
Adriana Sardo è solo omonima dell’autore
Ennesimo capolavoro letterario dell’illustre giornalista Carmelo Sardo
Per Platone il sole rappresenta “l’idea del bene”; per tutti noi è simbolo di luce, speranza e giustizia.
In assenza di luce solare, tutto diviene tetro ed esanime, come nell’angusta cella di Stefano.
Questo romanzo, scritto magistralmente, contribuisce, in modo incisivo, al dibattito sull’“ergastolo ostativo”, perpetuo, punitivo ed espiativo, non rieducativo e non rispettoso della dignità umana dei detenuti.
Espone, chiaramente ed egregiamente, il senso di disperazione di chi vive in carcere, anche ingiustamente, di chi vorrebbe redimersi ma che vede negata qualsiasi sua possibilità di riscatto.
Le atroci sofferenze e vicissitudini di Stefano, la profonda umanità dell’appuntato Cocilovo, l’atteggiamento paternalistico di Don Tano, la determinazione e l’amorevolezza di Costanza, travolgono empaticamente il lettore, lasciando un messaggio indelebile, nel suo cuore e nel suo animo, cioè il dovere di garantire ad ogni, spesso “invisibile”, ergastolano il “diritto alla speranza” e ad una “finestra” sul mondo.
Adriana Sardo
La sinossi da Bibliotheka Edizioni
Carmelo Sardo, uno degli autori più acuti del fenomeno mafioso, torna con un romanzo di forte impatto emotivo in cui emergono le storture di una giustizia con le sue lacune e le sue incongruenze.
A Rammusa, una cittadina della Sicilia barocca dove la mafia non spara e non ammazza più da anni, vengono assassinati marito e moglie nella loro gioielleria. Si pensa a una rapina finita male, ma il magistrato che indaga sospetta del figlio della coppia, Stefano Macrì, studente universitario di 27 anni.
Per il giovane comincia un atroce calvario. Confidava nello Stato per avere giustizia per i suoi genitori, invece è costretto a liberarsi di un’accusa infamante. Per farlo, Stefano è tentato di cedere a logiche e dinamiche che ha sempre eticamente respinto. Sa che anche nella Sicilia dei giorni nostri, ci sono uomini potenti che contano ancora, che non fanno più la guerra allo Stato ma vogliono che niente e nessuno possa insidiare la tranquillità raggiunta. Don Tano Culella è uno di questi. Al boss quello che è accaduto non è piaciuto e anche lui vuole capire chi abbia osato fare una cosa simile nel suo paese. Quando viene a sapere che il principale sospettato è Stefano, capisce che qualcosa non quadra. Conosce quel ragazzo da quando era un bambino, abitano nello stesso palazzo. Fatalmente, i destini di don Tano e di Stefano si incroceranno, perché hanno lo stesso obiettivo: la ricerca della verità.
Un romanzo civile e di impegno sociale che affronta ed elabora temi di scottante attualità del sistema penale italiano che contempla il fine pena mai: una pena di morte in vita.
e un filmato con la presentazione dell’autore
Brevi note biografiche
Giornalista, vice capo redattore cronache TG5, corrispondente de “L’ora” di Palermo e del “Giornale di Sicilia”. Ha lavorato a Teleacras Agrigento come cronista a direttore responsabile del telegiornale. Ha pubblicato il primo romanzo nel 2010 con Mondadori intitolato “Vento di tramontana”,