Giancarla Lazzari “Sangue e Macerie”, NeP Edizioni

Dopo il successo d’esordio con “Due vestiti per morire”, un nuovo misterioso caso darisolvere si prospetta per l’abile commissario Livio Zarri, personaggio frutto del talento letterario dell’autrice.
È l’inverno del 1948 e, in una Roma reduce dai grandi disordini successivi all’attentato a Togliatti, il commissario si trova ad affrontare una nuova indagine.
Una rapina in banca e l’uccisione di una donna creano scompiglio, destando oscuri interrogativi e rivelando scenari nascosti.
Come nel libro precedente, lo scenario storico è quello di una città ancora lacerata dal conflitto bellico, desiderosa tuttavia di ricominciare a vivere.
Lasciarsi alle spalle la guerra e la sua lunga scia di sangue e macerie è il desiderio di molti ma non di tutti. C’è chi, sognando la rivoluzione, ancora non si rassegna a deporre le armi e chi cerca di ricavare il massimo profitto nel tessuto sociale dilaniato da una profonda crisi morale.
Zarri dovrà attraversare il variegato mondo di queste creature violente e destinate alla sconfitta, fino ad arrivare alla soluzione finale del caso.
La scrittura coinvolgente e incisiva di Giancarla Lazzari cattura l’attenzione sin dalle prime pagine del romanzo, con imprevedibili colpi di scena e una suspense graduale che cresce assieme all’evolversi dell’intricata vicenda.
La prosa scorrevole, il ritmo narrativo sapientemente dosato e la ricchezza espressiva conferiscono al testo una notevole originalità e offrono un’esperienza totalmente immersiva.
Viene lasciato spazio anche al vissuto privato di Livio e alla sua distintiva cifra caratteriale, tratteggiandone un chiaroscuro di profonda umanità.
In una bilanciata fusione di mistero, solidi riferimenti storici e spessore dei personaggi, “Sangue e macerie” ci catapulta un mondo oscuro e affascinante allo stesso tempo, che incanta l’immaginazione del lettore e lascia un’impronta indelebile.

Giancarla Lazzari è nata a Roma nel 1958. Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Classico “E. Q. Visconti”, si è laureata in Lettere e filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha insegnato presso la facoltà di italianistica dell’Università “Babeș-Bolyai” di Cluj- Napoca (Romania).
Studiosa appassionata di storia contemporanea, ha pubblicato un racconto sulla Seconda Guerra Mondiale e scritto un pezzo teatrale ambientato nell’immediato secondo dopoguerra. Per NeP edizioni ha già pubblicato “Due vestiti per morire” (2023).

Francesca Giannone “Domani, domani”, presentazione

Questa è la storia della passione che prima unisce e poi divide un fratello e una sorella. Una storia che parla di decisioni prese ascoltando la mente o il cuore oppure tutti e due. Di quell’istante che può cambiare una vita intera. Ma anche di un’Italia che, incredula, sta scoprendo un improvviso benessere, che lavora alla catena di montaggio e poi canta con Mina e balla al ritmo del twist, giovane, creativa, impaziente…(da Libro Editrice Nord)

In questo secondo romanzo l’autrice racconta ancora una storia familiare ambientata in un paese del sud, Araglie nel romanzo ma Gallipoli nella realtà, tra il 1958 e 1962,  nell’Italia del boom economico, del passaggio da un’economia a base agricola a produzione industriale. I protagonisti sono due fratelli, Agnese e Lorenzo, ventenni ed eredi di un saponificio creato dal nulla dal nonno, Renato Rizzo, che prepara il futuro dell’azienda facendo da maestro ai due nipoti che sapevano apprezzare. Una realtà storica legata alla lavorazione delle olive e della sansa come utilizzo per la saponeria nell’industria saponiera pugliese del tempo.

Ma un domani diverso si apre alla morte del nonno in un incidente d’auto: il padre dei due ragazzi vende, per diverse ambizioni personali, il saponificio.

Il romanzo alberga al suo interno non solo una storia familiare ma anche la storia dell’Italia anni sessanta, dei conflitti generazionali, dei legami sentimentali nel contrasto fra tradizionale e la nuove sensibilità, l’Italia della TV che con i suoi programmi televisivi porterà cambiamento nei gusti e nell’emancipazione anche al femminile sebbene più lenta, evidente nei numerosi ritratti che l’autrice pennella dei suoi personaggi femminili, comprese le  figure materne e le  figure a contrasto tra vecchia, nuova mentalità e prospettive. Una bella pagina tra passato e futuro forse ancora da continuare a raccontare.

Francesca Giannone, salentina, si è laureata in Scienze della Comunicazione e ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia. A Bologna ha curato la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione «Finzioni». Il suo romanzo d’esordio, La portalettere, ha avuto un incredibile successo: in corso di traduzione in 37 Paesi, è stato il romanzo italiano più venduto del 2023, ha vinto il Premio Bancarella e il Premio Amo Questo Libro.(da Autore Editrice Nord)

Carlotta Fruttero “Alice ancora non lo sa”, presentazione di Salvina Pizzuoli

Carlotta Fruttero in questo suo primo romanzo torna a Roccamare, inevitabilmente aggiungo: luogo simbolo di un periodo felice della letteratura e della cultura di casa nostra che qui ebbe contatti con artisti e scrittori e pittori e registi e musicisti, sia italiani che stranieri, come racconta egregiamente Alberto Riva nel suo splendido romanzo-saggio L’ultima estate a Roccamare, un testo che ho avuto il piacere di leggere e che ho apprezzto molto, non solo per nostalgia, ma perché sicuramente il miglior libro che ho letto ultimamente. E Maria Carla, la Carlotta figlia di Fruttero, che proprio qui insieme a Lucentini aveva scritto uno dei gialli più significativi, così fuori genere, così piacevole e interessante: Enigma in luogo di mare, non poteva sfuggire al fascino essendoci cresciuta e vivendoci ancora stabilmente: i periodi magici ci formano e ci lasciano quell’atmosfera dentro, pertanto Roccamare è luogo ma anche personaggio.

Il titolo inoltre scelto dall’autrice richiama un tema preciso: Alice ancora non lo sa, ricorda Alice non lo sa, il titolo della bella canzone di de Gregori, datata 1973, in cui il mondo di Alice è realtà e anche fantasia.

Ma vediamo più da vicino il romanzo di Carla Fruttero che vive stabilmente in questa villa a Roccomare. Il raccontato si sviluppa attraverso due voci narranti, entrambe in prima persona. Così che Caterina Soffici (La Stampa 16 luglio 2024) scrive: “Questo romanzo mischia in maniera molto contemporanea fiction e non fiction […] una parla in corsivo ed è la voce più reale, quella più vicina alla vera Carlotta […] poi c’è la voce di Alice […]dove finisce la realtà e inizia la finzione è sempre una questione delicata” […]

Ma veniamo alla trama.

Alice sta per perdere la casa di famiglia per una serie di scelte che hanno contraddistinto gli ultimi dieci anni della sua vita quando si è lasciata andare ai sentimenti e si è innamorata di Lui, un senza nome nel romanzo. Lei cederà alle sue lusinghe, ha quaranta anni e lui la fa sentire ancora desiderata. Ma è alto il prezzo da pagare: è un ingannatore che dopo pochi anni si manifesterà portandola a perdere ciò a cui tiene di più

E la voce non in corsivo racconta

“Questa non è una casa qualsiasi, un patrimonio immobiliare da sfruttare in caso di bisogno, ma un capitale umano di inestimabile valore che racchiude l’intera esistenza dei miei genitori, il loro lavoro, i loro sacrifici, le loro speranze, i loro successi, i loro sogni.
Ogni angolo, ogni oggetto, è un ricordo prezioso. La tazzina da caffè preferita da mio padre, la siepe di pitosfori dietro cui mi nascondevo per sfuggire alle sgridate della mamma, lo sgabello della cucina su cui mi inchiodava per farmi ripetere le tabelline, e poi ancora le corse intorno a casa inseguita da papà trasformato in un terrificante “mostro”, le uova di Pasqua nascoste tra i cespugli, il prato disseminato da gavettoni e palloncini colorati durante le feste dei miei figli e dei loro innumerevoli amici”.

È pronta quindi a lottare

“Poteva agire diversamente? È stata tutta colpa sua? Eppure amore c’è stato, non è accaduto tutto invano se ora Alice ha il coraggio di ripercorrere il cammino che l’ha portata fino a qui; un cammino segnato da ricordi dolorosi ma che le consentirà di diventare più consapevole e forte. Una scrittura nitida e sincera, un romanzo avvincente che racconta come una donna possa emergere da qualsiasi dirupo se ha buone ragioni per farlo”.(da Libri Mondadori)

“Il racconto diventa vorticoso, la voce in corsivo sparisce […] e Carlotta Fruttero fa un’operazione di scavo e redenzione di cui Alice non sarebbe stata capace” (da Caterina Soffici “Un amore sbagliato in casa Fruttero, la storia vera di un’Alice inventata” da La Stampa, cit.)

Carmel Cassar “Cibo mediterraneo.Modi alimentari mediterranei: tendenze e sviluppi storici”, Graphe.it Edizioni

Un viaggio millenario attraverso le culture alimentari del Mediterraneo, dalle zuppe sumeriche all’haute cuisine francese, per scoprire la storia e i segreti della dieta che fa bene al corpo e all’anima. Un libro dedicato agli storici dell’alimentazione,  agli studiosi di storia del cibo e del Mediterraneo, agli appassionati di ricette e cucina. 

Traduzione di Carla Del Zotto

Graphe.it Edizioni

In questo libro, edito per la prima volta in lingua italiana, la cultura alimentare del Mare Nostrum viene ripercorsa dalla preistoria a oggi, con una straordinaria cura filologica e storica, consegnandoci una miniera di informazioni interessanti e ricette “replicabili”: dalle istruzioni per una zuppa sumera di oltre 4000 anni fa, alle frittelle greche dell’epoca bizantina, passando per dolcetti ottomani e opulenti stufati dell’Italia rinascimentale, fino alla haute cuisine francese.

Agricoltura, cibo e ambiente: tre parole diventate praticamente inseparabili in un mondo di crescenti interdipendenze, dove tutto è interconnesso, accelera e cambia. Il cibo sarà sempre una questione fondamentale perché è al centro dell’attività umana. In una regione mediterranea in cui le risorse naturali sono sotto stress climatico e demografico, la produzione agricola deve sempre più fare i conti con l’esigenza di qualità, che le società in cerca di responsabilità richiedono attraverso il cambiamento dei modelli di consumo e nuove aspettative riguardo al cibo che mangiano. Se si vuole salvaguardare la salute dell’uomo e del pianeta, la produzione alimentare deve essere sempre più orientata a soddisfare il duplice requisito della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale. La regione mediterranea, la cui storia è sempre stata permeata dalla sfida alimentare e dal commercio di generi alimentari, non fa eccezione a questa tendenza generale.

CARMEL CASSAR è ordinario di storia culturale e direttore dell’Istituto di Studi Maltesi. Ha contribuito allo sviluppo di una sezione etnografica presso il Dipartimento dei Musei pubblici maltesi, più tardi ribattezzato Heritage Malta. Già responsabile del Palazzo dell’Inquisizione a Vittoriosa, ha favorito la nascita dell’interesse nella ricerca storica del cibo mediterraneo e maltese, di cui dà contezza in questo saggio. È Fellow della Royal Historical Society di Londra e della Cambridge Commonwealth Society, socio della Renaissance Society of America e membro a vita della Società Storica di Malta. Diverse le sue pubblicazioni, tra cui, in italiano, Il senso dell’onore (Jaca Book 2002, tradotto in cinque lingue).

Vania Colasanti “Inseguendo Caravaggio. Nei suoi luoghi e nei suoi quadri”, presentazione

[…]   Una caccia al tesoro, in forma di racconto, in grado di svelare i retroscena dei suoi celebri dipinti e della sua esistenza in fuga attraverso le sue Madonne scalze, i suoi santi, le ali dei suoi angeli. Michelangelo Merisi continua a far parlare di sé tra pieghe di documenti antichi che si affacciano dai vari archivi, smentendo, rinnovando, ribadendo notizie e nuove ipotesi che imbastiscono ogni volta una storia diversa e sempre uguale. Rumore Caravaggio che non si placa mai. Oltre che dalle immagini di alcune opere dell’artista, il testo è arricchito dagli scatti della fotografa Gina De Bellis.(Da Libri Baldini e Costoli)

Un testo diverso per raccontare  Caravaggio e le sue opere, artista e protagonista: lo si scopre nelle tracce ancora presenti nella realtà raffrontata ai dipinti. È la cronaca di un viaggio alla ricerca, su base documentaria, delle tracce lasciate dall’artista nel suo peregrinare: Michelangelo Merisi da Caravaggio, giunto alla fine del Cinquecento da Milano a Roma, dove soggiornerà a lungo, seguito fino a a Porto Ercole dove morirà nel 1610 a soli trentanove anni, nelle case e nelle strade e nelle città frequentate dall’artista che andò sempre fuggendo per sfuggire alla forca e ai sicari delle sue vittime.  A Napoli, Malta, Siracusa, Messina; un dettagliato e documentato racconto, storicamente accurato, sulla base delle biografie coeve e i numerosi atti processuali, cui fanno riscontro foto delle opere e  i raffronti visivi con i luoghi che le ispirarono.

Gli scorci di Campo Marzio, del vicolo del Divino Amore, le stradine circostanti la Roma seicentesca che fu teatro di vita quotidiana, il tutto raffrontato nelle fotografie di Gina De Bellis. Un esempio:  al civico 19 di vicolo del Divino Amore, ai tempi vicolo di San Biagio,  l’edificio dove Caravaggio, nel 1604, abitò e, al numero 22 del medesimo vicolo, la cornice marmorea del portone, quasi identica a quella dipinta da Michelangelo Merisi nella Madonna dei Pellegrini che compare nella bella copertinIna. In una recente intervista (Il venerdì La repubblica 12 Luglio 2024 di Brunella Schisa) alla domanda “Lei ha fatto scendere i personaggi dai quadri e li ha rimessi nei luoghi rappresentati, la scrittrice risponde  che voleva guardare i luoghi attraverso lo sguardo del pittore “Le città conservano e assorbono come spugne le vite degli artisti, volevo confrontare la sua col nostro tempo”.

Vania Colasanti, giornalista, autrice televisiva e scrittrice. Ha pubblicato Ciao, sono tua figlia (2011), Scatto matto La stravagante vita di Adolfo Porry-Pastorel, il padre dei fotoreporter italiani (2013), e con il neurologo Rosario Sorrentino Grazie al cielo. Vincere la paura di volare (e non solo) (2018). In televisione ha lavorato per Renzo Arbore e per Franca Leosini a Storie maledette. Per RaiPlay ha scritto e ideato la serie di docu-crime sulla stagione dei sequestri: Ti ho visto negli occhi, sul rapimento Bulgari-Calissoni; 343 giorni all’inferno, sulla prigionia di Barbara Piattelli, e L’incredibile sequestro Casana. Scrive per il quotidiano «la Repubblica», per le cui pagine romane cura la rubrica di interviste a casa di personaggi celebri.

Michele Raja “L’immagine della donna nei dipinti di Gustav Klimt”, NeP Edizioni

Prefazione di Luciana La Stella

Gustav Klimt è tra i pittori più iconici e celebrati di tutti i tempi. I suoi quadri sono tra i più ammirati e ricercati, ma da cosa deriva il successo sempre attuale di questo artista?

Per comprendere in profondità la sua opera, così densa di significato e mistero, dobbiamo tornare alla Vienna di fine Ottocento e alla crisi dei valori che si stava consumando.
Nella sua vita, Klimt dipinse due soli soggetti: i paesaggi e le donne. È proprio questo secondo tema al centro dell’attenzione di questo libro.
L’icona immortale della donna fatale, assoluta protagonista di numerosi dipinti, assume di volta in volta significati e sembianze diversi. Incontriamo giovani ragazze, mogli, madri, amanti, nobildonne. Donne maestose e seducenti, dagli sguardi spenti e inquieti ma anche sfrontati. Donne che contrastano l’ipocrisia borghese e sembrano riempire il vuoto creato dal declino della spiritualità.
Donne la cui bellezza viene volutamente sfregiata in maniera dissacrante, nella convinzione che il compito dell’artista moderno non fosse più, come in passato, quello di rappresentare e celebrare la bellezza come espressione del divino, ma piuttosto le “nuove verità”.
Michele Raja ci accompagna in modo progressivo e con delicatezza nelle sfumature delle pennellate di Klimt, descrivendo minuziosamente ogni opera e soffermandosi sui particolari: l’espressione del volto, la leggiadria dell’abito, l’eleganza dell’acconciatura, fino al trionfo dell’oro, che ha finito per connotare la cifra stilistica dell’artista.
Fu proprio attraverso l’immagine di queste donne che Klimt riuscì a esprimere in modo più compiuto il suo messaggio spirituale.
Il volume fa parte della sezione Arte, Cinema, Musica e Teatro della collana scientifica di NeP edizioni “Nuovi Orizzonti di Inconscio e Società”, diretta dalla dott.ssa Luciana La Stella, psicoanalista, psicoterapeuta e presidente di OPIFER (Organizzazione Psicoanalisti Italiani Federazione e Registro).

La collana, che ha attualmente all’attivo oltre 60 titoli, raccolti anche nella altre due sezioni Studi e Poietica, raccoglie testimonianze legate alla formazione e alla ricerca clinica in campo psicoanalitico, in particolare nell’orientamento dato da Jacques Lacan alla psicoanalisi freudiana. Uno solo il filo comune: promuovere il reale della soggettività applicato alla vita contemporanea, non solo tramite studi prettamente scientifici ma anche attraverso saggi, romanzi, scritti poetici ed espressioni creative.

Michele Raja è nato a Napoli, a Capodimonte, nel 1950. Medico, neurologo e psichiatra, svolge la sua attività a Roma.
Ha lavorato in vari ospedali italiani e diretto il reparto di Psichiatria dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia di Roma dal 1996 al 2008. È docente di Psicofarmacologia e di Semeiotica psichiatrica nella Scuola Medica Ospedaliera di Roma.
È autore di oltre 200 pubblicazioni di argomento neurologico o psichiatrico, di cui 70 citate nella U.S. National Library of Medicine, National Institute of Health (PUBMED). Tra i suoi libri: “Farmacoterapia della schizofrenia” (1995), “Don Giovanni di Mozart” (2011), “Semeiotica psichiatrica e casi clinici” (2016), “L’Annunciazione” (2021), “Psicofarmacoterapia clinica” (2021). Per NeP ha pubblicato “Materia, Coscienza, Anima” (2021).

Matteo Bussola “La neve in fondo al mare”, presentazione di Salvina Pizzuoli

– Scoprire la profondità della tristezza di un figlio, a neanche sedici anni, è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato. In cui proprio non dovrebbe esserci.
– Che vuoi dire?
– Tipo, non so. Come trovare la neve in fondo al mare.
(dal Catalogo Einaudi)

In questo  suo ultimo romanzo Bussola indaga uno dei nodi del nostro tempo: genitori e adolescenza. Se quello di genitore è sempre stato un mestiere difficile, oggi lo è ancora di più, troppe le “voci” che partecipano alla formazione dei nostri giovani e spesso in contraddizione tra loro. Si potrebbe pensare che più voci possano contribuire e alleggerirne la crescita guardandola da tanti punti di vista, ma non è così. Bussola centra il problema facendo della voce narrante quella di un padre all’interno di una struttura ospedaliera che si pone domande di fronte ad una situazione sconvolgente e inattesa

Per raccontare questa storia dovrei partire dall’inizio. Se solo sapessi quale scegliere fra i tanti.
Magari, prima di soffermarmi sugli eventi che ci hanno portato fino a qui, potrei provare a dire due parole su di me. Una specie di breve ritratto. Anche per ricordarmi chi sono, in questo posto in cui è facile sentirsi ridotto a una singola funzione.[…]
Mi chiamo Caetano Bernardi e ho quarantanove anni. Sono un ingegnere, un marito, il papà di un adolescente e di due bambine.[…]
Il mio lavoro è capire come fare affinché le cose stiano in piedi.
Entrare nel gioco di spinte e controspinte, calcolare le sollecitazioni sopportabili da una struttura, il suo carico massimo sostenibile. […]Il carico massimo sostenibile cambia a seconda del materiale che consideri. A parità di spessore, un solaio in laterocemento porta quattrocento chilogrammi al metro quadro, uno in calcestruzzo armato seicento e passa, un solaio in legno ne tiene la metà, ma in compenso è piú elastico.
Funziona cosí anche con le persone, la vita è una gara di resistenza alle deformazioni e agli urti.
Non tutti vi reagiscono allo stesso modo. Ma il vero problema è che, quando si tratta di persone, non esistono regole matematiche universalmente valide. Ognuno di noi è un impasto unico che c’entra solo in minima parte con la biologia, e ha a che fare principalmente con la propria storia, con il periodo in cui si vive, con la maniera in cui si riesce ad adattarsi oppure a ribellarsi allo sguardo degli altri. L’umano è un materiale che muta le caratteristiche meccaniche nel tempo, attraverso crepe o fenditure spesso difficili da scorgere, a volte addirittura sotterranee. Per vederle servono occhi attenti, desiderio di conoscere, capacità di mettersi in discussione e nessuna soluzione pronto uso.
Ecco perché Tommy e io siamo qui.

E più avanti precisa

La perdita di peso, da tre anni all’incirca, è la punizione ossessiva che nostro figlio si infligge.
Gli psichiatri, in reparto, mi hanno detto che è l’unica maniera che gli fa sembrare di mantenere il controllo sul suo corpo, dunque sulla sua vita. Ecco perché è una patologia sempre piú diffusa, anche fra gli adolescenti maschi.
– Farsi del male è un modo per avere un controllo? – ho chiesto la prima volta che siamo stati in questo posto.
– Farci del male è la prima forma di controllo che abbiamo tutti, – mi ha risposto il dottore.

In una recente recensione (La Stampa 7 giugno 2024) Francesco Zani scrive ambientando il raccontato ed enucleando il tema

La nave in fondo al mare è un libro che non ha luogo – la scenografia è minimale, fatta tutta di camere d’ospedale vissute con le luci bianche accecanti e di rumori di macchinette del caffè automatiche annacquate di malinconia – ma sopravvive dentro a uno spazio senza confini, quello tra il padre Caetano e il figlio Tommaso ricoverato perché soffre di anoressia nervosa”.

E a conclusione una notazione interessante

“Nella struttura orizzontale della narrazione se ne nasconde anche una verticale, brevi capitoli d’infanzia scritti con la nota del tu, una seconda persona delicata e sognante, un appello, una lettera, un lungo diario che ci ricorda Io resto qui di Marco Balzano per l’atmosfera e il senso nostalgico di perdita. Una perdita in questo caso non materiale ma simbolica con Bussola che lotta e si sbraccia contro lo scorrere del tempo nel punto di vista di un padre che si guarda indietro e si accorge che ormai Tommy è diventato grande e soffre di qualcosa di imparabile anche con tutto l’amore del mondo. Sarebbe stato bello ce ne fossero stati ancora di più di questi squarci nel passato, dai colori pastello e l’anima vintage, come mettere dentro un videoregistratore qualche vecchio vhs delle vacanze estive degli anni Novanta”.

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Fabio Giorgino “Echi sinistri. Una nuova indagine del commissario Spiro Fusco”, Mursia

Collana GIUNGLA GIALLA , Mursia

«Erano passati ventidue anni ma quella data sarebbe rimasta scolpita per sempre nei suoi ricordi, sebbene tutto quel tempo trascorso fosse servito almeno a mitigare il rimorso e la paura di dover pagare il conto, prima o poi.»

Il cadavere di una ragazza viene rinvenuto nelle acque del Mar Piccolo di Taranto: sembra essersi buttata dal ponte Punta Penna, ma i primi rilievi rendono l’ipotesi del suicidio poco credibile. Il commissario Fusco si trova ad affrontare una nuova indagine proprio nel giorno in cui un messaggio anonimo lasciato nella cassetta della posta lo riporta indietro di ventidue anni, costringendolo a riprendere le fila di una vicenda personale che credeva morta e sepolta. Chi è a conoscenza del suo torbido segreto oltre all’amico Enrico Vanoli? Si tratta di vendetta o ricatto? Nella seconda avventura di Spiro Fusco, echi sinistri risuonano dal passato per svelare le origini del suo spirito oscuro.

Incipit:

«Un’alba lattiginosa e umida preannunciava una di quelle giornate in cui Spiro Fusco, con buona probabilità, avrebbe dovuto ingurgitare almeno milleduecento milligrammi di ibuprofene nell’arco delle dodici ore per alleviare quella che lui definiva «cefalea da aria pesante». Uscì di casa per ritirare la pattumella dell’umido e rientrando si fermò davanti alla cassetta della posta: dalla feritoia s’intravedeva qualcosa all’interno. Poggiò la pattumella a terra tremando per il freddo e inserì la mano nello sportello, pinzò fra indice e medio l’angolo di un foglietto di carta e lo tirò fuori. Era piegato in due. Lo aprì e lesse le due sole righe scritte con una grafia quasi illeggibile. Sentì di colpo il cuore accelerare e un flusso caldo alla gola. Rilesse una seconda e una terza volta. Una sola frase e una data, un richiamo sinistro a giorni ormai lontani».

Fabio Giorgino (1968), pugliese, impiegato nella pubblica amministrazione, ha esordito nel 2021 con il thriller Le ragioni della follia per la collana Giungla Gialla di Mursia; il romanzo ha vinto il premio della critica Città di Cattolica 2022 ed è stato semifinalista alla Provincia in Giallo 2022. Echi sinistri è il secondo capitolo della serie con protagonista il commissario tarantino Spiro Fusco.

Simone Valmori “Il figlio di Leonardo.Il segreto di Caterina Sforza torna a macchiarsi di sangue”, Mursia Editore

Mursia

Un thriller storico diviso in due filoni temporali distinti, presente e Rinascimento, che crescono in simbiosi alimentandosi entrambi di un mistero celato in un dipinto conservato a Forlì, la Dama dei Gelsomini. 

Un ingegnere dall’animo avventuroso e una guida museale con un passato nascosto si trovano ad affrontare una pericolosa organizzazione. Nel mentre, in pieno Rinascimento italiano, Leonardo Da Vinci e Caterina Sforza nascondono un segreto che potrebbe cambiare il mondo. Una storia che attraversa i secoli, rivelando un legame indissolubile tra passato e presente.

Dichiara l’autore: «Il romanzo contiene informazioni e rivelazioni riguardanti la paternità di Giovanni dalle Bande Nere. Una delle mie scoperte più significative si concentra sulla Pala dei Tre Arcangeli di Marco D’Oggiono, pittore di scuola vinciana, dove Valmori ha identificato il nome “Lionardo” nascosto nel collo dell’Arcangelo Gabriele come fosse un indovinello irrisolto da 500 anni. Perché questa interpretazione mette in luce una possibile analogia biografica tra il pittore e l’angelo che annunciò non solo la nascita di Gesù, ma anche quella di Giovanni Battista? Il motivo è semplice, il nome che Leonardo deve aver dato a suo figlio è proprio Giovanni. Lo attesterebbe il famoso dito alzato che Leonardo ritrae nelle sue opere e che non sarebbe più un ammonimento, ma l’affermazione di sé stesso e del figlio. In questo modo si spiegherebbe il motivo per cui il dipinto del San Giovanni Battista di Leonardo, che rappresenta un adolescente ritratto all’età di 14 anni, è uno dei pochi che il pittore vorrà con sé fino alla morte ad Amboise, in Francia. Tutta l’arte svelata nel romanzo supporta questa teoria.  Attraverso un’analisi approfondita del Cenacolo di Santa Maria delle Grazie, ad esempio, arrivo a determinare una data di nascita come nella soluzione di un rebus, il 6 aprile 1498, che coincide proprio con il giorno della nascita di Giovanni dalle Bande Nere, figlio di Caterina Sforza e tradizionalmente riconosciuto al Popolano. Tuttavia, secondo il romanzo, ci potrebbero essere stati incontri segreti tra Caterina e Leonardo, che hanno portato al concepimento di un figlio illegittimo. Altri artisti della cerchia di Leonardo lo confermerebbero in decine di opere, come nella Natività Mistica di Sandro Botticelli, dove un padre è l’unico a celarsi il volto in maniera enigmatica e dove un misterioso cartiglio farebbe riferimento non al periodo in cui nacque Gesù, ma ancora una volta all’aprile del 1498. Teorie innovative che accompagnano il lettore in un dibattito stimolante sulla figura di Leonardo da Vinci e la possibilità che abbia davvero avuto un figlio da una donna che come lui amava l’arte, la scienza e gli esperimenti che, come descritti nei disegni di Leonardo, potrebbero aver generato una vita all’insaputa di tutti.»

Simone Valmori (Forlì, 1977) vive a Forlì. Laureato in economia di internet opera in ambito educativo come professionista del fundraising e della comunicazione. Impegnato nella valorizzazione della cultura del suo territorio, attualmente ricopre il ruolo di Presidente del Museo Interreligioso di Bertinoro. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni tra cui un gioco di società sulla Romagna dal titolo Forum Livii: un’avventura alla conquista del Paradiso (2022) il romanzo La Macchina dei Prodigi (2018) e L’Eredità di Leonardo(2011).


Paul Sterling “Adele e Oliver. Il vento dei sogni”, AEDE Books Edizioni

Adele e Oliver – Il vento dei sogni: il nuovo emozionante romanzo di Paul Sterling con prefazione di Eugenio Finardi.


 Adele e Oliver – Un libro intenso e appassionato sulla disabilità che celebra resilienza, diversità e inclusione con 50 frasi motivazionali di famosi Campioni Olimpionici, Paralimpici e Personalità dello Sport. Una coinvolgente storia sulla vita di una bambina, ragazza e donna che, attraverso lo sport, ci porta alle Paralimpiadi – AEDE Books Edizioni

Milano, 15 Luglio 2024 – “Adele e Oliver – Il Vento dei Sogni”, il nuovo appassionante libro di Paul Sterling. Un romanzo che coinvolge, ispira e motiva, arricchito dalla prefazione di Eugenio Finardi e da 50 frasi motivazionali di 50 Campioni dello Sport. AEDE Books Edizioni.

Paul Sterling offre un’opera straordinaria dove forti emozioni e passione si intrecciano in una storia di coraggio e determinazione che supera le sfide della vita. 

“Adele e Oliver – Il Vento dei Sogni” è un libro toccante e coinvolgente, positivo e motivazionale, che offre momenti di riflessione, commozione e sorrisi spensierati. La narrazione, con un ritmo cinematografico, affronta temi come lo sport, le Paralimpiadi, la disabilità, la diversità, l’inclusione, l’amore per gli animali e l’importanza di credere nei propri sogni.

Trama:

Il romanzo racconta la vita di Adele che, durante l’infanzia, viene coinvolta in un terribile incidente. Da quel momento, accompagnata dal fedele cane Oliver, un magico compagno di viaggio, Adele affronta gli ostacoli che il destino le ha messo davanti per realizzare il suo grande sogno: partecipare alle Paralimpiadi

Una lettura ideale per tutte le età, dagli adulti ai ragazzi sino ai bambini di 10/11 anni.

Eugenio Finardi nella prefazione scrive:

“È anche vero che ci può cadere il mondo addosso ma continueremo a lottare, perché noi non ci arrenderemo mai, perché la vita è preziosa e vale sempre la pena di essere vissuta, sino in fondo, fino all’ultima fievole fiammella di luce, perché mille anni senza intensità e passione non valgono un secondo vissuto veramente.”

L’Editore, Paolo Menconi, ci dice: 

“Adele e Oliver di Paul sterling è un libro positivo, educativo, talvolta struggente e che fa bene al cuore. Ringrazio Eugenio Finardi e i tantissimi Campioni dello Sport che hanno scritto nel libro pensieri meravigliosi. Impossibile citarli tutti, ma ricordo tra gli altri Francesco Moser, Gustav Thoni, Carolina Kostner, gli Abbagnale, Agostini, Meneghin, Compagnoni, Gros, Nibali, Cuomo, Riva, Igor Cassina, Martina Caironi, Daniele Cassioli, Arjola Trimi… Hanno scritto frasi intense, sullo sport e sulla vita. Pensieri che toccano il cuore, come la storia di Adele. E così, oltre al bel romanzo, potrete leggere un libro in un libro! 

E ci tengo a ricordare ai lettori che doneremo una parte delle royalties all’Associazione Alex Zanardi BIMBINGAMBA, che aiuta i bambini che hanno bisogno di protesi e non possono godere dell’assistenza sanitaria.”

Disponibilità:

“Adele e Oliver – Il Vento dei Sogni” è disponibile nelle librerie e sulle piattaforme on-line anche in formato e-book.

50 Campioni Olimpionicici, Paralimpici e Personalità dello Sport  
hanno scritto bellissime frasi motivazionali pubblicate nel libro. 
Carmine e Giuseppe Abbagnale, Gustav Thoeni, Francesco Moser, Giacomo Agostini, Dino Meneghin, Sandro Cuomo, Vincenzo Nibali, Klaus Dibiasi, Igor Cassina, Andrea Lo Cicero, Roberto Cammarelle, Daniele Cassioli, Roberta Amadeo, Arjola Dedaj, Simone Barlaam,  Katia Aere, Alessia Berra, Emanuele Di Marino, Giacomo Perini, Giulia Ghiretti, Arjola Trimi,  Sabrina Papa, Sara Morganti, Cristina Nuti, Leonardo Tumiotto, Carlotta Gilli, Annalisa Minetti,  Gianni De Magistris, Gianni Sasso, Nazzareno Canuti, Assunta Legnante, Martina Caironi, Stefano Abatangelo, Rossana Pasquino, Luigi Beggiato, Carlo Caglieris, Piero Gros,  Pier Luigi Marzorati, Monica Boggioni, Renè De Silvestro, Oney Tapia, Alberto Cova,  Rossana Pasquino, Deborah Compagnoni, Federica Brignone, Carolina Kostner e altri.

* Alcune frasi sono riportate come esempio nel sito AEDE books www.aedebooks.com

Per approfondimenti: https://www.aedebooks.com

Book trailer: https://www.youtube.com/watch?v=URtuOfSLjQs

Alex Zanardi Bimbingamba – “Realizziamo protesi per i bambini che hanno subito amputazioni e che non possono usufruire  dell’assistenza sanitaria. Sono bambini che provengono da ogni parte del mondo e hanno perso uno o più arti per incidenti, malattie o per lesioni provocate da esplosioni o armi da fuoco in zone di guerra.”
Associazione Alex Zanardi – Bimbingamba Odv – Via Guizzardi, 66 – 40054 Budrio (BO) – www.bimbingamba.com