miscela – mai sperimentata a queste dosi – di thriller, noir, commedia e spietata auto-analisi sul funzionamento della fabbrica del racconto crime. (da La Feltrinelli)

Cristina Mandas, maestra, moglie, madre, stimata e ben voluta cittadina del paesino sardo in cui si è trasferita e vive da tempo, Lorenzo Roccaforte, scrittore di mezza età in crisi, bloccato  dalla sindrome della pagina bianca, e Ermes Calvino giovane precario, il suo ghostwriter, lui scrive, l’altro firma: sono i tre protagonisti.

Dietro l’apparente normalità della sua vita quotidiana Cristina copre un segreto che ha cercato invano di dimenticare: sono passati trent’anni dall’estate 1989 e anche se ha cambiato nome, si è trasferita in un altro paese, quel segreto riemergerà a perseguitarla.

È nel Prologo che il lettore la incontra e intuisce “il segreto” che la attanaglia rendendola preda della “spia”, rimasta nell’ombra a osservarla per anni, e vittima: “nonostante fossero passati tren’anni, Cristina l’aveva riconosciuto subito. […] da quel momento non era stata più la stessa. […] La spia aveva pensato che un semplice avvertimento potesse bastare […] scelse proprio la chiesa come teatro di quell’ammonimento”.

Dall’altra Roccaforte registrerà un enorme successo come autore di thriller sebbene non lo sia e con il suo ghostwriter si ritroveranno in Sardegna per indagare su un misterioso delitto di trent’anni prima.
Un thriller in cui sono sapientemente presenti un mix di generi, dialoghi in dialetto e immagini che fotografano angoli di un’Italia sconosciuta

Brevi note biografiche

Piergiorgio Pulixi fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto, di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de fogu (Edizioni E/O 2008), e singolarmente il romanzo sulla schiavitù sessuale Un amore sporco, inserito nel trittico noir Donne a perdere (Edizioni E/O 2010). È autore della saga poliziesca di Biagio Mazzeo iniziata col noir Una brutta storia (Edizioni E/O 2012), miglior noir del 2012 per i blog Noir italiano e 50/50 Thriller e finalista al Premio Camaiore 2013, proseguita con La notte delle pantere (Edizioni E/O 2014), vincitore del Premio Glauco Felici 2015, e Per sempre (Edizioni E/O 2015). Nel 2014 per Rizzoli ha pubblicato anche il romanzo Padre Nostro e il thriller psicologico L’appuntamento (Edizioni E/O), miglior thriller 2014 per i lettori di 50/50 Thriller. Nel 2015 ha dato alle stampe Il Canto degli innocenti (Edizioni E/O) vincitore del Premio Franco Fedeli 2015, primo libro della serie thriller I canti del male. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul «Manifesto», «Left», «Micromega» e «Svolgimento» e in diverse antologie. I suoi romanzi sono in corso di pubblicazione negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. Altre pubblicazioni: Lo stupore della notte (Rizzoli, 2018), L’isola delle anime (Rizzoli, 2019), Per mia colpa (Mondadori, 2021), Stella di mare (Rizzoli, 2023), La donna nel pozzo (Feltrinelli, 2024).( da La Feltrinelli Autori)

Dello stesso autore su tuttatoscanalibri

La libreria dei gatti neri

Un colpo al cuore

Simon LeVay “Attrazione, amore, sesso. La parola alla scienza”, Espress Edizioni

 “Attrazione, amore, sesso: la parola alla scienza” è un’opera destinata a cambiare il modo in cui vediamo l’amore e il desiderio, ma anche la pornografia. Con rigore scientifico e grande chiarezza, Simon LeVay ci invita a ripensare le nostre convinzioni più profonde sulla sessualità svelando i misteri del sesso, dell’attrazione e della sessualità in senso lato, distruggendo credenze popolari e pregiudizi.

Traduzione di Valentina Castellan

In libreria l’11 ottobre 2024

Espress Edizioni (un marchio di Capricorno Espress Edizioni)

“Il sesso è il più potente stimolo presente nelle nostre vite dopo la fame.” 
 “Il sesso non è solo un atto fisico, ma un’esperienza complessa che coinvolge il corpo, la mente e il cuore.”

Perché la maggior parte delle nostre abitudini sessuali non ha nulla a che fare con la riproduzione? Perché non ci riproduciamo, come alcuni animali, attraverso la partenogenesi? Perché non siamo tutti eterosessuali? Come fa il cervello a produrre l’eccitazione sessuale? La pornografia fa male? Che cosa c’è alla base delle relazioni d’amore felici?
Probabilmente il sesso è, dopo la fame, il più potente stimolo presente nelle nostre vite. Ma il sesso e la sessualità sono ancora circondati da un alone di mistero…

Questo saggio è accattivante e ricco di curiosità, ma, allo stesso tempo, è scientificamente accuratissimo e aggiornato sulle ricerche più recenti in materia di sessualità e attrazione. È in grado di guidarci, con un linguaggio divulgativo e una certa dose di umorismo, attraverso tematiche universali, sempre in divenire e al centro della discussione pubblica e privata.

I temi trattati nel libro sono universali e sempre attuali. L’istinto riproduttivo e tutto quello che ci gira intorno (l’attrazione, l’orientamento sessuale, il sesso, le relazioni, l’amore) costituiscono un istinto primario dell’uomo dal punto di vista evolutivo e, dal punto di vista biologico-anatomico, coinvolgono strutture arcaiche del cervello, rintracciabili in molte altre specie animali, persino non appartenenti alla classe dei mammiferi. Per questo motivo gli studi scientifici su questi temi sono i più numerosi in assoluto, con un numero di circa 200.000 nuovi studi pubblicati in un solo anno! Ecco quindi che Simon LeVay si prefigge di compiere un’impresa titanica e assai meritoria: quella di mettere ordine tra questa selva di studi, presentandoci lo stato dell’arte delle conoscenze scientifiche nel campo del sesso, dell’amore, dell’attrazione, andando anche a indagare le parti più oscure della sfera del desiderio sessuale, parlandoci delle parafilie (tra cui la pedofilia) e delle radici biologiche e culturali dello stupro, la cui comprensione può essere utile anche a immaginare strategie di contenimento del fenomeno. Non manca poi un’immersione nei temi di scottante attualità quali l’enorme fenomeno del consumo del porno, che l’autore analizza con metodo scientifico arrivando anche a sfatare alcuni miti che lo circondano, e il tema dell’orientamento sessuale, su cui l’autore ha compiuto personalmente studi approfonditi ed è in grado di dirci molte cose interessanti e scientificamente fondate.

I capitoli:

Cap. 1: PERCHÉ FARE SESSO Cap. 2: L’ATTRAZIONE Cap. 3: L’ECCITAZIONE Cap. 4: L’ORIENTAMENTO Cap. 5: FARE SESSO Cap. 6: LE RELAZIONI Cap. 7: LE PARAFILIE Cap. 8: LA PEDOFILIA Cap. 9: IL PORNO Cap. 10: LO STUPRO Cap. 11: L’AMORE

Simon Levay: è un neuroscienziato specializzato nella biologia e psicologia del sesso. Tra i suoi libri, Gay si nasce? (Raffaello Cortina, 2015). È noto soprattutto per i suoi studi sull’orientamento sessuale. Celebre per la sua scoperta delle differenze anatomiche nel cervello legate all’orientamento sessuale, LeVay in questo nuovo libro ci svela ora i meccanismi più intimi del desiderio e dell’amore. 

Hanno detto del libro

«Una rassegna aggiornata, scientificamente rigorosa, originale e spiritosa di (quasi) tutto ciò che hai sempre voluto sapere sul sesso, ma che puoi aver avuto paura di chiedere. Altamente raccomandato.» – Choice Reviews
«Attrazione, amore, sesso porta i lettori in un viaggio divertente nel mondo della ricerca sul sesso. LeVay ha un intelletto molto aperto, desideroso di far conoscere alla gente queste indagini di prim’ordine.» – Rob Brooks, Professore di Scienza dell’Evoluzione all’Università del Nuovo Galles del Sud, autore di Artificial Intimacy: Virtual Friends, Digital Lovers, and Algorithmic Matchmakers
«Una stimolante indagine sulla scienza del desiderio sessuale… fa luce su una parte fondamentale della vita umana.» – Publishers Weekely
«Simon LeVay sottolinea come la scienza possa aiutarci a capire la nostra psicologia sessuale, dall’attrazione e dall’amore fino alle parti più oscure del comportamento sessuale.» – Catherine A. Salmon, Redlands University, coautrice di Warrior Lovers: Erotic Fiction, Evolution, and Female Sexuality

Laura Pavia “Comporre la quiete”,NeP Edizioni

Per l’autrice la scrittura è qualcosa di salvifico, che rappresenta la cura del proprio destino: l’atto creativo assume la funzione di una ricerca costante di una strada conoscitiva di sé e del mondo esterno. La creazione poetica è capace di restituire una realtà più profonda, più vera e meditativa, uno spazio dello spirito dove è sempre possibile ritrovarsi.

Leggendo i versi nella raccolta poetica di Laura Pavia, il pensiero che avvolge il lettore è la genesi dall’inizio dei tempi. La sua solida struttura, intervallata da fotografie di rara bellezza di Giuseppe Tricarico, riesce a cogliere l’essenza dei simboli e l’armonia degli elementi.
I principi fondamentali che costruiscono la dinamica dei componimenti provengono dalla stessa natura, i versi permettono di riordinare ciò che appare in conflitto e gli stessi silenzi diventano così la tela per reinventarsi, il luogo privilegiato dove zittire il conflitto esistenziale.
Analizzare i testi all’interno di questa silloge è come percorrere un cammino di cui diventiamo consapevoli solo una volta completata la lettura.
Attraverso un tempo che è quello della poesia e dell’arte, l’autrice si pone domande indagando la creazione poetica oltre il semplice godimento estetico, oltre la tradizione, muovendosi in uno spazio libero, inconsueto, sperimentale che passa per il dolore prima di arrivare a comporre la quiete.

Anteprima

Brevi note biografiche

Laura Pavia, laureata in lettere classiche, è autrice, tra gli altri, del romanzo “L’orizzonte delle possibilità” (Oceano Edizioni, 2018). Ha pubblicato diverse sillogi poetiche, quali “Sospiri di nuvola” e “Bisbiglia la notte2 (Miso Editore, 2013 e 2015), “Quando la sera” (Planet Book, 2017), “La Miseria del cielo” (Pensa Editore 2019), “L’ombra delle parole” (Nep Edizioni, 2022). Vincitrice di numerosi Premi letterari nazionali e internazionali. Fra i più recenti: Primo premio Assoluto al concorso Leandro Polverini (2018), Primo premio al concorso Internazionale di Letteratura Contemporanea Lucius Annaeus Seneca (2020) sezione poesia inedita, Primo premio al Premio Internazionale Enrico Ratti (2022), Premio della Giuria al concorso La Gorgone d’Oro (2023) sezione silloge edita; Premio Speciale della giuria al concorso Premio Nazionale di Poesia Città di Partanna-Grifo d’Argento (2023) e Primo Premio al concorso Vitruvio, Le Muse (2024) sezione poesia inedita.Già vicepresidente dell’Associazione “Sentieri Diversi”, è socio fondatore dell’Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche, membro titolare dell’Accademia Tomitana e dell’Accademia Lèopold Sedar Séngor. Vive a Sannicandro di Bari (BA).

Mario Giunta “Guida turistica per tifosi in Europa”, Bibliotheka Edizioni

Dall’11 ottobre il libro a colori e con QR code del giornalista sportivo Mario Giunta sulle squadre di Portogallo, Spagna, Francia, Germania e Inghilterra

Con la collaborazione di Alberto Gervasi e Niccolò Severini

in libreria dall’11 ottobre

Bibliotheka Edizioni

Seguire in trasferta la squadra del cuore, dormire a prezzi ragionevoli, mangiare in locali caratteristici, raggiungere facilmente gli stadi e i luoghi più significativi delle città, scoprire consuetudini e tradizioni dei club avversari. È ciò che offre la Guida turistica per tifosi in Europa, scritta dal giornalista romano di SkySport Mario Giunta con la collaborazione di Alberto Gervasi e Niccolò Severini.

Il libro, stampato a colori, si propone di far conoscere e apprezzare le storie, i luoghi e le tradizioni delle più importanti squadre di calcio europee.

 “Siamo partiti dal Portogallo, campionato in forte crescita con squadre che comunque hanno segnato la storia di questo sport”, spiega Giunta.  “Inevitabile una tappa in Spagna, tra la forza e la storia di Real Madrid e Barcellona, fino a toccare le tradizioni e le radici di altri club dal fascino incredibile. Era inevitabile che il nostro tour facesse tappa anche dai cugini francesi, perché non esiste solo il milionario Paris Saint-Germain, ma tante altre realtà che vale la pena studiare e conoscere.  Così come non era possibile non fermarsi in Germania – prosegue l’autore – dove, se l’immaginario collettivo porta ad identificare nel Bayern di Monaco la squadra simbolo, esistono compagini che per storia e tradizione forse sono ancora più importanti del Bayern per quello che hanno dato a questo sport. Ed infine l’Inghilterra con la Premier League: ad oggi il campionato numero uno del pianeta”.

Per ogni squadra, una ricca sezione è dedicata alla storia dei club dalla nascita ai giorni nostri (palmarès compresi), mentre diversi QRcode aiuteranno i lettori ad orientarsi nelle città europee del calcio.

Dichiara l’Autore: 

Con questo libro ho cercato di unire due passioni, il calcio ed i viaggi. La trasferta per come la vedo io deve essere un momento di condivisione casomai con la famiglia o gli amici e perché no, un momento per conoscere nuove culture e tradizioni. Il concetto è che non c’è solo la partita ma anche un contorno. Ogni squadra di questo libro poi ha una storia ed una tradizione senza precedenti e penso che conoscere sia anche un arricchimento personale ed una forma di rispetto per chi ti ospita”.

Mario Giunta, nato a Roma nel 1985, è un giornalista sportivo. Conduce dal 2010 il telegiornale di SkySport e numerose trasmissioni sportive sull’emittente satellitare tra le quali gli studi della Uefa Champions League, Europa League e Conference League, La Casa dello Sport e FantaShow. Per Sky Sport ha seguito come conduttore due Europei maschili (2021 e 2024), un Europeo femminile (2022)  ed un Mondiale femminile (2019).