
Santino diventa un principe del calcestruzzo, che accetta commesse sempre più ricche e sempre più manovrate. Giovanni, avvocato, raccomandato da personaggi ambigui e potenti, mette la sua abilità di uomo di legge al servizio di chi la legge la usa per nascondere il vantaggio di pochi contro il bisogno di molti. Fanno entrambi ottimi matrimoni e trionfano nei cupi anni Ottanta, gli anni terribili delle guerre di mafia.(da Mondadori Libri)
Due i protagonisti del nuovo romanzo della Agnello Hornby, Giovanni e Santino, nella Sicilia occidentale, culla della mafia, fra Sciacca e Pertuso Piccione negli anni tra il ’50 e il ’90 e nella storia italiana di quel periodo.
Il lettore li conosce bambini con sogni, desideri, ambizioni e voglia di riscatto. Dopo gli studi Santino lavorerà nell’edilizia, Giovanni come avvocato, entrambi sono cresciuti e sono stati orientati dalla guida e dalle mire di madri ambiziose.
Finiti nel meccanismo nuovo con cui Cosa nostra si muoveva a quel tempo, quasi senza rendersene conto da “bravi ragazzi” come desideravano si trovano ad esserlo all’imperfetto, nel passato della loro vita, nelle aspirazioni tradite: erano. Il titolo sintetizza, quasi un monito perché, precisa l’Autrice nell’intervista di Elena Masuelli, (Tuttolibri del 14 ottobre ) “Come spesso accade, l’arruolamento non avviene in maniera diretta: Cosa Nostra ha sempre agito con paradossale cautela e ha creato dipendenza attraverso il lavoro, o meglio ancora pescando nelle ambizioni, nel desiderio di emergere e di fare fortuna dei più giovani” .
Le madri dei bravi ragazzi avranno un ruolo importante nella vicenda proprio perché “le donne hanno una potenza enorme in Sicilia”, come esplicita l’Autrice nell’intervista citata, soprattutto le madri dei figli maschi. Sullo sfondo della vicenda protagonisti e antagonisti, veri e di fantasia, chi si batte ancora e crede possibile restare bravi ragazzi: Anna, l’idealista compagna di Università di Giovanni, e il nonno e il parroco di paese, padre Cangemi.
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