
La voce di Teresa che racconta la sua storia è la voce di ogni donna che ama troppo e queste pagine, impeccabili nella ricostruzione storica, trasportano la sua vicenda nella dimensione universale dell’amore che esalta ma che può anche distruggere. Manzoni, svelato in una luce intima e nuova, scende dal piedistallo e ci appare umano, con le sue tenerezze e le sue miserie. Così che in questo romanzo si incontrano e si riconoscono, come in una vertigine, il tempo dei protagonisti e il nostro, la vita e la letteratura.(da Solferino Libri)
Protagonista è Teresa Borri, la seconda moglie di Alessandro Manzoni. In questa biografia romanzata è lei la voce narrante. Ha letto I promessi Sposi e attraverso la lettura ha immaginato l’uomo dietro lo scrittore e lo ha sentito vicino tanto da dichiare in una lettera alla madre “quest’uomo è fatto proprio come il mio cuore vuole”. Lui è ancora sposato con Enrichetta Blondel, lei Teresa è vedova da cinque anni del conte Decio Stampa ed ha un figlio, lui da Enrichetta ne ha avuti quindici.
È il 1833 quando Enrichetta muore a soli trentadue anni, lei già fragile di costituzione, è consumata dalle numerose gravidanze. Alla veglia funebre i due si incontrano:
“Alto, magro, curvo, con i movimenti di un automa, l’uomo vestito di nero che in quel momento dimostrava molti più dei suoi quarantotto anni si staccò dallo stipite, riguadagnò una sorta di equilibrio e prese ad attraversare la stanza, diretto verso il letto dove era sdraiato il corpo di sua moglie […] Intanto il sonnambulo barcollante che rispondeva al nome Alessandro Manzoni aveva raggiunto il letto, era scivolato in ginocchio accanto a Enrichetta, si era preso il viso tra lemani e restava lì immobile, ripetendo il nome di lei, come la formula di un incantesimo da fiaba che l’avrebbe potuta risvegliare”
Un personaggio inedito quello tracciato dalla penna della Marazza per voce di Teresa: un matrtimonio con una situazione difficile legata al precedente, ai figli di lui in lutto, a un uomo, inconsolabile vedovo, di cui era innamorata, ambientato in una Milano in cui il lettore incontrerà personaggi di spicco come Massimo D’Azeglio o Honoré de Balzac, in un raccontato pieno di notizie documentate e tra pettolelezzi e curiosità di una città antiaustriaca e snob, come sottolinea Antonella Schisa nella sua intervista all’autrice (Il venerdì La Repubblica 13-1-2023)
MARINA MARAZZA è specializzata in tematiche di storia, di società e di costume. Collabora con diverse riviste tra cui «Io Donna» È autrice di romanzi, saggi e narrative non fiction, tra cui i più recenti titoli usciti con Solferino “L’ombra di Caterina” (2019), “Io sono la strega” (2020, vincitore del Premio Salgari, del Premio Asti e del Premio Selezione Bancarella 2021), “Miserere” (2020), “La moglie di Dante” (2021) e “Le due mogli di Manzoni” (2022, vincitore del Premio Acqui Storia).(da Soferino Autori)